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Ricreazione matematica
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Ricreazione matematica

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Opera di inizio ' 900 di autore inglese, cattedratico di Cambridge, dedicata all'esposizione di passatempi e curiosità matematiche, e frutto di estese ricerche che spaziano dall'antichità ai tempi moderni.
E' suddiviso in sei capitoli, riguardanti l'aritmetica, la geometria, la meccanica, alcuni giochi con arnesi meccanici o classici come gli scacchi, ed infine passatempi che, in termini attuali, sarebbero definiti "topologici" come i labirinti e gli scacchi.
LanguageItaliano
Release dateOct 5, 2020
ISBN9791220203791
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    Ricreazione matematica - W. W. Rouse Ball

    Ferrero.

    Cap.1

    ALCUNE QUESTIONI ARITMETICHE

    1.1  Introduzione

    1.2  Problemi elementari sui numeri

    1.3  Sbagli aritmetici

    1.4  Problema dei pesi di Bachet

    1.5  Problemi di aritmetica superiore

    1.1.   Introduzione

    E' stato spesso notato l'interesse suscitato da certi tipi di relazioni fra i numeri. La maggior parte delle opere sui giochi matematici includono diversi problemi di questo tipo, che sono ovvi a chiunque possegga gli elementi dell'algebra, ma che, per molti che sono privi di quelle conoscenze, possiedono lo stesso tipo di fascino che alcuni matematici trovano nelle proposizioni più profonde dell'aritmetica superiore. Dedico la maggior parte di questo capitolo a questi problemi elementari, ma aggiungo alcune osservazioni su uno o due questioni della teoria dei numeri.

    Prima di entrare nell'argomento del capitolo, posso aggiungere che gran parte delle questioni elementari menzionate qui e nei seguenti due capitoli è tratta da due fonti. La prima di queste è il classico Problèmes plaisans et delectables, di C.G. Bachet, signore di Méziriac, di cui la prima edizione fu pubblicata nel 1612, e la seconda nel 1624: è all'edizione del 1624 che i riferimenti che seguono si applicano. Molti dei problemi di Bachet sono a loro volta tratti dagli scritti di Alcuino, Luca Pacioli, Tartaglia e Cardano, e forse alcuni di essi sono di origine orientale, ma non ho fatto nessun tentativo per verificare tali collegamenti. L'altra fonte a cui ho accennato prima è Récréations mathématiques et physiques di Ozanam. La maggior parte dell'edizione originale, pubblicata in due volumi a Parigi nel 1694, era una raccolta dalle opere di Bachet, Leurechon, Mydorge, van Etten e Oughtred: questa parte è eccellente, ma lo stesso non si può dire delle aggiunte dovute a Ozanam. Nella Biographie Universelle si fa riferimento alle successive edizioni pubblicate nel 1720, 1735, 1741, 1778, e 1790; indubbiamente questi riferimenti sono corretti, ma le edizioni seguenti, che ho visionato tutte, sono le uniche di cui ho qualche conoscenza. Nel 1696 venne pubblicata un'edizione ad Amsterdam. Nel 1723 - sei anni dopo la morte di Ozanam - una fu pubblicata in tre volumi, con un quarto volume supplementare, contenente (tra le altre cose) un'appendice sugli indovinelli: credo che sarebbe difficile trovare in uno qualsiasi degli attuali libri inglesi sui divertimenti matematici almeno una dozzina di indovinelli che non siano contenuti in uno di questi quattro volumi. Nuove edizioni furono pubblicate nel 1741, nel 1750 (il secondo volume della quale porta la data del1749), del 1770 e 1790. Si dice che l'edizione del 1750 sia stato corretta da Montucla a condizione che il suo nome non venisse associato ad essa; ma l'edizione del 1790 è la prima in cui si fa riferimento a queste correzioni, sebbene l'editore sia indicato solo come Monsieur M ***. Montucla ha cancellato la maggior parte di quanto era errato nelle edizioni precedenti, e ha aggiunto diversi riferimenti storici, ma sfortunatamente i suoi scrupoli gli hanno impedito di eliminare i residui di numerosi banali esperimenti e truismi che appesantiscono il lavoro. Una traduzione inglese dell'edizione originale apparve nel 1708 e credo che abbia avuto quattro edizioni, l'ultima di esse pubblicata a Dublino nel 1790. La revisione di Montucla del 1790 fu tradotta da C. Hutton, e edizioni di questo lavoro furono pubblicate nel 1803, nel 1814, e (in un solo volume) nel 1840: i miei riferimenti sono alle edizioni del 1803 e 1840.

