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Un uomo nuovo: Harmony Jolly
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Un uomo nuovo: Harmony Jolly
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Un uomo nuovo: Harmony Jolly

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About this ebook

Non sempre al primo colpo si capisce chi abbiamo a fianco, ma la seconda volta sì.



Quando il quasi ex marito, il milionario Jacob Fo-ster, ricompare nella sua vita dopo anni con l'intento di organizzare un Natale perfetto in un castello in Scozia, Clara non riesce a rifiutare. Sarà un'ottima occasione per verificare se quell'uomo, che lei non ha mai smesso di amare, è ancora il distratto maniaco del lavoro da cui è fuggita o se è finalmente pronto per conoscere il segreto che lei custodisce da anni. Bloccati nel castello dalla neve, Clara e Jacob si avvicinano l'uno all'altra come non avevano mai fatto neanche durante il matrimonio. Saranno pronti, quando la neve si scioglierà, a essere davvero, per la prima volta, una famiglia?
LanguageItaliano
Release dateJan 19, 2018
ISBN9788858976548
Un uomo nuovo: Harmony Jolly

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    Un uomo nuovo - Sophie Pembroke

    1

    Clara scostò il nastro a righe bianche e rosa solo di un millimetro, poi si spostò indietro per ammirare il pacchetto confezionato con cura e legato con un bel fiocco. Era davvero un peccato darlo via.

    «Abbiamo finito?» La sua socia, Merry, aggiunse un altro regalo alla pila e guardò speranzosa Clara. «Era l'ultimo, vero?»

    «Per questo cliente, sì.» Clara sorrise. «Ma sono sicura che abbiamo altre tre liste di Natale su cui lavorare prima del grande giorno. Per non parlare dei cinque progetti di decorazione, le tre richieste dell'ultimo minuto dei biglietti regalo, i due cenoni da organizzare per tempo, e...»

    «... e mancano solo i due leocorni» brontolò Merry. «Di chi è stata la stupida idea di questa occupazione lavorativa?»

    «Tua» le ricordò Clara in tono brioso. «E so che ti piace.»

    Clara non era così sicura che ci fosse mercato per quel genere di attività quando Merry gliel'aveva proposto. I londinesi avevano davvero bisogno di un servizio per l'organizzazione di eventi? Le persone erano davvero disposte a pagare qualcuno per pianificare le loro vite, acquistare regali, programmare feste e riunioni di famiglia, vacanze e cose simili? Merry era convinta di sì.

    Con la tua magia nel rendere le cose perfette e la mia esperienza negli affari, non possiamo fallire, aveva insistito la sua amica quella sera davanti a una bottiglia di vino nel piccolo appartamento in affitto di Clara.

    Era nata così la Perfect London e, quattro anni più tardi, gli affari andavano a gonfie vele. Specialmente nel periodo di Natale.

    «Immagino che sia tutto a posto» disse Merry. Il sorrisetto che indirizzò a Clara rivelò i suoi veri sentimenti. «A ogni modo, serve a pagare i conti.»

    E molto altro. Clara era ancora sbalordita dal successo che la loro attività stava riscuotendo. Successo che, due anni prima, le aveva permesso sia di lasciare il piccolo appartamento in affitto per trasferirsi in una casa tutta sua, sia di non passare più notti insonni in preda al panico perché non sapeva come fare a crescere da sola sua figlia Ivy.

    Clara guardò di nuovo la pila di regali, poi concentrò l'attenzione sull'albero di Natale che troneggiava davanti alla finestra ed espresse un desiderio. Lo stesso di ogni anno, da quando la Perfect London aveva ottenuto quel travolgente successo al suo primo Natale grazie alla pubblicità mediatica e al passaparola che avevano fatto triplicare i loro guadagni in un mese. E fortunatamente quei numeri si erano mantenuti allo stesso livello anche l'anno successivo.

    Ti prego, fa' che le cose vadano così per un altro anno.

    Quello strepitoso risultato aveva cancellato i ricordi di qualche Natale meno bello della sua infanzia. Clara avrebbe perfino detto che adesso quell'evento fosse diventato per lei un periodo magico, specialmente da quando c'era Ivy.

    «Che programmi avete per Natale tu e Ivy?» chiese Merry.

    Scrollò le spalle. «Niente di particolare. Lei vuole una bicicletta, dunque penso che la porterò fuori a fare un giro dei negozi.» Aggrottò la fronte per un momento, ricordandosi che la bicicletta non era l'unica cosa che sua figlia aveva chiesto a Babbo Natale. Clara non riusciva a scrollarsi di dosso l'immagine di Ivy che sussurrava all'omone vestito di rosso del centro commerciale che avrebbe tanto desiderato avere un papà.

