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Cuori al galoppo: Harmony Collezione
Cuori al galoppo: Harmony Collezione
Cuori al galoppo: Harmony Collezione
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Cuori al galoppo: Harmony Collezione

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About this ebook

Danielle Tate sa benissimo di rischiare molto, forse troppo, ma l'occasione di lavorare nelle scuderie di Reid Hamilton come trainer del purosangue Solstice è troppo importante per rinunciare. Certo, le rimane sempre il dubbio che lui possa riconoscere in lei la giovane e misteriosa debuttante con cui cinque anni prima aveva condiviso una notte di passione che le ha cambiato la vita. Arrivata nella proprietà di Reid, uomo dolce e sensibile, "Dani" scopre subito che...

LanguageItaliano
Release dateDec 10, 2015
ISBN9788858941850
Cuori al galoppo: Harmony Collezione

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    Cuori al galoppo - Darlene Scalera

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Born of the Bluegrass

    Harlequin American Romance

    © 2001 Darlene Scalera

    Traduzione di Maria Teresa Delladio

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-185-0

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Hamilton Hills Farm

    Lexington, Kentucky

    Reid si svegliò. Allungò una mano tra le lenzuola ma la donna se ne era andata. Il suo posto era ancora caldo.

    La notte, a ripensarci, gli sembrava un sogno: le stelle, la musica, la gente che fluttuava sotto il tendone bianco. Poi, un’improvvisa vampata di desiderio. Si era voltato per salutare un ospite quando aveva visto lei. Era rimasto a bocca aperta, ammutolito. Non aveva idea di quanto tempo fosse rimasto a fissarla, abbagliato dal rosso fiammante dei suoi capelli, dal verde smeraldo del suo vestito, dai fianchi stretti e dalle gambe affusolate. Una bellezza selvaggia e sconosciuta.

    Reid strinse le lenzuola nel pugno. Il fuoco della passione lo stava ancora divorando e la notte non era servita a quietarlo.

    La donna lo aveva fissato portandosi una mano sulla pelle nuda del décolleté, dove il seno magnifico prometteva segrete delizie. Poi le dita si erano mosse lentamente sul lungo collo fermandosi nella cavità dietro l’orecchio, con un gesto che sembrava volerlo rassicurare che lei era lì in carne e ossa.

    Allora lui l’aveva raggiunta e nel momento in cui l’aveva toccata era scoccata la scintilla del desiderio. La sconosciuta si chiamava Danielle DeVries, una debuttante della Carolina del sud. Era lì per i cavalli, come il resto degli invitati.

    Lui l’aveva baciata sulle labbra senza esitazioni e a quel contatto l’aveva sentita tremare.

    Reid era famoso per la sua dimestichezza coi purosangue e le belle donne. Molti avrebbero definito quella notte come una delle tante che Reid si concedeva. E anche lui sarebbe stato dello stesso parere se fosse stato un semplice osservatore. Ma quella volta le cose erano andate diversamente, perché da quando l’aveva presa sottobraccio, non era stato più padrone del suo destino. Quella donna lo aveva scosso sin nel profondo e, nonostante la notte trascorsa con lei, doveva constatare che, invece di sentirsi appagato, la desiderava ancora di più.

    Si tirò su a sedere, perfettamente lucido nonostante avesse dormito poco e bevuto molto. Era contento, agitato, sazio e voglioso. Quella era la magia di cui molti parlavano. Chi lo avrebbe detto? In fondo era stato soltanto un incontro occasionale... D’ora in avanti, non avrebbe più sottovalutato la vita.

    Raccolse gli abiti e si rivestì lasciando la casetta nella quale si rifugiava il suo bisnonno quando voleva bere bourbon e fumare sigari di nascosto. La notte stava per tramontare. La luna sembrava un fantasma nel cielo, ma sarebbero dovute trascorrere ancora parecchie ore prima che il sole la sostituisse. Del party della sera precedente era rimasto soltanto il tendone. Dietro di esso si stagliava la grande casa bianca in stile coloniale. Reid vide una luce in cucina. Qualcuno stava preparando il caffè. Ma lui prima sarebbe passato a controllare i cavalli. Sempre i cavalli...

