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Attenti alla strega (Trixie Pepperdine Mystery, #11): Trixie Pepperdine Mystery
Attenti alla strega (Trixie Pepperdine Mystery, #11): Trixie Pepperdine Mystery
Attenti alla strega (Trixie Pepperdine Mystery, #11): Trixie Pepperdine Mystery
E-book256 pagine2 ore

Attenti alla strega (Trixie Pepperdine Mystery, #11): Trixie Pepperdine Mystery

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Info su questo ebook

Alcuni segreti è meglio che restino tali…
Le cose si fanno sempre più complicate per l’investigatrice privata (e strega straordinaria) Trixie Pepperdine.
Deve affrontare la concorrenza agguerrita di una nuova agenzia investigativa che le ha lanciato il guanto di sfida.
L’arrivo del fratello di Blink porta un bel po’ di scompiglio in ufficio, soprattutto quando mette gli occhi sulla sua ragazza.
Trixie fa pedinare suo padre e scopre che in alcune occasioni lui sparisce. Quindi decide di indagare per capire cosa si nasconda dietro i suoi atteggiamenti sospetti.
La sua segretaria ha un nuovo interesse amoroso, la sua amica viene accusata di omicidio e la sua vita sentimentale (forse) prende una svolta decisiva.
Infine ingaggia lotta contro il tempo per evitare che un potente libro degli incantesimi finisca nelle mani sbagliate.

Serie Trixie Pepperdine Mystery
Strega per caso - Libro 1
Un tocco di magia - Libro 2
Strega in libertà - Libro 3
Il colpo della strega - Libro 4
La strega è mobile - Libro 5
Strega si nasce - Libro 6
Vita da strega - Libro 7
Processo alla strega - Libro 8
Strega per sempre – Libro 9
Strega superstar – Libro 10
Attenti alla strega - Libro 11
La notte della strega – Libro 12
Attacco alla strega - Libro 13
LinguaItaliano
Data di uscita2 ott 2020
ISBN9791220203326
Attenti alla strega (Trixie Pepperdine Mystery, #11): Trixie Pepperdine Mystery
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Autore

Morgana Bell

Sono nata a Milano e sono cresciuta in un mondo di libri. Mia madre era una lettrice vorace e mi ha trasmesso il suo amore per la narrativa. I miei primi ricordi sono: io con un libro in mano o mentre disegno con le matite colorate, per ore intere. Ho scritto il mio primo romanzo quando avevo vent’anni, ma l’amore per la pittura mi ha portato a studiare arte. Ho frequentato l’Accademia di Brera a Milano, ma poi ho proseguito per altre strade. Durante gli anni ho continuato a dipingere e a scrivere, ma non ho mai pensato seriamente a fare pubblicare i miei lavori. Fortunatamente, quando mi sono decisa a farlo, nel 2012, Amazon ha consentito agli scrittori come me di pubblicare i propri romanzi. E lo stesso è successo con gli altri rivenditori come Apple, Google e Kobo che hanno aperto le loro porte agli autori. Quando non sto scrivendo, dipingo e leggo. Adoro gli animali e mi piace viaggiare.

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    Anteprima del libro

    Attenti alla strega (Trixie Pepperdine Mystery, #11) - Morgana Bell

    Bell

    Capitolo 1

    ––––––––

    Quando entrai nel mio ufficio, vidi che dietro la scrivania della signora Piggy, c’era una bella ragazza con lunghi capelli biondi. Prima che potessi chiederle che cosa ci facesse lì, mi rivolse un sorriso radioso.

    Buongiorno signorina. Benvenuta nell’ufficio di Raymond Pepperdine, investigatore privato. Cosa posso fare per lei, desidera parlare con qualcuno?

    Ovviamente mi stava sfuggendo qualcosa. Trixie Pepperdine, dissi.

    Al momento la signorina Pepperdine è fuori. Ha un appuntamento?

    "No. Io sono Trixie Pepperdine."

    Oh! Scusa, non ti avevo riconosciuto. Sembravi diversa su Skype.

    Iniziavo ad avere un brutto presentimento.

    Forse allora potresti rinfrescarmi la memoria. Per quale motivo abbiamo parlato su Skype?

    Mi hai fatto un colloquio di lavoro e mi hai assunto. Non ti ricordi?

    Certamente. E quando è stato?

