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Sorveglianza corpo a corpo: Harmony Destiny
Di Kara Lennox
Azioni libro
Inizia a leggere- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Jun 10, 2015
- ISBN:
- 9788858935361
- Formato:
- Libro
Descrizione
LA DINASTIA DEGLI ELLIOTT - VOL. 7. Nome in codice: Casanova. Quando il sexy milionario Bryan Elliott decide di aiutarla, la bella Lucy, direttore di banca, capisce che quel soprannome gli calza a pennello. Lui le ha rubato il cuore all'istante e, quando le propone di rifugiarsi nel suo attico per sicurezza, lei non riesce a negaglielo.
I romanzi della serie:
1) La proposta del milionario
2) Un legame scandaloso
3) Causa di scandalo
4) La donna proibita
5) Segreti e verità
6) Un'ereditiera pericolosa
7) Sorveglianza corpo a corpo
8) Relazioni matrimoniali
9) Sedotta dal capo
10) Unione proibita
11) Una decisione scottante
12) Dopo una notte d'amore
Informazioni sul libro
Sorveglianza corpo a corpo: Harmony Destiny
Di Kara Lennox
Descrizione
LA DINASTIA DEGLI ELLIOTT - VOL. 7. Nome in codice: Casanova. Quando il sexy milionario Bryan Elliott decide di aiutarla, la bella Lucy, direttore di banca, capisce che quel soprannome gli calza a pennello. Lui le ha rubato il cuore all'istante e, quando le propone di rifugiarsi nel suo attico per sicurezza, lei non riesce a negaglielo.
I romanzi della serie:
1) La proposta del milionario
2) Un legame scandaloso
3) Causa di scandalo
4) La donna proibita
5) Segreti e verità
6) Un'ereditiera pericolosa
7) Sorveglianza corpo a corpo
8) Relazioni matrimoniali
9) Sedotta dal capo
10) Unione proibita
11) Una decisione scottante
12) Dopo una notte d'amore
- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Jun 10, 2015
- ISBN:
- 9788858935361
- Formato:
- Libro
Informazioni sull'autore
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Anteprima del libro
Sorveglianza corpo a corpo - Kara Lennox
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Under Deepest Cover
Silhouette Desire
© 2006 Harlequin Books S.A.
Traduzione di Rita Pierangeli
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.
© 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5893-536-1
www.harlequinmondadori.it
Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.
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1
«Devi tirarmi fuori da questa storia!» sibilò Lucy Miller nel cellulare che le era stato recapitato a casa alcune settimane prima. L’apparecchio aveva squillato proprio nel momento in cui lei lasciava una riunione del personale. Si era infilata quindi nella toilette delle donne e aveva controllato di essere da sola, prima di rispondere.
«Calmati, Lucy» disse la voce suadente che lei aveva finito per conoscere così bene. Aveva fantasticato spesso sull’aspetto dell’uomo che possedeva una voce così profonda e sexy, ma non quel giorno. Quel giorno era troppo terrorizzata per abbandonarsi a fantasie di qualsiasi genere. Voleva soltanto uscire da quella situazione, salvando possibilmente la pelle.
«Non dirmi di calmarmi» bisbigliò. «Non ci sei tu, intrappolato in questa banca, a sforzarti di comportarti come se nulla fosse, pur sapendo che stai per essere liquidata.»
«Liquidata? Guardi troppi gialli alla televisione. Nessuno sta cercando di ucciderti.»
«Tu non hai visto il tizio che mi stava seguendo. Riconosco un sicario, quando lo vedo. Indossava un cappotto, e fuori ci sono trentadue gradi.»
«Oggi piove anche qui da noi. È probabile che indossasse un impermeabile.»
«Casanova, tu non mi stai ascoltando! La mia copertura è saltata. Qualcuno si è introdotto nel mio appartamento. O mi tiri fuori da qui oppure salterò sul primo aereo diretto in Sudamerica, portando con me tutti i miei dati!»
«No! Lucy, sii ragionevole...»
«Non ne posso più di essere ragionevole. Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto senza porre domande. Mi sono fidata di te senza riserve, anche se non ti ho mai incontrato e non so nemmeno come ti chiami. Adesso tocca a te fidarti di me. Non sono stupida. Se non mi tiri fuori da qui, questo costosissimo cellulare finirà nella fogna più vicina, e tu non avrai più mie notizie.»