    Procedo ora ad elencare alcune delle questioni elementari relative ai numeri, che per quasi tre secoli hanno costituito gran parte delle raccolte di divertimenti matematici. Vengono qui riportate principalmente per il loro interesse storico, più che per quello aritmetico; e forse un matematico potrebbe benissimo ometterli e passare subito alla seconda parte di questo capitolo.

    Queste questioni sono del tipo di trucchi o indovinelli; io seguo la strada solita e li presento in quella forma. Tuttavia faccio notare che per la maggior parte di essi non vale la pena di proporli, sia pure come trucchi, a meno che il modus operandi sia camuffato oppure che il risultato sia diverso da quello atteso; ma, poiché non sto trattando i giochi di prestigio, mi astengo dal riportare i mezzi per camuffare le operazioni indicate, e indico solo una semplice enumerazione dei passaggi essenziali per la buona riuscita del metodo usato, anche se posso ricordare la regola fondamentale che nessun trucco, per quanto buono, può comportare una ripetizione immediata, e che, se è proprio necessario ripeterlo, dovrebbe essere usato un metodo diverso per ottenere il risultato.

    INDICE

    1.2. Problemi elementari sui numeri

    TROVARE UN NUMERO SCELTO DA QUALCUNO. Esistono innumerevoli modi per trovare un numero scelto da qualcuno, se si può conoscere il risultato di determinate operazioni eseguite su di esso. Mi limito ai metodi solitamente usati. Chiunque conosca l'algebra non troverà alcuna difficoltà nel modificare le regole qui date o trovarne di nuove di natura analoga.

    Primo metodo¹

    Chiedere alla persona che ha scelto il numero di triplicarlo.

    Informarsi se il prodotto è pari o dispari: se è pari, richiedere di prenderne metà; se è dispari, chiedere di aggiungere uno e quindi prenderne metà.

    Dirgli di moltiplicare il risultato del secondo passo per 3.

    Chiedere quante volte il 9 sta in quest'ultimo prodotto: supponiamo che la risposta sia n.

    Quindi il numero pensato era 2n o 2n + 1, a seconda che la risposta al punto (1) era pari o dispari.

    La dimostrazione è ovvia. Ogni numero pari è nella forma 2n, e le successive operazioni applicate ad esso dànno (1) ½ di 6n, che è pari; (2) ½ di 6n = 3n; (3) 3 × 3n = 9n; (4) 1/9 di 9n = n; (5) 2n. Ogni numero dispari è della forma 2n + 1 e le successive operazioni applicate ad esso dànno (1) 6n + 3, che è dispari; (2) ½(6n + 3 + 1) = 3n + 2; (3) 3(3n + 2) = 9n + 6; (4) 1/9(9n + 6) = n + un resto; (5) 2n + 1. Questi risultati dimostrano la regola sopra riportata.

    Secondo metodo². Chiedere alla persona che ha scelto il numero di eseguire questa sequenza di operazioni.

    Moltiplicare il numero per 5.

    Aggiungere 6 al prodotto.

    Moltiplicare la somma per 4.

    Aggiungere 9 al prodotto.

    Moltiplicare la somma per 5.

    Chiedere il risultato di qust'ultima operazione: se da questo prodotto si sottrae 165, e il resto si divide per 100, il quoziente darà il numero pensato.

    Infatti sia n il numero scelto. Allora le successive operazioni applicate ad esso dànno: (1) 5n; (2) 5n+6; (3) 20n+24; (4) 20n+33; (5) 100n+165. Ecco spiegata la regola.

    Terzo metodo³. Chiedere alla persona che ha scelto il numero di eseguire le seguenti operazioni.

    Moltiplicarlo per un numero a piacere, diciamo a.

    Dividere il prodotto per un qualsiasi numero b.

    Moltiplicare il quoziente per c.

    Dividere questo risultato per d.

    Dividere il risultato finale per il numero scelto inizialmente.

    Aggiungere a quest'ultimo risultato il numero pensato all'inizio.

    Chiedere qual è questa somma: allora, se da essa si sottrae ac/bd, il risultato darà il numero scelto all'inizio.

