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Missione speciale: Harmony Collezione
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Missione speciale: Harmony Collezione
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Missione speciale: Harmony Collezione

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About this ebook

Che cosa le è successo? In otto anni di lavoro insieme, Rachel Woods non è mai arrivata in ritardo, e senza neppure avvisare poi! Brad Phillips è preoccupato non solo come "capo", ma per il feeling speciale e mai svelato che condividono. I suoi sospetti si rilevano fondati: appena arriva, Rachel gli chiede un'aspettativa ventilando anche l'ipotesi di dimettersi. Brad intuisce di pelle che in realtà lei è in pericolo, e le offre aiuto. Si tratta di una faccenda pericolosa, perché...
LanguageItaliano
Release dateMar 10, 2016
ISBN9788858947180
Missione speciale: Harmony Collezione
Author

Annette Broadrick

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Missione speciale - Annette Broadrick

    successivo.

    1

    Dov'è?

    Brad Phillips riagganciò il telefono con violenza. A casa di Rachel Woods aveva risposto solo la voce frizzante della segreteria telefonica, che invitava a lasciare nome e numero di telefono.

    Negli otto anni da che lavoravano insieme, Brad non ricordava una volta in cui Rachel non avesse avvisato di essere in ritardo. E di ore, per giunta!

    Cos'è successo?

    Brad guardò l'orologio. Le nove e trenta. Accidenti, di solito arrivava in ufficio alle sette e mezzo!

    Aveva già telefonato a tutti gli ospedali di Dallas per accertarsi che non fosse stata ricoverata in qualche Pronto Soccorso. La sua mente gli suggeriva che era presto per farsi prendere dal panico. Di sicuro c'era una spiegazione logica per quel suo comportamento anomalo, ma quale?

    Prese a camminare avanti e indietro chiedendosi quanto tempo dovesse passare prima di denunciare la scomparsa di una persona alla polizia. Probabilmente ben più di due ore, per cui non gli restava altro da fare che aspettare.

    L'interfono suonò e lui si precipitò. «Sì?»

    Era Janelle, la sua segretaria. «Volevo solo ricordarti il tuo appuntamento delle dieci con Arthur Simmons.»

    «Grazie» rispose Brad. Proprio quello che ci voleva, pensò sempre più irritato e in apprensione: una riunione con Simmons senza Rachel a mediare.

    Arthur era un genio con i numeri e le strategie finanziarie e lo aveva aiutato a risparmiare molti soldi da quando era diventato il capo contabile della Phillips Construction Company. Tuttavia, lui temeva gli incontri con quell'uomo. Simmons era una delle persone più noiose che avesse mai conosciuto, per questo aveva bisogno di Rachel. Era l'unica che capiva quando lui non ne poteva più, e sapeva come interrompere la riunione senza offendere nessuno.

    Se non fosse arrivata entro quindici minuti, Brad avrebbe dovuto affrontare da solo la lunga ed estenuante relazione finanziaria.

    I numeri erano importanti, ma lui avrebbe preferito studiarsi i tabulati senza le interminabili spiegazioni del capo-contabile. Forse era il suo atteggiamento che lo irritava. Simmons veniva da una famiglia ricca, come aveva specificato lui stesso durante il colloquio per l'assunzione, tuttavia desiderava rendere partecipe il resto dell'umanità delle sue conoscenze.

    Brad e Arthur avevano più o meno la stessa età, però erano molto diversi.

    Brad era il classico ragazzo di strada che era riuscito a diventare ricco creando dal nulla la sua impresa edile. Simmons invece aveva studiato nelle migliori scuole, laureandosi con il massimo dei voti. Era un intellettuale e le sue mani curate lasciavano intendere che non avesse mai sollevato qualcosa di più pesante di una penna. I due non avevano niente in comune se non l'intento di far andare avanti la Phillips Construction con successo.

    Brad si passò una mano tra i capelli. Aveva bisogno del suo insostituibile assistente amministrativo... e subito! Si lasciò cadere sulla sedia immaginandosi la voce di Rachel che gli diceva di rilassarsi e imparare a essere paziente.

    Non avrebbe mai dimenticato il giorno in cui l'aveva assunta. All'epoca non aveva realizzato che era stata la decisione migliore della sua vita.

    Aveva venticinque anni e sgobbava ventiquattro ore al giorno per far decollare la sua società. Aveva assunto degli operai, ma non c'era nessuno che si occupasse della parte amministrativa. Dopo aver vinto un appalto importante per la costruzione di un teatro a nord di Dallas, aveva capito che l'azienda richiedeva ormai un ufficio in piena regola.

