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Le leggi della seduzione: Harmony Destiny
Di Tessa Radley
Azioni libro
Inizia a leggere- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Oct 9, 2015
- ISBN:
- 9788858940747
- Formato:
- Libro
Descrizione
EREDITA' MILIONARIA - VOL. 1 - Una maledizione antica come il tempo. Zac Kyriakos ha sempre creduto che la leggenda riguardo la sua famiglia fosse anacronistica e senza senso. Ma è costretto a cambiare idea quando si perde negli occhi grigi di Pandora Armstrong, una ricca ereditiera bella, pura e... vergine!
Sfida le leggi della passione. Pandora ha scoperto troppo tardi i motivi per cui Zac l'ha corteggiata e chiesta in moglie. Adesso, non solo dubita dei suoi sentimenti per lei, ma è anche convinta che lui la ripudierà non appena avrà saputo la verità.
I romanzi della serie:
1) Le leggi della seduzione
2) Scandali e bugie
3) Una notte tra le dune
Informazioni sul libro
Le leggi della seduzione: Harmony Destiny
Di Tessa Radley
Descrizione
EREDITA' MILIONARIA - VOL. 1 - Una maledizione antica come il tempo. Zac Kyriakos ha sempre creduto che la leggenda riguardo la sua famiglia fosse anacronistica e senza senso. Ma è costretto a cambiare idea quando si perde negli occhi grigi di Pandora Armstrong, una ricca ereditiera bella, pura e... vergine!
Sfida le leggi della passione. Pandora ha scoperto troppo tardi i motivi per cui Zac l'ha corteggiata e chiesta in moglie. Adesso, non solo dubita dei suoi sentimenti per lei, ma è anche convinta che lui la ripudierà non appena avrà saputo la verità.
I romanzi della serie:
1) Le leggi della seduzione
2) Scandali e bugie
3) Una notte tra le dune
- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Oct 9, 2015
- ISBN:
- 9788858940747
- Formato:
- Libro
Informazioni sull'autore
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Anteprima del libro
Le leggi della seduzione - Tessa Radley
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Kyriakos Virgin Bride
Silhouette Desire
© 2007 Tessa Radley
Traduzione di Lucia Esposito
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.
© 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5894-074-7
www.harlequinmondadori.it
Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.
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1
«Lo voglio.»
Pandora Armstrong pronunciò il giuramento con voce chiara e ferma e un sorriso le illuminò il volto. Guardò radiosa il suo sposo. Forte come una roccia, le gambe leggermente divaricate, gli occhi fissi sull’arcivescovo, Zac Kyriakos era serio, intento... e stupendo.
Il profilo aristocratico perfettamente intagliato, la linea arrogante del naso, la mascella volitiva, gli zigomi scolpiti... Le ricordava in modo impressionante un magnifico esemplare marmoreo che si era fermata ad ammirare al Museo dell’Acropoli, dov’era stata assieme a lui qualche giorno prima. Pandora non riusciva a staccare lo sguardo da quella bocca piena così ben disegnata e così invitante.
Era una bocca... peccaminosa.
Zac chinò la testa e colse il suo sguardo. I cristallini occhi verdi lampeggiarono possessivi e la bocca si curvò in un sorriso seducente.
Pandora si sentì attraversare da una scossa elettrica. Distolse lo sguardo e fissò vacuamente il bouquet di rose bianche che teneva stretto nella mano libera. Santo cielo! Com’è che provava delle sensazioni così travolgenti per qualcuno? Be’, non per qualcuno, ma per Zac Kyriakos, l’unico uomo che la faceva sentire pericolosamente vulnerabile e libidinosa. Che accidenti le aveva fatto? Un incantesimo?
Batté le palpebre, nel tentativo di reprimere l’impulso di strofinarsi gli occhi per vedere se per caso non stesse sognando. Possibile che proprio lei, l’irreprensibile e virtuosa Pandora – eccetto che per quell’orribile estate di tre anni prima – si fosse innamorata così in fretta?
Confusamente sentì le parole dell’arcivescovo: «Può baciare la sposa».
I giuramenti e il bacio non facevano parte del rito ortodosso greco, ma Zac li avevi chiesti espressamente per lei.
Adesso era sposata!
