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Una reputazione da salvare: Harmony Bianca
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Ebook169 pages2 hours

Una reputazione da salvare: Harmony Bianca

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About this ebook

Lei è stata assunta per riabilitare la sua immagine...
Dopo un'estenuante battaglia legale durata quasi un anno, Rex Maxwell, un chirurgo competente ma decisamente poco rispettoso delle convenzioni, è pronto a tornare a giocare secondo le sue regole. Tuttavia gli strascichi di quello che ha appena vissuto continuano a rovinargli la reputazione, costringendolo a un gioco che non è il suo.

... e per farlo dovrà imparare a conoscerlo molto a fondo.
Così, quando la PR Tiffani Romano insiste per metterlo al centro dell'intera campagna di comunicazione dell'ospedale, lui non può fare altro che accettare. E nonostante Tiffani cerchi in tutti i modi di evitarlo, Rex è deciso a lasciare su di lei un marchio indelebile.
LanguageItaliano
Release dateOct 21, 2019
ISBN9788830505674
Una reputazione da salvare: Harmony Bianca

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    Una reputazione da salvare - Susan Carlisle

    successivo.

    1

    «Divaricatore!» ordinò il dottor Rex Maxwell.

    L'infermiera si affrettò a porgerglielo.

    «Dobbiamo trovare l'origine dell'emorragia. Suzione.» Delicatamente, Rex sollevò il fegato, mentre il suo assistente del Metropolitan Hospital di Memphis in Tennessee obbediva al suo comando.

    Rex cercò con attenzione tracce di sangue. I casi difficili come quello non lo spaventavano. Era sicuro delle sue capacità di chirurgo e il suo tasso di successo ne dimostrava le ottime competenze. Tranne che in un caso.

    «Trovato» esclamò a un tratto. «Sutura.»

    «Riesci sempre dove tutti gli altri falliscono» commentò ammirato l'anestesista.

    «Grazie» mormorò Rex da sotto la mascherina.

    «Rex, non appena hai finito, sei atteso in amministrazione» gli comunicò l'infermiera, strappandogli un'imprecazione per cui sua madre lo avrebbe rimproverato. La gente educata non si esprime così. Le apparenze... ecco tutto ciò di cui le era sempre importato.

    Un'ora dopo Rex si incamminò verso gli uffici. Con un paziente già da ore pronto per essere operato e rimandato solo per via dell'ultima emergenza, avrebbe dovuto restare in sala operatoria, invece di essere convocato a una riunione alla quale non era affatto interessato. Negli ultimi dodici mesi non aveva già trascorso abbastanza tempo con il dottor Nelson, il direttore amministrativo dell'ospedale? Ora che la faccenda della negligenza era stata risolta, che altro poteva esserci?

    Rex aveva ripercorso nella sua mente ogni dettaglio all'infinito e lo aveva ripetuto agli avvocati almeno un milione di volte. Era stato richiamato d'urgenza in ospedale un sabato sera, mentre era fuori in un locale per un appuntamento galante. Sapendo di essere reperibile, non aveva bevuto niente, e quando era giunto in reparto, il paziente era già stato preparato per l'intervento. E solo allora aveva appreso che si trattava del signor Royster, il miglior amico di suo padre e il presidente del consiglio di amministrazione del country club quando suo padre era finito in bancarotta. Royster era anche il padre della sua ex fidanzata, che lo aveva lasciato per la vergogna quando il tracollo finanziario della sua famiglia era diventato di dominio pubblico.

    La perforazione gastrointestinale del signor Royster era talmente grave che le possibilità di sopravvivere erano poche anche con un intervento chirurgico. Meno di ventiquattro ore dopo le sue condizioni avevano iniziato a peggiorare e dopo altre quarantotto ore era deceduto.

    Devastati dal dolore e incapaci di accettare la realtà, i suoi familiari avevano sporto denuncia contro Rex, accusandolo di non aver fatto tutto il possibile per salvare la vita del loro congiunto come forma di ritorsione per quanto era accaduto in passato. Spinto dal denaro e dall'influenza della famiglia Royster, il caso era andato avanti ed era arrivato ai media, compromettendo il buon nome dell'ospedale e il rapporto tra Rex e il dottor Nelson. Ci sarebbero voluti ancora anni per rimediare ai danni causati alla carriera di Rex e alla reputazione della struttura. Per fortuna, però, entrambi erano riusciti a sopravvivere a quell'esperienza. Feriti, ma non sconfitti, erano ancora attivi. Quindi, che accidenti poteva volere ora il dottor Nelson?

    Dopo aver oltrepassato la porta a vetri che immetteva nell'area amministrativa, Rex si avvicinò alla scrivania della segretaria.

    «Marsha, per favore, avvisi il dottor Nelson che sono qui.»

