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M@il di cuore, m@il d'amore (Firenze)
M@il di cuore, m@il d'amore (Firenze)
M@il di cuore, m@il d'amore (Firenze)
Ebook190 pages2 hours

M@il di cuore, m@il d'amore (Firenze)

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About this ebook

Un maniaco si aggira per il web alla febbrile ricerca di donne su cui sfogare le sue insane voglie virtuali. La tecnica con cui attira le proprie vittime è ormai collaudata. Si intrufola nelle community di Internet adescando con qualche frase appropriata le femmine di passaggio o depositando messaggi invitanti nella posta delle disgraziate divenute oggetto dei suoi turpi desideri. Se alcune di esse cadono nella trappola e incautamente si abbandonano a un dialogo via mail, ben presto si trovano afferrate da un vortice di parole, sedotte dalla prosa neogotica del losco individuo e virtualmente spogliate, concupite, stuprate e infine derubate della propria anima.
Si tratta di una perversione sessuale finora sconosciuta anche agli esperti di settore, le cui cause sono da imputare alla crisi dei valori, ma soprattutto alla facilità di contatti, alla promiscuità e all’enorme sviluppo delle relazioni fra i sessi, conseguente al diffondersi del fenomeno dell’erotismo virtuale. Tale mostruosa aberrazione – che potrebbe essere denominata “saladismo”, da “feroce Saladino”, così come “sadismo” deriva da “de Sade” – si contraddistingue per un’inedita forma di violenza perpetrata con il mezzo virtuale attraverso la seduzione della parola scritta, un abuso che si esercita sulla mente anziché sul corpo della vittima. 
A questa riprovevole forma di godimento in cui l’Autore si dibatte e si consuma, si aggiunge un nuovo tipo di deviazione sessuale che consiste nella maniacale raccolta di descrizioni, annunci personali, profili, frasi e immagini private messe in rete dalle iscritte alle diverse community per attrarre l’attenzione di possibili partner; una sorta di feticismo, un collezionismo a sfondo sessuale avente per oggetto le schede che le malcapitate diffondono tramite Internet, frammenti della loro anima ossessivamente raccolti, adorati e conservati come reliquie profane.

Con grande coraggio, l’Editore ha qui raccolto il carteggio originale del perverso Autore, in cui sono documentati nei più crudi dettagli lo scempio delle innocenti, le deviate passioni, le sciagurate imprese del feroce Saladino a Firenze.     
 
LanguageItaliano
Release dateSep 28, 2020
ISBN9791220201490
M@il di cuore, m@il d'amore (Firenze)

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    M@il di cuore, m@il d'amore (Firenze) - Dino Finetti

    IL FEROCE SALADINO

    M@il di cuore, m@il d'amore (Firenze)

    UUID: e37bb258-f1bc-4a15-90ef-f7abc05750b5

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    C'era una volta il web

    Prélude à l’après-midi d’un faune - I

    A pesca con la grande Rete

    Sei personaggi in cerca di editore

    La carne, la morte, il diavolo...

    Fiorentine al sangue, crude o ben cotte

    Un'altra porzione

    Ancora, ancora...

    Fine dei giochi

    L'ultima scheda

    Prélude à l’après-midi d’un faune - II

    L'Autore

    e-Book / SMART-Book

    C'era una volta il web

    M@il di cuore, m@il d'amore

    FIRENZE

    Con grande sprezzo del pericolo, si getta ancora una volta nell’arena letteraria un testo che possiamo ormai considerare un classico fra i libri totalmente ignorati dai lettori, dalla critica e da tutto il sistema editoriale.

    Sono trascorsi dodici anni dalla prima uscita, talmente discreta da passare affatto inosservata fra il grande pubblico e gli addetti ai lavori.

    Tuttavia, Il taglio assolutamente particolare di questo carteggio virtuale – che affronta il tema delle relazioni fra uomo e donna da un inedito punto di vista, semplicemente riproducendo senza modifiche lo scambio di mail fra sconosciuti che interpretano con grande teatralità e sussiego i loro ruoli di seduttore e femme fatale ­– lo preserva dall’oblio e involontariamente lo avvicina – nella forma e nello spirito – a un grande romanzo libertino del 700, Le relazioni pericolose.