    Era tutto tranquillo nella scuderia, a parte qualche sbuffo e qualche scalciata attutita dalla paglia. In lontananza, Reid udì la guardia notturna che faceva il suo giro d’ispezione. Reid risalì la corsia centrale ripensando alla donna e alla notte trascorsa con lei. Si stava dirigendo a un box in fondo alla stalla, dove c’era una targa d’ottone con inciso il nome: Tesoro Azteco. Un campione che sarebbe stato castrato, se i suoi geni non avessero avuto il valore dell’oro. Reid era ormai a metà corridoio quando udì un flebile gemito. Allora accelerò il passo.

    «Che c’è, campione?» domandò arrivando al box.

    La voce dal tono calmo e rassicurante gli si strozzò in gola allorché vide gli occhi del cavallo fuori dalle orbite. Pensò subito a una colica. Si precipitò ad aprire la porta accigliandosi quando notò che non era stata chiusa bene. Raccolse il paletto di legno sul quale si distinguevano numerosi colpi di zoccoli. Il cavallo non s’impennò. Al contrario, restò immobile con lo sguardo fisso, il corpo tremante. Reid si accostò alla bestia, poi si fermò vedendo che teneva sollevata la zampa anteriore. L’animale era sudato, e lui stesso iniziò a sudare dalla paura. Poi si voltò e vide il corpo raggomitolato di suo fratello che giaceva sulla paglia.

    1

    Corsa di Saratoga

    Saratoga Springs, NY

    Dani accarezzò una spalla muscolosa, un solido torace. Aveva un tocco delicato e sapeva perfettamente cosa tastare. Punti molli, duri, caldi.

    Fissò i profondi occhi scuri che la affascinavano tanto. Era una creatura complicata, quella. Maschio, carico di passione e nato per vincere.

    Si mosse e gli occhi scuri la seguirono. In quello sguardo vide ciò che gli altri non avrebbero mai scorto: il colore intangibile della vulnerabilità. Gli baciò le palpebre per calmarlo mentre con la mano lo accarezzava. Gli occhi continuavano a fissarla.

    «Gli altri non sentiranno nemmeno l’odore del tuo sudore, non è vero tesoro?» gli sussurrò dolcemente in un orecchio. Poi si accovacciò per accarezzargli la zampa affusolata. «Sei forte, vecchio mio. Ti interessano solo le piste e le puledre, non è così?» Gli afferrò un fascio di muscoli con la mano. «Sì, mio caro. Tutti parlano di te. Dicono che sei nato per lottare, che non c’è scampo con te. Sanno chi era tuo padre. Un purosangue.» Quindi si rialzò e si scostò di un passo. «Siamo stati insieme tutto questo tempo e ancora vuoi farmi credere che non t’importa niente di me. Vorresti spezzarmi il cuore ma non m’inganni, tesoro. Sai...» aggiunse in tono suadente e quasi impercettibile, «ho conosciuto un altro come te.» Gli mise un braccio intorno al collo e lo sentì tremare. «Non temere, bello mio. Tu sei sempre il mio favorito.»

    Quando si voltò per andarsene, Dani sentì un colpetto sulla schiena. «Una ragazza credulona penserebbe che stai contraccambiando il complimento, ma io non sono così ingenua.» E dopo avergli dato un’ultima carezza uscì dalla stalla.

    Era il clou del raduno d’agosto e chiunque orbitava nel mondo delle corse dei cavalli era lì a Saratoga con i migliori purosangue. Dopo essersi rigirata la visiera del berretto da baseball sul collo, Dani sollevò lo sguardo verso il cielo. La foschia mattutina si era alzata lasciando il posto a un cielo azzurro che rallegrava il cuore.

    I cavalli, dopo la passeggiata mattutina, erano stati lavati e strigliati. Avevano subito un controllo meticoloso delle zampe per vedere se presentavano ferite, gonfiori o abrasioni, che in tal caso venivano medicate e fasciate. Infine, veniva dato loro da mangiare: avena arricchita con vitamine.

    Dopo mezzogiorno nell’aria si formò una cappa pesante, che rendeva l’aria irrespirabile per i cavalli.

    Dani trascorse il pomeriggio in casa finché non fu ora di preparare il cibo per il pasto serale degli animali. Era intenta al suo lavoro quando a un tratto sentì una voce femminile alle sue spalle.

    «Il nonno mi ha detto che qui il puzzo sarebbe stato più sopportabile che da noi.»