    «Entri pure, dottore, la sta aspettando» rispose la donna.

    Almeno non avrebbe perso altro tempo, si disse Rex, sollevato. Poi guardò l'orologio, determinato a tornare dal suo paziente il prima possibile.

    Sentendo aprirsi la porta, Nelson alzò lo sguardo su di lui, e con un breve cenno del capo lo invitò a sedersi. «Sono lieto che sia riuscito a venire nonostante il così breve preavviso» disse, mentre Rex si chiudeva la porta alle spalle.

    «Ho un paziente che mi aspetta» replicò lui, accomodandosi.

    «Non la tratterrò a lungo. Gli spiacevoli avvenimenti dello scorso anno hanno inferto un brutto colpo alla reputazione dell'ospedale, dando alla comunità la sensazione che non teniamo abbastanza agli standard qualitativi.»

    Senza accorgersene, Rex si lasciò scappare di nuovo l'imprecazione di poco prima. Il dottor Nelson spalancò gli occhi, attonito.

    «Tutto ciò che faccio a livello professionale è di qualità elevata. Lo è stato e lo sarà in futuro. Non temo alcun confronto» dichiarò Rex, sicuro di sé.

    «La domanda vera è se ne è convinto anche il pubblico» replicò Nelson. «La situazione è seria. Sono sicuro che non le sia sfuggita la diminuzione del suo carico di lavoro.»

    «Sì, ma sono ancora molto impegnato.» Rex era certo che presto la gente si sarebbe dimenticata del caso Royster, soprattutto ora che non era più sulle prime pagine di tutti i giornali. Il segreto era lasciar passare del tempo. Dopotutto, non era la prima volta che era sopravvissuto a uno scandalo.

    Il dottor Nelson si fece serio, poi appoggiò i gomiti sopra la scrivania, intrecciando le dita delle mani.

    Forse quell'incontro nascondeva dell'altro, pensò Rex, dedicandogli tutta la sua attenzione.

    «A causa della situazione, il consiglio di amministrazione ha deciso di assumere un'agenzia di pubbliche relazioni perché ci aiuti a minimizzare le ricadute. A fine mese è stata fissata una visita della commissione di accreditamento, e per allora abbiamo bisogno di convincere il più possibile l'opinione pubblica. Visto che lei è il primo chiamato in causa, vogliono ovviamente che collabori.»

    Rex trattenne a stento una protesta. Nelson stava scherzando, vero? Nelle sue giornate non c'era tempo per le relazioni pubbliche. «Crede davvero che sia necessario?» chiese, però, invece di rivelare come la pensava veramente.

    «Non importa ciò che penso io, ma ciò che vuole il consiglio di amministrazione. Comunque, concordo con loro. E mi aspetto la sua piena collaborazione.»

    Rex fece per protestare, ma il dottor Nelson alzò una mano. «Il consiglio sa benissimo che lei è un medico talentuoso e dedito ai pazienti, e vogliono tenerla, ma la reputazione dell'ospedale deve essere riabilitata. Se desidera continuare a lavorare qui, le consiglio caldamente di adeguarsi.»

    Rex si era dedicato anima e corpo al Metropolitan Hospital. Con le sue doti avrebbe potuto esercitare ovunque, ma non sarebbe bastato a ottenere la promozione a cui ambiva da tempo, soprattutto se si fosse presentato in una nuova struttura con una causa di negligenza nel curriculum, per quanto corredata da una piena assoluzione.

    Aveva iniziato al Metropolitan da solo, senza doversi preoccupare della cattiva fama associata al suo cognome. E aveva subito cominciato a mietere successi, anche se era quello che si definisce uno spirito libero. Fino al momento dell'incidente nessuno aveva avuto niente da ridire sul suo operato, e ora Rex non desiderava certo andare in cerca di altri guai. Ottenere la posizione di dirigente medico in quell'ospedale era tutto ciò a cui aspirava. E invece eccolo invischiato suo malgrado in quella sciocchezza delle pubbliche relazioni, proprio come quando era adolescente e la sua famiglia era finita sotto le luci della ribalta!

    Dopo lo scandalo Rex aveva giurato a se stesso che non si sarebbe mai mostrato diverso da com'era veramente solo per fare buona impressione. Era così che avevano vissuto sua madre e suo padre. Vestiti griffati, auto di lusso, scuole private per i loro figli, una grande villa e l'appartenenza a un country club esclusivo. Peccato, però, che non se lo potessero permettere! Loro erano stati tutta apparenza e niente sostanza. Quando Rex aveva diciassette anni, il loro mondo fatato era crollato miseramente. Il conto corrente era andato in rosso e la famiglia in bancarotta.

