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Inseguita
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Inseguita

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About this ebook

Quando Claire e sua zia si imbattono nel bosco in un cucciolo orfano, sembra un incontro perfetto: anche Claire ha perso recentemente i propri genitori e sembra davvero che il cucciolo sia piovuto dal cielo per aiutarla a superare il lutto. Ma quando Fido inizia a crescere, Claire scopre che non è proprio il cucciolo che credeva fosse all'inizio.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateSep 30, 2020
ISBN9781071567739
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    Inseguita - K. Matthew

    PRIMA PARTE

    ––––––––

    Ricordo il giorno in cui per la prima volta posai il mio sguardo su di lui. Era così piccolo e indifeso, rannicchiato contro lo stomaco di sua madre. Non si capiva da quanto tempo fosse morta, ma la causa era evidente. Un colpo d'arma da fuoco le aveva attraversato di netto la gola. Probabilmente era tornata dal suo piccolo prima di morire dissanguata al suo fianco.

    Potevo immaginare come si potesse sentire il cucciolo in quel momento. Solamente una settimana prima ero rimasta orfana anche io. I miei genitori erano entrambi morti in un incidente d'auto. La macchina era finita fuori strada cappottandosi, lungo la via che porta alla chiesa. Se quella mattina fossi stata meno svogliata nell'andare a messa, sarei morta anche io.

    Il piccolo cucciolo bianco guaì e il mio cuore si sciolse. Guardai mia zia, che in quel momento fissava dall'alto il triste animale mentre calcolava quanto potesse essere alta le probabilità che mio zio si potesse infuriare se lo avessimo portato a casa con noi.

    È tutto solo, zia Ophelia, come me. Morirà se non facciamo qualcosa dissi implorando.

    Conoscevo mia zia solamente da qualche giorno, e non avevo idea di quale fosse il suo rapporto con gli animali. Gli unici animali che i miei zii possedevano erano cavalli, galline ovaiole e vacche da latte, animali cioè tenuti per uno scopo.

    Per favore zia Ophelia pregai. Lo addestrerò per farlo diventare un bravissimo cane da guardia.

    Mi rivolse uno sguardo afflitto. La risposta era scritta sul suo volto, ma in quel momento qualcosa cambiò. I suoi occhi nocciola si intenerirono, e lei sorrise. Oh, va bene cedette, e dentro di me feci quasi un balzo di gioia quando finalmente scesi dalla sella per andare a stringerlo tra le mie braccia.

    Il poveretto era stremato dalla fatica, quasi sul punto di morire. Aprì gli occhi per guardarmi. Erano ancora blu, da latte. Non aveva neanche qualche settimana di vita. Lo strinsi al petto, accarezzandogli la morbida pelliccia bianca.

    Tuo zio andrà su tutte le furie con me disse zia Ophelia, ma non le prestavo ascolto. Ero troppo presa dal cucciolo per sentire alcunché. In quella valle di lacrime, avevo finalmente trovato qualcosa per cui sentirmi felice. Dovrai prendertene cura tu. Io non voglio averci nulla a che fare.

    Lo farò sussurrai sul capo dell'animale.

    Sembra non essere stato ancora svezzato. Dovrai dargli del latte per un po' di tempo prima che riesca a mangiare del cibo solido.

    Glielo passai per montare a cavallo prima di prenderlo di nuovo e tenerlo tra le braccia per tutta la strada di ritorno. Come previsto, mio zio non sembrò troppo contento di avere un'altra bocca da sfamare, ma quando mia zia gli disse che quel pomeriggio era stata la prima volta che, dal funerale dei miei genitori, mi aveva visto sorridere, non ebbe altra scelta che rassegnarsi.

    Come lo chiamerai? chiese mio zio mentre zia Ophelia ci serviva dello stufato per cena.

    Fido. Feci un'espressione incerta. Non era molto originale, ma non ero tipa a cui venivano in mente sciocchi nomi arzigogolati per animali.

    Fido è un bel nome. Infilzò un pezzo di carne con la forchetta. Ma d'ora in avanti ti assicurerai di tenerlo fuori dai piedi quando lavoro nei paraggi, sono stato chiaro?

    Si signore risposi timidamente, a malapena in grado di aspettare la fine della cena, per poter tornare al fienile e prendermi cura del mio nuovo cucciolo.

    Che incrocio ti sembra quel cane? chiese zia Ophelia a suo marito, mentre si sedeva a tavola.

    A me sembra un lupo dissi in fretta e furia, speranzosa. Sarebbe davvero figo avere un lupo come animale domestico, pensai.

    Se non vedo la madre, è difficile per me dirlo.

    Posso fartela vedere io gli proposi. Ricordo dov'è il corpo.

    Beh, non può essere un lupo, perché non ci sono lupi da queste parti. Solo orsi, coyote e puma.

    È un bene che non sia un lupo disse zia Ophelia, altrimenti non avremo potuto lasciartelo tenere. I lupi sono selvatici, e appartengono al mondo selvatico. È più un bastardino.

    Sebbene mi sentissi un po' delusa, il mio umore non era stato più di tanto rovinato. Subito dopo cena, uscì di casa per dirigermi verso il fienile e mungere una mucca, per sfamare Fido con del latte. Lo tenevo in braccio e intingevo le dita nel latte, facendogliele poi leccare. Era assolutamente adorabile il modo in cui stringeva la mia mano con le sue minuscole zampette.

    Sei tutto mio gli sussurrai dolcemente sulla testa, e ti amerò per sempre.

    Iniziai la scuola il lunedì successivo. Era un po' snervante andare in una scuola nuova dove non conoscevo nessuno e non avevo ancora nessun amico. E non c'era neanche molta scelta. Il paese era piccolo. Così piccolo, anzi, che la chiesa conteneva il doppio delle persone che conteneva la scuola e lo stesso insegnante lo trovavi nell'unica classe esistente e per tutti gli anni scolastici. Era anni luce diversa dalla scuola in cui ero andata in città dove, se fossi rimasta, avrei frequentato una struttura con più di un centinaio di studenti, e non tre gatti.

    L'indomani zia Ophelia mi accompagnò di fronte alla classe e mi presentò all'insegnante. Sentì gli sguardi di tutti puntati addosso mentre avanzavamo tra i banchi. La maggioranza dei ragazzini era campagnola, portavano addosso dei panni qualsiasi, quelli che loro famiglie potevano permettersi. Mi sentì subito vestita troppo elegantemente, con il mio abito

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