Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Cenerentola e il milionario: Harmony Collezione
Cenerentola e il milionario: Harmony Collezione
Cenerentola e il milionario: Harmony Collezione
Ebook163 pages2 hours

Cenerentola e il milionario: Harmony Collezione

Rating: 5 out of 5 stars

5/5

()

Read preview

About this ebook

Ally Jones non è mai riuscita a dimenticare l'estate che ha trascorso, appena adolescente, con l'affascinante milionario francese Dominic LeGrand, nonostante i suoi sentimenti non fossero corrisposti. Adesso, tra mille difficoltà economiche, si guadagna da vivere come fattorina e rimane sconvolta quando, una sera, la sua ultima consegna la conduce proprio all'abitazione di Dominic. Ancora più scioccante, però, sarà la sua proposta.

Dominic le chiede di fingere di essere la sua fidanzata e, in cambio, le promette quei piaceri che anni prima le erano stati negati. Ally avrà ora bisogno di tutto il proprio autocontrollo per portare a termine quell'incarico senza soccombere al suo sensuale magnetismo.
LanguageItaliano
Release dateMay 20, 2020
ISBN9788830514386
Cenerentola e il milionario: Harmony Collezione
Author

Heidi Rice

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Read more from Heidi Rice

Related to Cenerentola e il milionario

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Cenerentola e il milionario

Rating: 5 out of 5 stars
5/5

1 rating0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Cenerentola e il milionario - Heidi Rice

    successivo.

    1

    «Chiamata per i rider che sono nelle vicinanze dello Strand. Consegna dal gioielliere Mallow and Sons. Recapito a Bloomsbury.»

    Alison Jones si fermò derapando sotto la pioggia battente sul Waterloo Bridge, per decifrare il gracchio della voce alla radio. Ormai l'acqua gelida le era filtrata attraverso l'impermeabile, mentre il traffico dell'ora di punta nel West End di Londra andava a rilento. Era dalle sei che sognava di buttarsi a capofitto in un bagno di bolle, dopo un'altra serata passata a pedalare per le sordide strade di Soho, ma recepite le istruzioni premette il tasto di chiamata e gridò nel ricevitore.

    «Rider 524. Ricevuto!» Doveva ancora pagare diverse rate dei debiti accumulati quattro anni prima per il funerale di sua madre in più incombeva l'affitto del mese prossimo per la stanza nella casa che condivideva con altri studenti della scuola di moda a Whitechapel. Inoltre, per quella sera, aveva già raggiunto il picco massimo della tristezza e di certo non avrebbe potuto bagnarsi ancora di più. Il centralinista le confermò la consegna, mentre Alison cercava di concentrarsi e riprendersi dalla spossatezza.

    «Consegna di un anello nuziale!» gridò la voce alla radio. «Il nome del cliente dove portarlo è Dominic LeGrand, l'indirizzo è...»

    Ally fu scossa da un brivido, mentre registrava a malapena l'indirizzo e quel nome le s'insinuava nella coscienza, scatenando una ridda di ricordi inquietanti e riportandola all'estate in cui aveva compiuto tredici anni. L'inebriante profumo di erba selvatica e rose, il calore bruciante del sole della Provenza che le scottava la pelle e il viso di Pierre LeGrand, così bello e affascinante, con quella voce profonda e suadente.

    Chiamami papà, Alison.

    Il sorriso di sua madre, finalmente sereno e colmo di speranza.

    Pierre è di certo quello giusto, Ally. Lui mi ama e ora si prenderà cura di noi.

    Poi avvertì una vampata di calore al basso ventre, mentre immaginava Dominic. Il ricordo del figlio sedicenne di Pierre era così vivido e inquietante, come se lo avesse visto ieri e non dodici anni prima. Le labbra sensuali sempre atteggiate in un sorriso sprezzante, gli occhi colmi di risentimento, la misteriosa cicatrice a forma di mezzaluna sul sopracciglio sinistro, i capelli cortissimi di un biondo scuro schiarito dal sole che davano alla sua inquietante bellezza un'aurea dorata. Dominic, bello, cattivo e affascinante, caduto come un angelo dal cielo in quell'estate perfetta, portando con sé pericolo ed eccitazione.

    «Non posso prendere la consegna» ansimò Ally nel ricevitore, mentre di colpo tornava anche il ricordo della sua ultima notte in Provenza. Il viso di sua madre con un livido violaceo che le deturpava uno zigomo, il profumo stucchevole di lavanda e gin, la voce convulsa e preoccupata.

    È accaduto qualcosa di terribile, piccola. Pierre è molto arrabbiato con me e Dominic. Dobbiamo andarcene.

    Il clacson di un autobus risuonò accanto a lei, strappandola a quella sorta di trance. Ricacciò di nuovo quei ricordi dolorosi nel passato cui appartenevano. Quattro anni prima, quando aveva sepolto sua madre, finalmente aveva smesso di rivivere l'orrore di quella notte e non aveva provato altro che sollievo, perché Monica Jones finalmente era in pace.

