Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

La legge del peccato
La legge del peccato
La legge del peccato
Ebook193 pages2 hours

La legge del peccato

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Un affare legale?

L'assistente procuratore distrettuale Sophia Deltonio si trova a dover affrontare, per una controversia legale, l'attraente avvocato Mitch Hollaran, suo ex. In tutta la Florida non si parla d'altro che di questo processo scandaloso, ma non è tanto il clamore che si è sviluppato intorno al caso a turbare Sophia, quanto il calore esplosivo che si è sprigionato nuovamente tra lei e Mitch.

O relazione passionale?

Sophia per cercare di ritrovare un po' di serenità emotiva propone un patto a Mitch: chi perderà il processo farà da schiavo d'amore all'altro per un intero finesettimana. Potrà chiedere qualsiasi cosa e soprattutto soddisfare tutte quelle fantasie che sono rimaste sepolte nei più reconditi meandri della mente.
LanguageItaliano
Release dateOct 10, 2016
ISBN9788858955635
La legge del peccato
Author

Katherine Garbera

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Read more from Katherine Garbera

Related to La legge del peccato

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for La legge del peccato

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    La legge del peccato - Katherine Garbera

    successivo.

    1

    Sophia Deltonio stava incontestabilmente andando alla grande. Molti dei colleghi le sorrisero, mentre percorreva il lungo corridoio sul quale si aprivano le porte degli uffici degli altri assistenti procuratori distrettuali di Orange County, Florida. Sophia aveva appena vinto una causa difficile, che le sarebbe valsa le lodi del suo capo, Joan Mueller.

    Si fermò di fronte alla porta con la targhetta d'ottone, che la identificava come: Sophia Deltonio, assistente procuratore distrettuale. Se avesse giocato bene le proprie carte, presto sarebbe diventata viceprocuratore distrettuale. Poi aprì la porta ed entrò.

    «Ciao, capo. Ottimo lavoro in tribunale» si complimentò Alice, la sua segretaria.

    «Grazie.» Sophia prese i messaggi che la giovane le porse ed entrò nel proprio ufficio. Sulla cassettiera scorse un assortimento di palloncini colorati, fiori e cesti regalo colmi di mutandine, tutti doni dei colleghi.

    Aveva appena vinto la causa contro il cosiddetto ladro di mutandine, un uomo che aveva rubato più di centomila dollari di biancheria intima sexy e articoli sessuali da un negozio per soli adulti della città.

    A cosa non era disposta pur di proteggere il mondo dal crimine, pensò Sophia con un sorriso asciutto.

    Sulla propria scrivania vide un pacchetto e rimase raggelata. Non era esattamente un pacchetto, ma una riproduzione in miniatura di una vasca da bagno; il dono era avvolto nel cellofan, chiuso da un fiocco di velluto nero. Il fiocco provocò una reazione a catena dentro Sophia.

    Una volta, tanto tempo prima, lei aveva indossato quotidianamente un nastro come quello intorno al collo. Era solo una coincidenza, si disse. Lasciò cadere a terra la valigetta e si avvicinò alla scrivania.

    Sul cellofan era pinzata una busta e all'interno del pacchetto Sophia scorse una confezione di bottiglie di birra Corona.

    Non prometteva niente di buono, pensò tra sé.

    Ormai lei beveva solo Pinot grigio. Fu tentata di non aprire la busta, ma sarebbe stato assurdo. Era soltanto un biglietto, non poteva esercitare alcun potere su di lei.

    Mentre studiava l'involucro color crema, un brivido d'impazienza le scese lungo la spina dorsale. Le tremò la mano, ma non per paura, e una vibrante consapevolezza la pervase.

    Non essere stupida, si disse. Hai trentadue anni e sei completamente padrona della tua vita.

    La grafia non le era familiare. Perché avrebbe dovuta esserlo? «Smettila di comportarti in modo ridicolo» si rimproverò a mezza voce.

    Mitch Hollaran era uscito dalla sua vita molto tempo prima e non sarebbe di certo riapparso così all'improvviso.