    L’impostazione originale è mantenuta integralmente, salvo un leggero restyling, con la sua patina di ironia e umorismo vintage, la ridondanza barocca e l’incontinenza verbale, per documentare l’umana commedia, i contrasti, le cortesie, la seduzione delle parole, la corrispondenza di amorosi sensi sul banco di prova delle nuove tecnologie, di un’epoca passata ma non ancora trascorsa di facili entusiasmi e favolose illusioni: era il tempo delle mail….

    L’Editore

    immagine 1immagine 2

    Illustrazione di copertina e grafica:

    Alejandro Lorenzin da un’idea dell’Editore.

    Si ringraziano per la collaborazione:

    Michelangelo

    Jean Boulogne, detto il Giambologna

    Responsabile editoriale:

    Dino Finetti

    Edizione:

    © Flying Dutchman – Print & Music – Ferrara 2008

    © Flying Dutchman Publishing – Ferrara 2020

    Contatti:

    flyingdutchman.pm@libero.it

    dino.finetti@libero.it

    Sapere che non si scrive per l’altro [l’oggetto d’amore] , sapere che le cose che sto per scrivere non mi faranno mai amare da chi io amo, sapere che la scrittura non compensa niente, non sublima niente, che è precisamente là dove tu non sei: è l’inizio della scrittura.

    Roland Barthes:

    Frammenti di un discorso amoroso;

    trad. di Renzo Guidieri

    © Editions du Seuil 1977 © Einaudi 1979

    Paragrafo: Inesprimibile amore, n. 5 (p. 185).

    Prélude à l’après-midi d’un faune - I

    Prima parte

    Questo scritto, eterogeneo nella forma ma non nella sostanza, è il resoconto di un intenso dialogo epistolare con navigatrici di Internet ed è un libro estremamente libertario e interattivo, fin dal (sotto) titolo che può essere modificato a proprio piacimento, possibilmente dopo approfondita lettura... del libro intendo dire. Naturalmente l’assonanza con Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes è puramente casuale.

    Ma è soprattutto un’opera dalla struttura modulare che può essere cambiata, riformulata, smontata e ricomposta a piacimento dall’Autore secondo criteri di ordine logico, temporale, geografico, di simmetria interna e di opportunità editoriale.

    L’argomento principale di questa raccolta di carteggi virtuali è il ragionar d’amore, il dialogo amoroso di un aspirante scrittore che, in incognito, cerca di fare amicizia e di ottenere i favori di un’ignara corrispondente donna, scelta fra i tanti profili e annunci rintracciabili nelle community di Internet.

    Non voglio annoiarvi con dotte disquisizioni psico-sociologiche sul fenomeno delle chat e delle relazioni virtuali: le lascio ai vari Alberoni, Crepet e agli ospiti più illustri e autorevoli del salotto di Bruno Vespa. Tuttavia alcune precisazioni circa la natura di questo documento, scritto da un autore principale e da tante inconsapevoli e anonime collaboratrici, sono necessarie per aiutare il lettore – magari a digiuno del peculiare linguaggio e degli strani rapporti al contempo superficiali e profondi che possono instaurarsi fra i membri delle gigantesche comunità virtuali – per guidarlo nella decifrazione dei nuovi codici delle relazioni amorose virtuali, per scoprire e riconoscere le tendenze, i comportamenti, le mode, i costumi sociali che caratterizzano l’epoca di Internet, sul piano del divertimento e della comunicazione a sfondo sentimentale.

