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Passione fuorilegge: Harmony Destiny
Passione fuorilegge: Harmony Destiny
Passione fuorilegge: Harmony Destiny
Ebook188 pages2 hours

Passione fuorilegge: Harmony Destiny

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About this ebook

I pirati di Plunder Cove 1/3
Una famiglia di pirati in cerca di redenzione. Tre donne disposte a tutto per amore.

Tanto tempo fa Julia Espinoza si è innamorata di Matt Harper nonostante le loro differenze sociali e il fatto che lui discendesse da una famiglia di pirati. Poi Matt se ne è andato senza più dare notizie di sé, lasciandola col cuore a pezzi e un grande amore da dimenticare. Adesso in città è arrivato uno straniero che assomiglia in tutto e per tutto all'uomo che non è mai riuscita a scordare. Una notte tra le sue braccia scioglie ogni dubbio: si tratta proprio di Matt, ma lui non sembra tornato per restare. Tuttavia questa volta Julia non ha intenzione di lasciarlo andare senza combattere...
LanguageItaliano
Release dateAug 20, 2020
ISBN9788830517936
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    Book preview

    Passione fuorilegge - Kimberley Troutte

    successivo.

    Prologo

    La storia di Plunder Cove

    Per secoli, gli Harper hanno negoziato astuti accordi d'affari.

    Intorno al 1830, il magnate del bestiame Jonas Harper acquistò la concessione terriera di Plunder Cove sulla fiorente costa dell'attuale California. Si narra che il re di Spagna si liberò di quella ricca terra perché i pirati non facevano che depredare la baia. Si dice anche che nessuno vide più navi pirata dopo che Jonas acquistò la terra a un prezzo irrisorio pagato con monete d'argento.

    Di generazione in generazione, gli Harper tramandano ai loro eredi la convinzione che in ognuno di loro alberghi l'animo del pirata. Dai discendenti ci si aspetta che incrementino il patrimonio di famiglia, di norma con grande sacrificio, come RW Harper che ha allontanato i figli dieci anni or sono.

    Ora RW li ha richiamati a Plunder Cove, ma alle sue condizioni. Non si fa scrupolo di avvalersi della corruzione per ottenere ciò che vuole.

    Gli Harper non provano sentimenti. Saccheggiano. Tuttavia, se i piani di RW avranno successo, tutti e quattro gli Harper, incluso lui stesso, potranno finalmente trovare l'amore a Plunder Cove.

    1

    Matt Harper era in paradiso e volava verso il sole.

    Con un sorriso compiaciuto, fece scorrere la mano sulle morbide e sensuali curve, e la condusse sempre più in alto. Frenetico. Selvaggio. Lei fece le fusa e lui avvertì sottili vibrazioni dentro di sé. Era eccitante da impazzire, tutta potere e raffinatezza, eleganza e intelligenza. Era stata creata per un uomo come lui, non per il perfido vecchio che l'aveva acquistata solo per guardarla. Che spreco. Gli si spezzava il cuore al pensiero che quella meraviglia da sessantacinque milioni di dollari sarebbe rimasta ferma, a coprirsi di polvere.

    La sua ragazza del giorno era un nuovo Gulfstream G650ER, un capolavoro d'ingegneria aerospaziale che suo padre aveva acquisito per la Harper Industries. Perché? Il vecchio non volava più alle sue torri petrolifere come un tempo per terrorizzare i dipendenti. Secondo i pettegolezzi, il padre evitava di farsi vedere in pubblico e stava rintanato a Casa Larga, la residenza estiva della famiglia. Matt non sapeva nulla riguardo a quel rifuggire la società, ma non lo vedeva da dieci anni. Fossero stati anche cinquanta, non si sarebbe lamentato.

    Virò a sinistra e la villa degli Harper apparve in lontananza. Contrasse la mandibola. Nell'Air Force, Matt aveva dato un nome a ogni missione assegnata alla sua squadra. Ogni obiettivo su cui aveva sganciato bombe lo aveva chiamato Casa Larga.

    Batté il pugno sulla coscia. Era stato fregato. Avrebbe preferito trovarsi in battaglia o in qualsiasi altro posto sul pianeta, piuttosto che lì. Eppure, era così. Perché diavolo il padre lo aveva richiamato a casa?

    Atterrò all'aeroporto privato degli Harper e spense il motore. Se solo avesse potuto fare lo stesso con i brutali ricordi che lo torturavano. Come le mani di suo padre.

    Si rivide adolescente, a diciassette anni, con la bocca piena di sangue, i pugni alzati, che sfidava RW a colpirlo un'altra volta. Il padre gli dava sempre ordini, tuttavia l'ultimatum di quel giorno lo aveva distrutto.

    Dal momento che non vuoi stare lontano da quella ragazza, non hai che una scelta. Parti subito per l'accademia dell'Air Force o rimani a guardare cosa accadrà alla tua ragazzina. Ho i miei mezzi segreti, figliolo, quelli che distruggono famiglie intere. È ciò che desideri che le succeda?

    Nessuno sa pugnalarti alle spalle come un Harper.