    Infatti, se n è il numero scelto, il risultato delle prime quattro operazioni è di formare la quantità nac/bd; l'operazione (5) dà ac/bd; e (6) fornisce il valore n +(ac/bd). Ma ac/bd è noto; quindi, sottraendolo dal numero indicato, si trova n. Naturalmente a, b, c, d possono avere qualsiasi valore numerico si voglia. Per esempio, se a = 12, b = 4, c = 7, d = 3 è sufficiente sottrarre 7 dal risultato finale per ottenere il numero originariamente scelto.

    Quarto metodo⁴. Chiedi a qualcuno di scegliere un numero inferiore a 90.

    Digli di moltiplicarlo per 10, e aggiungere un numero a piacere, a, che sia minore di 10.

    Chiedigli di dividere il risultato del punto (1) per 3, e di calcolare il resto, che sarà, per esempio, b.

    Chiedigli di moltiplicare il quoziente ottenuto al punto (2) per 10, e di aggiungere un numero a piacere, c, che sia minore di 10.

    Chiedigli di dividere il risultato del punto (3) per 3, e di annotare il resto, d, e la terza cifra (da destra) del quoziente; questa cifra sia e.

    Allora, se i numeri a, b, c, d, e sono noti, il numero scelto può essere subito determinato. Infatti, se il numero è 9x + y, dove x ≤ 9 e y ≤ 8, e se r è il resto della divisione di a - b + 3 (c - d) per 9, abbiamo x = e, y = 9 – r.

    La dimostrazione non è difficile. Infatti se il numero scelto è 9x + y, il punto (1) dà 90x + 10y + a; (2) sia y + a = 3n + b, quindi il quoziente ottenuto al punto (2) è 30x + 3y + n; il punto (3) dà 300x + 30y + 10n + c; (4) sia n + c = 3m + d, quindi il quoziente ottenuto al punto (4) è 100x + 10y + 3n + m, che indichiamo con Q. Ora la terza cifra in Q deve essere x, perché, se y ≤ 8 e a ≤ 9, abbiamo n ≤ 5; e poiché n ≤ 5 e c ≤ 9, abbiamo m ≤ 4; quindi 10y + 3n + m ≤ 99. Quindi la terza cifra, quella delle centinaia, di Q è x.

    Inoltre, dalle relazioni y + a = 3n + b e n + c = 3m + d, abbiamo 9m - y = a - b + 3 (c - d): quindi, se r è il resto della divisione di a-b + 3 (c-d) per 9, abbiamo y = 9- r. [Questo è sempre vero, se abbiamo r positivo; ma se a - b + 3(c-d) è negativo, è più semplice prendere y uguale al suo valore numerico; o possiamo evitare il verificarsi di questo caso assegnando valori appropriati a a e c] Quindi x e y sono entrambi noti, e quindi il numero scelto, vale a dire 9x + y, è noto.

    Quinto metodo⁵. Chiedi a qualcuno di scegliere un numero minore di 60.

    Digli di dividerlo per 3 e il resto sia a

    Digli di dividere il numero per 4; il resto sia b.

    Digli di dividerlo per 5; il resto sia c.

    Quindi il numero scelto è il resto ottenuto dividendo 40a + 45b + 36c per 60.

    Questo metodo può essere generalizzato e quindi si applicherà a qualsiasi numero si voglia. Siano a', b', c', . . una serie di numeri primi tra loro, e sia p il loro prodotto. Sia n un qualunque numero minore di p, e siano a, b, c,. . . i resti quando n è diviso per a', b', c', . . rispettivamente. Troviamo un numero A che sia un multiplo del prodotto b'c'd' · · · e che superi di un'unità un multiplo di a'. Troviamo un numero B che sia un multiplo di a'c'd'· · · e che superi di un'unità un multiplo di b'; e allo stesso modo troviamo numeri C, D,. . . . con una regola analoga. Regole per il calcolo di A, B, C,. . . si trovano nella teoria dei numeri, ma in generale, se i numeri a', b', c',. . . sono piccoli, i numeri corrispondenti, A, B, C,. . . possono essere trovati con il controllo. Procediamo a dimostrare che n è uguale al resto quando Aa + Bb + Cc + · · · è divisibile per p.