    Un paio di giorni fa. Hai detto che ero proprio quella che cercavi e che avrei potuto cominciare subito.

    Ah sì. Che sciocca. Deve essermi andato via di mente. Scusa, ma ho dimenticato il tuo nome.

    Marina Poska. Ma tutti mi chiamano Matrioska.

    Capisco. Come le bambole russe?

    Esatto.

    Ripetimi di nuovo quello che mi hai detto, Matrioska. Che esperienza hai avuto come segretaria e receptionist?

    Come ti ho raccontato durante il colloquio, ho lavorato in una fabbrica di salumi.

    Come segretaria?

    No. Confezionavo salami e prosciutti.

    Hai fatto qualche altro lavoro, a parte confezionare salami e prosciutti?

    Oh sì. Per un breve periodo ho confezionato salsicce. Ma poi mi hanno promosso.

    Al reparto salumi?

    Proprio così.

    Immagino che questo per te sia un bel cambiamento, non è vero?

    Sì. Sono molto emozionata. So che è solo una cosa temporanea, ma ho la sensazione che se inserirò questo lavoro nel mio curriculum, mi si aprirà un mondo di opportunità.

    Suppongo di sì. Hai dimestichezza col computer?

    Non tanta. Però ho uno smartphone.

    Vedo.

    E un tablet.

    Bene. È meglio che vada nel mio ufficio. Continua pure a fare... ehm... quello che stavi facendo.

    D’accordo, signorina Pepperdine.

    Chiamami Trixie.

    Ok, Trixie. Vuoi che ti prepari una tazza di tè?

    Sì, sarebbe gentile da parte tua. Un cucchiaino e due terzi di zucchero, per favore.

    Mi guardò un po’ preoccupata. Non sono molto brava coi decimali.

    Non importa. Prepara il tè, poi allo zucchero ci penso io.

    Va bene.

    ––––––––

    Blink! Dove sei, Blink?

    Strisciò fuori da sotto la mia scrivania. Mi hai chiamato?

    Cos'hai fatto?

    Niente. Stavo dormendo.

    Mi riferisco alla signorina ‘salami e prosciutti’ là fuori?

    È carina, non è vero?

    Sì, è molto carina.

    Ha dei capelli bellissimi.

    Sì, sì, ma che cosa ci fa seduta alla scrivania della signora Piggy?

    L'ultima volta che ho controllato, si stava limando le unghie.

    Perché dice di essere la mia nuova segretaria?

    "Lei è la tua nuova segretaria. Le ho dato il lavoro."

    Non puoi assumere le persone a casaccio!

    Dovresti ringraziarmi. Hai detto che eri troppo occupata per farlo.

    Non ha alcuna esperienza.

    Ha confezionato salumi.

    Sì, e anche salsicce. Ma questo è poco rilevante. Sa usare a malapena un computer.

    Come se la vecchia megera facesse molto di più. Se ne stava seduta tutto il giorno a lavorare a maglia o all'uncinetto. Non vedo proprio come Matrioska potrebbe essere peggio.

    ––––––––

    Vuoi anche il latte? La voce di Matrioska venne dall’interfono e fece saltare sia me che Blink. Mi ero quasi dimenticata di avere un interfono; la signora Piggy non lo usava mai perché era troppo sorda per sentire. Signorina Pepperdine? Vuoi anche il latte?

    Premetti il pulsante per parlare. Sì, Matrioska. Solo un goccio, per favore.

    Va bene, lo porto subito.

    Sospirai e tornai a rivolgermi a Blink. Che cosa ti ha spinto a scegliere proprio Matrioska come mia nuova segretaria?

    Sembrò rifletterci per un momento. In realtà due cose. Innanzitutto, è un piacere per gli occhi.

    Questa non è certo una qualifica per il lavoro.

    E, in secondo luogo, adora i gatti.

    Avrei dovuto immaginarlo.

    Ecco qui, signorina Pepperdine. Matrioska entrò, portando una tazza di tè. Ops! Ne ho versato un po'. Hai uno straccio?

    Non ti preoccupare, Matrioska. Ci penserò io.

    Oh guarda! Il tuo gatto è venuto fuori da sotto la scrivania. È così carino, vero? Adoro i gatti. Anche tu, signorina Pepperdine?

    Chiamami pure Trixie.

    Ok, Trixie. Qual è il suo nome?

    Si chiama Blink.

