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Adesso sei a casa!: Harmony Collezione
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Adesso sei a casa!: Harmony Collezione

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About this ebook

Alex e Corinne: un matrimonio durato dodici anni e due figli, Bobby e Mitzi, che hanno un unico grande desiderio... Alex, che sta divorziando dalla moglie, torna a casa per rivedere i suoi due figli mentre è in procinto di firmare un importante contratto di lavoro ai Caraibi. All'arrivo, tra lui e la moglie sono scintille e, sebbene entrambi continuino a negarlo, è però evidente che tra loro è ancora vivo l'amore. Tuttavia saranno le parole di suo figlio a colpire Alex nel profondo e a portarlo a riflettere. Infatti, proprio dallo sfogo del piccolo capisce che la sua ossessione per il lavoro ha mandato a rotoli il suo matrimonio. Così, quando giunge il momento di partire per i Caraibi, rinuncia e decide di rimanere a casa. Con la sua famiglia. La sua nuova famiglia.

LanguageItaliano
Release dateDec 10, 2014
ISBN9788858929117
Adesso sei a casa!: Harmony Collezione
Author

Lucy Gordon

Lucy Gordon cut her writing teeth on magazine journalism, interviewing many of the world's most interesting men, including Warren Beatty and Roger Moore. Several years ago, while staying Venice, she met a Venetian who proposed in two days. They have been married ever since. Naturally this has affected her writing, where romantic Italian men tend to feature strongly. Two of her books have won a Romance Writers of America RITA® Award. You can visit her website at www.lucy-gordon.com.

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    Book preview

    Adesso sei a casa! - Lucy Gordon

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Millionaire’s Christmas Wish

    Mills &Boon Short Stories

    © 2003 Lucy Gordon

    Traduzione di Loretta Marsilli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-911-7

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Al mondo non si era mai visto un albero più bello: alto più di due metri, luccicante di gingilli, fili d’argento e lucine lampeggianti, con una grande stella d’oro sulla punta.

    La base era circondata da numerosi pacchi decorati con fiocchi colorati, che si allargavano generosamente sul pavimento.

    Tutto l’insieme costituiva un’immagine di ricchezza e di abbondanza. Era il tipico albero di una famiglia felice, destinato a stare in una casa confortevole, circondato da bambini sereni che, tutti eccitati, scartavano i pacchi per impossessarsi dei doni a lungo desiderati.

    Invece se ne stava tutto solo in un angolo dell’enorme ufficio di Alex Mead.

    I pacchi erano finti. Un bambino che li avesse scartati non avrebbe trovato che scatole vuote sotto la carta decorata ad allegri motivi natalizi.

    Ma non ci sarebbe stato nessun bambino a scartarli. L’intera scenografia era stata ideata e realizzata dalla segretaria personale di Alex, Katherine, e per quanto lo riguardava, era stato un inutile spreco di tempo.

    In quello stesso istante, la giovane in questione entrò nella stanza reggendo delle lettere in una mano e un giornale nell’altra. Mentre passava davanti all’albero, gli lanciò uno sguardo carico di orgoglio.

    Alex se ne accorse.

    «Sei un’inguaribile romantica» disse, gratificandola di uno dei suoi più conturbanti sorrisi, di quelli che non mancavano mai di accattivargli la simpatia generale, almeno al primo incontro. Al secondo, le cose già cominciavano a cambiare: i suoi concorrenti, così come i suoi soci, non ci mettevano molto a capire che, dietro alla sua maschera di affabilità, Alex Mead celava la freddezza di un pescecane.

    «Be’, è molto carino» disse Katherine, sulla difensiva. «Onestamente, Alex, non senti la magia del Natale?»

    «Certo che la sento. Prova a dare un’occhiata alla tua busta paga.»

    «L’ho fatto, ed è stata una bella sorpresa.»

    «Te la sei guadagnata, Kath. Hai lavorato quasi quanto me alla riuscita di questa impresa.»

    Era molto generoso in termini di denaro. Tutti i dipendenti avevano ricevuto una gratifica natalizia decisamente superiore alle loro aspettative. Alex sapeva come convincere il personale a lavorare fino a ore incredibili, la sera.

    «Ci sono delle persone che vorrebbero venire a ringraziarti» disse Katherine.

    «Di’ loro che non ce n’è bisogno. Di’ che me lo hai riferito e che io ho risposto come si deve... che auguro a tutti di trascorrere un buon Natale, in famiglia... Vedi tu.»

    «Parli come il vecchio Scrooge di Racconto di Natale.»

    «Io sono Scrooge» replicò lui in tono divertito.

    «Bugiardo» disse Katherine, avvalendosi del privilegio di una lunga amicizia. «Scrooge non avrebbe mai permesso ai suoi dipendenti di iniziare le ferie un giorno prima, come stai facendo tu. La maggior parte degli uffici rimane operativa fino al pomeriggio del ventiquattro.»

    «Sì, e con quali risultati? Nessuno combina niente la mattina della vigilia di Natale. La metà degli impiegati ciondola per i corridoi guardando l’orologio. È una perdita di tempo per tutti.»

    Katherine aprì il giornale alla pagina economica e lo posò sulla sua scrivania.

    «Hai letto questo?»

    Era il più bel regalo di Natale che un imprenditore potesse ricevere: un’intera pagina dedicata alla Mead Consolidated e alla sua incredibile ascesa. Al suo impatto sul mercato, al suo brillante futuro.

    A rafforzare tutto ciò, c’era una foto di Alex, il sorriso smagliante, che diceva al mondo che lì c’era un uomo sicuro di sé e ricco di fascino, capace di seguire la sua rotta anche in acque infestate da pescecani. Solo a uno sguardo molto attento non sarebbe sfuggito che lui era uno di loro.

