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Un amore da capo: Harmony Destiny
Un amore da capo: Harmony Destiny
Un amore da capo: Harmony Destiny
Ebook161 pages2 hours

Un amore da capo: Harmony Destiny

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About this ebook

Nel momento in cui la moglie Alina si risveglia dal coma dopo un incidente e non ricorda niente degli ultimi cinque anni, Porter Rutger si rende conto di trovarsi davanti a una perfetta seconda opportunità. Il costruttore milionario e la moglie, infatti, erano sull'orlo del divorzio. Adesso Porter può provare a ripartire da capo per costruire la famiglia che ha tanto desiderato, ed è disposto a usare ogni arma a sua disposizione.

Alina, dal canto suo, non riesce a resistere all'attrazione che quell'uomo sconosciuto le suscita, pur sentendo che il suo passato cela anche qualcos'altro...

Lasciarsi travolgere dalla passione la aiuterà a rinsaldare il legame con l'uomo che amava, oppure il prezzo che dovrà pagare sarà molto più alto di quanto si aspetta?
LanguageItaliano
Release dateJan 19, 2018
ISBN9788858976296
Un amore da capo: Harmony Destiny
Author

Catherine Mann

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Un amore da capo - Catherine Mann

    successivo.

    1

    Fin da bambina, Alaina Rutger aveva sempre sognato di avere una famiglia. E quel sogno era diventato realtà: stava tornando a casa dall'ospedale, in compagnia dell'affascinante marito e del loro bambino.

    Aveva una vita perfetta.

    Peccato che non sapeva chi fosse l'uomo che le aveva regalato un anello di fidanzamento con un diamante da quattro carati. Lo stesso che aveva detto di chiamarsi Porter Rutger e di essere suo marito, nonché padre di suo figlio. Ogni minimo ricordo che aveva di lui era stato cancellato dalla memoria, insieme agli ultimi cinque anni della sua vita.

    Distolse lo sguardo da quell'uomo dalle spalle larghe e dai capelli corvini per osservare il bambino adagiato accanto a lei nel sedile posteriore. Suo figlio.

    Alaina gli rimboccò la copertina rossa ricamata con le iniziali. Il piccolo dormiva beato nel seggiolino. Portava una scarpina di lana a un piede, mentre l'altro era avvolto da un gesso che serviva a curare una malformazione congenita. Un'altra persona cancellata dalla memoria. Un altro tormento da aggiungere al suo mondo già in preda al caos.

    Una settimana prima si era svegliata in un letto d'ospedale, senza il benché minimo ricordo dell'uomo al suo capezzale o del bambino avvolto in una copertina blu nella culla accanto.

    Risvegliarsi da un coma le era sembrato come risvegliarsi con i postumi di una sbornia colossale. La testa le faceva così male da non riuscire quasi a muoversi. Dopo aver dato una rapida occhiata intorno, si era resa conto di essere in ospedale. D'un tratto, aveva notato un uomo bellissimo con i capelli arruffati, addormentato sulla sedia accanto. Era forse il suo Dottor Stranamore?

    «Ciao» gli aveva detto con voce gracchiante per colpa della gola secca.

    Il Dottor Stranamore si era svegliato di soprassalto.

    «Alaina?» Aveva sbattuto le palpebre, si era stropicciato gli occhi con fare incredulo ed era subito balzato in piedi. «Santo cielo, sei sveglia! Chiamo subito l'infermiera.»

    «Ho sete» aveva replicato lei flebilmente.

    Quell'uomo aveva premuto il pulsante di chiamata dell'infermiera.

    «Dobbiamo aspettare di sentire le indicazioni dei medici. Ma ti prometto che presto avrai tutto quello che vuoi.»

    Allora, se non era un dottore...

    «Chi sei?»

    L'uomo aveva alzato lentamente lo sguardo dalla pulsantiera con un'espressione scioccata.

    «Chi sono?»

    Alaina aveva un terribile cerchio alla testa. «Scusa, mi sento proprio uno straccio. Che cos'è successo?»

    «Alaina...» le aveva risposto cautamente. «Abbiamo avuto un incidente stradale.»

    «Abbiamo?» Conosceva quell'uomo?

    «Sì» le aveva confermato, prendendola per mano. «Sono Porter, tuo marito.»

    Quella rivelazione l'aveva colpita come un fulmine a ciel sereno, lasciandola sconvolta. Dopo essere stata visitata dal personale medico, suo marito le aveva spiegato che un mese prima avevano avuto un incidente stradale di ritorno dall'agenzia di adozione in cui erano andati a prendere Thomas. Quell'uomo, Porter Rutger, era suo marito. E Alaina faceva ancora fatica a ricordarne il nome. Porter le aveva detto che il piccolo era nato con una malformazione chiamata piede torto e, mentre lei era in coma, era stato sottoposto a svariati interventi chirurgici. Non si sentiva ancora pronta a lasciare l'ospedale, ma ormai era giunto il momento. I medici l'avevano rassicurata dicendo che tutte le neomamme provavano quella paura quando stavano per tornare a casa con il proprio bambino. Alaina non lo metteva in dubbio, non tutte le neomamme, però, soffrivano di amnesia come lei.