    Dani si voltò e vide la nipote del proprietario delle stalle, Cicely Fox, respirare a fondo.

    «Ma tesoro, la puzza è puzza.»

    La bionda rise piegando la testa all’indietro. Lo stesso movimento dei purosangue. I raggi del sole rimbalzarono sulle gemme degli orecchini e sull’oro del girocollo mentre camminava sul viottolo della stalla appoggiandosi al braccio del cugino Prescott.

    «Attenta a dove metti i piedi» l’ammonì Prescott tirandola da una parte.

    «Oh!» esclamò lei evitando appena in tempo un mucchio di letame.

    Lo sguardo di Dani corse subito agli animali nei loro box. Uno nitrì, un altro sbuffò in uno strano modo ricordando una risata sarcastica.

    «Ehi, tu, ragazzo!»

    A Dani occorse qualche momento prima di capire che Prescott stava chiamando lei.

    «Pulisci la stalla. Non si può camminare qui dentro, tanto è sporco.»

    Dani afferrò la pala appoggiata contro la ringhiera. «Signorsì» replicò automaticamente. Una volta avrebbe risposto in tono meno condiscendente, ma una volta era giovane e incosciente. Ora non più. Conosceva l’ambiente e sapeva quanto poteva essere dannoso comportarsi diversamente.

    «Mio Dio!» esclamò Cicely turandosi il naso con un fazzoletto di carta ripiegato. «Saranno pure delle creature meravigliose, ma puzzano da morire.»

    «La tua, invece, chissà com’è...» borbottò Dani tra sé dirigendosi verso il mucchio di letame. A un tratto udì una risatina sommessa. Si irrigidì. Quando avrebbe imparato a essere più cauta? Alzò la testa e vide un uomo che stava ancora ridendo. Arretrò di un passo, sorpresa. Quel viso le era molto familiare.

    Reid Hamilton.

    Dani abbassò prontamente la testa e si sorresse alla pala, avvertendo gli occhi puntati su di lei. Non farlo avvicinare. Se le avesse toccato le spalle, sarebbe stata costretta a voltarsi e a guardarlo in faccia rivelando la sua debolezza. Non aveva alcun bisogno di essere studiata da quell’uomo. Conosceva quel volto fin troppo bene: la fronte alta, le sopracciglia ad angolo, l’oscuro fascino che trasudava.

    Dani lo udì avvicinarsi. Fissò un punto immaginario tornando a irrigidirsi.

    «Quell’uomo è cieco, ragazza» sussurrò lui rivelando l’accento del sud.

    Dani avvertì il calore del suo respiro sul collo e allora si voltò suo malgrado. Si era chinato per raccogliere un cartoncino in mezzo alla paglia.

    «Questo è tuo?» le chiese, porgendole il biglietto.

    Saratoga sotto le stelle - Gran Galà. Se avesse letto quello che c’era scritto, avrebbe capito immediatamente che quell’invito non era per lei. Eppure non era stata proprio una serata come quella a farli incontrare cinque anni prima? L’atmosfera di un sogno...

    Dani chiuse gli occhi e il cuore ai ricordi. Purtroppo, sapeva che la realtà quasi mai aiuta a realizzare i sogni, anzi sembra essere la loro peggior nemica.

    Riaprì le palpebre e il suo sguardo s’incontrò con quello dell’uomo. Scuotendo la testa, prese l’invito e lo consegnò a Cicely.

    «Oh, deve essermi caduto quando ho tirato fuori i fazzoletti. Lo hai trovato in terra?» domandò la ragazza.

    «Sì, signorina Fox.»

    Cicely fece per prenderlo ma poi ritrasse la mano di scatto. «Gettalo via.» Quindi si rivolse al cugino: «Mi faranno entrare anche senza invito ufficiale, no?».

    Dani sollevò lo sguardo dal cartoncino per guardare Reid Hamilton. Aveva il volto segnato da nuove linee, sebbene la pelle fosse ancora tonica, e lo sguardo era spento, velato di tristezza.

    Così, lei non era l’unica ad aver sofferto.

    Dani non fece in tempo a girarsi e i loro sguardi si incrociarono. Allora si tolse il berretto liberando una cascata di capelli castani, e liberando dal dubbio l’uomo che l’aveva conosciuta soltanto per una notte. Una notte in cui lei era stata una misteriosa donna

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