    Che bello. Ha uno sguardo così particolare.

    Forse a causa dei suoi occhi?

    Che cos’hanno?

    Oh cielo.

    Ne ha solo uno.

    Ah, sì! Capisco, certo. Ecco cos’era. Io ho quattro gatti.

    Veramente?

    A dire il vero sono di mia mamma. Vivo ancora con i miei genitori. Colleziono soprammobili a forma di gatto. E i gioielli: guarda! Indicò una piccola spilla sul colletto. Ho anche molti gatti di peluche. Li tengo nella mia camera da letto. Ho persino una carta da parati con sopra stampati dei gatti.

    Interessante. E dov'eri quando abbiamo fatto il colloquio di lavoro?

    Nella mia camera da letto.

    Capisco. Per caso la carta da parati con i gatti e i peluche si trovano lì?

    Sì.

    Tutto stava iniziando ad avere un senso.

    Grazie, Matrioska.

    Si voltò per andarsene, ma poi si fermò. Oh, a proposito, Trixie. Mentre venivo al lavoro ho fatto quello che mi hai chiesto.

    Ah, sì? Bene. Scusa, ma non ricordo che cos’era?

    Ho comprato il salmone, rosso non rosa. E latte intero. Il salmone è nell'armadietto e il latte è in frigo. Ma mi servirebbero i soldi, altrimenti non posso comprare il biglietto dell'autobus per tornare a casa.

    Non ti preoccupare. Te li restituirò prima che tu te ne vada.

    Grazie. Vuoi che faccia qualcos'altro?

    Per il momento no. Tuttavia, se qualcuno chiama puoi rispondere al telefono, per favore. Però non dire ‘Raymond Pepperdine’.

    Ma è quello che c’è scritto sulla targa là fuori.

    Si, lo so. Purtroppo non ho ancora avuto il tempo di cambiarla. Se invece potessi dire ‘Trixie Pepperdine, investigatrice privata.’, te ne sarei davvero grata.

    Va bene. Spero di non confondermi.

    Sono sicura che ci farai presto l’abitudine.

    Ah, quasi mi dimenticavo, Trixie. Ci sono un sacco di sciarpe nell'armadio e nei cassetti della scrivania. Anche molte calze. Cosa dovrei farci?

    Non devi preoccuparti. Appartengono alla signora Piggy, la mia segretaria. Lei lavora a maglia, parecchio.

    Anche a me piacerebbe lavorare a maglia. Ci ho provato una volta, ma non sono riuscita a capire come si fa.

    Può essere complicato. Hai altri hobby, Matrioska?

    Principalmente guardo i video su YouTube. Poi scrollo il feed di Facebook. Ma mi piace anche Instagram. E ovviamente adoro collezionare i gatti di peluche.

    Ovviamente. Bene allora, adesso puoi andare. Ci sentiamo più tardi.

    Ok, Trixie. Grazie!

    Mi voltai verso Blink. Spero che tu non abbia detto a Matrioska che l'avrei pagata.

    Certo che devi pagarla. Non penserai mica che lavorerà per te gratis, no?

    Perfetto! Così, anche se non ha alcuna esperienza e non sa come usare un computer, dovrei pagarla?

    Be’, però ci sa fare con i gatti.

    ––––––––

    Non appena varcai la soglia della casa di Vivian, Thomas mi corse incontro per abbracciarmi. Zia Trixie, per il mio compleanno riceverò una batteria!

    Così ho sentito.

    Non posso portarla a casa perché mamma e papà dicono che sarebbe troppo rumorosa, ma potrò suonarla tutti i giorni al negozio di strumenti musicali.

    Non tutti i giorni. Vivian alzò gli occhi al cielo. Ti ricordi cosa abbiamo pattuito?

    Tutti i giorni tranne il lunedì?

    Due giorni alla settimana.

    Oh, mamma. Ma è troppo poco!

    O così o niente batteria. D’accordo?

    Ok. Thomas fece un sospiro esagerato.

    Scommetto che tua zia Trixie vorrà sentirti suonare al negozio. Non è vero, zietta Trixie?

    Sempre che non abbia degli impegni. In quali giorni andrai a suonare?

    Martedì e venerdì, disse Vivian.

    Martedì e venerdì? Che peccato. Sono i due giorni in cui devo lavorare fino a tardi.

    È fortunato allora. Vivian sorrise. Perché in realtà sono lunedì e mercoledì. Quindi, potrai farcela benissimo.