    ********

    L’Editore ritiene che questo capitolo introduttivo sia troppo lungo e potrebbe annoiare il lettore impaziente di soddisfare le proprie morbose curiosità circa il contenuto erotico-sentimentale dei carteggi. Pertanto, la sezione del Preludio, che comprende discutibili osservazioni sociologiche sulle relazioni virtuali fra uomo e donna, derive misogine e debordanti esternazioni di mitomania, viene spostata in fondo al volume, per chi volesse affrontarne la lettura. Per soddisfare almeno un po’ le pressanti richieste dell’Autore, si mantiene del Prélude la parte iniziale, con la storia dell’Olandese volante, la quale potrebbe costituire una specie di Protasi o invocazione alla Musa ispiratrice, in analogia con il proemio dei poemi classici.

    ********

    La genesi del libro ( dossier, manuale di sopravvivenza per maschi, carteggio interattivo, ecc…) è curiosa e potrebbe illuminarvi in merito ad alcuni passaggi dei dialoghi virtuali che vi preparate a leggere.

    Si tratta di un’opera di recupero di materiale epistolare-letterario (quindi perfettamente in sintonia con le ultime tendenze in materia di ecologia, salvaguardia ambientale e risparmio energetico), un riutilizzo di cascami creativi di natura occasionale, accumulatisi mentre la mente si smarriva e distraeva nella contemplazione di un diverso, monumentale progetto creativo.

    Da qualche anno avevo concepito l’idea di narrare la vera storia dell’Olandese Volante, una parodia della leggenda che ispirò – come si dice pomposamente nel linguaggio della critica letteraria e musicale – il grande compositore tedesco, R. Wagner, e che costituisce la trama dell’omonima opera romantica, Der fliegende Holländer, il suo primo capolavoro.

    Nell’opera wagneriana l’antefatto dell’azione ripropone la leggenda di un testardo capitano olandese che, volendo doppiare il Capo di Buona Speranza nonostante fosse scoppiata una terribile tempesta, aveva osato sfidare le potenze del cielo giurando che sarebbe andato avanti sulla sua rotta anche a costo di doverlo fare per l’eternità.

    Per un insolito caso di convergenze parallele, un’impro­babile collaborazione fra le due grandi entità sovrannaturali, generalmente fra loro inconciliabili, dichiaratamente ostili, nemiche e di vedute diametralmente opposte - ovvero il Maligno e l’Onnipotente - era stato preso in parola da quest’ultimo (che si sa quanto sia permaloso e insofferente delle sfide) e condannato a navigare in eterno, senza meta e senza soste, fino alla fine dei giorni; pena poi mitigata per intercessione dell’Arcangelo Gabriele in una remissione della colpa a fronte di un sacrificio d’amore, evento teoricamente possibile ma assai improbabile fra gli esseri umani. Se una donna avesse amato l’Olandese fino al punto di accettare la propria morte terrena (come una sorta di Cristo al femminile), la maledizione si sarebbe spezzata e il capitano avrebbe ottenuto la salvezza dell’anima e il perdono divino. Era concesso al povero marinaio di scendere a terra per breve tempo, ogni sette anni, per tentare la ricerca di quella creatura femminile capace di amarlo più della sua stessa vita: compito non facile, come si può immaginare, e da svolgersi nel breve periodo di una manciata di giorni ogni sette anni; ma non era il tempo che mancava allo sfortunato capitano.

    Il plot del dramma musicale prevede ovviamente il lieto fine: Senta, figlia del marinaio norvegese Daland e promessa sposa a Erik, molla l’insignificante boy-friend – che tra l’altro era già stato avvisato da un sogno premonitore circa la sua imminente cornificazione – e si offre come vittima sacrificale allo straniero misterioso, bello di fama e di sventura, arrivato in quegli sperduti fiordi con il suo nero vascello dalle vele color sangue. Ma l’Olandese, ormai esasperato da secoli di inutile ricerca, deluso dalle donne che offrono il loro amore a buon mercato ma non vogliono spingersi fino al passo estremo, non crede alle dichiarazioni di fede e ai giuramenti dell’ingenua fanciulla che d’altronde è testardamente decisa ad affrontare il martirio, e fa per andarsene con il suo spettrale vascello, quando la giovane, sotto gli occhi increduli del bel tenebroso, si getta fra le onde, guadagnando con la sua morte il perdono per sé e per l’Olandese (rarissimo e, oserei dire, unico caso di dedizione assoluta ad un uomo con cui non vi era stato neppure un tenero scambio di baci…).

