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Cattive Ragazze - Libro 6: Il bullo segreto: Cattive Ragazze, #6
Cattive Ragazze - Libro 6: Il bullo segreto: Cattive Ragazze, #6
Cattive Ragazze - Libro 6: Il bullo segreto: Cattive Ragazze, #6
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Cattive Ragazze - Libro 6: Il bullo segreto: Cattive Ragazze, #6

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About this ebook

Sandy continua ad essere vittima di bullismo...inclusi alcuni episodi spaventosi che vanno ben oltre le sciocche prese in giro infantili. Remmy cerca di aiutarla, nonostante Sandy e Marcus l'accusino di essere il bullo. 

La fiera interscolastica di atletica fornisce a Remmy e Charlie l'opportunità di riconnettersi e questo rende Remmy estremamente felice. Ma il bullismo verso Sandy continua e causa tensione nella loro vita domestica. Remmy presenta a Sandy la propria lista per essere popolare. Sandy si sforza di cambiare e si mostra gentile anche nei confronti di Mike. Remmy è incredibilmente orgogliosa della sua sorellastra. Ma il bullismo continua ancora. Le ragazze iniziano a sospettare che possa avere a che fare con Sydney e preparano una trappola.

La trappola funzionerà o si rivolterà contro di loro?

Spero che il sesto libro delle Cattive Ragazze vi piaccia! È pieno di azione e drammi.

LanguageItaliano
Release dateJan 5, 2023
ISBN9781071557136
Cattive Ragazze - Libro 6: Il bullo segreto: Cattive Ragazze, #6

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    Cattive Ragazze - Libro 6 - Katrina Kahler

    Capitolo Uno- Spaventata

    Sandy si sentiva infelice. Le sembrava che tutti, incluso Charlie, le si fossero rivoltati contro e questo non le piaceva nemmeno un po’. Lei e Charlie erano buoni amici prima che Remmy arrivasse e rovinasse tutto.

    Rimase sotto la doccia e lasciò che l’acqua calda le scorresse sulla pelle. Iniziò a sentirsi rilassata, anche se non completamente. Il fatto che qualcuno la bullizzasse le continuava a girare in testa, come un film muto. Gli allenamenti di atletica erano stati noiosi, era arrivata ultima e ovviamente Remmy era sfrecciata davanti a tutte e aveva vinto senza neanche versare una goccia di sudore. Non era giusto, niente di tutto ciò lo era!

    Chiuse il rubinetto della doccia e afferrò l’asciugamano. Se lo avvolse attorno e attraversò il pavimento freddo. Non c’era nessun altro e le luci erano state spente. Si diresse verso la panca sulla quale aveva lasciato il suo borsone e la fissò orripilata; il borsone che conteneva i suoi vestiti non c’era più.

    Presa dal panico, cercò freneticamente nello spogliatoio, sperando di averlo lasciato su di un’altra panca. Il suo borsone non si trovava da nessuna parte, era scomparso!

    ‘Ehi,’ disse girandosi attorno. ‘Ehi, c’è nessuno?’

    Si diresse verso la porta e sbirciò fuori. Gli unici ragazzini là fuori erano un gruppo di maschi che non conosceva. Ridevano mentre si passavano una palla da football. Chiuse velocemente la porta. Non avrebbe chiesto loro di aiutarla NEMMENO per sogno. Si affrettò verso l’altra uscita (quella che conduceva al corridoio della scuola) e l’aprì cautamente. Il corridoio era vuoto ma non avrebbe rischiato di attraversarlo dato che non sapeva chi avrebbe potuto incontrare. L’ultima cosa della quale avesse bisogno era finire sui social network con indosso solo l’asciugamano. Chiuse la porta e ritornò nello spogliatoio. 

    Il grigiore della stanza buia la circondava come un guanto stretto che non riusciva a sfilarsi di dosso. Si avvolse l’asciugamano ancor più stretto attorno al corpo e si lasciò cadere su una panca.

    ‘Remmy, so che sei stata tu!’ Gridò. ‘Remmy, so che ci sei!’

    Le sue parole echeggiarono nella stanza ma nessuno rispose.

    Non poteva uscire dallo spogliatoio con indosso solo un asciugamano, sarebbe stato così umiliante. Non poteva neanche chiamare nessuno per aiutarla, dato che il suo telefono era nel borsone. Era bloccata lì per l’immediato futuro. E se fosse rimasta bloccata lì per sempre? Rabbrividì al solo pensiero e lacrime calde iniziarono a scorrerle lungo le guance fredde.

    Sicuramente suo papà si sarebbe chiesto dove fosse finita. Remmy avrebbe ammesso ciò che avesse fatto o gli avrebbe raccontato delle bugie? E se Remmy gli avesse detto che lei fosse rimasta a dormire da Rach o Susie? Sarebbe rimasta bloccata in questo spogliatoio deprimente tutta la notte? Rabbrividì di nuovo e i suoi denti batterono in modo incontrollabile.