    Sia N = Aa + Bb + Cc + · · ·, e sia M(x) un multiplo di x. Ora A = M(a') + 1, quindi Aa = M(a') + a. Quindi, se il primo termine in N, che è Aa, è diviso per a', il resto è a. Ancora, B è un multiplo di a'c'd' · · ·. Quindi Bb è divisibile per a'. Allo stesso modo Cc, Dd,. . . sono tutti esattamente divisibili per a'. Quindi ogni termine in N, tranne il primo, è esattamente divisibile per a'. Quindi, se N è diviso per a', il resto è a. Ma se n è diviso per a', il resto è a. Quindi N - n = M(a').

    Analogamente:

    N - n = M(b'),

    N - n = M(c'),

    ................

    Ma a', b', c',.... . sono primi tra loro.

    N - n = M(a'b'c' · · ·) = M (p), cioè, N = M (p) + n. Ora n è minore di p, quindi se N è diviso per p, il resto è n.

    La regola data da Bachet corrisponde al caso di a' = 3, b' = 4, c' = 5, p = 60, A = 40, B = 45, C = 36. Se il numero scelto è minore di 420, possiamo prendere a' = 3, b' = 4, c' = 5, d' = 7, p = 420, A = 280, B = 105, C = 336, D = 120.

    PER TROVARE IL RISULTATO DI UNA SERIE DI OPERAZIONI ESEGUITE SU UN NUMERO QUALSIASI (sconosciuto a chi interroga) SENZA FARE ALCUNA DOMANDA. Tutti i sistemi per risolvere tali problemi in ultima analisi sono basati su una sequenza di operazioni tali che il numero scompare dal risultato finale. Quattro esempi saranno sufficienti.

    Primo esempio⁶.. Chiedi a qualcuno di pensare a un numero. Supponiamo che questo sia n. Chiedigli (1) di moltiplicarlo per qualsiasi numero da te scelto, per esempio a; (2) quindi di aggiungere, diciamo, b; (3) quindi di dividere la somma per, diciamo, c. (4) Quindi, digli di prendere la frazione a/c del numero inizialmente scelto; e (5) di sottrarre questo dal risultato della terza operazione. Il risultato delle prime tre operazioni è (na + b)/c, e il risultato dell'operazione (4) è na/c: la differenza tra questi è b/c, e quindi è nota a te. Ad esempio, se a = 6, b = 12, c = 4 e a/c = 3/2, il risultato finale è 3.

    Secondo esempio⁷. Chiedi ad A di prendere un numero qualsiasi di gettoni a sua scelta: supponiamo che ne prenda n. (1) Chiedi ad un altro, ad esempio B, di prenderne un multiplo p di quelli di A, dove p è un numero a piacere. (2) Chiedi ad A di dare q dei suoi gettoni a B, dove q è un numero a tua scelta. (3) Quindi, chiedi a B di trasferire ad A un numero di gettoni uguale a p volte il numero di gettoni che A ha in suo possesso. Allora resteranno in mano a B q (p + 1) gettoni: questo numero è noto a te; e il trucco si può concludere o facendolo presente o in qualsiasi altro modo a tua scelta.

    La ragione è la seguente. Il risultato dell'operazione (2) è che B ha pn + q gettoni, e A ne ha n-q. Il risultato di (3) è il trasferimento di p (n – q) gettoni da B ad A: quindi in possesso di B sono rimasti (pn + q) - p (n - q) gettoni, cioè q (p + 1) gettoni. Ad esempio, se inizialmente A ha preso un numero qualsiasi di gettoni, allora (se hai scelto p uguale a 2), prima hai chiesto a B di prenderne il doppio di A; poi (se hai scelto q uguale a 3), hai chiesto ad A di dare 3 gettoni a B; e poi hai chiesto a B di dare ad A un numero di gettoni pari al doppio del numero in quel momento in possesso di A; dopo che questo è stato fatto, sai che B ne aveva 3 (2 + 1), cioè 9 rimasti.

    Questo trucco (come anche alcuni dei seguenti problemi) può essere eseguito ugualmente bene con una sola persona, nel qual caso A può rappresentare la sua mano destra e B la sua mano sinistra.

    Terzo esempio. Chiedi a qualcuno di eseguire in successione le seguenti operazioni.

    Prendere un numero qualsiasi di tre cifre.

    Formare un nuovo numero invertendo l'ordine delle cifre.

    Trovare la differenza di questi due numeri.

    Formare un altro numero invertendo l'ordine delle cifre in questa differenza.

    Sommare i risultati di (3) e (4).

    Allora il numero ottenuto come risultato di quest'ultima operazione sarà 1089.

    Di seguito viene fornito un esempio e la spiegazione della regola.