    Il problema era che non poteva permettersi di pagare troppe persone. Una volta terminato il teatro era arrivato altro lavoro, così Brad aveva pubblicato un annuncio cercando una centralinista.

    Aveva anche affittato dei locali, anche se al momento dell'uscita dell'annuncio nei nuovi uffici regnava parecchia confusione. Il telefono era squillato molte volte, e Brad era stato sicuro di trovare velocemente una persona qualificata.

    Una settimana più tardi era meno euforico. La terza disperato. O chiedevano troppi soldi, oppure non avevano nessuna esperienza nel settore.

    Poi aveva chiamato Rachel Woods.

    «Phillips Construction» aveva risposto lui gridando nel tentativo di sovrastare il rumore che proveniva dal cantiere.

    «Vorrei parlare con il signor Phillips, per favore.»

    Diavolo, che tono professionale, aveva pensato subito Brad. «Sono io» aveva detto con un sorriso, immaginandosi già che aspetto potesse avere una donna con una voce così sensuale.

    «So che sta cercando una centralinista. Volevo sapere se quel posto è ancora disponibile.»

    «Uh, sì, lo è.»

    Lei aveva sospirato di sollievo. «Quando possiamo fissare un appuntamento per il colloquio?»

    «È troppo presto incontrarci oggi?» le aveva chiesto Brad trattenendo il respiro.

    «No, va bene. Mi dica l'ora e il luogo e io ci sarò.»

    «Be', l'ufficio non è ancora pronto ma c'è un bar all'angolo con il mio cantiere dove ci possiamo vedere. Che ne dice attorno alle cinque?»

    «Perfetto» aveva risposto Rachel con una vivacità che lui aveva trovato rilassante oltre che irresistibile.

    Brad le aveva fornito le indicazioni necessarie e dopo avere riappeso si era messo a fissare nel vuoto con aria sognante. Non eccitarti, si era ammonito. Quando scoprirà di cosa si tratta e lo stipendio che puoi offrirle ti riderà in faccia.

    Prima di recarsi all'appuntamento si era sbarbato, ma aveva tenuto addosso i jeans sbiaditi, la maglietta bianca e gli scarponi da lavoro coperti di polvere e fango. Una volta entrato nel bar si era guardato attorno, realizzando solo in quel momento che si era dimenticato di chiedere a Rachel Woods una sua descrizione fisica. Nel locale c'erano cinque donne e lui aveva pensato di procedere per eliminazione. Le aveva fissate a una a una ricevendo in cambio delle occhiate esplicite.

    Poi, con suo grande sollievo, aveva udito una voce familiare alle sue spalle.

    «Mi scusi, è lei il signor Phillips?»

    Brad si era voltato e si era trovato di fronte una bella donna dagli occhi verdi smeraldo vestita con un tailleur dello stesso colore. I capelli castano scuri erano legati dietro la nuca in un morbido chignon che metteva in risalto l'ovale perfetto del suo volto. Gli arrivava all'altezza del mento.

    «La signorina Woods?»

    Rachel aveva sorriso annuendo. «Ho scelto un tavolo sul retro, così saremo più tranquilli.»

    Di persona Rachel era ancora meglio, aveva pensato lui. Si capiva che era una ragazza di classe e istruita. Ne era rimasto un po' intimidito e si era pentito di non essere tornato a casa a cambiarsi.

    Si erano seduti l'uno di fronte all'altro.

    «Ciao, Brad» l'aveva salutato la cameriera con un sorriso malizioso.

    «Ciao, Mitzi, prendo un caffè.»

    Mitzi si era rivolta a Rachel indicando la tazza che aveva davanti. «Ne vuole ancora?»

    «No, grazie.»

    Dopo che la cameriera se ne era andata, Brad l'aveva fissata domandandosi da che parte cominciare. Aveva già fatto dei colloqui a molte giovani, eppure quel pomeriggio si sentiva come un adolescente al suo primo appuntamento.

    «Le devo dire subito che non ho esperienza» lo aveva anticipato lei come se gli avesse confessato un crimine. «Nel suo annuncio non era richiesta, però non voglio ingannarla.»

    «Impara facilmente?» le aveva chiesto lui di rimando, sorridendole. Rachel era nervosa e quella scoperta lo aveva fatto rilassare.

    «Mi mostri quello che c'è da fare e io lo farò.»

    «Cosa sa di edilizia?»

    «Niente, signore.»

    Non era riuscita a trattenere un tremito delle mani.