    Naturalmente la mia versione rispecchierebbe una sensibilità disincantata, ironica, postmoderna; ben altra cosa rispetto al drammone wagneriano, innervato da una cupa smania di espiazione, dove la pulsione di morte prevale sull’istinto d’amore, il desiderio sublima nella mortificazione della carne, il peccato si estingue nel sacrificio di sé e ottiene la redenzione attraverso la rinuncia.

    L’impresa letteraria in progetto sarebbe invece un irriverente inno alla vita e al piacere terreno, un’ironica negazione del senso di colpa e dell’istinto autopunitivo legati al godimento sessuale, il trionfo della libidine e del libero pensiero… La leggenda viene stravolta e diventa una commedia, quasi una pochade: il tetro capitano oppresso dalla maledizione, spasmodicamente in cerca di una femmina in grado di salvargli l’anima - con un accanimento pari a quello del capitano Achab, ossessionato dal desiderio di vendetta e fatalmente in corsa verso la morte che ha le sembianze della balena bianca, Moby Dick -, è presentato come una figura carismatica, un Ulisse dantesco, scaltro e ingegnoso, avventuriero e libertino, un self made man protoilluminista , gaudente, sensuale, epicureo, colto e volitivo che riesce abilmente a trasformare una condanna senza appello in un’autentica benedizione dei sensi.

    Egli indirizza verso il Diavolo il classico gesto che si ottiene facendo leva con il braccio sinistro sull’avambraccio destro chiuso a pugno, e si comporta con il Padreterno in maniera doverosamente più rispettosa ma non meno ferma, riuscendo, non dico a menarlo per il naso, ma a volgere diplomaticamente le cose a proprio vantaggio.

    Riprende il mare e la navigazione senza fine: la volontà divina lo preserva dall’invecchiamento ma non avrà mai pace fino al giorno del Giudizio Universale; tuttavia può tentare di interrompere la sua pena nel modo che sappiamo. Come concessogli, scende diligentemente a terra ogni sette anni per cercare la donna capace di amarlo più della sua stessa vita, ma in quelle occasioni il maturo play-boy si guarda bene dal rincorrere le servizievoli crocerossine – invero più interessate al destino della sua anima che alle sue necessità profane –, le femmine virtuose con la sindrome della vittima sacrificale che con il loro amore pietoso rischierebbero di procurargli il riposo eterno, la pace dei sensi e la fine della sua vita peccaminosa. Al loro posto, fa salire sul veliero delle giovani e avvenenti fanciulle con cui trascorre piacevolmente il settennato, ora trasformato in una lunghissima, divertente crociera di baci, di sesso, di passioni, cambiando partner a ogni approdo. E per ingannare il tempo fra un amore e l’altro – preoccupazione che sembra contraddistinguere, ieri come oggi, tutti i proprietari di imbarcazioni da diporto e yacht – ospita sul suo veliero i più illustri personaggi suoi contemporanei nell’arco di 4 secoli: da Newton a Einstein, da Mozart a Puccini, da Darwin a Freud, da Gulliver a Cyrano de Bergerac, dal Corsaro Nero a Casanova fino a Bill Gates e intrattiene con loro interessantissimi colloqui, raccogliendo sconvolgenti rivelazioni e racconti di eccezionale portata storica, biografica, culturale; inoltre propone spettacoli teatrali fatti in casa, personali rivisitazioni di libretti d’opera (principalmente trame e soggetti dei drammi musicali wagneriani) e incrocia con imbarcazioni di importanza epocale (la Lady Julian, il Bounty, il Titanic, il Mayflower).

    ********

    Divertente, vero?... Ma - vi chiederete -, cosa c’entra questo originalissimo e brillante soggetto, con l’argomento del libro che teniamo fra le mani?... C’entra, c’entra, poiché non sarà possibile affrontare quel

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