    Le minacce erano state reali? Al tempo, Matt non poteva saperlo; Julia, però, era la sua ragazza e lui l'amava. Tutto lì. Così, non aveva avuto scelta per proteggere lei e la sua famiglia dalla crudeltà di RW Harper. Fu spedito all'accademia quel giorno stesso, senza poter dare un bacio d'addio a Julia. Tuttavia era sicuro che sarebbe tornato da lei.

    Dieci anni più tardi, era riuscito a lasciarsi tutto alle spalle. O quasi. Quello che non aveva superato, nonostante le numerose e bellissime donne che aveva avuto, era il ricordo della ragazza che era stato costretto ad abbandonare. Julia gli aveva promesso che lo avrebbe aspettato per sempre, invece si era sposata tre mesi dopo la sua partenza.

    Era stato pugnalato, ferito da proiettili, eppure nulla di quanto aveva subito era stato paragonabile al dolore per la notizia delle nozze di Julia. Era stato il colpo finale e aveva giurato che non avrebbe mai più rimesso piede a Plunder Cove.

    Fino a quando RW gli aveva fatto una proposta. Se avesse pilotato il Gulfstream fino a Plunder Cove, la Harper Industries avrebbe acquistato l'ultimo velivolo necessario alla flotta di Matt nel Sudest asiatico. Un investitore lo aveva imbrogliato, e la nuova compagnia aerea di Matt aveva bisogno di quell'apparecchio. Così si era visto costretto ad accettare. E con uno schiocco delle dita, RW Harper, pirata nonché magnate del petrolio, glielo aveva subito comprato.

    Non sarebbe rimasto a Plunder Cove abbastanza a lungo per incontrare Julia Espinoza, o qualunque fosse il suo nome adesso.

    Matt Harper aveva chiuso con tutto e tutti.

    Fece una sosta al Juanita's Café and Market, uno dei ritrovi preferiti della sua infanzia a Pueblicito, il piccolo villaggio alle porte della proprietà di famiglia.

    La prima estate in cui si era recato in quel locale, aveva otto anni. Era rimasto sopraffatto dai profumi e dagli scenari. Non sapeva comprendere i cartelli in spagnolo, e la testa di cinghiale dietro il bancone della carne lo aveva terrorizzato. Le caramelle messicane, tuttavia, lo avevano attratto. Non aveva mai visto niente del genere e ne aveva rubato una manciata. Sua madre era rimasta inorridita dal fatto che, innanzitutto, fosse andato in quel posto sudicio e, secondo, avesse preso qualcosa da quella gente. Così, lo aveva fatto tornare indietro a pagare le caramelle.

    Juanita gli aveva rivolto un'occhiata severa e gli aveva imposto di riparare al crimine con il lavoro. Aveva spazzato l'intero negozio. Era stata la prima volta che si era dato da fare per qualcosa, provando un senso di realizzazione. Così, era tornato il giorno successivo domandando se poteva rubare qualcos'altro.

    «Perché? Non hai imparato la lezione?» gli aveva chiesto Juanita.

    «Sì. Voglio spazzare ancora. Lavorare è divertente.»

    Lei aveva gettato la testa all'indietro ed era scoppiata a ridere. Quindi lo aveva abbracciato. Aveva respirato il suo buon profumo, e la stretta era stata calda e morbida. Aveva desiderato che anche la madre lo abbracciasse e gli sorridesse con lo stesso trasporto di Juanita.

    «Claro, amorcito.» Gli aveva consegnato la scopa. «Usala tutte le volte che vuoi. Ti ripagherò in dulces

    Accordo raggiunto. E quando la sua famiglia si trovava là per l'estate, lui trascorreva le vacanze ad aiutare Juanita e aveva tutti dolci che desiderava. E i churro. Accidenti, si era quasi dimenticato dei churro.

    Gli venne l'acquolina in bocca mentre, seduto a un tavolino esterno, attendeva che Juanita arrivasse per prendere l'ordinazione. I soliti vecchi occupavano altri tavoli mangiando menudo e coprendo con le loro chiacchiere la musica in sottofondo. Era come se non se ne fosse mai andato. Tranne che Julia, questa volta, non era con lui.

    Una ragazza pose sul tavolo un cestino di patatine e una piccola ciotola di salsa. «Pronto per ordinare, signore?»

    «Tu non sei Juanita.»

    «Indovinato. E lei non è George Clooney. Juanita è occupata con un altro lavoro oggi. Io sono Ana.»

    Un altro lavoro? Juanita aveva problemi finanziari?

    «Dove? Sono un vecchio amico di passaggio per pochi giorni. Mi piacerebbe vederla.»

    «Mi dispiace. È un lavoro segreto. Non so dov'è. Vuole qualcosa da bere?»

    Matt si sentì avvilito. Juanita era l'unica persona che si fosse mai curata di lui.

    «Una birra, per favore. Avete i churro oggi?»

    «Li abbiamo tutti i giorni. Torno subito.»