    Almeno una bicicletta era un qualcosa di fattibile, anche se sarebbe stato problematico tenerla nascosta. Clara avrebbe potuto acquistarla in uno dei tanti negozi della città.

    Invece un padre era molto più difficile da rimediare. Specialmente il vero padre di Ivy.

    Scacciò quel pensiero. Mancavano solo un paio di settimane al grande giorno e Clara aveva intenzione di concentrarsi sul meraviglioso Natale che avrebbe regalato a sua figlia.

    «Oltre a questo» continuò, «pancake a colazione, il solito tacchino per pranzo e un bel film natalizio il pomeriggio.» Un Natale tranquillo e intimo, come piaceva a Clara.

    Completamente diverso dal Natale che una volta si era aspettata di passare. Prima dell'arrivo di Ivy. Prima della nascita della Perfect London. Prima che lasciasse suo marito.

    Era strano pensarci adesso. La maggior parte del tempo riusciva a stento a credere di essere ancora sposata con Jacob. Ma ogni tanto accadeva qualcosa che glielo ricordava e si ritrovava a immaginare come sarebbe stata la sua vita assieme a lui. Era come un universo parallelo a cui continuava a lanciare sguardi.

    Avrebbero probabilmente trascorso il Natale in una delle tante moderne, bianche e anonime case di Jacob. Che non potevano certo definirsi accoglienti. Forse quell'anno la famiglia di suo marito sarebbe stata con loro, forse no. Ci sarebbero stati costosi regali, decorazioni di lusso. Magari lei avrebbe dato una festa simile a quelle che organizzava adesso, ma sarebbe stato come trattare un affare di lavoro, perché avrebbe dovuto invitare più soci in affari di Jacob che amici.

    Ma c'era anche l'altro lato da considerare. Avevano trascorso solo due Natali insieme, entrambi costellati di momenti felici, ma anche di brutti. Conservava ancora i ricordi di quando si svegliava tra le braccia di Jacob, dei momenti in cui erano solo loro due e un ramo di vischio. Una passeggiata sulla neve, il braccio di lui attorno alla sua vita. Il calore nei suoi occhi mentre la guardava prepararsi per un'altra festa. Il modo in cui Jacob le sorrideva, come se lei fosse tutto quello che lui immaginava di avere al mondo.

    Ma la realtà era un'altra, e adesso lo sapeva. Sapeva di meritare più di quello che lui voleva offrirle – qualche attenzione quando stava bene a lui, o quando, a forza, riusciva a trascinarlo via dal lavoro. Se si amava veramente una persona, non doveva essere un obbligo trascorrerci del tempo assieme e nemmeno era giusto supplicare per avere uno straccio di attenzione. Gliel'aveva insegnato Ivy, oltre a molto altro ancora. Grazie a sua figlia lei aveva imparato cose che ci sarebbero voluti altri ventisei anni per capire.

    Così Clara non ci aveva pensato due volte e se ne era andata; e quella era stata una giusta decisione. Ma ancora adesso, ogni tanto, quegli universi paralleli si scontravano, facendo riaffiorare i ricordi belli del suo matrimonio, ma anche quelli brutti.

    «A che cosa stai pensando?» le domandò Merry. «Stai fissando l'albero di Natale da almeno cinque minuti e non mi hai ancora chiesto di iniziare il prossimo lavoro. Incomincio a preoccuparmi.»

    Clara scosse la testa e distolse lo sguardo. Non aveva importanza, dopotutto. Perché in tutti quei flash dell'altra vita, mancava sempre una persona.

    Ivy.

    E Clara rifiutava di immaginare la propria vita senza sua figlia.

    «A nulla» mentì. «Solo al Natale passato.»

    «Io preferisco quello presente» scherzò Merry. «O meglio ancora il Natale futuro, se questo significa avere terminato tutti i lavori entro la fine dell'anno.»

    «Entro la fine dell'anno?» domandò Clara incredula. «Hai dimenticato il gran gala di beneficenza che dobbiamo organizzare per gli Harrison la notte di San Silvestro.»

    Merry roteò gli occhi. «Come potrei. Chi ha bisogno di tutto quel caviale?»

    «Le duecento persone più ricche, influenti e famose di Londra.» Venti tavoli da dieci posti l'uno e diecimila sterline a portata, con tutto il ricavato da donare a un'associazione benefica per l'infanzia che la famiglia Harrison aveva fondato in memoria del loro figlio più piccolo, mancato dieci anni prima per un raro tumore del sangue.

    Nessun altro avrebbe osato tenere una simile raccolta fondi l'ultimo dell'anno. L'unica notte in cui tutti volevano divertirsi e stare in compagnia di amici. Ma gli Harrison avevano i soldi, l'influenza, il fascino e la notorietà per riuscirci. E questo grazie alla Perfect London, che avrebbe organizzato l'evento per loro.