Sposata all’adone alto e bruno al quale stava stringendo convulsamente la mano destra, lasciandogli di certo qualche brutto segno con la fede nuova di zecca. Lo stomaco stretto in una morsa di eccitazione, Pandora pensò che non era cosa da tutti i giorni ritrovarsi coniugata a un uomo conosciuto solo tre mesi prima.
«Pandora?»
Sollevando la testa, i suoi occhi intercettarono quelli di lui, e una freccia incendiaria le attraversò il corpo. Zac la guardò con aria possessiva e vorace e un’espressione vagamente interrogativa.
Pandora fece cenno di sì con la testa. Un cenno impercettibile, per dargli il permesso di prendersi ciò che cercava.
La mano che Zac teneva da tempo appoggiata sulla curva del suo fianco sinistro – fasciato dall’abito favoloso che da tempo immemorabile passava di sposa Kyriakos in sposa Kyriakos – operò una lieve pressione per farla girare. Quindi Zac abbassò la testa e posò le labbra calde e indugianti sulle sue tremanti.
In quel momento Pandora dimenticò l’arcivescovo, la funzione e tutta la folla straripante di invitati che riempiva la chiesa. Si dimenticò persino che stava baciando Zac Kyriakos, magnate dell’industria navale. Multimilionario.
L’unica cosa di cui era conscia era il contatto caldo e vibrante di quella labbra che, inevitabilmente, le accesero i sensi.
Quando il bacio terminò, decisamente troppo in fretta per le sue aspettative, tornò traumaticamente con i piedi per terra. Una miriade di flash le esplose in viso, ricordandole dov’era e di fronte a quante e quali persone. Nonostante il caldo torrido d’agosto, improvvisamente si sentì gelare.
«Santo cielo!» esclamò Pandora stupefatta guardando l’orda rumorosa di paparazzi accalcati intorno all’auto che li avrebbe portati a Kifissia, l’area esclusiva a nord di Atene. Lì, nella villa di Zac, si sarebbe tenuto il ricevimento. Sin da quando, qualche giorno prima, era scesa dall’aereo ad Atene, i fotografi le erano stati addosso.
«Stressata?» le chiese Zac facendo scintillare i denti bianchissimi sulla pelle abbronzata.
«Abbastanza» ammise Pandora. Mentre le guardie del corpo di Zac cercavano di tenere a distanza la folla, tentò di nascondersi agli obiettivi delle macchina fotografiche. Chissà perché non aveva dato troppo peso al clamore inevitabile che quel matrimonio avrebbe provocato. Zac era il bisnipote di una principessa russa e del leggendario Orestes Kyriakos. Aveva ereditato una fortuna dal nonno Socrates, dopo che Orestes aveva utilizzato le ricchezze di sua moglie per riportare i possedimenti dei Kyriakos ai fasti pre-bellici. Sia Orestes che Socrates erano stati delle leggende ai loro tempi, e Zac stesso era costantemente sulle copertine della stampa finanziaria, così come su quelle delle riviste di gossip, dove compariva da anni come uno degli scapoli d’oro più ambiti.
Ingenuamente Pandora non aveva pensato alla fama di Zac e non si era aspettata che il suo matrimonio con una ricca ma sconosciuta ereditiera potesse essere trattato alla stregua di una cerimonia regale.
«Sorridi» le sussurrò lui all’orecchio. «Parlano tutti della nostra unione come di una specie di favola. Con te come sua bella e misteriosa principessa.»
Sentendosi simile a un’attrice sulla passerella di Cannes, Pandora tentò di abbozzare un sorriso. I fotografi impazzirono e la mitragliarono di scatti. Quando finalmente furono in auto, l’autista partì a tutto gas, lasciandosi dietro una folla delusa.
Quando varcarono il cancello maestoso di un lungo viale alberato, Zac si voltò verso di lei, un’espressione improvvisamente seria in viso. «Ti ricordi quello di cui mi sono raccomandato quando siamo arrivati? Non leggere per nessuna ragione i giornali di domani. Tutte le bugie e le mezze verità che accompagnano questo genere di articoli ti farebbero certamente arrabbiare. Concentrati solo su di noi, sul nostro futuro insieme» concluse con una voce che, man mano che le accarezzava il polso, diventata sempre più profonda e roca. «Tutte quelle inutili chiacchiere sensazionaliste rovinerebbero la nostra magia.»
