Filastrio Vescovo di Brescia: La storia, la cripta, il culto
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Anteprima del libro
Filastrio Vescovo di Brescia - Sara Dalena
Sara Dalena, Simone E. Agnetti
Filastrio vescovo di Brescia
la storia, la cripta, il culto
Filastrio vescovo di Brescia
la storia, la cripta, il culto
Sara Dalena, Simone E. Agnetti
Immagini:
fotografie delle opere e dei luoghi a cura di Simone E. Agnetti,
copertina elaborata da Sara Dalena,
ricostruzione iconografica dell'affresco della cripta di Francesca Navoni.
I edizione ebook, settembre 2020.
I edizione a stampa, settembre 2020.
Concluso l'11 giugno 2020, Corpus Domini.
Centro Culturale 999
www.serviziculturali.it
UUID: d208f810-14bb-4f52-b23f-2a36d26944a9
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CAPITOLI
I. SAN FILASTRIO VESCOVO DI BRESCIA
Filastrio e il suo tempo
Patronato
Iconografia
II. LA CRIPTA DELLA ROTONDA
La Basilica di San Filastrio
La Cripta nel IX secolo
La Cripta nel XV secolo
Dopo il XVI secolo
Gli affreschi della Cripta
III. SEGNI E SIMBOLI NELLA CRIPTA
Cronaca di un ritrovamento
Studi sui segni nella Cripta
Schedatura e analisi delle incisioni
Lapicidi e gàmmadie: ipotesi e confronti
Le croci nella Cripta
Il sacro e i riti
Bibliografia essenziale
Ringraziamenti
Filastrio Vescovo di Brescia. La storia, la cripta, il culto: curioso e avvincente titolo – quasi da romanzo storico – che da volto invece alla vicenda concreta e reale di questo padre della Chiesa bresciano. Grazie a questo studio offerto con uno stile semplice, immediato, persuasivo, gli autori, rigorosamente documentati, ci introducono alla conoscenza territoriale e pastorale dell’antichità, e ci fanno incontrare volti significativi che sono stati e continuano a essere le perle
che abbelliscono il tessuto comunitario di Brescia e della sua cattedrale più antica.
Raccoglie – il volume – l’intendimento di sensibilizzare le persone alla storia, non poi solo così locale, ma suscita il desiderio di una forte appartenenza che, nel segno della tradizione, aiuti a crescere nella corresponsabilità di un passato da valorizzare e da non dimenticare.
San Gaudenzio, successore di san Filastrio, scriveva a suo riguardo: Filastrio, aveva uno spirito ardente, costumi santi, dolcezza ed estrema moderazione. Aveva, inoltre, molta scienza, una umiltà che lo rendeva sublime, l'esperienza delle cose celesti ed una felice ignoranza delle cose terrene. In lui non c'era nessuna preoccupazione della gloria umana; non aveva che disprezzo per le amicizie del secolo, per i doveri mondani. Il servizio del Signore lo occupava continuamente, perfino in mezzo alle attività ed alle conversazioni profane. Breve era la sua collera, facile la sua indulgenza. Era molto più cauto nel rimproverare che non nel perdonare: nel suo agire metteva una libertà tutta apostolica. Pieno di benignità nei riguardi di tutti, aveva un debole per i piccoli e per gli umili. Il suo abbigliamento personale era povero, ma decoroso; con tutti era, spontaneamente e senza finzione, amabile, umile e riconoscente. Amava fare i suoi acquisti presso i mercanti più poveri, pagando un prezzo più alto
.
Quanta attualità in queste parole. Risalgono al IV secolo, ma sembrano un ammonimento per l’oggi. Testimonianze antiche, ma luminose sempre per l’umanità di sempre.
Mons. Gianluca Gerbino
Parroco della Cattedrale di Brescia
I. SAN FILASTRIO VESCOVO DI BRESCIA
Filastrio e il suo tempo
Filastrio fu l’ottavo vescovo di Brescia. [1] L’etimologia del suo nome è greca, [2] incerta la sua biografia. Le sue origine non sono note, alcuni ritengono che fosse greco africano (appartenente alla cultura ellenica diffusa in tutto il mediterraneo) o forse spagnolo. [3]
Dovrebbe esser diventato sacerdote intorno ai 30 anni e vescovo a circa 50 anni. [4] Potrebbe essere nato intorno al 330 d.C. Doveva essere un uomo con una importante formazione in Sacre Scritture, dice di lui il suo successore Gaudenzio che Filastrio, prima di essere vescovo, ebbe modo di predicare e viaggiare per tutti i territori della romanità e di questa esperienza, a volte violenta, ne portava i segni sul corpo. [5] Tra il 372 e il 374 lo troviamo a Milano come guida spirituale dei cristiani cattolici intento a correggere l'eresia ariana [6] all'epoca sostenuta dal vescovo Aussenzio. [7] Con la morte di questo e l'elezione, il 7 dicembre 374, di Ambrogio vescovo di Milano, pare che Filastrio tornò a Roma continuando a predicare l'ortodossia cattolica in stretto rapporto con papa Damaso, primo pontefice massimo (che aveva scomunicato Aussenzio a Milano e cacciato da Roma l'antipapa ariano Ursino). Il suo arrivo a Brescia si può collocare tra il 375 ed il 380 d.C., anno dell'editto di Tessalonica in cui gli imperatori romani Graziano, Teodosio I e Valentiniano II sancirono il cristianesimo come unica religione consentita nell'impero, mettendo, nei fatti, al bando gli altri culti. Secondo lo storiografo bresciano Giacomo Malvezzi, Filastrio frequentò il suo predecessore Faustino e subentrò con il titolo di vescovo alla morte di questo. [8] La città di Brescia era allora cosmopolita, come molte del mondo antico, e multi-religiosa, popolata di romani che praticavano gli antichi culti nei templi ancora in uso, con una nutrita comunità ebraica dotata di una propria sinagoga in città e di un cimitero fuori le mura, [9] una comunità di cristiani ariani che, come a Milano, trovavano sostegno nelle classi nobili imperiali e i cristiani cattolici a lui affidati che praticavano i loro culti nelle chiese presso le aree cimiteriali fuori le mura cittadine. [10] Fu forse lo stesso Filastrio a far erigere la prima cattedrale di Sant'Andrea o a essere il benefattore della chiesa eretta dai suoi predecessori. [11] Oggi quella basilica è perduta, era sui Ronchi di Brescia, ai piedi del colle di San Fiorano, fuori dalla porta romana di Sant'Andrea situata alla fine dell'attuale via Musei. Nel 381 Filastrio era presente tra i vescovi convocati al concilio anti-ariano di Aquileia. [12] Seguono gli anni in cui Girolamo (poi santo) è segretario di papa Damaso e spinge per una politica di riforma del clero e per il celibato dei