    Clara si era lasciata prendere dall'ansia quando Melody Harrison, attivista, scrittrice e donna affascinante in tutti i sensi, l'aveva contattata. Gli Harrison erano la famiglia più in vista di Londra: la quintessenza della famiglia perfetta. E Melody aveva voluto che Clara desse vita al più importante gala di beneficenza che avevano in calendario.

    «Hai svolto un ottimo lavoro con l'evento di presentazione True Blue» le aveva detto. «E sono sicura che la Perfect London sia la soluzione giusta per il nostro piccolo party di beneficenza.»

    Piccolo. Clara aveva scoperto ben presto che quella era stata la minimizzazione più ridicola dell'anno. Forse degli ultimi dieci anni.

    Ma ce l'avevano fatta, con l'aiuto di ditte esterne, di personale extra e di parecchie nottate di lavoro. Adesso tutto era pronto, mentre finivano di occuparsi delle ultime prenotazioni. Clara aveva programmato di prendersi tre giorni liberi: la vigilia, il giorno di Natale e il Boxing Day – la festa nazionale che si celebrava il giorno di Santo Stefano. Li avrebbe passati assieme a Ivy, la sua piccola, perfetta famiglia.

    Lei sapeva che era naturale per la bambina chiedere notizie del suo papà. Ma sapeva anche, in cuor suo, che sarebbe stato meglio per loro rimanere da sole. Ormai erano una squadra. Una coppia. Non avevano bisogno di qualcuno che le abbandonasse da un momento all'altro per aver trovato qualcosa di meglio su cui riversare le proprie attenzioni.

    Ivy era la cosa più importante che Clara aveva al mondo, e non avrebbe rischiato per nessun motivo di rovinare tutto questo.

    «Stai fissando di nuovo l'albero» le fece notare Merry. «Mi stai preoccupando. Come mai sei così meditabonda? Il Natale passato... Stai forse pensando al tuo ex marito?»

    «Diciamo di sì.» Clara si diede da fare per raccogliere carte e nastri. Per quanto volesse bene a Merry, non aveva voglia di parlare di Jacob.

    La sua amica sembrò non recepire il messaggio. «Rimpiangi di averlo lasciato?»

    «No» si affrettò a rispondere con fermezza. Si sentiva in colpa? Sì. Si chiedeva che cosa sarebbe successo se fosse rimasta? Sì, anche questo. Ma il rimpianto... No. Come poteva desiderare quella vita ora che ne aveva una nuova assieme a sua figlia? «Credo che mi manchi una certa, come dire... una certa conclusione.»

    «Lo sai che cosa ti aiuterebbe?» suggerì Merry. «Un divorzio. Pensaci, sono passati cinque anni, no?»

    «Non è che io non l'abbia chiesto. Anzi, l'ho fatto ripetutamente.» Ma Jacob aveva i soldi e, soprattutto, i migliori avvocati. Se lui voleva rallentare le cose, loro avrebbero trovato tutti i modi per renderlo possibile. E, per qualche motivo, lui non sembrava volerle concedere il divorzio.

    «Già, ma non stai nemmeno esigendo dei soldi o un assegno di mantenimento. Eppure ti avrebbero fatto comodo nei primi periodi.» Merry non aveva ancora digerito il fatto che la sua amica se ne fosse andata da casa portando via con sé solo i vestiti e una piccola borsa con i suoi oggetti personali. Ma Clara aveva voluto lasciare tutto di quella parte della sua vita, e pretendere dei soldi da Jacob avrebbe significato mantenere un legame con lui.

    E invece se n'era andata con qualcosa di molto più vincolante dei soldi. Anche se allora non lo sapeva.

    Ed era lì che subentrava quel bisogno di conclusione. Non solo per loro, ma anche per Ivy. Aveva fatto la cosa giusta a non tornare indietro quando aveva scoperto di essere incinta? In quei momenti ne era stata certa. Jacob aveva detto chiaramente che non era interessato a una famiglia. E lei voleva quella bambina a tutti i costi, in un modo che non avrebbe mai realizzato di desiderare finché non aveva visto la parola incinta sul test.

    Ma di tanto in tanto non poteva fare a meno di domandarsi che cosa sarebbe accaduto se glielo avesse detto.

    «Non so che cosa succede nel cervello del mio ex marito» ammise Clara. «Non l'ho mai saputo, altrimenti forse saremmo ancora insieme.»

    «E allora non saresti qui con me» ribatté Merry. «E sarebbe un peccato. Per cui è meglio che ti dimentichi tutto

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