    «Ehi!» aveva esclamato Brad. Che avesse paura di lui? Del colloquio? «Non sono poi molto più vecchio di lei!» E per cercare di rilassarla aveva iniziato a raccontarle della sua società. «Ho fondato la mia impresa circa tre anni fa. Ho lavorato in questo campo sin da quando sono stato in grado di reggere in mano un attrezzo, ma non mi intendo affatto di numeri e bilanci e di tutte quelle scartoffie indispensabili per la gestione di una azienda.»

    Rachel aveva sollevato con delicatezza la tazzina e aveva bevuto un sorso di caffè. «Il suo annuncio parlava di un posto da centralinista.»

    «Sì, non appena l'ufficio sarà aperto, avrò bisogno di qualcuno che risponda alle telefonate. Ho perso molte occasioni di lavoro perché non avevo il tempo di rispondere al telefono. Quando sono in ballo con un progetto non riesco a pensare ad altro, ma non posso continuare così.»

    «Certo, la capisco» aveva commentato lei. Poi aveva fatto una pausa cercando le parole adatte e alla fine aveva detto: «Per quanto riguarda lo stipendio...».

    Brad l'aveva bloccata con un gesto della mano. L'avrebbe persa non appena avesse sentito quello che era disposto a offrirle.

    «Il problema è che al momento ho poca liquidità. Se è disponibile a collaborare, possiamo stabilire un compenso iniziale con la promessa di un aumento proporzionale alla crescita dell'azienda.»

    Sebbene Rachel fosse rimasta impassibile, lui aveva avuto la netta impressione che si fosse adagiata contro lo schienale della sedia. Con un sospiro le aveva domandato: «Quanto pensava di guadagnare?».

    «Non ho un'idea precisa. Ho terminato l'università a maggio e ho bisogno di trovare un'occupazione. Mia madre ha problemi di salute e non può più lavorare. Si è sacrificata per garantire a me, a mio fratello e a mia sorella una buona istruzione, per cui adesso non voglio che abbia preoccupazioni economiche. Ha già fatto abbastanza» gli aveva confidato Rachel con un'ombra negli occhi.

    «Mi sta dicendo che questo sarebbe il suo primo impiego?» indagò lui.

    «No, signor Phillips. Ho già lavorato, ma non in un ufficio. Ho fatto la babysitter al liceo e la cameriera all'università.»

    Brad aveva cercato di non mostrare il proprio stupore. Avrebbe giurato che Rachel Woods non avesse mai avuto bisogno di sollevare un dito.

    «Dove ha studiato?»

    «Alla Southern Methodist University. Volevo restare vicino a casa e fortunatamente ho vinto una borsa di studio.»

    «Io invece ho frequentato la scuola di sera mentre lavoravo di giorno.» Brad si era accorto che, senza volerlo, le aveva rivelato un pezzo del suo passato, cosa che non faceva mai. «In cosa si è laureata?»

    Lei aveva sorriso.

    «Economia e gestione aziendale. Forse a questo punto le sembrerà strano che abbia risposto al suo annuncio per un posto da centralinista.»

    Brad si era dovuto pizzicare un braccio per essere sicuro di non stare sognando.

    «Le faccio una proposta.»

    «L'ascolto.»

    «Se accetta di lavorare per me a partire da lunedì, le lascio decidere il suo stipendio. Guardi i registri contabili e si prenda quello che posso permettermi.»

    «Non può essere serio!»

    La disapprovazione di lei era la prova che Brad aveva trovato la persona giusta.

    «Ho bisogno di qualcuno con le sue qualifiche» le aveva detto per convincerla che non era un pazzo. «Ha intenzione di approfittarsene, forse?»

    «Certo che no!»

    «Allora non vedo dove stia il problema.»

    «Non ho mai sentito niente di simile.»

    «So cosa sta immaginando, ma no, non faccio uso di stupefacenti e, a parte qualche birra, non bevo alcolici.»

    «Come faceva a sapere quello che stavo pensando?»

    «Ha un viso molto espressivo. Allora accetta? La posso accompagnare in ufficio. C'è ancora tanta confusione, ma le prometto che per lunedì avrà un posto per lavorare.»

    «Va bene» aveva risposto Rachel un po' dubbiosa.

    «Grande!» aveva esclamato Brad alzandosi in piedi. «Vuole venire con me?»

    «Forse sarebbe meglio che la seguissi con la mia macchina, non crede?»

    «Come preferisce.»

    Dopo avere pagato il conto, lui l'aveva scortata alla sua auto, eccitato all'idea di

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