    La realtà era diventata un piccolo appartamento dall'altra parte della città, un'auto vecchia di dieci anni, abiti acquistati ai grandi magazzini e niente più club. La maggior parte degli amici di Rex, non avendo più niente in comune con lui, gli aveva voltato le spalle. Ma quello che lo aveva ferito davvero era stato il rifiuto della ragazza di cui era innamorato. Quando gli snob del country club lo avevano escluso, lei aveva dichiarato che per loro non c'era più alcun futuro. Rex non era più abbastanza per lei.

    Così lui si era ripromesso di non giudicare mai nessuno dalla sua casa o dalla sua auto, né di servirsi lui stesso di quel genere di cose per fare colpo sulla gente. Lui era com'era, punto e basta, che alle persone piacesse o meno. E quello era uno dei motivi per cui andava al lavoro in jeans, maglietta e stivali. Okay, era un medico ben pagato, ma il suo stile di vita libero e genuino non aveva niente a che fare con il suo stipendio, il suo cervello o le sue capacità in sala operatoria. Non c'era posto per la finzione nella sua esistenza.

    Sforzandosi di riportare l'attenzione sul problema che il dottor Nelson gli aveva appena creato, decise che per tutto il periodo in cui sarebbe durata quella faccenda delle pubbliche relazioni, se la sarebbe presa con calma, concentrandosi solo sui propri pazienti, senza lasciarsi coinvolgere più dello stretto necessario. Non aveva niente da dimostrare né da nascondere a nessuno. Nel momento in cui si lasciò scappare un sospiro, soddisfatto della risoluzione presa, Nelson premette il bottone dell'interfono e chiese alla segretaria di far entrare la signorina Romano.

    Fuori dall'ufficio dell'amministratore, Tiffani Romano attendeva, nervosa. Aveva già incontrato il dottor Nelson, ma lui le aveva chiesto di concedergli qualche minuto con il dottor Maxwell in privato.

    Quando il suo capo alla Whitlock Public Relations l'aveva chiamata a rapporto spiegandole che il Metropolitan Hospital voleva assumere la loro agenzia per migliorare la propria immagine pubblica, Tiffani si era sentita eccitata all'idea di essere stata prescelta per quel lavoro. La vedeva come un'opportunità unica e insostituibile di farsi strada nella compagnia. Un successo in quella missione le avrebbe consentito di raggiungere due obiettivi a cui ambiva con tutte le sue forze: la promozione, grazie alla quale avrebbe potuto chiedere il trasferimento in un'altra città, e il fatto di non dovere essere più costretta a imbattersi quotidianamente nel suo ex fidanzato, Lou.

    L'unica seccatura era che non nutriva il minimo rispetto per la comunità medica. Sapeva per esperienza personale quanto i dottori fossero interessati soltanto a loro stessi e si preoccupassero poco dei pazienti ai quali avevano rovinato la vita, piuttosto che migliorarla.

    Quando era bambina, suo padre era rimasto coinvolto in un incidente in motocicletta, perdendo una gamba e parte dell'altra. Una condanna alla sedia a rotelle. La situazione lo aveva reso duro e acrimonioso. Insieme alla capacità di muoversi se n'era andata anche la voglia di vivere. La sua unica consolazione la trovava nell'alcol o nei farmaci, e la sua scontrosità gli aveva reso impossibile trovare e tenere un lavoro.

    Sua madre non era stata da meno. Amareggiata per le condizioni fisiche e il carattere impossibile del marito, aveva chiesto il divorzio, e la famiglia di Tiffani, un tempo felice, si era trasformata in un inferno. Dopo l'incidente, niente era più stato lo stesso.

    Suo padre si lamentava ancora di come era stato maltrattato, e oramai trascorreva le sue giornate a letto, nella casa di riposo dove era ricoverato. Ogni volta che doveva andare a trovarlo per Tiffani era una tortura, ma era suo padre e gli voleva bene.

    Il dottor Maxwell, con cui avrebbe dovuto lavorare gomito a gomito, sarebbe stato diverso dai medici che avevano distrutto la vita di suo padre? Da quello che aveva letto sul caso di negligenza in cui era stato coinvolto, Maxwell le sembrava colpevole. Eppure era stato assolto. Tiffani non ne era sorpresa. Era sicura che, come a tutti i medici, gli piacesse giocare a fare Dio con la vita degli altri, senza pensare alle conseguenze sulla vita del paziente o della sua famiglia. Era per colpa dei medici che suo padre aveva sofferto e la sua famiglia era stata rovinata per sempre.

    Nonostante tutto, però, il tasso di successo chirurgico del dottor Maxwell era sopra la media. Un dato che Tiffani avrebbe potuto sfruttare a suo favore, se solo fosse riuscita a tenerlo sotto controllo abbastanza da presentarlo agli occhi dell'opinione pubblica

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