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Passione e ricordi: Harmony Destiny
Passione e ricordi: Harmony Destiny
Passione e ricordi: Harmony Destiny
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Passione e ricordi: Harmony Destiny

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I fratelli McNeill 6
Tra i fratelli McNeill e la loro eredità c'è solo il matrimonio... d'amore o di convenienza.

Damon McNeill è un uomo potente, abituato a comandare e a comprare tutto con il denaro. Quel che non può acquistare, però, sono l'amore e la fiducia della moglie Caroline, che una notte scompare senza lasciare alcuna traccia. E ora che, un anno dopo, è davanti alla sua porta, come può lasciarla entrare nella sua vita? Quel che è certo è che l'attrazione che prova per quella donna è ancora travolgente, e il letto una tentazione irresistibile.
LanguageItaliano
Release dateJun 20, 2019
ISBN9788858999356
Passione e ricordi: Harmony Destiny
Author

Joanne Rock

Laureata in letteratura inglese, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura di romanzi sia storici sia contemporanei ha lavorato in televisione e in pubblicità, ed è stata attrice, fotomodella e persino insegnante.

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    Passione e ricordi - Joanne Rock

    successivo.

    1

    Era gennaio e l'aria era gelida. Caroline Degraff si trovava davanti alla sua tenuta a Los Altos Hills. E pensare che avrei potuto abitare qui. Come avrebbe fatto a entrare?

    Serrò la mano attorno al cancello in ferro battuto che la separava dalla casa in stile francese. L'aveva progettata lei, eppure ci aveva vissuto per pochissimo tempo. Be', non poteva tornare sui propri passi. Era certa che la stessero osservando dalle telecamere di sicurezza. Perché aveva deciso di presentarsi senza preavviso? Era una follia!

    Aveva un piano: ingannare suo marito, la persona che un tempo aveva amato.

    Era potente e astuto e lei doveva scoprire la verità sul suo conto. Si erano sposati undici mesi prima, ma l'ultima volta che l'aveva visto era stato dopo la luna di miele. Suo marito si chiamava Damon McNeill ed era a capo di un'azienda tecnologica.

    Il padre, un noto investitore, lo odiava. L'aveva incaricata di farsi ospitare dalla Transparent, l'azienda di Damon, per qualche settimana. Era una pratica piuttosto diffusa nelle società in fase di avviamento, che in questa maniera traevano vantaggio dalle opinioni di aziende consolidate. Il suo compito era trovare i punti deboli di Damon, così il padre e gli altri investitori avrebbero potuto estrometterlo. Lei, però, si era innamorata di Damon e si era rifiutata di fare la spia.

    In quel periodo si era accorta che suo padre poteva essere incredibilmente insensibile. Le aveva urlato che era una traditrice e non si era presentato al matrimonio. Inoltre, aveva impedito al resto della famiglia di unirsi ai festeggiamenti. Ci era rimasta malissimo, tuttavia l'amore che provava per Damon era più forte di ogni cosa e i giorni trascorsi in luna di miele in Italia erano stati i più felici della sua vita.

    Dopo il viaggio si era recata da sola a Londra. Da quel momento in poi, rammentava poco. Aveva litigato al telefono con Damon perché si era vista con il padre e aveva fatto ritorno proprio in quella tenuta che dava sulla baia di San Francisco.

    Aveva cercato di non gironzolare per le stanze. Voleva godersi la casa nuova insieme a Damon. Lo aveva sentito entrare mentre ammirava il panorama.

    Purtroppo non era lui. Doveva ammettere che i suoi ricordi da lì erano piuttosto confusi. Una cosa, però, era chiara: quel giorno era stato l'inizio di un incubo. Era stata rapita e Damon si era rifiutato di pagare il riscatto. Non aveva raccontato al padre del rapimento e non aveva denunciato la scomparsa alla polizia. Nessun sito Internet aveva riportato la notizia.

    Strinse i denti mentre la paura e la sensazione di claustrofobia l'assalivano. Il cuore incominciò a batterle all'impazzata. Il solito attacco di panico. Si recava regolarmente da una psicologa per liberarsene. Aveva trascorso parecchie settimane in un villaggio isolato nella penisola della Bassa California, in Messico. Gli uomini che la sorvegliavano non la trattavano con crudeltà, d'altra parte non mancavano di ricordarle che se non avesse collaborato, non avrebbero esitato a rapire anche i suoi fratelli.

    Di notte si consolava pensando che il marito l'avrebbe salvata... e che presto sarebbe diventata madre. Purtroppo era stata rapita prima di poter comunicare la notizia a Damon.

