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L isola delle ossa (eLit): eLit
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L isola delle ossa (eLit): eLit

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About this ebook

ISLAND OF BONES - Vol. 1. Ci sono spiriti che camminano in mezzo a noi, spiriti di defunti che non possono andare verso la luce perché qualcosa li lega a questo mondo. Pochi, tra i vivi, ne percepiscono la presenza, e Katie O'Hara è una di essi. Da quando è tornata a Key West, più si addentra nei misteri che riguardano un orribile omicidio commesso molti anni prima, più si fanno insistenti gli avvertimenti di un amico fantasma. Intanto la conta dei morti sull'Isola delle Ossa sale, come se un crudele assassino continuasse a mettere in scena un macabro copione di un lontano passato, e per Katie scoprire la verità diventa sempre più importante. Perché l'assassino potrebbe essere l'uomo di cui si sta innamorando...



Island of bones:

L'isola delle ossa - vol. 1

La sposa fantasma - vol. 2

La casa dei misteri - vol. 3
LanguageItaliano
Release dateJul 29, 2016
ISBN9788858957547
L isola delle ossa (eLit): eLit
Author

Heather Graham

New York Times and USA Today bestselling author Heather Graham has written more than a hundred novels. She's a winner of the RWA's Lifetime Achievement Award, and the Thriller Writers' Silver Bullet. She is an active member of International Thriller Writers and Mystery Writers of America. For more information, check out her websites: TheOriginalHeatherGraham.com, eHeatherGraham.com, and HeatherGraham.tv. You can also find Heather on Facebook.

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    L isola delle ossa (eLit) - Heather Graham

    successivo.

    LINEA DEL TEMPO DI KEY WEST

    1513 – Sembra che il primo europeo a scoprire la Florida per conto della Spagna sia stato Ponce de León. I suoi marinai, osservando da lontano le isole più a sud, le Keys, hanno l'impressione che le radici di mangrovia ricordino delle anime sconvolte dalla sofferenza e per questo chiamano l'arcipelago Los Martires, I Martiri.

    1600 circa – Key West compare per la prima volta nelle carte geografiche e nelle mappe europee. I primi esploratori trovano per caso le ossa dei defunti delle tribù indigene e per questo l'isola viene chiamata Island of Bones o Cayo Hueso, Isola delle Ossa.

    Inizia l'età dell'oro della pirateria, dato che le navi che salpano dal Nuovo Mondo attraversano acque pericolose con enormi carichi di preziosi.

    1763 – Il Trattato di Parigi assegna la Florida e Key West alla Gran Bretagna e Cuba alla Spagna. Gli spagnoli e la popolazione indigena si vedono costretti ad abbandonare le isole e a trasferirsi all'Avana. Tuttavia, gli spagnoli sostengono che le Keys non facciano parte della Florida e che in realtà appartengano a L'Avana. Gli inglesi, invece, affermano che sono parte della Florida. In realtà, la disputa è solo una guerra di parole. Sulle isole, individui intrepidi vanno a pesca, abbattono alberi, cacciano tartarughe e sanno come evitare i pirati, con pochissimo controllo da parte delle autorità governative di qualunque paese.

    1783 – Il Trattato di Versailles pone fine alla Rivoluzione Americana e restituisce la Florida alla Spagna.

    1815 – La Spagna cede la proprietà dell'isola di Key West a un suddito leale, Juan Pablo Salas di St. Augustine, Florida.

    1819-1822 – La Florida viene ceduta agli Stati Uniti. Pablo Salas vende l'isola a John Simonton per duemila dollari. Simonton suddivide l'isola in quattro parti: tre vengono rivendute a tre uomini d'affari di nome Whitehead, Fleming e Greene. Cayo Hueso inizia a essere conosciuta come Key West.