    Al risveglio da quel sonno profondo, Alaina aveva provato un misto di rabbia e paura. In un mese, gli ultimi cinque anni della sua vita erano svaniti nel nulla. E, cosa ancora più straziante, non aveva più alcun ricordo dei quattro anni e mezzo trascorsi insieme a Porter. In sole quattro settimane era stata privata di una parte significativa della propria vita. Eppure, anche se la mente di Alaina era offuscata, il suo corpo non sembrava risentirne affatto. Provava persino attrazione per quel marito che non conosceva.

    Quando le sfiorò la mano per aiutarla a salire in auto, avvertì un brivido lungo la schiena. Cercò di distrarsi guardando fuori dal finestrino, mentre Porter guidava la Mercedes lungo la costa della Florida, in direzione di quella che aveva detto essere la loro casa al mare. Visto che l'incidente era avvenuto in prossimità di quell'abitazione, gli era sembrato più ragionevole fermarsi lì. I medici gli avevano sconsigliato di intraprendere un viaggio con un neonato che aveva subito un'operazione e una moglie appena uscita dal coma per raggiungere la casa in cui vivevano a Tallahassee. Avevano consigliato di restare nelle vicinanze e così Porter aveva suggerito come sistemazione la casa al mare.

    A quanto pareva, quel marito dal fisico statuario era più ricco di Creso. Infatti possedeva un'impresa edile di successo che si era aggiudicata importanti appalti in tutto il Paese. L'aveva assicurata che non avevano il benché minimo problema finanziario. E questa era sicuramente un'altra cosa di cui essere grata. Eppure, Alaina non poteva fare a meno di sentirsi a disagio per lo squilibrio di potere che c'era tra lei e suo marito.

    Porter era l'unica persona in grado di fornirle informazioni sul passato. I suoi genitori erano morti e, da quando cinque anni prima si era lasciata con l'ex fidanzato violento, aveva perso i contatti con gli amici.

    Non aveva alcun ricordo dei mesi successivi, quelli in cui aveva incontrato Porter e si era innamorata di lui. E l'aveva sposato. Le aveva raccontato che, dopo il matrimonio, si erano trasferiti nel Sud Est della Florida. Era parecchio distante dalla sua città natale nella Carolina del Nord. Per quanto credesse a quello che le diceva il marito, si chiedeva se avesse omesso alcuni particolari. Gli uomini sono noti per essere molto sintetici, tralasciando i dettagli o le componenti emotive che per una donna sono fondamentali.

    Porter la guardò dallo specchietto retrovisore. Quegli occhi color caffè la colpivano nel profondo.

    «Alaina, va tutto bene?» le chiese con un accento che lasciava difficilmente trapelare le sue origini del Sud degli Stati Uniti. Un altro dettaglio che non avrebbe potuto scoprire, se non gliene avesse parlato.

    Che cosa si aspettava che rispondesse? Da quando si era risvegliata dal coma, ogni loro conversazione era stata piuttosto neutra. Di fronte ai medici, Porter aveva sempre parlato in maniera misurata, per paura che una rivelazione troppo scioccante la sconvolgesse. A mano a mano che si avvicinavano alla casa al mare, Alaina sentiva la tensione aumentare sempre di più, fino a quando non riuscì più a trattenersi e gli domandò a bruciapelo: «Il dottore ti ha detto come mai non ho alcun ricordo degli ultimi cinque anni? È come se un quarto della mia vita fosse sparito nel nulla».

    «Hai parlato tu stessa con il medico. In quanto sua paziente, è obbligato a raccontarti tutta la verità.» L'uomo al volante era indubbiamente gentile, però gli mancava quel calore che Alaina si sarebbe aspettata dall'uomo con cui aveva scelto di passare il resto della vita. Suo marito.

    Come mai aveva sposato una persona così controllata? Ecco un'altra domanda a cui non sapeva dare una risposta.

    «Lo so benissimo. La mia era più che altro una domanda retorica, perché ci sono molte cose di cui non mi capacito.» Abbassò lo sguardo sul piccolo che dormiva con addosso un pigiamino da elfo di Babbo Natale. «Per esempio, come si fa a dimenticare un bambino così adorabile?» Guardare Thomas risvegliava in lei l'istinto materno. Dato che era sempre stata figlia unica, aveva sognato una famiglia numerosa. Se lei e Porter erano sposati da quattro anni, perché avevano aspettato così tanto per avere un figlio?