    «Signora?» Un giovane giardiniere la chiamò, strappandola a quelle riflessioni. Indietreggiò con un sussulto. «Posso esserle d'aiuto? Il citofono non va? O non le risponde nessuno?»

    Il battito aumentò e non riuscì ad aprire bocca. Il respiro le si bloccò in gola mentre il ragazzo si avvicinava. Perché non riusciva a parlare? Era una donna intelligente. Si era laureata con lode in una prestigiosa università e, prima che la sua vita andasse a rotoli, aveva aiutato il padre a guadagnare milioni di dollari. Era lei a consigliargli quali società comprare.

    Non si fidava più dei propri ricordi. Soprattutto quelli che riguardavano l'anno precedente. Durante il periodo di prigionia le avevano somministrato parecchi sedativi. Tra i vuoti di memoria e le nausee mattutine, si trovava in condizioni pietose quando i rapitori l'avevano abbandonata su un'isoletta con delle scorte di cibo. Per fortuna le pillole non avevano causato danni al bambino. Tuttavia non era riuscita a cercare aiuto perché era troppo debole. Una volta riacquistate le forze, circa due mesi prima della data presunta del parto, un pescatore l'aveva trovata e aveva chiamato suo padre.

    «Signora?» Il giardiniere appoggiò le cesoie e delle rose morte sul selciato. «Se si reca sul retro, la farò entrare dal cancello di servizio.»

    Deglutì, in preda al panico. Rammentò le parole della psicologa. Sei una donna forte e in gamba. Fidati del tuo istinto.

    «Il signor McNeill è in casa?» Doveva vedere Damon e scoprire se l'aveva sposata solo per fare colpo sugli investitori. Aveva finto di essere innamorato di lei per non perdere il controllo della Transparent?

    Aumentare i profitti era l'unica cosa che gli interessava?

    Questo era ciò che le aveva riferito il padre. Erano tutte bugie? Damon non rispondeva alle mail e aveva sempre il cellulare staccato. L'aveva contattato più volte in ufficio, ma lui non richiamava mai. Era stata costretta a dare un nome falso perché temeva che il padre l'avrebbe scoperta. Le aveva proibito di telefonare al marito. Continuava a ripeterle che Damon non voleva più avere nulla a che fare con lei e le sue ricerche su Internet sembravano confermarlo. Le aveva mostrato l'articolo di un giornale scandalistico in cui si affermava che il nonno di Damon aveva stabilito che i suoi eredi dovessero essere sposati da almeno un anno per ottenere la loro parte di patrimonio. Lei non sapeva neanche che Damon fosse imparentato con i McNeill di New York, una delle famiglie più ricche dello stato. Ora si chiedeva se il loro fosse stato solo un matrimonio di convenienza.

    Ciononostante, era venuta a conoscenza di alcune cose che l'avevano portata a pensare che il padre le stesse mentendo. Da lì a una settimana ci sarebbe stata una riunione alla Transparent e voleva sapere la verità prima che il genitore estromettesse Damon dalla posizione di amministratore delegato.

    «Credo di sì. Ha un appuntamento? Altrimenti non potrà vederlo.» Il giardiniere la fissò incuriosito.

    Lo capiva. Non c'entrava nulla con le persone che Damon frequentava di solito. Si era presentata senza auto e non era certo vestita in modo elegante.

    Purtroppo non aveva alternative. Non era riuscita a contattarlo in nessun altro modo. Lui, per di più, non aveva mosso un dito per cercarla. Se le circostanze fossero state diverse avrebbe provato a dimenticarlo, ma doveva pensare al figlio. Aveva appena sei settimane. Se esisteva un briciolo di amore tra lei e Damon, allora doveva capire cos'era successo. Perché si comportava come se lei non esistesse?

    «Le assicuro che mi vorrà vedere.» O almeno lo sperava. Con mani tremanti, estrasse un foglietto dalla tasca posteriore dei jeans. L'aveva trovato sua sorella nello studio del padre. «Gli voglio parlare di questo.»

    Il foglio era stropicciato e sbiadito. L'aveva con sé quando aveva provato a scappare dai rapitori tuffandosi nell'oceano Pacifico? Non ne aveva idea. Durante la prigionia, aveva sofferto di forti amnesie. A poco a poco, i ricordi stavano tornando. Non era costretta a dirlo a Damon, però.

    «Un certificato di matrimonio?» mormorò il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli. «Del signor McNeill?»

    «Io sono Caroline Degraff.» Indicò la seconda riga sul documento.