«Lo so. Ti ho già promesso che non lo farò» sospirò Pandora e, guardando fuori, aggiunse: «Avrei tanto voluto che ci fosse mio padre». L’assenza di suo padre era stata l’unica ombra di quel giorno radioso e altrimenti perfetto. Ma il danno lasciato dalla polmonite che l’aveva colpito quattro inverni prima, rendendolo permanentemente dipendente dall’ossigeno, non gli consentiva viaggi in aereo. «Ho sempre pensato che sarebbe stato lui ad accompagnarmi all’altare.»
Improvvisamente fu consapevole del fatto che si era lasciata alle spalle, distante anni luce, la sua vecchia vita. Da allora in poi, avrebbe trascorso i suoi giorni accanto a Zac. Al suo adorato Zac, di fronte al quale la pompa magna di quella cerimonia e le prospettive di una vita munifica semplicemente sparivano. Niente aveva importanza per lei, tranne suo marito.
La villa della famiglia Kyriakos, a dire il vero paragonabile a una residenza reale, apparve improvvisamente dinanzi ai suoi occhi. Quella sarebbe stata la sua nuova casa, pensò, assieme all’appartamento lussuoso che Zac possedeva a Londra, e – se lui avesse mantenuto la sua parola – alla proprietà che avrebbero comprato in Nuova Zelanda, vicino alla tenuta di suo padre.
«Mi dispiace che tuo padre non sia potuto venire, ma ci sono io con te. Ci sarò sempre.» Al suono intenso di quella voce, Pandora voltò la testa. Scrutò i tratti decisi di quel volto amato addolciti dal sole che filtrava dai finestrini antiproiettile e vide una luce amorevole negli occhi di ghiaccio. Si sentì stringere la gola. Cercò le parole giuste, ma non riuscì a trovare niente di adatto.
«Sei pronta ad affrontare il mondo, yineka mou?» le chiese lui quando l’auto cominciò a rallentare.
Moglie mia.
Pandora sorrise al colmo della felicità. Si lisciò le pieghe di seta del vestito antico. «Sono pronta a tutto.»
Zac la aiutò a uscire dall’auto e, tenendole galantemente il braccio, la condusse lungo il vialetto che portava alla porta d’ingresso. Pandora non vedeva l’ora di conoscere gli amici di Zac, la sorella e i cugini di cui le aveva parlato incessantemente durante il soggiorno in Nuova Zelanda. Avrebbe voluto incontrarli prima, quando era arrivata ad Atene, ma Zac, con uno dei suoi sorrisi più amabili, le aveva detto che non si sentiva ancora pronto a dividerla con gli altri. Voleva prima giocare a fare il turista con lei, le aveva spiegato, per mostrarle le bellezze del suo paese. Con calma, al momento del matrimonio, le avrebbe fatto conoscere tutti i suoi parenti. Pandora non aveva avuto niente da ridire. Bastava che Zac le sorridesse per farle dimenticare qualsiasi obiezione.
Si erano incontrati a High Bridge, l’allevamento di pecore di suo padre a South Island. Zac era venuto in Nuova Zelanda per discutere la possibilità di organizzare un soggiorno di lusso per turisti greci presso la tenuta, mentre una delle navi da crociera Kyriakos faceva tappa nel porto di Christchurch.
Ed era stato a High Bridge che era avvenuto il miracolo. Zac si era innamorato di lei. Un corteggiamento lampo e intenso. Tre settimane piene zeppe di appuntamenti e di ore idilliache passate insieme. Poi, lui l’aveva sorpresa con un’improvvisa proposta di matrimonio, un favoloso anello di diamanti e la prospettiva di una vita assieme all’altro capo del mondo.
Senza pensarci su un attimo, lei aveva risposto sì e aveva iniziato a piangere. Lui le aveva asciugato le lacrime con una tenerezza tale che il suo amore per lui era cresciuto all’inverosimile.
Suo padre aveva toccato il cielo con un dito quando gli avevano comunicato la notizia. Aveva stretto a lungo la mano
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