«D’accordo! Sarò da te alle cinque e mezzo, sei al massimo. Puoi tenere duro fino ad allora?»
Lucy respirò a fondo per tentare di calmarsi. Tre giorni prima si era accorta di essere pedinata, e il giorno precedente qualcuno si era introdotto nel suo appartamento. Ma, fino a quel momento, il suo pedinatore si era tenuto a distanza. «Farò del mio meglio. In ogni caso, se dovesse succedermi qualcosa, di’ ai miei che gli voglio bene, d’accordo?»
«Non ti succederà niente, catastrofista.»
Lucy interruppe la comunicazione prima di dire qualcosa di cui si sarebbe pentita. Catastrofista? Casanova pensava che lei fosse paranoica? Nelle ultime settimane non aveva forse dimostrato di che cosa era capace? Casanova. A proposito, chi gli aveva affibbiato quel nome, e perché?
Rimise il cellulare nella borsetta e stava per uscire dalla toilette, quando scorse la propria immagine nello specchio. Aveva l’aspetto di una pazza, con ciocche di capelli castani che erano sfuggite dallo chignon e, dietro gli occhiali, lo sguardo spiritato di chi è in preda al panico. Impiegò cinque minuti per pettinarsi e ritoccare il trucco.
Quando si sentì più calma, uscì dal bagno e si diresse al suo ufficio, sperando di potervisi chiudere dentro per il resto del pomeriggio.
Temeva che, se avesse dovuto affrontare qualcuno, i nervi le avrebbero ceduto.
Niente male come spia, Lucy Miller. Perdere la testa al primo segno di pericolo.
Ma la fortuna non era dalla sua parte perché, svoltando l’angolo, rischiò di scontrarsi proprio con il direttore generale della banca, colui che l’aveva assunta.
«Oh, salve, Lucy. Ti stavo cercando.»
«Ero in bagno. Temo di non aver digerito» rispose lei, augurandosi di evitare così troppe domande.
Lui la scrutò con l’occhio sano. Aveva perso l’altro in un incidente, di cui Lucy non conosceva i particolari. Che si fosse accorto che lei era in preda al panico?
«Sei molto pallida. Sei sicura di star bene?»
«Sto bene, davvero.» Era tipico del signor Vargov preoccuparsi. Era una persona gentile e paterna, un amico di suo zio Dennis, che le aveva offerto quel lavoro in un momento in cui aveva un bisogno disperato di un posto sicuro. E lei riteneva di essersi dimostrata all’altezza.
Perfino troppo, nell’opinione del signor Vargov. Secondo lui, era perfino troppo coscienziosa, e non l’aveva presa sul serio quando gli aveva riferito i suoi sospetti a proposito di una malversazione. Era il motivo per cui lei si era rivolta alla Sicurezza Nazionale, ed era così che era venuta in contatto con Casanova.
«Perché non ti prendi il resto del pomeriggio libero?» suggerì Vargov.
«Oh, non posso. Ha detto che voleva quei rapporti...»
«I rapporti possono aspettare. Tuo zio pretenderebbe la mia pelle, se scoprisse che mi comporto da negriero, quando sei indisposta.»
«Grazie, signor Vargov. Forse uscirò un po’ prima, se dovessi sentirmi poco bene.»
«Dovresti farlo.»
E forse, pensò Lucy, uscendo in anticipo si sarebbe fatta gioco dell’uomo o degli uomini che la seguivano. Non avrebbe avuto rimpianti ad abbandonare l’Alliance Trust. Quel posto le era servito per riprendersi, guarire e fare il punto della situazione.
Ma era tempo di darsi una mossa. Avrebbe passato un’altra ora a scaricare tutte le informazioni possibili sulla sua chiavetta USB personale, dotata di una super memoria, quindi se ne sarebbe andata da lì per non tornarci mai più.
Casanova l’avrebbe portata in un luogo sicuro. Glielo aveva promesso. Quindi, una volta arrestati e messi in carcere tutti i delinquenti, avrebbe potuto cominciare da capo. Un nuovo lavoro, una nuova vita.
Alle tre e dieci era pronta. Infilò la chiavetta nel reggiseno e, prendendo soltanto borsetta e ombrello, informò Peggy Holmes, l’assistente del signor Vargov, che andava a casa prima dell’orario di chiusura perché aveva mal di stomaco.