    Quarto esempio⁸. Il seguente trucco si basa sullo stesso principio. Chiedi a qualcuno di eseguire in successione le seguenti operazioni.

    Annotare una qualsiasi somma di denaro inferiore a £ 12; il numero di sterline non deve essere uguale al numero di pence.

    Invertire questa somma, cioè, scrivere la somma di denaro da essa ottenuta scambiando il numero delle sterline e dei pence.

    Trovare la differenza tra i risultati di (1) e (2).

    Invertire questa differenza.

    Sommare i risultati di (3) e (4). Allora tale somma sarà £ 12. 18s. 11d.

    Ad esempio, prendiamo la somma £ 10. 17s. 5d.; abbiamo:

    Il seguente schema spiega la regola e dimostra che il risultato finale è indipendente dalla somma scritta inizialmente.

    La regola può essere generalizzata per coprire qualsiasi sistema di unità monetarie.

    PROBLEMI CHE RIGUARDANO DUE NUMERI. Ecco un paio di esempi di una classe di problemi che riguardano due numeri.

    Primo esempio¹⁰. Supponiamo di avere due numeri, uno pari e l'altro dispari; a una persona A viene chiesto di sceglierne uno, e un'altra persona B prende l'altro. Vuoi sapere se A ha scelto il numero pari o quello dispari. Chiedi ad A di moltiplicare il suo numero per 2 (o per un qualsiasi numero pari) e a B di moltiplicarlo per 3 (o per qualsiasi numero dispari). Chiedi loro di sommare i due prodotti e fatti dire la somma. Se questa è pari, allora A ha scelto il numero dispari; se invece è dispari, A ha scelto il numero pari. La ragione è ovvia.

    Secondo esempio¹¹. La suddetta regola è stata estesa da Bachet a due numeri qualsiasi, purché primi tra loro e uno di essi non primo. Siano m e n i due numeri, e supponiamo che n sia divisibile per p. Chiedi ad A di scegliere uno di questi numeri e B prende l'altro. Scegli un numero primo con p, sia esso q. Chiedi ad A di moltiplicare il suo numero per q, e B di moltiplicare il suo numero per p. Fai sommare i prodotti e fatti indicare la somma. Allora A ha scelto m o n, a seconda che questo risultato non è divisibile oppure è divisibile per p. Per esempio, m = 7, n = 15, p = 3, q = 2.

    PROBLEMI DIPENDENTI DALLA SCALA DELLA NOTAZIONE. Molte delle regole per trovare due o più numeri dipendono dal fatto che in aritmetica un numero intero è denotato da una successione di cifre, dove ogni cifra rappresenta il prodotto di quella cifra per una potenza di dieci, ed il numero è uguale alla somma di questi prodotti. Per esempio, 2017 significa (2 × 10³) + (0 × 10²) + (1 × 10) +7; infatti, il 2 rappresenta 2 migliaia, cioè il prodotto di 2 e 10³, lo 0 rappresenta 0 centinaia, cioè il prodotto di 0 e 10²; 1 rappresenta 1 decina, cioè il prodotto di 1 e 10, e il 7 rappresenta 7 unità. Quindi ogni cifra ha un valore locale¹².

    L'applicazione dei trucchi collegati ai numeri si comprenderà facilmente mediante tre esempi illustrativi.

    Primo esempio¹³. Un gioco di prestigio comune è chiedere a un ragazzo del pubblico di lanciare due dadi, o di scegliere a caso da una scatola una tessera di domino su ogni metà della quale vi è un numero. Al ragazzo viene quindi detto di ricordare i due numeri così ottenuti, di sceglierne uno, di moltiplicarlo per 5, aggiungere 7 al risultato, raddoppiare questo risultato e infine aggiungere a questo l'altro numero. Dal numero così ottenuto, l'organizzatore del gioco sottrae 14, e ottiene un numero di due cifre che sono i due numeri scelti all'inizio.

    Supponiamo che il ragazzo abbia scelto i numeri a e b. Ciascuno di questi è minore di dieci – i dadi o il domino lo garantiscono. Le successive operazioni danno (1) 5a; (2) 5a + 7; (3) 10a + 14; (4) 10a + 14 + b. Allora, se si sottrae 14 dal risultato finale, rimarrà un numero di due cifre e queste cifre sono i numeri scelti all'inizio. Un trucco analogo potrebbe essere eseguito con

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