    Era rimasta sconvolta quando la sorella le aveva dato il certificato. Si era ricordata di essere sposata solo diverse settimane dopo che il padre l'aveva salvata. Eppure lui non ne aveva fatto parola finché lei non aveva chiesto spiegazioni. L'aveva isolata dalla famiglia per impedirle di scoprire la verità. Sua madre era morta, i fratelli più piccoli erano in collegio e la sorella frequentava un'università lontana da casa. Cos'altro le aveva tenuto nascosto? La psicologa le aveva detto che forse il padre l'aveva manipolata, distorcendo quel poco che ricordava.

    «Lei è la moglie del signor McNeill?»

    Avvertì un nodo alla gola. Stava per ingannare il marito. Sapeva che non l'avrebbe mai perdonata. Tuttavia se era stato Damon a raggirarla per primo, non aveva alcun motivo di sentirsi in colpa.

    Avrebbe finto di non ricordare nulla del loro rapporto. Ciò le avrebbe permesso di raccogliere informazioni importanti. Doveva sapere se il padre le aveva mentito.

    «Non ne sono sicura.» Tutte le paure e i dubbi che l'avevano tormentata in quei mesi le strinsero il cuore. Non stava recitando. «Devo chiederlo a lui perché...» Si morse il labbro e ricacciò indietro le lacrime. Stava per mentire. Per il bene di suo figlio. «Io non ricordo.»

    «Puoi ripetere?» Damon McNeill mise in pausa il filmato che stava guardando. Si trovava nella sala intrattenimento.

    Aveva chiesto di non essere disturbato. Il video mostrava un hacker, da lui assunto, che penetrava nel software che la sua azienda progettava di lanciare in primavera. A quanto sembrava, c'erano dei problemi. Sospirò. Ci avrebbe pensato lo staff tecnico. Era certo che se avesse chiesto ai dipendenti di individuare le falle nel software, gli avrebbero consegnato una relazione lunga trenta pagine che confermava che andava tutto bene. Invece un ragazzo di ventidue anni con la mania per i computer aveva scovato i difetti nel giro di quarantotto ore. Dietro compenso, era ovvio.

    Ora gli toccava riguardare il video dall'inizio perché la governante continuava a chiamarlo. Aveva assunto un'impresa di pulizie per sistemare la tenuta prima di metterla in vendita. Da quando aveva finito di costruirla, un anno prima, ci aveva passato pochissimo tempo.

    Caroline la adorava. Aveva trascorso settimane con l'architetto, progettando ogni singolo dettaglio. E non appena ci aveva messo piede, era svanita nel nulla.

    Lui non voleva più avere niente a che fare con quella casa.

    «Signor McNeill, c'è una donna al cancello.» La governante era arrivata quella mattina per supervisionare il lavoro delle altre dipendenti e per scattare delle fotografie per l'agente immobiliare. «Dice di essere sua moglie.»

    Il cellulare gli scivolò di mano e riuscì ad afferrarlo prima che cadesse per terra. Il cuore gli batteva come un martello pneumatico. Che diavolo sta succedendo?

    «È uno scherzo, per caso?» Caroline non poteva essere lì. Aveva assunto una miriade di investigatori privati e nessuno era riuscito a trovarla. Aveva pagato il riscatto quando una banda di delinquenti gli aveva comunicato di averla rapita. Aveva girato il mondo, senza mai arrendersi. Nonostante il padre di Caroline, Stephan Degraff, un uomo ricco e potente, gli avesse detto che la figlia non voleva più stare con lui, era convinto che le fosse successo qualcosa.

    Stephan sosteneva che Caroline desiderava viaggiare e che meritava un po' di privacy. I movimenti della carta di credito sembravano confermare la sua tesi. Aveva affittato un appartamento a Praga e comprato una macchina usata a Kiev.

    Ciononostante, lui non gli aveva mai creduto.

    Balzò in piedi.

    «Non è uno scherzo, signore» rispose la governante. «Ha un certificato di matrimonio e assomiglia alla donna nella fotografia sulla mensola in salotto. Devo aprire il cancello?»

    Era davvero lì? Assurdo! Stephan gli aveva assicurato che Caroline aveva capito di aver commesso un errore sposandolo.

    «Arrivo subito. Preparati a chiamare la polizia. Questa pazza deve capire cosa succede a chi si spaccia per mia moglie.»

    Era furioso. Caroline se n'era andata quasi undici mesi prima. Aveva seguito delle piste false per tutta l'Europa, basandosi sui movimenti

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