    No, lei non poteva prendere quel lavoro perché non voleva rivedere Dominic LeGrand soprattutto ora che non era più l'avventato, scapestrato ragazzo protagonista di tutte le fantasie adolescenziali di una vita fa, ma un immobiliarista milionario.

    Solo un anno prima i giornali non lo avevano forse soprannominato LeGrand il donnaiolo, dopo che una delle sue modelle aveva venduto la storia della loro relazione per una cifra a sei zeri? Quella fede nuziale doveva essere per la storia da favola con una certa Mira Qualcosa, Ally lo aveva letto circa un mese fa.

    «Cosa vuole dire che non accetti la consegna? L'ho appena inserita nel computer!» La voce del centralinista irruppe nei suoi pensieri. «O l'accetti o sei fuori dai turni. Decidi tu!»

    Ally inspirò a fondo, cercando di controllare il panico. Doveva accettare, non aveva scelta. Non poteva permettersi di perdere il lavoro. Premette il dito gelido sulla radio e parlò nel ricevitore. «Okay, ridammi l'indirizzo.»

    «Mira, il matrimonio è annullato e sai benissimo perché. Ti dice qualcosa André, il tuo maestro di sci?» Dominic LeGrand cercò di mantenere la calma, ma non era facile. Lui e la sua cosiddetta fidanzata avevano un accordo, ma lei lo aveva infranto.

    «Ma io... io ti ho già detto che non conta nulla, Dominic» balbettò la ragazza, con gli occhi che luccicavano di lacrime.

    «Ero convinto di avere reso ben chiaro prima di sottoscrivere il nostro accordo che mi aspettavo l'esclusività. Non ho alcuna intenzione di sposare qualcuna di cui io non posso fidarmi.»

    «Ma io non sono andata a letto con André, lo giuro!» esclamò Mira. «Ero soltanto un po' ubriaca, tutto qui.» Si sporse sulla scrivania, le labbra atteggiate nel broncio che due mesi prima, quando si erano incontrati per la prima volta, Dominic aveva trovato tanto sexy. «Io non voglio mentirti, mi piace che tu sia un po' geloso» aggiunse. Lo sguardo malizioso avrebbe voluto essere persuasivo, ma non lo fu affatto.

    «Io non sono geloso, Mira. Sono furioso. Tu hai violato le regole e questo potrebbe mettere a rischio l'accordo Waterfront.» Quella era la sola ragione per cui lui le aveva chiesto di sposarlo.

    Lo Jedah Consortium, proprietario di una distesa di terreni a Brooklyn che lui voleva edificare, era composto da uomini d'affari provenienti da diversi paesi del Medio Oriente molto conservatori. Si erano mostrati cauti nel fare affari con lui, a causa dell'articolo di Catherine Zalinski uscito l'anno prima. L'inviperita modella, rivelando indiscrezioni amorose solo per denaro, lo aveva dipinto come un uomo che non riusciva a controllare la propria libido. Il loro matrimonio avrebbe dovuto sistemare l'odiosa questione, ma quel pomeriggio erano apparse sulle riviste scandalistiche le foto della sua fidanzata che baciava un maestro di sci.

    «Il solo obiettivo di questo matrimonio era mettere fine ai pettegolezzi sulla mia vita privata» aggiunse Dominic, nel caso lei non ci fosse arrivata.

    «Ma tu mi hai lasciata sola per un mese intero! Io ho aspettato che venissi a Klosters, ma tu hai brillato per la tua assenza. Cosa ti aspettavi che facessi?»

    Lui non aveva avuto tempo di andare fino a Klosters a trovarla. Il fatto che non fosse particolarmente ansioso di soddisfare la propria astinenza sessuale confermava che quell'accordo era stato poco avveduto fin dall'inizio. Dominic si era stancato di Mira ancor prima di quanto prevedesse, sia a letto sia fuori. «Mi aspettavo che tu tenessi la bocca lontana da quella degli altri uomini. E le gambe chiuse.»

    «Caro, non dire così.» Il dolore nei suoi occhi sembrava sincero «Mi fa sentire una donna a buon mercato.»

    Lui lasciò vagare lo sguardo sull'abito firmato che aveva pagato. «Mira, l'unica cosa che tu non sei è a buon mercato» replicò.

    Lei si irrigidì a quell'insulto.

    «Trovati l'uscita da sola» borbottò. «È finita.»

    «Tu... tu sei un bastardo senza cuore!»

    La mano di Mira scattò inaspettata e lui sentì il colpo prima che il dolore gli si diffondesse nello zigomo. Rapido, Dominic le afferrò il polso prima che potesse picchiarlo ancora, ma la fitta al viso gli riportò alla mente l'amaro ricordo di un altro schiaffo, l'estate in cui inaspettatamente era stato invitato nel mondo di suo padre, per esserne poi scacciato solo un mese dopo, e la voce di una ragazza che lo aveva difeso.

    Non devi colpire Dominic, gli farai male.

    Ci sono persone che non meritano altro, ma petite.

    «Hai ragione Mira, sono senza cuore e sono anche un bastardo.» Le parole gli uscirono di botto, mentre il dolore al ricordo di quel lontano schiaffo aveva il sopravvento. Aveva pensato di aver cauterizzato quelle emozioni molto tempo prima e scoprire che non era così lo faceva infuriare ancor più. «Ma mi va bene così» aggiunse, lasciandole il polso. «Ora vattene, prima che ti faccia arrestare per aggressione.»

