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Il rock in azienda
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Il rock in azienda

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About this ebook

I libri di formazione manageriale esprimono sempre gli stessi concetti, quindi rischi di perdere tempo e soldi senza imparare nulla.

Per le sfide manageriali, invece, sono fondamentali nuovi punti di vista, nuovi approcci per migliorare la performance personale ed aziendale, divertendosi.

Il libro Il rock in azienda è perfetto: spiega con efficacia come affrontare e superare le sfide manageriali, per vincere come manager e come azienda, lavorare meglio ed essere più felici.

Aiuta il manager ad ancorare i concetti formativi grazie ad uno strumento molto utile per il cervello: l'analogia.

I 34 casi di studio sono presentati per la prima volta con analogie tra rock e management. Ogni traccia parte da un aneddoto musicale di rockband famose e poi riporta l’analogia in ambito manageriale.

Nirvana, David Bowie, U2, Foo Fighters, Beatles, Elvis Presley, Muse, Oasis, e tanti altri, per parlare di cambiamenti abilitanti, culo, licenziamenti, coach, concorrenza…

Chi ha già letto Il rock in azienda l’ha trovato utile, concreto e divertente.

Ora tocca a te adattare e applicare i principi del rock al tuo lavoro.

Tira fuori la rockstar che c’è in te. Be a rockstar!
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateSep 10, 2020
ISBN9788831692304
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    Book preview

    Il rock in azienda - Massimo Panico

    adesso.

    Traccia 1

    Il principio 80/20, poche star e gli evergreen

    Cercate il vostro 80/20 e alzate il volume al massimo.

    1. All My Life

    2. Learn to Fly

    3. The Pretender

    4. The Sky Is a Neighborhood

    5. Rope(drum Solo)

    6. Sunday Rain

    7. My Hero

    8. These Days

    9. La Dee Da

    10. Walk

    11. Another One Bites the Dust (guitar Solo) - cover

    12. Blitzkrieg Bop (keyboard Solo) - cover

    13. Day-Oh - cover

    14. Under Pressure – cover di Queen

    15. Monkey Wrench

    16. Run

    17. Make It Right

    18. Something From Nothing

    19. Times Like These

    20. Breakout

    21. Dirty Water

    22. Best of You

    23. Big Me

    24. Stacked Actors

    25. Wheels

    26. This Is a Call

    27. Let There Be Rock – cover di AC/DC

    28. Everlong

    Questa è la setlist del concerto dei Foo Fighters a Pola in Croazia, il 18 giugno 2019, data iniziale del loro tour estivo.

    Solo sei canzoni su ventotto, pari al 21,4%, vengono dall’ultimo album pubblicato Concrete and Gold (2017).

    Tutte le altre sono successi del passato: due da Foo Fighters (1996), due da The Colour and the Shape (1997), tre da There Is Nothing Left to Lose (1999), due 2 da One by One (2002), una da In Your Honor (2005), una da Echoes, Silence, Patience & Grace (2007), una da Greatest hits (2009), tre da Wasting Light (2011), una da Sonic Highways (2014), e poi ci sono le cinque Cover, di cui tre in medley.

    Venticinque su ventotto, pari all’89% di queste canzoni, comprese le cover, sono state pubblicate come singoli dei loro rispettivi album.

    Cosa ci racconta questa scelta fatta da una delle rock band di maggior successo al mondo?

    Ci dice che bisogna andare sul sicuro.

    Anche quando la gente vi ama, anche quando potete permettervi scelte un po’ più ardite, anche se sedete sul tetto del mondo, anche quando siete leader, molto del vostro successo dipende dai vostri pezzi forti.

    La selezione della scaletta è un momento importante, non è mai casuale.

    Per le rock band molto famose e longeve è complicato scegliere i brani da proporre; perché si devono compiere scelte difficili, come ad esempio escludere un successo clamoroso per far spazio ad un altro.

    Fatta eccezione per poche rockstar che regalano concerti molto lunghi, tra cui Bruce Springsteen che fa live di quasi quattro ore, la durata della maggior parte dei concerti si aggira intorno alle due ore. E siccome la maggior parte dei tour promuovono l’uscita di un nuovo album, significa dover proporre sia i successi del passato sia le nuove potenziali hit.