    Mia sorella era sempre così furba.

    Ottimo. Sono impaziente di sentirti suonare.

    Vai a lavarti le mani, Thomas. È quasi ora di cena. Vivian si voltò verso di me. Quando hai intenzione di invitare Mark da noi e presentarcelo?

    È troppo presto. Non voglio farlo scappare a gambe levate.

    Cosa vuoi dire con ‘farlo scappare’? Ti vergogni di noi?

    No, ma so come sei fatta. Gli chiederai quando sarà il nostro grande giorno e quanti bambini vogliamo avere.

    Allora, quando sarà il vostro grande giorno?

    "Non ci sarà nessun grande giorno. Abbiamo appena cominciato a frequentarci."

    "Quindi vi frequentate? Voglio dire, è una storia seria?"

    Non ho idea di cosa intendi.

    Sai benissimo che cosa intendo. Hai già fatto colazione a casa sua?

    Smetti di interrogarla. Robert entrò nel soggiorno. Altrimenti la farai fuggire.

    Credo che sia assai improbabile. È quasi sempre a mangiare da noi.

    Non è vero. Sono passati secoli da quando sono venuta a cena da voi.

    E lunedì scorso?

    Sì, ma mi riferivo a prima ancora.

    Venerdì. E mercoledì.

    Non è colpa mia se prepari dei pasti così deliziosi. A proposito: sta bruciando qualcosa?

    Oh no! Vivian si girò di scatto e si precipitò in cucina.

    Seguii Robert nella sala da pranzo.

    Grazie per avermi salvata.

    Non c’è problema. Dovresti dire a tua sorella di imparare a farsi gli affari suoi.

    Pensi che servirebbe a qualcosa?

    Probabilmente no. Sorrise e scrollò le spalle.

    Dal piano di sopra arrivò un urlo lacerante.

    Che cos'è? Mi coprii le orecchie con le mani.

    Robert mormorò qualcosa.

    Che cosa?

    Mimò di nuovo la parola. Emily.

    Abbassai le mani e mi resi conto che l’urlo era la voce di qualcuno che cantava; e usavo quel termine in modo generoso... molto generoso.

    Vincere quella gara di talenti è stata la cosa peggiore che potesse accadere. Robert scosse la testa. Non capisco ancora come ci sia riuscita. Ha una voce terribile, anche peggiore di quella di Vivian, e questo la dice lunga. Speravo che perdesse, almeno questo l'avrebbe fatta desistere a vita. Quel giorno sembrava che fosse posseduta. Posseduta da qualcuno che sapesse cantare davvero.

    Oh cielo! Forse non avrei dovuto interferire nella competizione.

    Emily! Gridò Vivian. Lavati le mani e scendi. La cena è quasi pronta.

    Ti serve una mano? Chiesi.

    No. Lo sformato di patate si è un po’ afflosciato, ma pazienza. Hai sentito Emily cantare?

    Oh, sì. Purtroppo l’avevo sentita.

    L’abbiamo iscritta a una competizione che si terrà il prossimo mese. A Green Hill.

    Sei sicura che sia una buona idea? Non sarebbe meglio farla smettere mentre è ancora in tempo?

    E lasciare che tutto quel talento vada sprecato?

    Io e Robert ci scambiammo un'occhiata d’intesa.

    Anche tu non vedi l'ora che arrivi il giorno del picnic, zietta Trixie? Disse Emily, tra un boccone e l’altro di pollo al forno, sformato di patate e piselli.

    Guardai Vivian che stava facendo del suo meglio per non ridere.

    Quale picnic?

    Andremo tutti a Yellow Park.

    Tutti?

    Non ricordi, zia Trixie? Disse Vivian. Hai detto che volevi venire con noi.

    Quando l’ho detto esattamente?

    La settimana scorsa. I bambini sono così contenti che ci sia anche tu.

    Lo aveva fatto di nuovo. Sapeva che non potevo dire di no davanti ai bambini. Per cui, a tempo debito, avrei dovuto trovare una scusa.

    ––––––––

    Durante la cena non potei fare a meno di notare che Robert continuava a dire qualcosa a Vivian; e ogni volta lei scuoteva la testa.

    Coraggio Vivian, disse infine. Dì a Trixie la novità.

    Non voglio dirglielo. Sto cercando di dimenticarmene.

