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Una donna irresistibile: Harmony Destiny
Azioni libro
Inizia a leggere- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Aug 10, 2015
- ISBN:
- 9788858938928
- Formato:
- Libro
Descrizione
LA SCOMMESSA DEI REILLY - VOL. 1. Restare novanta giorni a digiuno di sesso. Per i tre fratelli non sarà facile, soprattutto quando il destino bussa - Brian Reilly è un uomo messo duramente alla prova. Sono passate solamente due settimane da quando lui e i suoi fratelli hanno fatto la scommessa "no sesso per 90 giorni" e ora sulla soglia di casa si ritrova niente meno che la sua splendida ex moglie, Tina Coretti Reilly, di cui è ancora innamorato. Più sexy e affascinante che mai, Tina abiterà sotto di lui per un po'. Per Brian questa è una prova al limite della sopravvivenza sia per il suo equilibri mentale sia per la scommessa fatta coi fratelli.
I romanzi della serie:
1) Una donna irresistibile
2) Provocante vendetta
3) Cedere al piacere
Informazioni sul libro
Una donna irresistibile: Harmony Destiny
Descrizione
LA SCOMMESSA DEI REILLY - VOL. 1. Restare novanta giorni a digiuno di sesso. Per i tre fratelli non sarà facile, soprattutto quando il destino bussa - Brian Reilly è un uomo messo duramente alla prova. Sono passate solamente due settimane da quando lui e i suoi fratelli hanno fatto la scommessa "no sesso per 90 giorni" e ora sulla soglia di casa si ritrova niente meno che la sua splendida ex moglie, Tina Coretti Reilly, di cui è ancora innamorato. Più sexy e affascinante che mai, Tina abiterà sotto di lui per un po'. Per Brian questa è una prova al limite della sopravvivenza sia per il suo equilibri mentale sia per la scommessa fatta coi fratelli.
I romanzi della serie:
1) Una donna irresistibile
2) Provocante vendetta
3) Cedere al piacere
- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Aug 10, 2015
- ISBN:
- 9788858938928
- Formato:
- Libro
Informazioni sull'autore
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Anteprima del libro
Una donna irresistibile - Maureen Child
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Tempting Mrs. Reilly
Silhouette Desire
© 2005 Maureen Child
Traduzione di Lucilla Negro
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.
© 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5893-892-8
www.harlequinmondadori.it
Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.
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1
«Diecimila sacchi sono un mucchio di soldi» esultò Brian Reilly e, afferrando la sua birra, si appoggiò allo schienale del sedile di similpelle rossa consunta.
«Non iniziare già a fare progetti» lo smontò subito suo fratello Aidan mentre piluccava una patatina dalla ciotola di legno posta al centro del tavolo. «Non li intascherai mica tutti tu.»
«Infatti» approvò Connor. «Che ti piaccia o no, ti toccherà spartirli con noi.»
«E a me toccherà tenervi d’occhio perché ne facciate buon uso» soggiunse Liam con un sorriso serafico.
«Ma davvero? Non lo sapevo.» Brian storse il viso in un ghigno ironico, scrutando i fratelli uno per uno. Liam, maggiore di tre anni, sembrava perfettamente a proprio agio nella penombra fumosa della saletta di quel bar. E, in questo, nulla di strano, se non si teneva conto che era un prete. Prima di tutto, però, lui era un Reilly. E i fratelli Reilly erano sempre stati oltremodo uniti, un gruppo compatto.
A tal pensiero, Brian spostò lo sguardo sugli altri due uomini seduti al tavolo. Era come guardarsi allo specchio... due volte. I tre gemelli Reilly: Aidan, Brian e Connor. Chiamati secondo l’ordine alfabetico che rispettava quello di apparizione in questo mondo, erano praticamente inseparabili, sin da quando avevano iniziato a muovere i loro primi passi.
Si erano arruolati insieme nei Marines, affrontando solidali le dure marce e gli allenamenti sfiancanti. Si erano sempre aiutati e sostenuti a vicenda, scambiandosi pacche sulla spalla o calci nel sedere, a seconda delle circostanze.
Ora, si erano riuniti per festeggiare un inaspettato colpo di fortuna.
Un loro prozio, Patrick, lui stesso ultimo superstite di tre gemelli, era da poco deceduto e, non avendo né figli né altri parenti stretti, aveva lasciato in eredità diecimila dollari ai gemelli Reilly, i quali si trovavano ora a dover decidere come spartirsi il bottino.
