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Riot not quiet. 365 giorni di rock al femminile
Riot not quiet. 365 giorni di rock al femminile
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Riot not quiet. 365 giorni di rock al femminile

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About this ebook

Le donne hanno da sempre svolto un ruolo importantissimo e indiscusso nel campo della musica: donne grintose, determinate, "riottose" che hanno segnato un solco indelebile nella storia!
Donne che hanno avuto il coraggio di raccontare i propri drammi, le proprie paure e incertezze in splendidi capolavori, vere e proprie valchirie del palcoscenico che hanno regalato al mondo intero una vera e propria rivoluzione all'interno del panorama musicale.
Ad alcune va il merito di essersi esposte come portabandiera di fantastici movimenti, come nel caso del Riot Grrrl nato ad Olympia negli anni '90 grazie alla fantastica Hanna Kathleen, frontwoman delle Bikini Kill, che hanno poi successivamente ispirato tantissime altre band qui menzionate.
Questo Almanacco vuole essere una sorta di "bibbia" del Rock al femminile, un baluardo per coloro che vogliono approfondire le proprie conoscenze musicali in quest'ambito, con piccole "pilloline" in cui si ricordano momenti importanti e singolari delle femmine del Rock.
Perché il Rock è Donna!!!
Da Aretha Franklin a Tina Turner, da Kim Deal e Alanis Morisette a Meredith Brokes, Wanda Jackson e Kim Gordon, passando per Sheryl Crow, Joan Baez, Cristina Scabbia, Gwen Stefani, Cyndi Lauper, Lita Ford, Bjork, per non dimenticare le Hole, le Bikini Kill... e tante altre.
365 FEMMINE provenienti dal panorama rock internazionale, protagoniste di avvenimenti che abbracciano il mondo della musica, trasbordando in quello del cinema e della cultura in generale, dagli anni Sessanta ai giorni nostri.
Tratto da REBEL GIRL, programma in onda su Radio Onda d’Urto
Prefazione di ALTERIA
Postfazione di RAFFAELLA RIVAROLO (CADAVERIA)
LanguageItaliano
Release dateOct 1, 2020
ISBN9791280133298
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    Riot not quiet. 365 giorni di rock al femminile - Laura Pescatori

    sorte

    PREFAZIONE

    di Alteria

    Vivo di musica da anni. Chilometri e chilometri di strada percorsa. Sentieri attraversati letteralmente e non, tra palchi in giro per l’italia ed evoluzioni musicali nella mia testa. Se siamo innamorati dell’arte delle note sappiamo bene che farà sempre parte della nostra persona, del nostro carattere e con noi cresce, matura, ci accompagna.

    La musica scandisce epoche della nostra esistenza, evidenzia e regala enfasi a momenti e dettagli della nostra vita e per chi è musicista come me, la musica diventa voce per raccontare la vita. Io, non contenta, non sazia di essere unicamente cantante, volendo osservare la musica da diverse prospettive ho deciso di parlare di Lei ogni giorno, sedendomi nel mio studio, infilandomi le cuffie, accendendo il microfono in radio, e raccontando di canzoni, di artisti, di storie e vite da rockstar agli ascoltatori curiosi. In tutti questi anni dedicati a quella che è la mia passione più grande mi sono confrontata con molteplici opinioni su svariati argomenti: quali sono i dischi che hanno fatto la storia? Chi è il chitarrista più virtuoso del rock? Cosa rende vincente una canzone? E cosi via.

    La musica regala infinite possibilità di riflessione e tra tante questioni sono innumerevoli le volte che mi sono sentita porre la fatidica domanda :

    La donna nella musica, nel rock è credibile?

    Assurdo davvero, nel 2018 avere (ancora) questo dubbio.

    Ed ecco che il lavoro di Laura Pescatori sembra correre in nostro aiuto, quasi a voler rispondere in maniera matematica alla perplessità su quale sia il ruolo della donna nella musica, elencando ed approfondendo 365 episodi femminili, tanti quanti sono i giorni di un anno, perchè ogni giorno meravigliose femmine amalgamano suoni.

    Un elenco esaustivo che con chiarezza ci mostra quante donne hanno saputo costruire e quanto hanno costruito nella musica nonostante i luoghi comuni da abbattere.

    Vi parlo di quello che è il mio pane quotidiano: il Rock.

    Nell’immaginario collettivo il rock è duro, cattivo, identificato quasi sempre come maschio .

    Vero, innegabile.

    Ma non solo.

    Il rock ha splendidi capitoli di sensibilità, di dolcezza, di femminilità.

    La libertà del rock e della musica in generale, consiste proprio nella possibilità di essere di chi lo sa sentire nella pancia, di chi ha la necessità di dire, raccontare, urlare o sussurare rivoluzioni.

    Rivoluzioni grandi e piccole, che possano riguardare il mondo, la società o anche solo il proprio personale tempio, l’individuo.

    Ogni singola donna citata in questo splendido almanacco, in epoche e linguaggi diversi, ha saputo tradurre in musica il proprio gusto, la propria emotività,la fragilità, il proprio spirito di sopravvivenza e il mondo intero che ognuno di noi si porta dentro.