    La foto lo ritraeva a mezzo busto, perciò non si vedeva il fisico allampanato, un po’ troppo esile per la sua altezza. Alex Mead era magro perché si dimenticava di mangiare, sicuro com’era che la sua energia sarebbe stata sufficiente a nutrirlo. Allo stesso modo, era certo che bastasse il suo dinamismo per far colpo sulle persone.

    Il suo maggior vanto era quello di non avere nervi.

    La verità, come Katherine ben sapeva, era che Alex se li mangiava, i nervi. Una pessima abitudine, che lo faceva apparire molto più vecchio dei suoi trentasette anni e che, con il trascorrere del tempo, aveva reso il suo sorriso sempre più sfuggente e imprevedibile.

    Come stava cominciando a essere anche il suo carattere.

    Quando Katherine aveva iniziato a lavorare per Alex Mead, lui era un giovane imprenditore ambizioso e sicuro del fatto suo.

    E il suo colorito era decisamente più sano.

    Adesso era pallido e smunto, e spesso si presentava in ufficio con le borse sotto gli occhi. Ciononostante, era ancora un uomo attraente. Ma il suo fascino non era un mero fatto estetico. La verità era che Alex possedeva una sorta di misterioso talismano, una luce interiore indefinibile a parole.

    Katherine lo aveva accompagnato in diversi viaggi di lavoro, e aveva visto le donne girarsi ad ammirarlo al suo passaggio, gli sguardi carichi di interesse. Onestamente, lui non aveva mai raccolto quegli inviti, benché lei non avesse mai capito se fosse per amore e rispetto verso sua moglie, o, molto più banalmente, perché non aveva tempo da sottrarre agli affari.

    «Stiamo attenti a quest’uomo» lesse adesso ad alta voce dal giornale. «Il prossimo anno a quest’ora la Mead Consolidated rischierà di dominare il mercato... Be’, è un pezzo così brillante che avresti potuto scriverlo tu stesso.»

    Alex rise. «Chi ti dice che non lo abbia fatto?»

    «Ora che ci penso, è probabile che sia così. Sei talmente presuntuoso che saresti capace di qualsiasi cosa.»

    «Così presuntuoso che, se davvero lo avessi scritto io, avrei dato il nostro dominio sul mercato per certo. Quel rischierà mi disturba. Devo arrivare al top, e stai certa che lo farò.»

    «Alex, hai iniziato solo undici anni fa, praticamente partendo da una baracca. Datti tempo.»

    «Non è di tempo che ho bisogno. Quello che mi serve in questo momento è solo la firma di Craddock. Dopodiché, potrò dire veramente di aver concluso il più grosso affare della mia vita.»

    «Be’, in teoria lo hai già fatto.»

    «No, finché non avrà firmato il contratto. Dannazione! Che bisogno c’era di andare ai Caraibi?»

    George Craddock, l’uomo la cui firma Alex era determinato a ottenere usando ogni mezzo lecito o illecito a sua disposizione, stava per firmare quando, all’improvviso, gli era saltato in mente di fissare un incontro sulla minuscola isola caraibica di sua proprietà. Aveva chiamato Alex quello stesso pomeriggio.

    «E, come se non bastasse, con la scusa della firma del contratto, ha organizzato anche una grande festa alla quale, a questo punto, sono praticamente obbligato a partecipare» disse Alex.

    Katherine lo guardò corrugando la fronte. «Una festa? Per quale motivo?» chiese.

    «Craddock è vecchio, solo e mezzo matto, e non ha nessuno con cui passare il Natale. Perciò devo mandare all’aria tutti i miei piani e partire stasera stessa per Crab Island.»

    «Sbaglio, o avresti dovuto trascorrere il Natale con la tua famiglia?»

    «Sarei dovuto arrivare domani e ripartire dopodomani. Adesso sarò costretto a chiamare Corinne e spiegarle che sono stato invitato altrove. Spero solo che capisca che non è colpa mia se ho dovuto cambiare programma.»

    Il buongusto impedì a Katherine di replicare, Come no, capisce così bene che ti ha chiesto il divorzio.

    Quante volte, negli ultimi anni, si era dovuta mordere la lingua per trattenersi dal dire ciò che avrebbe voluto. E cioè che gli affetti familiari dovevano avere sempre la precedenza, su tutto.

    Da principio, Katherine aveva invidiato Corinne. Alex Mead non era solo il suo capo, ma anche il suo idolo. O meglio, lo era stato, quand’erano entrambi più giovani.Però, con il passare degli anni, lo aveva visto cambiare, e in peggio, purtroppo. E a farne le spese non era stata solamente la sua salute, ma soprattutto la sua vita familiare.

    Capitava spesso che Alex incaricasse lei personalmente di avvertire Corinne che erano sopravvenuti degli impegni che lo avrebbero costretto a rimanere fuori, quella sera, o quella settimana.

    «Poi fai una corsa dal fiorista, e mandale delle rose» le diceva, sistemando frettolosamente i documenti nella sua valigetta. «O degli altri fiori, vedi tu. Io non ho tempo, sono già in ritardo.»

    E correva via.

    Un giorno, Corinne le aveva telefonato in ufficio mentre Alex era fuori.

    «Katherine, volevo solo informarti che so perfettamente che sei tu a scegliere i fiori. D’ora in avanti, non farlo più, ti prego.» Fece una pausa prima di aggiungere: «Mi umilia».

    Katherine si era sentita un verme.

    «Avresti dovuto mandare Craddock a quel

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