    «L'hai visto per la prima volta qualche ora prima di avere l'incidente.» Porter svoltò in direzione di una via isolata che fiancheggiava enormi ville con giardini ben curati e una meravigliosa vista sull'oceano.

    «È il mio bambino...» Si interruppe per accarezzare la manina di Thomas, «nostro figlio. È una di quelle cose che ti cambiano la vita. Ogni singolo minuto trascorso con lui dovrebbe essere impresso in maniera indelebile qui» concluse toccandosi la fronte.

    «Non ricordi nemmeno di esserti sposata» osservò Porter in tono sarcastico. Alaina si pentì di non essersi morsa la lingua. Dopotutto, si trattava di un momento difficile anche per lui. «Mi dispiace» si scusò, «neanche per te dev'essere facile.»

    «Sei viva e ti sei ripresa dal coma. È molto più di quanto sperassi.» Cercò di mascherare l'emozione che si celava dietro quelle parole mentre proseguiva lungo la strada affiancata da palme. «Posso affrontare il resto.»

    «Così mi fai sentire in colpa per essere frustrata.»

    «Prenditi un po' di tempo» le suggerì tenendo le mani appoggiate al volante. Il sole illuminava il costosissimo orologio Patek Philippe che portava al polso. «Ne hai passate tante» aggiunse. Come faceva a ricordarsi la marca dell'orologio di Porter e non sapere se la sua fede avesse un'incisione? Forse era stata la passione che aveva sempre avuto per gli oggetti belli ed eleganti a farle identificare il produttore dell'orologio. La stessa che l'aveva spinta a specializzarsi in storia dell'arte all'università.

    «Anche tu, se è per questo. Di sicuro per te sarà stato un mese infernale, con un figlio che aveva bisogno di operazioni chirurgiche e una moglie in coma.»

    «Non ha più importanza» la rassicurò, «adesso sto bene.»

    Mentre l'auto si fermava a un segnale di stop addobbato per le prossime feste, Alaina fu quasi divertita da quell'affermazione.

    «Non sarai uno di quegli uomini tutti d'un pezzo che non si scalfiscono mai?»

    I loro sguardi si incrociarono nello specchietto retrovisore. «Sono uno che credeva di aver perso tutto.»

    Alaina provò compassione per quel marito di cui non sapeva nulla. «In un certo senso, è ancora così» lo corresse con tono triste, «dato che non ricordo minimamente la nostra vita insieme.»

    Giunti a un incrocio deserto, Porter appoggiò il gomito allo schienale e si voltò verso di lei. «Tu e nostro figlio siete vivi. È l'unica cosa che conta per me.»

    Fin da quando aveva ripreso conoscenza, la tensione fra loro due era stata palpabile. Suo marito aveva tutte le risposte di cui lei aveva bisogno. Eppure, in quel momento, la sincerità che traspariva dagli occhi di Porter le scatenò la voglia irrefrenabile di abbracciarlo e di godere della familiarità di quel gesto. Fu tentata di sfiorargli il gomito, ma una macchina alle loro spalle suonò il clacson e Alaina ritrasse istintivamente il braccio. Come le era venuto in mente? In fin dei conti, non sapeva nulla di quell'uomo, della vita che avevano costruito insieme, né tantomeno del futuro che li attendeva. Il destino aveva completamente cambiato le carte in tavola. Tuttavia, per il bene di Thomas, lei e Porter avrebbero dovuto fare il possibile per ritrovarsi. Forse lo spirito del Natale avrebbe compiuto il miracolo di rimettere insieme la famiglia?

    Alaina si spostò sul sedile, cercando di placare l'irrequietezza che provava. «Posso farti domande riguardo al passato?»

    «Sì, ma perché non l'hai fatto prima?» le chiese mantenendo lo sguardo fisso sulla strada. In un certo senso, questo rese più facile parlare con lui.

    «Perché... avevo paura che non mi avresti risposto.»

    «E cos'è cambiato?»

    «Siamo fuori dall'ospedale. Non siamo più circondati da medici convinti che i ricordi prima o poi riaffioreranno. Continuavano a ripetermi di non insistere, questo, però, non fa che peggiorare le cose.» Aveva bisogno di risposte. Come avrebbe potuto essere una moglie per Porter e una madre per Thomas se non sapeva più chi fosse o come erano diventati una famiglia?

    «Ti fiderai delle mie risposte?» chiese guardandola nuovamente.

    «Che cosa guadagneresti mentendomi?» Questa sì che era una bella domanda. Tuttavia non le restava altro che fidarsi completamente di un uomo che conosceva a malapena se voleva rimettere in piedi la loro famiglia. «Come ci siamo conosciuti?»

    «La mia ditta stava realizzando l'espansione del museo in cui

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