    La lettura che state per intraprendere sarà un viaggio nell’universo musicale attraverso gli occhi belli delle donne che sanno posare lo sguardo sul mondo con empatia e che sanno fare della musica una potente esperienza di condivisione.

    INTRODUZIONE

    Ho sempre nutrito un particolare amore per la musica Rock con tutti i suoi svariati e innumerevoli sottogeneri. C’è però una scena musicale, quella degli anni ’90, di cui mi sono sempre sentita (a modo mio) parte integrante. Parlo del favoloso mondo nato ad Olympia in quel periodo denominato RIOT GRRRL.

    La musica fin da piccola mi ha sempre tenuta per mano e aiutata a vedere la vita sotto le sue tante e molteplici sfaccettature. Il punk rock e in particolar modo l’hardcore erano e sono tutt’ora il mio filone musicale preferito, ed è proprio da questi generi che si anima l’ondata RIOT GRRRL: senza tanti giri di parole, in modo neutro ed efficace, molte all female band decidono di manifestare e denunciare stupri, patriarcato e sessismo in genere attraverso la musica e l’attivismo femminista politico/militante. Non è quindi prioritario avere un’estensione vocale di dieci ottave o vaneggiare di particolari virtuosismi nel suonare la chitarra. A farla da padrone è sempre la filosofia ed etica del DIY (Do It Yourself), e il conseguente ripudio verso il music business, le famigerate capitalistiche major e quant’altro. Una delle prime RIOT GRRRL su tale fronte fu senz’altro la fantastica Joan Jett. Tantissimi gruppi dell’epoca attinenti a questo filone - prevalentemente provenienti dalla costa orientale degli Stati Uniti (Bikini Kill, Bratmobile) e saltuariamente dall’Inghilterra (Huggy Bear) - vennero quindi reclutati dalla Kill Rock Stars Records, una strepitosa - a parer mio - etichetta discografica indipendente opera del musicista Slim Moon (Lush, Witchy Poo, Earth?).

    Moltissime sono però anche le band e le artiste al femminile che hanno preso spunto da questo meraviglioso mondo ma che erroneamente sono state catalogate in questo sottogenere; penso ad esempio a PJ Harvey che nel 1992 venne etichettata come femminista per essere apparsa in topless sulla copertina del New Musical Express e che a tal proposito dichiarò: Non mi definirei femminista perché non capisco il termine o il bagaglio che si porta dietro. Penso che dovrei tornare indietro e studiarne la storia per associarlo davvero a me, e non sento il bisogno di farlo. Preferisco decisamente andare avanti a fare le cose nel modo in cui le ho sempre fatte.

    Via via andò tutto scemando, considerando il fatto che parecchie band non raggiunsero mai il culmine della fama mondiale, ma di base lo spirito e l’attitudine divennero, e restano tutt’oggi, parte attiva e integrante dell’emisfero musicale rock.

    Il mondo del Rock continua a darci e toglierci tanto ma la presenza femminile continua ad essere marcata e pronunciata come è giusto che sia: dalle pioniere come Etta James passando per icone come Joni Mitchell arrivando alle nostre Kim Deal o Courtney Love, la donna nella musica continua a regalare perle da tenere ben strette al collo.

    Ho pensato a questo almanacco come a una bibbia tascabile del rock al femminile che si contraddistinguesse dalle classiche letture da fare tutte di un fiato ma che, anzi, potesse accompagnare giornalmente con piccole pilloline il lettore alla scoperta, o riscoperta, di determinate artiste o band. Naturalmente da leggere tenendo in sottofondo il brano che vi consiglio in calce a ciascuna data.

    A questo punto non mi resta che augurarvi buona lettura... e buon ascolto.

    1 gennaio 1999

    Esce il disco della nota artista giapponese AYUMI HAMASAKI intitolato A Song for XX con cui raggiunge i primi posti in classifica in Giappone, dopo gli esordi Rap di scarso successo. Ribelle fin dall’adolescenza, è impossibile inserirla in un preciso genere musicale vantando un ampio repertorio che include Elettronica e sfumature Rock.

    2 gennaio 2011

    La musicista e designer MARTHA LADLY, ex voce e tastierista della band New Wave Martha and the Muffins e The Associates - che lasciò nel 1986 per poi iniziare a collaborare con quella di Robert Palmer - conseguita la laurea in Communication and Culture inizia a insegnare all’OCAD di Toronto.

    3 gennaio 1987

    La Lady Soul per eccellenza ARETHA FRANKLIN, dotata di un’estensione vocale impressionante, entra come prima donna nella Rock and Roll Hall of Fame. Nel 2010 la rivisita musicale Rolling Stone la include al quinto posto nella classifica dei 100 maggiori artisti nel mondo discografico.

    4 gennaio 2011

    Esce sulle piattaforme iTunes e Amazon l’EP di sei tracce Latency di HEATHER DUBY. Poco dopo la cantante, che nell’arco della sua carriera spazierà tra Rock

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