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Conversando con... Carlo Bergonzi: La vita, la carriera, le vittorie e le sconfitte nel racconto diretto del protagonista
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Conversando con... Carlo Bergonzi: La vita, la carriera, le vittorie e le sconfitte nel racconto diretto del protagonista
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Conversando con... Carlo Bergonzi: La vita, la carriera, le vittorie e le sconfitte nel racconto diretto del protagonista

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Cantante lirico, con voce di tenore - Ritenuto il più grande interprete delle opere verdiane – Protagonista di altissimo livello sulla scena lirica mondiale per 50 anni -  Il testo qui riportato è tratto da varie interviste registrate, e approvate dell’interessato.
LanguageItaliano
Release dateSep 22, 2020
ISBN9788835898337
Conversando con... Carlo Bergonzi: La vita, la carriera, le vittorie e le sconfitte nel racconto diretto del protagonista

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    Emozionante. Bergonzi é stato un grande artista ma, secondo me, questo libro lo racconta di più la persona.

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Conversando con... Carlo Bergonzi - Renzo Allegri

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Coversando con... CARLO BERGONZI

Cantante lirico, con voce di tenore - Ritenuto il più grande interprete delle opere verdiane – Protagonista di altissimo livello sulla scena lirica mondiale per 50 anni - Il testo qui riportato è tratto da varie interviste registrate, e approvate dell’interessato.

1 – Il primo incontro.

Carlo Bergonzi, nato a Vidalenzo di Polesine Parmense, il 13 luglio 1924 e morto a Milano il 26 luglio 2014, E’ stato uno dei più grandi tenori di tutti i tempi.

Appartenente a una povera famiglia di contadini, con impegno, sacrifici e coraggio, si è costruito da solo una carriera artistica che lo ha portato alla fama e alla gloria mondiali. Per oltre 50 anni, il suo nome ha brillato nelle cronache liriche internazionali, protagonista di una attività canora ineguagliabile. Centinaia di recite e di concerti nei teatri più celebri; presente fisso per nove stagioni di fila al Teatro alla Scala di Milano; venti stagioni all’Arena di Verona, trentasette ininterrotte al Metropolitan di New York, stabilendo un record assoluto per quel teatro. Ha lasciato decine di incisioni discografiche che continuano a stupire gli appassionati e gli intenditori di canto lirico.

Nel 1983 ero inviato speciale al settimanale Gente dove ero anche titolare di una rubrica di critica musicale, dedicata alla lirica e pubblicavo sullo stesso settimanale ampie interviste con gli interpreti più famosi.

Avevo scritto varie volte su Bergonzi, recensendo spettacoli nei quali era stato protagonista, ma non lo conoscevo di persona. Data la sua fama e la sua riservatezza, pensavo che non sarebbe stato facile ottenere un incontro per una intervista su un rotocalco, e attendevo l’occasione propizia.

Un giorno, verso la fine di marzo di quell’anno, ricevetti una telefonata in redazione. Dall’altra parte del telefono una voce serena disse: Sono Carlo Bengonzi. Non credevo alle mie orecchie. E quella bella voce continuò: Leggo i tuoi articoli su Gente. Desidererei incontrarti. Ma non al giornale. Vediamoci a casa tua. Dammi l’indirizzo.

Ero sorpreso. La voce di Bergonzi era amichevole, e lui usava il tu come se ci conoscessimo da sempre. Una bella abitudine, allora molto diffusa nel mondo degli artisti, e io ricambiavo subito, sempre, con affetto.

Abitavo allora a Burago di Molgora, in provincia di Milano. Gli diedi l’indirizzo e il numero di telefono di casa. Era martedì e fissammo un appuntamento per il sabato pomeriggio perché sia io che lui quel giorno eravamo liberi da impegni.

In attesa del sabato, continuavo a chiedermi perché mai Bergonzi mi avesse telefonato. Immaginavo che forse desiderava un articolo. Era all’apice della sua fama, e non lo avevo mai intervistato direttamente. Mi sentivo anche in colpa. Più volte avevo pensato di farlo, ma poi desistevo quasi intimidito dalla sua fama e soprattutto dalla sua riservatezza. Perché in realtà non appariva quasi mai sui giornali.

Il sabato pomeriggio Bergonzi arrivò a casa mia puntuale. Mi salutò cordialissimo. Era accompagnato da un giovane. Me lo presentò: <>. Pensavo fosse un suo allievo, ma Bergonzi dissipò subito la mia supposizione: <>, disse. <Gente. Ha una storia stupenda. Pensa che è laureato in ingegneria elettronica ed ha rinunciato a una brillante carriera scientifica per il canto. In America è un mito ed è giusto che sia conosciuto anche in Italia>>.

In un attimo capii la ragione della telefonata di giorni prima e della visita di Bergonzi. Sorrisi fissando negli occhi il grande artista. Carlo Bergonzi era venuto a casa mia non per essere intervistato, ma a chiedermi di intervistare un suo giovane collega noto negli Stati Uniti e sconosciuto in patria. Nessun accenno a se stesso, alla propria carriera, ai propri trionfi, desiderava che mi occupassi del giovane collega e basta. Incredibile e bellissimo. Grande gesto di altruismo. Una connotazione speciale di Bergonzi persona. Provai una istintiva simpatia e la mia ammirazione crebbe. Quell’artista era soprattutto un grand’uomo, generoso, altruista, buono.

Presi il mio registratore e iniziai subito a conversare con Ciannella. Bergonzi seguiva e interveniva integrando le risposte del giovane, quando erano troppo sintetiche.

Parlammo a lungo e alla fine dell’intervista chiesi a Bergonzi di posare per qualche fotografia con il suo protetto. <>, disse Bergonzì. E aggiunse con tono perentorio: <

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