    Sgranocchiò le patatine intingendole nella salsa più piccante del mondo. Si sentì bruciare le orecchie e gocce di sudore gli scivolarono lungo la schiena. Quanto gli era mancata quella sensazione.

    «Ci vada piano, signore» si raccomandò Ana quando gli servì la birra. «È roba forte quella. Le porto anche dell'acqua.»

    Lui annuì e ingollò lunghi sorsi di birra per rinfrescare la lingua. Inutile.

    Al tavolo accanto al suo, due donne discutevano ad alta voce di abiti e scarpe. «Non m'interessa se andrete tutti vestiti da pirata. Io indosserò il nuovo abito che ho ordinato. A una ragazza non capita tutti i giorni di essere invitata alla villa degli Harper.»

    La birra rischiò di andargli di traverso. Non conosceva le due donne, ed era impossibile che RW Harper avesse invitato delle sconosciute a casa sua.

    «Scusate. Ci sarà una festa dagli Harper?»

    Una delle signore si sporse. «Sì, RW Harper in persona ha invitato tutti in città.»

    Ora era certo che ci fosse qualcosa che non andava. Per i genitori, non fraternizzare con la servitù era una legge inviolabile; e dato che la maggior parte degli abitanti di Pueblicito erano alle dipendenze degli Harper, l'intera città era off-limits. Regola che lui non aveva mai rispettato.

    «Sappiamo qual è l'occasione?»

    «No, non lo sappiamo, guapo. Però se stai cercando qualcuno con cui uscire...» Alzò la mano.

    L'altra le batté il menu sul braccio. «Maria, metti giù quella mano. Esci con Jaime.»

    La donna mise il broncio. «A Jaime non piace ballare. Tuttavia se guardo i muscoli di questo bel tipo, capisco subito che sa come fare girare la testa a una ragazza.» Si rivolse a Matt. «Sei un bravo ballerino, vero?»

    Lui rise. «Mi è stato insegnato che la danza è roba da donne.»

    «Sciocchezze. Chi credi che balli con una donna?»

    «La maggior parte delle volte danziamo fra noi e i ragazzi si limitano a trascinare i piedi» dichiarò una voce alle sue spalle. «Scusa, le mie cugine sono eccitate per la festa. Non capisco perché. Non andrei in casa di quei palloni gonfiati nemmeno se mi pagassero.» Gli girò attorno e rubò una patatina dalla ciotola delle cugine. «Non che io sia stata invitata.»

    Julia.

    Una violenta scossa elettrica scombussolò ogni cellula del suo corpo. Si sentì stringere il petto e stentò a deglutire.

    Il cuore... batteva ancora?

    I capelli scuri di Julia catturarono i raggi del sole e sfolgorarono come stelle nel cielo notturno. Conosceva la setosità di quelle ciocche, e come scivolavano, arricciandosi alle sue dita. Se le tirava con delicatezza, ripiegava la testa all'indietro, mostrando il lungo collo che lui amava baciare. Lei si divincolava, tentando di non ridere per il solletico quando la mordicchiava e sussurrava sulla sua pelle morbida.

    Maledetti ricordi.

    Adesso i suoi profondi occhi scuri e le labbra sensuali erano circondati da piccole linee, però l'espressione era esattamente quella che ricordava. La sua voce era carezzevole come quella che udiva in sogno. Se lui era cambiato in milioni di modi, lei sembrava ancora... perfetta.

    «A te non è permesso andarci, chica» puntualizzò Maria.

    «Non avresti dovuto irritare il signor Harper fino a dopo la grande festa.» L'altra fece schioccare la lingua, in segno di dissenso. «Posso mettermi il tuo abito rosso?»

    Julia scrollò le spalle e si sedette. Era più alta di quanto ricordasse, e quelle curve... Accidenti. La piccola Julia Espinoza era diventata una donna splendida.

    «Certo, Linda. Perché no? Quando mai lo indosserò?» Poi rivolse l'attenzione a Matt, inclinò la testa e si riparò gli occhi dal sole. «Ci conosciamo?»

    Julia non riusciva a vedere i suoi occhi dietro le lenti specchiate degli occhiali da aviatore, eppure qualcosa in lui le pareva familiare. Era molto alto – circa un metro e novanta – e aveva ampie spalle. Le braccia erano muscolose e abbronzate. I capelli castani erano tagliati in stile militare e un velo di barba gli copriva il viso.

    Era destino che fosse attratta dai militari?

    Lui prese un altro po' di salsa con una patatina e iniziò immediatamente a tossire.

    «Attento, quella roba è piccante» lo avvertì.

    Mentre lui deglutiva, noto che il collo era lungo e forte, la mascella quadrata. Allettante. Il naso era dritto e presentava una cicatrice sul ponte, come se avesse affrontato diverse battaglie. Pericoloso.

    Che sensazione avrebbe provato a sfiorargli il viso? Sarebbe stato levigato, pungente? Scorse un'altra cicatrice all'angolo del labbro. Lo avrebbe infastidito se lo avesse baciato lì? Lui la stava studiando. Il suo volto duro sembrava cesellato nel marmo come quello degli dei greci di cui aveva letto al college. Ma loro non

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