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Sempre più vicini: Harmony Collezione
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Ebook154 pages2 hours

Sempre più vicini: Harmony Collezione

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About this ebook

Affrontare il pericolo fa parte della vita di Rhys Wolfe da sempre, visto che ha scelto come mestiere quello di pompiere nei pozzi petroliferi. Adesso, però, sta correndo un rischio di cui non sa prevedere L'entità. Tra lui e Mariah, la sua vicina di casa, corre un feeling speciale che li ha spinti a trascorrere una meravigliosa, indimenticabile notte d'amore. Il futuro, però, è un punto di domanda. Perché, dopo quella volta, lei ha cambiato atteggiamento e cerca quasi di evitarlo?
LanguageItaliano
Release dateOct 10, 2016
ISBN9788858955871
Sempre più vicini: Harmony Collezione
Author

Anne McAllister

Autrice di grande versatilità, ha vinto il premio RITA per la letteratura romantica ed è acclamata dai fan di tutto il mondo.

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    Sempre più vicini - Anne McAllister

    successivo.

    1

    Rhys Wolfe aveva bisogno di una doccia calda, di una birra ghiacciata e di almeno ventiquattro ore di sonno, esattamente in quell'ordine.

    Erano le sei di mattina, a New York cominciavano a circolare gli autobus, i clacson strombazzavano, la città si stava svegliando. Non aveva la percezione del tempo, non aveva la minima idea di che ora fosse. Sapeva soltanto che si era dibattuto per ore tra aerei, treni e automobili ed era giunto al limite della resistenza fisica.

    Trafficò per inserire la chiave nella serratura del cancello che conduceva nel giardino del proprio appartamento a pianoterra, alzando contemporaneamente lo sguardo verso il secondo piano, come era solito fare.

    Era già sveglia Mariah? Lo stava aspettando?

    Già, certamente! Come se avesse passato le ultime nove settimane alla finestra in attesa di vederlo! Come se le importasse qualcosa di lui!

    Rhys riuscì finalmente a girare la chiave, aprì il cancello e quindi la porta dell'appartamento. Quello era il problema: a lei importava.

    Lui e Mariah erano amici, o almeno lo erano stati. Ma adesso non sapeva come definire il loro rapporto.

    Si chiuse la porta alle spalle, appoggiò a terra il bagaglio, chiuse gli occhi e si appoggiò al battente, permettendo alla stanchezza e alle preoccupazioni di avere ragione di lui.

    Era stato lontano da casa per più di due mesi. Da quando un mattino si era svegliato e si era scoperto a letto con la sua vicina, la sua dolcissima amica Mariah.

    Dio, che pasticcio! Normalmente aveva voglia di tornare a casa per allentare la tensione che il suo lavoro di vigile del fuoco appartenente a un corpo specializzato per incendi nei pozzi petroliferi gli procurava. E non vedeva l'ora di chiamare Mariah per sapere come aveva passato le giornate in cui era stato assente.

    Sospirò e cominciò a sbottonarsi la camicia. Ora non aveva nessuna voglia di telefonarle: non avrebbe saputo che cosa dirle.

    Questo è il prezzo, pensò, per aver fatto sesso con una donna per la quale provo una profonda amicizia. Si complicavano enormemente le cose. Si rischiava di creare delle illusioni, come per esempio una relazione duratura... o addirittura un matrimonio.

    No. Rhys scosse energicamente il capo e gettò a terra la camicia avviandosi verso il bagno. Mariah lo sapeva bene, sapeva cosa lui ne pensasse. Ne avevano discusso astrattamente a lungo.

    Rhys Wolfe non voleva il matrimonio, con l'impegno e le responsabilità che comportava. L'aveva sperimentato una volta, ed era stato sufficiente.

    E si era fatto un punto d'onore di spiegarlo a ogni donna che poteva pensarla diversamente. Era una precauzione che aveva sempre adottato. Aveva fatto sesso esclusivamente con donne che accettavano di divertirsi. Era sempre stata la sua prima regola di autoconservazione e non l'aveva mai infranta.

    Fino alla notte di nove settimane prima, subito dopo la morte di Jack.