    «Ti odio» gli gridò la ragazza.

    E quindi?, pensò lui con indifferenza. Sentendo la porta d'ingresso sbattere, Dominic andò all'armadio dei liquori, si tamponò il rivolo di sangue all'angolo della bocca poi si versò un bicchiere di scotch. Gli restava solo una settimana per trovarsi un'altra moglie e poter così siglare l'accordo di cui aveva bisogno per portare avanti i suoi affari. Si era costruito un impero dal nulla e solo con le proprie forze.

    Ripensò a quella famigerata estate e in particolare alla notte in cui se n'era andato dalla tenuta di suo padre, con le costole che sembravano essere state schiacciate in una morsa e i lividi sulla schiena che gli bruciavano. Aveva fermato un furgone e l'autista aveva avuto compassione di lui e gli aveva dato un passaggio fino a Parigi. Durante quel viaggio interminabile si era ripromesso che non avrebbe mai più parlato o rivisto suo padre e che avrebbe costruito qualcosa per dimostrargli quanto si fosse sbagliato sul suo conto. Accolse con piacere la fitta del liquore sul labbro rotto. Si sarebbe trovato un'altra moglie, magari una che avrebbe fatto quello che le diceva e che avrebbe saputo tener chiuse le gambe. Tuttavia quella sera non aveva che da festeggiare per lo scampato pericolo.

    2

    «Togliti dai piedi...» La voce della donna si trasformò in una specie di grido strozzato mentre spingeva via Ally e la sua bicicletta. Lei incespicò e andò a sbattere contro il pilastro del cancello e nella caduta il pedale della bicicletta le ferì la caviglia. La donna le passò accanto e salì su una lucente macchina sportiva rossa.

    Ally avrebbe voluto gridarle dietro, ma era troppo stanca e in ogni caso quel demonio non l'avrebbe sentita.

    L'auto si staccò dal cordolo in uno stridio di gomme e lei rimase a fissare le luci rosse di coda sparire dietro l'angolo.

    Ma quella non era forse Mira Qualcosa? La donna cui era destinato l'anello che lei aveva nella borsa? Sembrava furiosa! Che ci fossero guai in vista? Ally accantonò il pensiero. Comunque non sono affari tuoi. Condusse la bicicletta sul retro della villa e l'appoggiò alla parete mentre premeva il dito intirizzito sul campanello di ottone all'entrata di servizio. Lui non risponderà alla porta, ci penserà il personale, smettila di agitarti. La pioggia impietosa seguitava a scrosciare su di lei, inzuppandola fino alle ossa. Il gelo e l'intorpidimento di tutte le sue estremità, per non parlare del dolore pulsante alla caviglia, sembravano le preoccupazioni minori mentre i ricordi continuavano a confonderle la mente.

    Sbirciò la casa, tutte le finestre erano buie, a parte una al piano di sopra. Deglutendo a fatica, premette di nuovo il campanello.

    Una sagoma apparve alla finestra. Alta e possente, indistinta attraverso il diluvio. Il cuore prese a batterle in gola. Non è lui, non è lui, non è lui. Il discorso d'incoraggiamento divenne una preghiera frenetica, mentre distingueva un suono di passi all'interno della casa. D'impulso alzò la borsa per estrarre l'anello e consegnarlo non appena avessero aperto. Armeggiò con la chiusura bagnata, il battito del suo cuore era divenuto così forte da sovrastare il suono della tempesta. Si accese una luce nell'ingresso, poi una figura riempì il vetro smussato. Prima che la porta si spalancasse, Ally ebbe a stento la possibilità di prepararsi. Un uomo alto comparve sulla soglia, il suo viso che rimaneva nell'ombra a causa della luce che proveniva dal corridoio.

    Quando lui parlò, le dita intorpidite di Ally si avvinghiarono alla borsa. La sua voce profonda e calma trafisse con un coltello i ricordi in agguato.

    «Bonsoir.» L'accento francese rimbalzò sulla sua pelle, mandandole brividi di calore lungo il suo povero corpo intirizzito mentre la vergogna, simile a una palla, sembrò gonfiarle il plesso solare. Come poteva avere ancora il potere di provocarle questo? Ormai era una donna adulta, non più un'impressionabile adolescente.

    «Sarà meglio che entri prima di annegare...» mormorò Dominic facendosi da parte. Quel movimento illuminò i lineamenti scolpiti del suo viso e Ally rimase incollata dov'era. Su quello stesso volto un tempo aveva fantasticato per ore e ore. Lui era sempre stato straordinario, ma la maturità aveva trasformato la sua bellezza in qualcosa di così intenso da risultare devastante. I suoi capelli non erano più rasati né biondi ma si erano scuriti in un castano dorato ed erano abbastanza lunghi da arricciarsi attorno al colletto della camicia. Una nuova gobba sul suo naso si era aggiunta alla vecchia cicatrice sul sopracciglio,

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1