    Che cosa stai cercando di dimenticare? Cos’è che non vuoi dirmi?

    Grazie, Robert. Lei gli lanciò un'occhiataccia. Sapevo che dopo che me ne fossi andata, per lui sarebbero stati cavoli amari.

    Mi sorprende che tua nonna non te l’abbia detto.

    "Oh, per l'amor del cielo, cosa doveva dirmi?"

    Qualche giorno fa è stata chiamata da Lana TV. Vogliono fare un reality show basato e ambientato all’interno di Sogni Di Lana.

    Farà un boom di ascolti.

    dedicato ai telespettatori di Lana TV. Vedrai, impazziranno. Da quanto ne so, si chiamerà Lana e Bottega."

    È un titolo terribile. E la nonna ha accettato? Strano che non abbia detto loro di andarsene a quel paese.

    È molto entusiasta. La considera una grande opportunità per ottenere della pubblicità gratuita, e suppongo che sarà così. Ma l’idea non mi piace. Non voglio che i cameraman mi seguano tutto il giorno e che mi inquadrino mentre mi infilo le dita nel naso.

    Che schifo, mamma! Urlò Emily.

    Te lo mangi? Disse Thomas. Io lo faccio sempre.

    Thomas, per favore! Robert diede una lieve pacca sul braccio di suo figlio. Non a tavola.

    Potresti diventare una celebrità della televisione. Risi. In fondo l’idea era divertente. Verrai invitata ai talk show e i paparazzi ti seguiranno ovunque.

    Non dire assurdità, disse Vivian. Stiamo parlando di Lana TV. E se facessi qualche figuraccia davanti alle telecamere?

    Probabilmente finirai su YouTube.

    Fantastico! Mi ci manca solo quello. Così tutti quanti potranno ridere di me.

    Potresti aprire il tuo canale e monetizzarlo.

    Aprire cosa? Da quando sai così tante cose su YouTube?

    L’altro giorno mentre ero al lavoro, una persona l'ha menzionato.

    Capitolo 2

    ––––––––

    Matrioska entrò nel mio ufficio; sembrava piuttosto preoccupata.

    Va tutto bene?

    C'è una strana donna là fuori.

    In che senso strana?

    Nel complesso è strana. Dice che tu conosci sua figlia.

    Ti ha detto il nome di sua figlia?

    Jessica qualcosa?

    Jessica Hall?

    Sì, è lei.

    Non vedevo la madre di Jessica da quando eravamo bambine, e ad essere sinceri, anch’io all’epoca la trovavo un po’ strana.

    Per favore, Matrioska, dille di entrare.

    ––––––––

    I capelli di Cassandra Hall erano di una decina di colori diversi. Masticava un chewing gum e indossava una gonna troppo corta per la sua età. Il mascara verde e il rossetto giallo non le donavano affatto.

    Ma guardati, Trixie. Come ti sei fatta grande. Vedo che alla fine sei riuscita a farti crescere le tette.

    Ho già detto che la mamma di Jessica si divertiva a mettere in imbarazzo me e tutti gli altri bambini?

    Salve, signora Hall. Come va?

    Non posso lamentarmi. Be’, potrei, ma nessuno vuole sapere delle mie vene varicose. Vuoi una gomma da masticare?

    No grazie. Sto bene così.

    Cos'è quel brutto coso?

    Lui è Blink.

    Blink inarcò la schiena e soffiò.

    Di recente ho perso la mia gatta, Milady.

    Mi dispiace. Quanti anni aveva quando è morta?

    Non è morta. L'ho persa. L'ho portata dal veterinario per farle tagliare le unghie e l'ho lasciata sull’autobus. Ho provato ad andare all’ufficio oggetti smarriti, ma nessuno ce l’ha portata. Però ho trovato un bell’ombrello.

    Come mai sei venuta qui, signora Hall?

    È ora che la smetti di chiamarmi ‘signora’. Adesso sei cresciuta. Chiamami Cassandra.

    Va bene, Cassandra. Come mai sei venuta qui?

    È stata Jessica a chiedermi di venire.

    Oh? Dov'è?

    Alla stazione di polizia.

    Cosa ci fa lì?

    La sua capo bibliotecaria, quella vecchia gallina arrogante e altezzosa, è stata assassinata ieri sera.

    Assassinata?

    "Si. Morta stecchita. Jessica

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