«Oh, mia cara, spero non sia niente di grave. Da quando hai cominciato a lavorare qui, ti sei assentata un solo giorno, per andare dal dentista.» Peggy era sui sessanta e lavorava per il signor Vargov da una ventina d’anni. Con i capelli arricciati dalla permanente e la figura tozza dal seno generoso, era la nonna di tutti. Ma Lucy sapeva che era dotata di una notevole intelligenza e di una memoria eccezionale.
«Mi riprenderò presto» disse, augurandosi che fosse vero.
Non l’attirava molto scendere da sola nel garage. Una delle guardie di sicurezza sarebbe stata felice di accompagnarla, ma, se là c’era un killer ad attenderla, avrebbe rischiato di metterla in pericolo. Decise che doveva comportarsi in modo imprevedibile. Avrebbe preso l’autobus alla fermata che si trovava a un isolato di distanza dall’ufficio. Cadeva una pioggerella insistente, e Lucy aprì l’ombrello mentre si guardava in giro per vedere se individuava l’uomo con l’impermeabile. Non notò nessuna presenza sospetta.
In prossimità della fermata, vide sopraggiungere l’autobus e fece una corsa per prenderlo. Le uniche altre persone che salirono con lei furono una mamma con due bambini piccoli. Grazie al cielo.
Non vide nessuno neanche quando scese alla sua fermata. Forse era riuscita a seminarlo. Oppure lui aveva rinunciato a pedinarla, decidendo che non ne valeva la pena. Non doveva aver trovato niente nel suo appartamento che potesse incriminarla. E lei portava sempre con sé la sua chiavetta.
Davanti alla porta del suo appartamento, controllò che il capello che aveva inserito tra la porta e lo stipite fosse ancora al suo posto. Quindi inserì la chiave ed entrò, dopo aver scrollato e chiuso l’ombrello.
Abitava lì da due anni. Era un appartamento grazioso ma banale, come lo era stata la sua vita fino a qualche settimana prima, e lei non si era mai sforzata di personalizzarlo. Non avrebbe avuto rimpianti a lasciarlo, quindi.
Mentre chiudeva la porta, una mano le tappò la bocca e un braccio robusto l’attirò contro un corpo muscoloso.
Con la gola chiusa dal panico, Lucy agì senza riflettere. Stringeva ancora in mano l’ombrello e se ne servì per conficcarne la punta nella coscia dell’aggressore, con tutta la forza di cui fu capace.
Con un grido strangolato, il suo aggressore allentò la stretta quel tanto che le permise di lasciarsi cadere in ginocchio. Da quella posizione, lei afferrò l’uomo per una gamba e le diede uno strattone, facendogli perdere l’equilibrio. Lui cadde sul pavimento di marmo con un tonfo. Sempre impugnando l’ombrello, Lucy si alzò in piedi e glielo puntò contro, mirando alla gola.
Lui lo deviò in tempo. «Lucy, fermati! Sono io, Casanova!» Le strappò l’ombrello dalle mani e lo lanciò lontano. Purtroppo, riuscì anche a farle perdere l’equilibrio. Lucy gli cadde sopra e si trovò a fissare un paio di occhi dell’azzurro più incredibile che avesse mai visto.
«Casanova?» ripeté, ma aveva già riconosciuto la voce.
«Accidenti, donna, sei pazza? Mi hai quasi ucciso.»
«Ti sei introdotto in casa mia e mi hai aggredito. Mi sono difesa. Per questo sarei pazza?»
«Sei tornata prima del solito. Non avevo idea di chi tu fossi. E dimmi, dove hai imparato a difenderti in quel modo?»
«Ho seguito un corso. Che ci fai qui?»
«Se ti stanno pedinando, non potevo presentarmi alla porta d’ingresso, così ho scelto un’altra strada.»
«Come? Ho fatto installare un allarme.»
«Non la tua vicina.» Lui sorrise e, alzando la testa, Lucy vide un buco enorme nella parete del soggiorno. «Sei passato attraverso il muro? Non avrai spaventato la signora Pfluger, vero? E che cosa dirà il mio padrone di casa?»
«Non sarai qui per scoprirlo. Ce ne andiamo.»
Era la prima cosa confortante che gli sentiva dire. «Allora, mi credi?»
«Nel tuo appartamento hanno nascosto più cimici di quante ce ne siano alla nostra ambasciata a Mosca» spiegò lui con aria torva. «Qualcuno è stato qui.»
«Ci stanno ascoltando? In questo preciso istante?»
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