    Era appena tornato dal suo primo incarico svolto senza Jack, l'allegro, competente, coraggioso Jack. La tipica persona piena di vita che dà l'impressione che la morte non possa mai neppure sfiorarlo.

    «Vado con Jack» dicevano i colleghi quando l'incarico che dovevano svolgere era particolarmente rischioso. «Jack è fortunato.»

    Ma dieci settimane prima, in un impianto di trivellazione nel mare del Nord, la fortuna lo aveva tradito. Era successo durante un'operazione non particolarmente rischiosa, una come tante. Non c'era stata nessuna imprudenza e nessuna colpa. Rhys non riusciva a farsi una ragione del fatto che Jack non ci fosse più.

    Cinque giorni più tardi era tornato a casa dopo aver assistito al funerale del suo miglior amico. Scosso, barcollante, depresso. Seppellire Jack era stato già abbastanza penoso, ma la cerimonia gli aveva riportato alla mente memorie che da tempo aveva soffocato.

    Ricordi di un altro incendio, di un altro funerale. Quello di Sarah, otto anni prima.

    Sarah era sua moglie e non sarebbe morta, insieme al bimbo non ancora nato, se lui invece di lavorare stupidamente fino a tardi fosse stato con lei, come avrebbe dovuto fare un marito innamorato.

    Invece si era buttato anima e corpo nell'impresa di famiglia subito dopo il college per dimostrare al padre e al fratello maggiore Dominic che aveva la determinazione e la capacità necessarie per raggiungere il successo. Così, quella sera non era tornato a casa per cena. Aveva telefonato a Sarah per dirle di non aspettarlo perché avrebbe fatto tardi.

    Lei, ligia alle raccomandazioni del medico, si era coricata presto, ma aveva lasciato una candela accesa, o almeno così risultava dalle indagini.

    «Lascio una luce per te» gli aveva detto. «Una candela profumata.»

    Era profondamente addormentata quando il fuoco si era propagato nell'appartamento e non si era più svegliata. Rhys aveva perso così la moglie e il figlio nella stessa notte. Aveva vissuto per anni affranto per il dolore e il rimorso.

    Aveva lasciato il lavoro nell'impresa di famiglia e si era arruolato nel corpo dei vigili del fuoco. «Per quale motivo?» gli aveva chiesto suo padre. «Non riuscirai lo stesso a riportare indietro Sarah.»

    No, Rhys lo sapeva bene, ma sentiva la necessità di combattere contro i demoni che gliel'avevano portata via, di vincere la battaglia che aveva perso quella notte. E così era diventato un ottimo guerriero delle fiamme: determinato, coraggioso, freddo, controllato. O almeno cercava di esserlo.

    Erano passati otto anni e aveva ripreso a vivere. Aveva un appartamento nel West Side, lontano dall'East Side dove aveva vissuto con Sarah. Aveva molti amici e di tanto in tanto qualche donna.

    Ma non si sarebbe mai più risposato. Amare qualcuno come aveva amato Sarah avrebbe potuto causargli troppo dolore, e non se la sentiva di rischiare.

    Così aveva sempre mantenuto distinte le proprie relazioni. Aveva delle amiche, delle amanti occasionali, ma mai una amante che fosse anche un'amica.

    Quello fino alla sera in cui era tornato a casa dopo la morte di Jack. I ricordi dolorosi l'avevano annientato e Mariah, ignara delle sue angosce, aveva visto la luce accesa e aveva bussato alla sua porta.

    Non riusciva a rammentare molto di quello che era accaduto, o forse cercava di non farlo, e per più di due mesi ci era quasi riuscito. Non aveva voluto ricordare come lei l'aveva tenuto tra le braccia per alleviargli il dolore, cercando di consolarlo come un bimbo in pena.

    L'aveva cancellato dalla mente, come aveva cancellato il desiderio improvviso che l'aveva assalito, che l'aveva spinto a baciarla, ad accarezzarla, a esplorare la dolcezza della sua pelle. Aveva un disperato bisogno del suo corpo. E Mariah, dolcemente, gli si era data.

    Digrignò i denti; non poteva lasciarsi andare ai ricordi, soprattutto perché il corpo lo tradiva e il desiderio si risvegliava. Ma non avrebbe mai permesso che si ripetesse, perché Mariah era una carissima amica e non avrebbe mai accettato che la natura del loro rapporto mutasse.