    Apparentemente non sembra, ma la legge di Pareto funziona anche nella costruzione delle scalette.

    Tornando all’esempio della setlist dei Foo Fighters, Dave Grohl e soci hanno selezionato ventitré canzoni (escludendo le cinque cover) da un repertorio totale di riferimento di centododici (contando le canzoni degli album da cui sono state estratte ed inserendo anche i tre inediti del Greatest Hits).

    Ebbene, ventitré su centododici è il 20,5%!!!

    Le band famose ripropongono sempre le hit ai concerti, sia perché obbligate dai fan – vorrei vedere se il Boss non suonasse Born to Run in quelle quattro ore… -, sia perché Pareto ha formulato un concetto molto semplice: l’80% della soddisfazione dei fan, misurabile nella propensione a tornare ad un nuovo concerto spendendo altri sessanta o cento euro, dipende dal 20% delle canzoni pubblicate dalle band.

    Guarda caso, sono i singoli scelti all’uscita dell’album, a loro volta due-tre singoli su undici-dodici canzoni, quindi circa il 20%.

    Questa legge del rock la potete ritrovare in ogni manifestazione ed in ogni ambito, purché si selezionino bene le variabili da considerare. E vi comunica in modo chiaro anche nelle vostre attività manageriali ed imprenditoriali potete affidarvi ai vostri evergreen.

    Il principio è semplice. Dovreste aver fatto numerosi corsi su questo: l’80% dei risultati si ottiene con il 20% delle attività.

    Nelle classifiche del rock, nelle voci di incasso di una rock band, ed in ogni altra rappresentazione, il principio di Pareto funziona. Sempre. Garantito al limone.

    Ovviamente 80 e 20 sono principi astratti e non dovete fare il calcolo esatto. Piuttosto concentratevi sul concetto di fondo: alcune cose sono importanti e generano risultato, altre no.

    Indovinate un po’? Nel management è esattamente la stessa cosa.

    Nella vostra attività manageriale concentratevi sulle attività che vi garantiscono il maggior ritorno, anche se fossero le più complicate. Ricordate che premi, target e promozioni non arrivano per caso.

    Questo ha un impatto diretto sulla delega; perché dovete delegare le attività banali e concentrarvi su quelle ad alto valore ed alto ritorno, come ad esempio vendere di più a clienti alto spendenti, negoziare grandi accordi o migliorare la vostra proposta unica ¹.

    Nel vostro business cercate la hit, il vostro prodotto o servizio super vincente. Giocatelo sempre.

    Il principio 80/20 è un frattale, quindi si ripete all’infinito.

    Anche all’interno del 20% più importante, c’è un altro 20% che determina a sua volta l’80% del risultato, e così all’infinito.

    Ad esempio: su mille clienti, i primi duecento clienti determinano l’80% delle entrate; presi questi duecento clienti, i primi quaranta determineranno l’80% dell’80%, cioè il 64% del totale, e così via passando al 20% di quaranta clienti cioè otto…

    Questa formula può essere applicata a molti fattori, dalle attività quotidiane presenti in agenda (al netto della Matrice di Eisenhover per gestire urgenza/importanza), alla formazione dei vostri collaboratori, dai clienti su cui puntare di più ai nuovi prodotti da sviluppare.

    Individuate i vostri prodotti vincenti e riproponeteli per accontentare i vostri fan, i quali vi ringrazieranno.

    Individuate le vostre attività manageriali forti, su cui vi sentite imbattibili e raggiungete il successo con quelle. I vostri capi ed il vostro team vi rispetteranno e saranno orgogliosi di voi.

    In sé il principio di Pareto è semplice e comprensibile; la vera difficoltà sta da un’altra parte e per questo motivo molti manager non lo applicano.

    La capacità da sviluppare per applicare bene il principio consiste nel saper scegliere i fattori e le attività da misurare; e poi verificare il loro impatto nei risultati.

    Facciamo alcuni esempi.