    Sophia usò un'unghia dalla manicure ben fatta per aprire la busta e ne estrasse un biglietto che recava impresso il monogramma di un prestigioso studio legale di Los Angeles.

    Sussultò. Aprì il biglietto e riconobbe la grafia al suo interno, audace, sfrontata e piena di quella passione che ogni ragazza avrebbe voluto conoscere.

    Ci vediamo in tribunale.

    Nessuna firma, solo un'iniziale, ma lei non aveva bisogno di firme per sapere che quel pacchetto le era stato spedito da Mitch. Si accasciò su una delle poltrone per i clienti e chiuse gli occhi.

    Ricordi di Mitch e della passione che avevano condiviso l'assalirono. Troppo al verde per permettersi una settimana bianca durante le vacanze invernali, erano rimasti nel loro appartamento vicino al campus di Harvard, dove entrambi stavano studiando giurisprudenza, ascoltando blues e facendo l'amore per quattro giorni interi.

    Sophia si concedeva raramente di ripensare a quei giorni; ormai era una donna diversa, stava per diventare il viceprocuratore distrettuale di Orange County. Tutta Orlando la conosceva come una donna che sapeva farsi rispettare, sia in tribunale sia fuori.

    E lei non indulgeva più al lato sensuale della propria personalità. Aveva imparato sulla propria pelle che ambizioni professionali e passione personale non potevano coesistere. Forse poteva funzionare per altre donne, ma non per lei.

    Non aveva un partner da quando Robert l'aveva lasciata diciotto mesi prima; lui avrebbe voluto sposarla, ma Sophia non se l'era sentita d'impegnarsi. Non aveva analizzato il proprio comportamento e non intendeva farlo ora. Sapeva soltanto che Robert non era importante quanto la sua carriera né lo sarebbe mai stato.

    Probabilmente era per quello che la ricomparsa di Mitch nella sua vita la riscaldava tanto, risvegliando il ricordo del periodo più sensuale della sua vita.

    Invece di soffermarsi su quella riflessione, Sophia aprì il pacchetto; al suo interno trovò sei Corona e un sacchetto di lime. Accanto vide un CD di Stevie Ray Vaughan. Rabbrividì, risentendo nella mente il suono rauco del blues di Vaughan e ricordando le dita di Mitch sul proprio corpo. Fresche e umide di succo di lime, le avevano accarezzato la schiena.

    Il telefono squillò e lei trasalì, si portò una mano al collo e inspirò profondamente prima di rispondere.

    «Deltonio.»

    «Joan ti vuole vedere nel suo ufficio» la informò Alice.

    «Adesso?»

    «Ha detto appena puoi, si tratta del caso Spinder.»

    «Grazie, Alice. Dille che vado subito.»

    Sophia riagganciò. Ripose il biglietto e il nastro di velluto di Mitch nella valigetta e mise le Corona nella credenza dietro il cestino della carta straccia. Benché nascosto, il pacchetto continuò a tormentarla con i ricordi.

    Gli accordi della chitarra di Vaughan le riecheggiarono nella mente mentre lei ricordava il brivido delle carezze di Mitch. Male, molto male.

    Doveva concentrarsi.

    Il caso Spinder coinvolgeva una celebrità di Hollywood e una diciassettenne, Holly McBride. Il capo d'accusa contro Jason Spinder era di aver avuto rapporti sessuali con una minorenne l'autunno precedente, quando Holly aveva solo sedici anni e lui stava girando a Orlando il proprio ultimo film, che poi aveva sbancato il botteghino.

    Sophia ripassò mentalmente i dettagli del caso, relegando Mitch nel passato. Stava per incontrare il proprio capo, non poteva permettere a un uomo d'interferire con la sua carriera. Maledizione. Aveva pericolosamente bisogno di uscire con un uomo, se un semplice pacchetto regalo riusciva a innervosirla tanto.

    Estrasse il tubetto del rossetto dalla borsa e si ritoccò accuratamente le labbra. Poi si gonfiò con le dita i capelli lunghi fino alle spalle e li risistemò. Bandì Stevie Ray Vaughan dalla propria mente, concentrandosi su Back in black degli ACDC, il brano che ascoltava sempre prima di entrare in tribunale. Quel rauco hard rock la caricava, facendola sentire invincibile.