    Poteva ancora ricordare lo shock che aveva provato al risveglio, rendendosi conto che Mariah era al suo fianco. Non aveva mai dormito con una donna, non dopo Sarah. Era un gesto troppo intimo, implicava troppe cose.

    Eppure quella notte aveva dormito con Mariah e quando aveva aperto gli occhi ai primi bagliori dell'alba l'aveva trovata raggomitolata contro di lui, una gamba appoggiata sulle sue, una mano sul suo petto.

    Aveva trattenuto il respiro senza osare muoversi, ma sapeva di doversi allontanare da lei prima che si svegliasse.

    Che cosa diavolo avrebbe potuto dirle, se lei avesse aperto gli occhi? Non ne aveva la minima idea allora, e non lo sapeva neppure adesso.

    Aveva passato nove settimane a chiederselo, poi si era arreso al pensiero che quando l'avrebbe incontrata qualcosa gli sarebbe venuto in mente. Con un po' di fortuna Mariah avrebbe potuto prendere l'iniziativa e buttarla sul ridere, avrebbe potuto dirgli che era una cosa senza importanza e l'avrebbe così tratto dagli impicci.

    Trasse un profondo respiro. Sì, era nella natura di Mariah essere generosa, gentile. Rhys l'adorava per quelle sue qualità. Si era sentito attratto da lei perché era completamente diversa da Sarah.

    Mariah era alta e sottile, un po' legnosa, aveva pensato addirittura qualche volta, ma nello stesso tempo flessuosa. Mariah era una donna forte. Non piccola e fragile come Sarah, sempre desiderosa di delegare agli altri le responsabilità.

    Anche i capelli erano diversi: Sarah aveva un caschetto biondo che lui arruffava con le dita, Mariah lunghi capelli castano scuri, che ricordava di aver scompigliato quella notte.

    Scosse il capo per allontanare quei pensieri molesti. Doveva continuare a pensare a Mariah come a una amica, doveva riportare il loro rapporto su quel piano. Era quello che ambedue avevano sempre voluto, d'altra parte. Mariah non aveva mai dato l'impressione di volere di più. Ed era stato quello, soprattutto, a farlo sentire a proprio agio con lei.

    Erano sempre stati esclusivamente amici. E buoni amici, fin da quando l'aveva conosciuta. Lei aveva dato un party sul terrazzo e aveva invitato tutti i vicini, e lui si era subito sentito a casa.

    Mariah era spiritosa, divertente, attenta. Lui adora va fare jogging, sperimentare un nuovo ristorante o visitare una mostra con lei. Non gli aveva mai chiesto altro e Rhys non voleva perdere quel rapporto.

    Anche lei avrebbe voluto che non si guastasse, ne era certo. Si passò una mano tra i capelli e sbadigliò. Dopo aver fatto la doccia e aver dormito qualche ora l'avrebbe cercata, decise. Le avrebbe spiegato quanto fosse importante per lui la loro amicizia, come non intendesse certo guastarla, come si augurasse che le cose tornassero come prima...

    Poi le avrebbe sorriso e le avrebbe proposto: «Andiamo sull'Empire State Building?».

    E lei avrebbe capito che tutto era tornato come prima.

    Era cominciato come un gioco tra loro, tre anni prima, quando Mariah, venuta dal Kansas, era stata sull'Empire State Building e aveva scoperto che Rhys, nativo di New York, non ci era mai stato.

    «È splendido, qualcosa di magico» gli aveva detto, poi aveva tanto insistito che aveva dovuto accompagnarla, pur continuando a brontolare. Ma aveva ragione lei, era davvero qualcosa di magico: era una serata limpida e avevano visto New York ai loro piedi, inondata di luci. Un'emozione da togliere il fiato.

    «Visto?» lo aveva stuzzicato Mariah.

    «Vedo» aveva risposto lui.

    Erano saliti fin lassù molte altre volte, quasi ogni volta che lui era tornato a casa, tranne l'ultima. Rhys emise un sospiro al pensiero di cosa era successo quell'ultima volta.

    Raggiunse la doccia. Si sentiva incollata addosso la sabbia del Middle East, per non parlare del petrolio e del residuo del fuoco. Più

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