Identità di genere e modello professionale nel lavoro sociale: Diversità di atteggiamento, di aspettative, di modalità comunicative, di soggetti sessuali, nelle organizzazioni lavorative
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Maschile o Femminile? Il seguente lavoro ha preso le mosse dalla questione dell'identità e dalla differenza di genere tra maschio e femmina, tra stereotipi e realtà. E' un processo di riflessione sull'essere uomini implicati in professioni ritenute per definizione femminili, in quanto capaci di penetrare nell'intimo dell'essere, più allenate alle "guerre quotidiane" e ai lavori di cura.
Daniele Acquasana, assistente sociale, attualmente lavora presso l'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Pescara. Membro onorario del REA, International Institute of Criminology, in Pescara, responsabile sella Sezione Molise, ricopre il ruolo di collaboratore, consulente e docente, in un Master in Criminologia, Analisi investigativa della sicurezza e Scienze Forensi.
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Book preview
Identità di genere e modello professionale nel lavoro sociale - Daniele Acquasana
Bibliografia
Premessa
In prima fila
Mi piace definire cosi lo studio del mio lavoro e di quanto la professione di assistente sociale sia di gran lunga molto complessa non solo per l'innumerevole quantità di livelli su cui si opera ma anche per il fatto di trovarsi più di ogni altro operatore in prima fila
rispetto alle richieste d'intervento, e di quante tipologie di intervento sono ad esso delegate, dal primo colloquio con l'utenza, alle indagini sociali, alla costruzione di progetti. Proprio per questa caratteristica se vogliamo definirla multi-sistemica rappresenta la forza di questa figura. Poter operare su livelli diversi, sfruttandone la potenzialità, dà certamente all' operatore una manovra ampia di strumenti d'intervento potenti, ma nello stesso tempo espone ad enormi rischi la convinzione di poter controllare e dirigere tali processi. In pratica avviene che o è richiesto all'assistente sociale di assumersi responsabilità non sue, o l'assistente sociale stesso pretende di avere l'ultima parola su decisioni non di sua competenza, e ciò semplicemente perché in qualche modo tale figura è coinvolta nelle varie decisioni come persona informata dei fatti
. La forza della sua posizione multi-sistemica consiste nella possibilità di cogliere la complessità degli elementi in gioco sfruttandone le potenzialità che ogni livello offre, rilevando le implicazioni che ogni intervento su un livello può determinare sugli altri. L'essere contemporaneamente parte di più sistemi permette di ipotizzare influenze e ripercussioni reciproche e in ultima istanza di offrire una visione a 365 gradi
che spesso il singolo operatore specialistico fatica ad avere, e ciò non è sicuramente semplice!
Come premesso la tipologia delle richieste fatte all'assistente sociale è molto vasta, il che implica che il livello di professionalità necessaria è molto alto. Si tratta infatti di possedere conoscenze e competenze che rimandano a numerosi livelli: dal legale, al burocratico, dal relazionale al contabile, dal normativo al supportivo. Ovviamente la conoscenza e la competenza deve essere valutata in base all'efficienza e all'efficacia degli interventi su tutti questi piani, e non solo dal numero dei casi in carico. Quando si parla di efficacia e di efficienza si fa riferimento ai fattori qualitativi, come la capacità di rendere maggiormente autonomi coloro che richiedono l'intervento. Non bisogna dimenticare che a volte anche una semplice richiesta di sussidio può diventare un passaggio per una crescita individuale, seppur minima. Un altro aspetto di questa figura, dell'essere in prima fila e il rapporto con l'utenza, e al modo della percezione che socialmente si ha dell'assistente sociale: quello che decide, quello che dà e quello che toglie. Essendo appunto in prima fila e contemporaneamente presente a molti livelli, viene a volte percepito come l'artefice e il responsabile degli interventi, sia dall'utenza sia dalle varie agenzie. (I bambini vanno strappati dalle amorevoli braccia dei genitori a causa della sua incompetenza, non si pensa invece alla tutela del minore e a salvarlo ad esempio da violenze familiari a suo danno).
Mi sono chiesto quale figura e quale modello si addice di più a questa professione, o definisce meglio la professione:
Maschile o Femminile? Il seguente lavoro ha preso le mosse sulla questione dell'identità e sulla differenza di genere tra maschio e femmina tra stereotipi e realtà, il confronto tra questi due mondi diversi per comprendere l'attuale posizione nell'area dei servizi sociali di aiuto alle persone, l'assistente sociale è donna o è uomo e qual' è la differenza tra l'assistente sociale donna e l'assistente sociale uomo; E' un processo di riflessione sull'essere uomini implicati in professioni ritenute e per definizione femminili, in quanto capaci di penetrare nell'intimo dell'essere e più allenate alle guerre quotidiane
e ai lavori di cura.
Modello razionale e neutralità affettiva o visione affettiva e ruolo domestico-interno? Sono altri interrogativi che fanno parte di questo lavoro di cui c'è una riflessione sulle potenzialità femminili e i propri requisiti, e sulle potenzialità maschili che fanno da buon integratore nei rapporti inter- relazionali specie in un contesto lavorativo di tipo sociale. Un altro contributo che si intende presentare riguarda l'identità sessuale e di quanto possa influire in un contesto sociale la sessualità.
Il genere e il sesso nella professione . Esiste una superiorità femminile?
Può accadere che le definizioni della differenza di genere aprano la strada ad un iper -valutazione della femminilità da un punto di vista biologico, sociologico, psicanalitico e simbolico.
Un ulteriore sguardo va agli approfondimenti sul versante storico della professione, che nasce dall'impegno e dalla volontà femminile, di essere protagoniste di cambiamenti personali e sociali e che questa non è solo la caratteristica italiana ma anche di altri paesi con culture e tradizioni diverse che cercano di capire la motivazione di questa scelta professionale, motivazione intesa appunto sia come scelta, sia come modalità del prendersi cura dell'altro, se si tratta di lavoro sentito o se si tratta di seguire un proprio interesse.
La dimensione valoriale è un aspetto altrettanto importane da trattare, specie sul versante maschile che si manifesta nella capacità di far valere le proprie opinioni e impegnare le proprie competenze professionali per contribuire al miglioramento della politica e delle procedure dell'organizzazione del lavoro, all'efficienza, all'efficacia e alla qualità degli interventi, alla salvaguardia dell'autonomia professionale.
C’è sempre da riconoscere la differenza tra l'uomo e la donna relativa all'atteggiamento di cura e di apprendere certe abilità di cura.
L'inclusione dell'uomo nella dimensione cura comporta sicuramente dei cambiamenti. Con la viva partecipazione sociale delle donne si mette in discussione l'identità maschile, da eroe e superuomo
a un’ identità fragile e in crisi
- sono aumentate le crisi maschili e familiari e quindi cambiano i modelli sociali e la costruzione del proprio modo sociale.
Si porta a discussione su come contribuire a far conoscere le potenzialità femminili nelle organizzazioni sociali entrando in rapporto con il sistema della comunicazione e della produzione senza alcun dubbio dominato dagli uomini.
Esseri sociali, storia e fede
rappresenta un momento della storia del creato dei generi, la rottura