    Prese il blocco con gli appunti e i documenti sul caso Spinder. L'ufficio del procuratore distrettuale subiva già fin troppe pressioni dalla stampa, rifletté, immaginando con disappunto l'attenzione dei media che un processo a una celebrità avrebbe sicuramente suscitato.

    Ecco spiegato il pacchetto di Corona; dalle notizie che Sophia aveva raccolto riguardo a Mitch, sapeva che lui si era conquistato l'invidiabile reputazione di vincere sempre le cause che seguiva, e stava diventando l'avvocato delle celebrità. Probabilmente era il difensore di Spinder.

    Ovviamente Mitch riappariva nella sua vita proprio quando le cose stavano cominciando ad andare per il verso giusto, la sua carriera stava decollando e lei si era abituata a stare sola.

    Dopo dieci anni, il suo ritorno non avrebbe dovuto turbarla tanto, ma lei sapeva che non sarebbe stato un incontro gradevole. Sapeva di avergli fatto male nel peggiore dei modi e sapeva anche che Mitch non l'aveva dimenticata né tanto meno perdonata.

    Le Corona e il CD garantivano che Mitch non sarebbe arrivato a Orlando soltanto per vincere in tribunale.

    Joan Mueller osservò la propria pupilla mordersi nervosamente il labbro inferiore. In genere, Sophia sprizzava energia da tutti i pori, pronta ad affrontare qualunque sfida, ma quel giorno Joan percepì qualcosa di diverso in lei.

    «Perché ti ci è voluto tanto per venire qui?» le chiese la donna. Era trascorso un quarto d'ora da quando aveva parlato con la segretaria di Sophia. Non era la prima volta che Sophia si prendeva del tempo prima di recarsi a rapporto da lei, ma quest'ultima ebbe l'impressione che qualcosa la crucciasse.

    «Ho dovuto cercare la documentazione» rispose lei.

    In effetti Sophia era l'avvocato più organizzato dello staff di Joan, nonché il più occupato. «Congratulazioni per la tua vittoria di oggi.»

    «Grazie. Posso dire, in tutta sincerità, che non mi sarei mai aspettata di dover rappresentare lo stato contro un uomo definito il ladro di mutandine

    «È proprio per questo che amo il nostro lavoro, perché ci occupiamo di casi diversi dal solito.»

    «Decisamente!»

    «Ti senti pronta per questo pomeriggio?» Di norma Joan non avrebbe menzionato la fase della citazione in giudizio, ma visto l'interesse dei media, voleva essere certa che tutto procedesse nel migliore dei modi, senza trascurare alcun dettaglio.

    «Mmh... a proposito. In questo momento mi sto occupando di molti casi e mi stavo chiedendo se non sarebbe meglio...»

    Joan si sedette sulla poltrona. Cosa stava cercando di dirle Sophia? Alla sua pupilla serviva una vittoria di alto profilo da aggiungere al proprio curriculum, già di per sé notevole, per aggiudicarsi la posizione di viceprocuratore. Lei seguiva attentamente la carriera di Sophia fin da quando era entrata a far parte del suo staff quasi sette anni prima.

    «Qualcosa non va, Sophia? Sei l'unica alla quale avrei voluto affidare questo caso. Hai bisogno di lavorare a contatto con la stampa.» Preparava da tempo Sophia per la carica di viceprocuratore distrettuale, e fino a quel momento Joan non aveva avuto ragione di dubitare che lei fosse la persona giusta per quel lavoro.

    Considerò mentalmente gli altri candidati.

    Joseph O'Neill era una possibilità, era giovane e piuttosto ambizioso, ma a lei sarebbe piaciuto lasciare il proprio posto a un'altra donna, quando fosse andata in pensione.

    «Hai ragione» disse Sophia.

    «Finita la causa, potrai prenderti qualche giorno di ferie» la incoraggiò Joan. Da quando era entrata a far parte dello staff, Sophia non aveva mai chiesto ferie.