«Io direi di dividerli in quattro» propose Connor, volgendo lo sguardo a Liam. «In fondo, il motto dei Reilly è tutti per uno, uno per tutti.»
Liam sorrise. «Mi piacerebbe poter rifiutare con un cortese no, grazie» ammise, «ma poiché la mia chiesa ha bisogno di un tetto nuovo, dico che la proposta di Connor mi alletta parecchio.»
«Duemilacinquecento dollari non bastano per rifare un tetto» dissentì Aidan, ridimensionando l’euforia del gruppetto. «Nessuno di noi realizzerà granché con una cifra simile.»
«Uhm, non hai affatto torto» approvò Liam, scrutando pensoso ciascun fratello. «Stavo, infatti, riflettendo... Perché non ce li giochiamo? Io propongo una scommessa. Chi vince, si prende tutto.»
Brian avvertì il brivido della competizione e sapeva che era la stessa cosa anche per i fratelli. Non c’era nulla che i Reilly gradissero di più che gareggiare. Specialmente l’uno contro l’altro.
Ma dal placido sorriso di Liam, Brian intuì che non gli sarebbe piaciuto il seguito della sua idea. Certo, Liam era un prete, ma essendo pure un Reilly, non doveva essere sottovalutato. «Che genere di scommessa?» indagò allora.
Il fratello maggiore sogghignò, passando in rivista il terzetto. «Preoccupati?»
«Che diamine, no!» si risentì Aidan. «Il giorno in cui un Reilly si tirerà indietro di fronte a una sfida, vorrà dire che...»
«... che sarà due metri sotto terra» concluse Connor ironizzando, ma non troppo. «Allora, Liam, che cosa hai in mente?»
Il fratello maggiore temporeggiò. «Voi tre parlate sempre di senso del dovere, di impegno, di sacrificio... giusto?»
Brian consultò i gemelli prima di annuire. «Ovvio, siamo dei Marines.»
«E vai! Dammi un cinque!» esclamarono Connor e Aidan, battendo l’una contro l’altra le palme destre sollevate.
«Sì, eh?» Liam si appoggiò lentamente contro lo schienale e scrutò una per una le facce dei gemelli. «Il fatto è, cari miei, che avete anche voi il vostro punto debole.»
Aidan e Connor insorsero, ma fu Brian a metterli a tacere con un cenno della mano. «Sarebbe?» scandì in tono ostile, increspando la fronte.
«Oh, sono il primo a riconoscere il vostro valore militare e la pericolosità di certe vostre imprese. Dio solo sa quanto preghi sempre per tutti e tre.» Ancora una volta, il suo sguardo indugiò a turno su ciascun membro del terzetto. «Ma stavolta si tratta di qualcosa di diverso. Se vogliamo, di molto più duro.»
«Più duro che andare a combattere?» Connor ingollò un sorso di birra e si appoggiò allo schienale. «Non scherzare.»
«Di qualunque cosa si tratti, non ci tireremo indietro» garantì Aidan.
«Ben detto» concordò Brian.
«Buono a sapersi.» Liam puntò i gomiti sul ripiano del tavolo e, fissando i fratelli, pronunciò a bassa voce: «Perché si tratta di separare l’uomo dal marine». Osservò una pausa a effetto, poi sentenziò: «Niente sesso per novanta giorni».
Sul tavolo calò un improvviso silenzio, pesante come un masso piovuto dal cielo.
«Suvvia» biascicò Connor, scoccando ai gemelli uno sguardo di vero panico.
«Novanta giorni? Non se ne parla nemmeno.» Aidan aveva lo sconcerto dipinto sul viso.
Brian ascoltò gli altri, ma tenne la bocca chiusa, scrutando il fratello maggiore e aspettando la successiva batosta. Che non tardò ad arrivare.
«Sono solo tre mesi» si meravigliò Liam con lo stesso sorrisetto fintamente candido di prima. «È troppo per voi? Pensate a me che ho pronunciato il voto di castità per la vita.»
Un fremito visibile attraversò Aidan.
«Che cavolata è questa?» Connor scosse la testa in segno di disapprovazione.
«Qual è il problema?» li sfidò Liam. «Temete di non farcela? Vi tirate indietro senza neppure provarci?»
«Ma chi diavolo ci vuole provare?!» protestò Aidan, strabuzzando gli occhi.