    Se il vostro pezzo forte è parlare in piedi ad una platea di pochi colleghi tra cui il vostro capo, con una presentazione in PowerPoint, allora dovrete usare questo contesto per massimizzare il vostro risultato; ad esempio la vostra richiesta di extra budget.

    Al contrario, se non vi sentite forti nel chiudere un contratto in prima battuta su visita a freddo, non ritengo sia saggio da parte vostra affidare a questa tattica gran parte del piano con cui intendete raggiungere i vostri obiettivi di vendita nel trimestre.

    Se la persona di punta del vostro staff apprezza in modo smisurato un vostro determinato atteggiamento e sapete benissimo che il suo comportamento vi garantirà una maggiore leadership nei suoi confronti, avvicinandovi di conseguenza al vostro obiettivo, allora senza manipolare le sue convinzioni vi consiglio di adottare tale atteggiamento. Si chiama leadership situazionale e prende spunto scientifico dal principio di Pareto.

    TAKE AWAY

    Applicate il principio 80/20 ad ogni attività del vostro lavoro, sia per efficacia sia per efficienza.

    Il punto chiave è trovare le variabili ad alto impatto sui vostri risultati.

    L’80/20 è un frattale, quindi cercate sempre il 20 del 20 del 20.

    Concentratevi su queste attività e delegate le altre.

    Traccia 2

    Fan e nicchie

    Se volete diventare diplomatici norvegesi dovete conoscere il black metal, per quanto è radicato nella cultura Norvegese.

    Fin dagli anni ’80, e con vari sviluppi susseguiti in diverse ondate, questo genere musicale, contaminato dalla mitologia vichinga e proposto con voce strillata, chitarre distorte, testi blasfemi e simboli satanici, è uno dei generi più popolari nella nazione dei fiordi ed in tutta la penisola scandinava.

    Giovani pieni di odio, con facce dipinte per sembrare ancora più malvagi, seguaci di un nichilismo estremo, hanno portato un genere musicale molto violento in vetta alle classifiche di ascolti e vendite.

    Nonostante fatti di cronaca molto raccapriccianti, con omicidi, suicidi e profanazioni varie, il black metal, derivazione dell’heavy metal, è riuscito a garantirsi una cospicua fetta degli ascolti musicali.

    Dopo varie contaminazioni, dovute soprattutto alle influenze dei musicisti di altre nazioni che ne hanno abbracciato il culto, oggi il black metal ha mantenuto il simbolismo satanico più per ragioni di marketing e vendite che per vera ammirazione.

    Questo è il punto interessante per noi: la nicchia di mercato è forte. Si modifica ma resta ancorata ad alcune componenti fondamentali; e su esse continua ad autoalimentarsi, per identificare la tribù, per ospitare nuovi adepti e convincere i dubbiosi a restare nella setta.

    Le nicchie sono la chiave per la nascita o la conservazione di un business, di un movimento artistico e di qualsiasi altra manifestazione umana.

    Il satanismo è spesso al centro di incassi enormi nel mondo musicale perché, come nicchia, riesce sempre a catalizzare l’interesse anche dei giornalisti alla ricerca della notizia più scomoda.

    L’8 dicembre del 1976 gli Eagles pubblicarono Hotel California. Indiscutibilmente la canzone di maggior successo della band e tra le più famose del genere folk country rock, uno dei più ascoltati negli USA, primo mercato mondiale per ascolti e vendite.

    Hotel California alimenta il proprio mito da oltre quaranta anni, non solo grazie alla bellezza della canzone, con uno dei riff di chitarra più rappresentativi della storia, ma anche grazie a presunti riferimenti satanici nascosti nel testo.

    In molti sostengono che l’hotel raffigurato in copertina, opera di John Kosh, lo stesso art director della famosa copertina di Abbey Road dei Beatles, con i fab four sulle strisce pedonali, fosse un hotel di San Francisco convertito in chiesa di Satana da Anton LaVey, fondatore della setta e stretto collaboratore di Roman Polansky per il film Rosemary’s Baby.

    Tra l’altro Rosemary è un nome molto legato a faccende scomode raccontate dal rock. Gli Interpol dedicano la canzone Evil a tale Rosemary West, insieme al marito Fred una delle coppie serial killer più famose americane.

    Tornando agli

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