    «In effetti credo di avere proprio bisogno di una vacanza.»

    Vista l'attenzione che avrebbe attratto e l'interesse dei media, quel caso era molto importante per l'ufficio del procuratore distrettuale.

    Joan ripensò alle decisioni che aveva dovuto prendere cinque anni dopo essere diventata procuratore distrettuale. A quell'epoca usciva ancora con Maurice Hanner e, dopo alcuni mesi che si vedevano, lei aveva cominciato a pensare che si sarebbero potuti sposare. Ma nel suo cuore, nessun uomo aveva mai retto il paragone con la giurisprudenza.

    Si augurava che Sophia compisse la medesima scelta. A ogni modo, era meglio cominciare a tenere d'occhio anche Joseph.

    Mitch Hollaran aveva sentito la frase proverbiale che la vendetta è un piatto da servire freddo; per la verità la temperatura non gli interessava più, visto che il momento tanto atteso era prossimo. Per dieci anni era vissuto attenendosi al giuramento fatto quando era un giovane ventiquattrenne. Quando aveva dato retta alle gonadi invece che alla propria testa e si era lasciato abbindolare da una strega dai capelli neri che tormentava ancora i suoi sogni.

    Gli piaceva credere di essere più furbo, dieci anni dopo, benché qualche volta ne dubitasse. Quella mattina, però, era diverso: tutto sembrava andare per il verso giusto. Il suo volo era atterrato in anticipo, lui aveva trovato ad aspettarlo la Porsche nera che aveva chiesto a noleggio e dallo studio legale gli avevano confermato che il pacchetto spedito a Sophia era stato consegnato.

    Gli sarebbe piaciuto vedere la sua faccia quando aveva letto il biglietto e aveva capito che lui sarebbe tornato in città. E nella sua vita.

    Il solo pensiero di rivedere Sophia Deltonio lo eccitava. Non era solo perché lo aveva messo in una posizione insostenibile con lo studio legale presso il quale lui aveva sperato di lavorare, no, Sophia aveva distrutto tutti i suoi progetti per il futuro.

    Tutti gli uomini della famiglia Hollaran avevano sposato le ragazze di cui si erano innamorati al liceo. Quattro generazioni di consanguinei avevano indotto Mitch a sperare che la ragazza conosciuta in quel momento della propria vita fosse quella giusta con la quale costruire una famiglia. Sophia era sembrata la personificazione di tutto ciò che Mitch poteva desiderare in una donna, ma aveva distrutto quell'immagine con una singola, fredda mossa calcolata.

    Benché lui fosse soddisfatto della propria vita, non avrebbe avuto pace finché non fosse uscito vincitore da un incontro con lei.

    E pensare che quell'opportunità gli sarebbe stata offerta da un cliente come Jason Spinder!

    Mitch aveva parlato al telefono con Spinder prima di lasciare Los Angeles. Jason gli aveva assicurato che Holly McBride gli aveva detto di avere diciotto anni e che altri avevano confermato la sua storia. Ma restava il fatto che Spinder era andato a letto con Holly quando lei era ancora minorenne. Lui avrebbe dovuto provare alla giuria che la ragazza aveva ingannato Jason per interesse personale, usando il proprio corpo per ottenere ciò che voleva.

    Dal primo momento in cui la sua assistente gli aveva mandato la documentazione su Jason e sul procuratore distrettuale che si sarebbe occupato del caso, Mitch aveva pensato unicamente alla donna che lo aveva tradito.

    Aveva l'opportunità di affrontare l'unica donna con cui avesse perso tanto tempo prima. E in quel caso intendeva essere il vincitore.

    Aveva avuto altre partner da quando si erano lasciati, ma non aveva permesso a nessuna donna di consumarlo come aveva concesso a Sophia l'inverno di molti anni prima. Quando era stato giovane.

    Giovane e ingenuo, ma era cambiato. Sapeva che anche lei doveva essere cambiata e aveva bisogno di vedere che genere di donna fosse diventata, per dimenticarla, esorcizzarla e continuare per la propria strada.

    Nella sua mente la rivedeva sempre con indosso solo il nastro di velluto

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1