    Odiava questa stupida scuola e la sua stupida sorellastra. Questo non era per niente uno scherzo innocente; era crudele. Ogni suono la faceva trasalire, voleva che qualcuno la salvasse ma non voleva che un gruppo di ragazzini entrassero e ridessero di lei. Non capiva perché tutto stesse andando così male. Era popolare e carina. Gli altri ragazzini non erano mai stati cattivi con lei! Volevano tutti esserle amici, almeno questo era ciò che accadeva di solito.

    Passò un’ora e i suoi occhi si iniziarono ad abituare alle tenebre. Poteva distinguere i contorni dei lavandini e degli armadietti sul muro accanto.

    Il suono di un lavandino che perdeva la fece tremare. Odiava Remmy. Odiava tutti i suoi compagni di classe. Odiava tutti.

    Continuò a tremare, non aveva mai sentito tanto freddo in vita sua. L’umidità dell’asciugamano le si era infiltrata nella pelle e i suoi capelli bagnati le facevano il solletico sul collo e le spalle. Si chiese se avrebbe di nuovo sentito caldo. Sarebbe morta qui e diventata qualche terribile leggenda metropolitana scolastica?

    Iniziò di nuovo a singhiozzare, nuove lacrime che si aggiungevano alla sua infelicità.

    Senza nessun preavviso, la porta si aprì scricchiolando e lei si bloccò sul posto, senza osare muoversi. E se qualcuno fosse venuto per farle del male? Strinse una mano a pugno e afferrò saldamente l’asciugamano con l’altra. Se qualcuno avesse cercato di farle del male lei avrebbe combattuto.

    Sentì dei passi. Si irrigidì immediatamente. Sembrava che si stessero avvicinando a lei. Poi apparve una luce forte, una torcia, e lei si coprì la faccia con la mano.

    ‘Sandy, dove ti eri cacciata? Eravamo preoccupati da morire,’ disse la voce di una donna.

    Sandy batté le palpebre sforzandosi di abituarsi alla luce.

    ‘Marcus, è qui,’ gridò la donna.

    Delle mani afferrarono le spalle di Sandy e degli occhi calorosi pieni di preoccupazione la fissarono. Con un lampo di comprensione, riconobbe la voce di Janice e si rilassò immediatamente. Cercò di parlare ma non le vennero fuori altro che parole incomprensibili. Sentiva davvero freddo ma era sollevata. Alla fine, l’avevano trovata. Non avrebbe dovuto trascorrere la notte da sola a tremare. Voleva andare a casa e non tornare mai più in questa scuola orribile!

    Marcus corse verso di lei, il sollievo visibile sul suo volto.

    ‘Grazie al cielo stai bene! Che è successo?’ Le chiese.

    ‘Tesoro, dove sono i tuoi vestiti?’ Janice passò la torcia attorno alla stanza, cercando gli averi di Sandy.

    Remmy apparve dietro a Marcus e fissò Sandy con occhi sbarrati.

    ‘Sandy, cosa è successo?’ Le chiese Janice delicatamente.

    ‘C-h-hi-edilo a l-lei,’ balbettò Sandy, indicando Remmy.

    ‘Non lo so,’ gli occhi di Remmy erano ancora più spalancati. ‘Quando sono uscita da qui questo pomeriggio, Sandy era ancora sotto la doccia. Non ho idea di cosa sia successo.’

    ‘Il m-m-io b-borsone,’ Sandy disse scuotendo la testa. ‘Qualcuno l’ha preso!’

    ‘Shh, va tutto bene adesso,’ Janice la strinse ancor più forte.

    ‘Non sono stata io,’ protestò Remmy.

    ‘Remmy ci ha portati qui,’ spiegò Janice, mentre si sfilava il cardigan e lo avvolgeva attorno alle spalle di Sandy.

    ‘Vieni, ti portiamo via da qui,’ Marcus la prese in braccio.

    Janice apriva la strada e puntava la torcia sul pavimento mentre Remmy arrancava dietro di loro. Non riusciva a credere che Sandy pensasse che potesse fare qualcosa di così crudele. Pensò a quanto si fosse sentita spaventata e sola quando era stata intrappolata nel cubicolo del bagno con parole come ‘brutta’ e ‘perdente’ scritte sulla sua pelle con l’inchiostro permanente. Non avrebbe mai voluto che qualcun altro si sentisse così, neppure Sandy.

    A parte alcuni inservienti che davano lo straccio e riordinavano le classi, la scuola era deserta. Marcus procedette spedito mentre attraversava i corridoi a gran passi e raggiungeva la macchina, mettendo con attenzione sul sedile del passeggero una Sandy ancora tremante.

    Remmy e Janice si ammassarono nel retro della macchina. Marcus accese il riscaldamento e la macchina divenne presto insopportabilmente calda. Remmy si asciugò la fronte madida di sudore sul retro della mano e poi si sventagliò. Anche se si sentiva scomoda, non

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