«Tre mesi senza sesso? Impossibile.» Brian lanciò a Liam uno sguardo di brace.
«Forse avete proprio ragione» ribatté il maggiore dei fratelli Reilly, sogghignante, mentre mandava giù un lungo sorso di birra. Poggiò la bottiglia sul tavolo, la chiuse tra le mani e, con una scrollata di spalle, dichiarò: «Non ce la farete mai. Nessuno dei tre. Non siete abbastanza forti da saper resistere alle tentazioni della carne. Le donne non vi mollano dai tempi delle superiori e voi, maschioni quali siete, non vi siete mai tirati indietro. Figuriamoci se sapete sopravvivere novanta giorni senza di loro».
«Questo è da vedere...» bofonchiò Connor, risentito.
«Oh, parla per te!» lo zittì Aidan, esplicitando la propria opinione al riguardo.
«Una cosa l’ho capita» concluse Liam, scoccando ai tre un’occhiata mordace. «State praticamente confermando che un prete ha... più attributi di un marine.»
Il brutale commento punse i gemelli sul vivo, ferendoli nel loro orgoglio. Mai e poi mai avrebbero tollerato un tale affronto.
E così, in quattro e quattr’otto, Liam ottenne quello che voleva: i gemelli si impegnavano ad affrontare la sfida più dura di tutta la loro vita.
Come avessero fatto a lasciarsi incastrare in quel modo, Brian ancora non se ne capacitava.
Un fatto era certo: Liam aveva sbagliato mestiere, se di mestiere si poteva parlare nel suo caso. Avrebbe dovuto fare il piazzista di automobili, non il prete.
«Niente sesso per novanta giorni» ripeté Brian come un automa, ritrovando il proprio sconcerto riflesso negli stessi sguardi attoniti dei fratelli. Era evidente che l’idea non piacesse a nessuno. Doveva pur esserci una scappatoia, una maniera dignitosa per cavarsi da quel pasticcio senza che facessero la figura dei pappamolle. «E chi perde cede la propria parte.»
«Sì, e se perderete tutti e tre» aggiunse Liam in tono gaudioso, «la mia chiesa avrà i soldi per un tetto nuovo.»
«Non perderemo» gli assicurò Brian. Non che fosse allettato dal richiamo di quell’assurda parentesi monastica, ma dal momento che era in gara, puntava ovviamente alla vittoria. I Reilly non erano gente a cui piaceva perdere.
«Buono a sapersi» scandì Liam. «Così, almeno, vi risparmierete di pagare pegno.»
«Pagare pegno?» Brian scrutò il fratello con occhi sgranati.
Liam continuava a sghignazzare.
«Hai architettato tutto nei minimi dettagli, eh?» borbottò Connor, appoggiandosi con i gomiti sul tavolo.
«Diciamo che ci ho dedicato un po’ di tempo.»
«Appena un po’» mugugnò Aidan.
Liam annuì. «La chiesa ha bisogno di un tetto nuovo. È importante.»
«Ma qui non si tratta semplicemente di un tetto» insorse Brian, lanciandogli occhiate taglienti. «Qui c’è di mezzo il preciso intento di torturarci.»
«Sono o non sono il fratello maggiore?» gongolò Liam, incurvando un angolo della bocca, sadico. «Darvi il tormento è il mio mestiere.»
«E ti è sempre riuscito molto bene» bofonchiò Connor.
«Ti ringrazio tanto. Ora, però» proseguì Liam, la faccia di chi se la stava godendo davvero un mondo, «torniamo all’argomento penalità. Vi dico subito che sono veramente soddisfatto dell’idea che mi è venuta. Ricordate l’anno scorso, quando il capitano Gallagher ha perso quel torneo di golf con Aidan?»
Quest’ultimo si crogiolò qualche secondo in tale piacevole ricordo, ma Brian si allertò all’istante, intuendo l’idea diabolica del fratello. «Te lo puoi scordare.»
«Oh, no. Gallagher era proprio carino con quel costumino brasiliano. Starebbe d’incanto anche indosso a voi. Chi perderà dovrà sfilare per la base in gonnellino di paglia, reggiseno di cocco e ghirlanda fiorita» stabilì Liam; poi, ciliegina sulla torta, aggiunse: «In occasione del Battle Color Day».
L’unico giorno dell’anno in cui convenivano alla base tutti i dignitari e gli ufficiali più alti in grado con le relative consorti per la grande parata e
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