    1822 – Simonton convince la Marina Statunitense a visitare il porto d'altura di Key West che aveva fatto da sfondo alla vivace attività di pirati, predoni di relitti e altri malviventi, mentre l'entroterra è ancora scarsamente sviluppato. Il porto avrebbe rappresentato per gli Stati Uniti un notevole vantaggio. Il tenente di Marina Matthew C. Perry, incaricato di valutare la situazione, stila un rapporto favorevole sul ruolo militare strategico della località, ma avverte il governo che la zona è piena di individui loschi, come i pirati.

    1823 – Il capitano David Porter viene nominato Commodoro della Squadra Anti-Pirateria delle Indie Occidentali. Dopo aver assunto il comando, si comporta in modo spietato mettendo addirittura l'isola sotto legge marziale. Anche se gli abitanti lo detestano, a partire dal 1823 il fenomeno della pirateria inizia a essere arginato.

    Gli Stati Uniti assumono il pieno controllo di Key West, che diviene parte della Florida, e danno inizio a una vera e propria colonizzazione anche se, come sempre, gli americani che portano avanti questo processo provengono da molte località diverse.

    1828 circa – Il recupero dei relitti di navi diventa un servizio importante a Key West e molti nell'isola partecipano a questa attività. Il volume di affari è talmente grande che nel giro di vent'anni l'isola diventa una delle aree con il reddito pro capite più alto degli Stati Uniti. Secondo alcuni, si tratta di una nuova pirateria che sostituisce quella tradizionale. In effetti, sebbene le attività di recupero e salvataggio siano legali e autorizzate, numerose navi vengono attirate verso un tragico destino da affaristi senza scrupoli.

    1845 – La Florida diventa uno stato americano. Inizia la costruzione di un forte per proteggere Key West.

    1846 – A Dry Tortugas inizia la costruzione di Fort Jefferson.

    1850 – Il forte sull'isola di Key West viene intitolato al presidente Zachary Taylor.

    La costruzione di nuovi fari pone fine ai giorni dei naufragi e del recupero relitti.

    1861 – Il 10 gennaio, la Florida si stacca dall'Unione. Il Forte Zachary Taylor rimane saldamente nelle mani degli Unionisti e svolge un ruolo primario nella strategia per sconfiggere la Marina Confederata e sorvegliare le navi contrabbandiere che forzano il blocco navale durante la guerra. La città di Key West viene divisa in due e rimane così per tutta la durata del conflitto. Viene iniziata la costruzione di due Torri Martello, la Torre Est e Ovest, con funzione di depositi di provviste; le paludi di acqua salata di Key West riforniscono entrambe le fazioni in guerra.

    1865 – La Guerra di Aggressione Nordista termina con la resa del generale Lee presso il tribunale di Appomattox. Anche l'attività di recupero delle navi contrabbandiere si conclude.

    1865 – Il dottor Samuel Mudd viene incarcerato a Fort Jefferson, Dry Tortugas, perché ritenuto colpevole di cospirazione per aver medicato John Booth, che si era rotto una gamba dopo avere assassinato il presidente Lincoln.

    Con la fine delle operazioni di salvataggio e della produzione di sale, l'industria del sigaro diventa un'attività fiorente. In seguito alla Guerra di Indipendenza Cubana, le Keys vengono invase da produttori di sigari, i quali, però, si spostano quasi subito a Ybor City. Un'altra attività importante per un certo periodo è la pesca delle spugne, ma presto anche i pescatori decidono di trasferirsi nelle acque di Tampa, sia perché le malattie si diffondono veloci tra i banchi di spugne dell'isola, sia perché la posizione geografica isolata non favorisce lo sviluppo del settore.

    1890 – Viene costruito l'edificio, poi denominato la piccola Casa Bianca, che serve da alloggio a un ufficiale della stazione navale. Il presidente Truman trascorrerà almeno 175 giorni in questa dimora, che sarà visitata anche da Eisenhower, Kennedy e molti altri esponenti politici.

    1898 – L'esplosione della corazzata Maine nel porto de L'Avana contribuisce all'aggravarsi del conflitto ispano-americano. La perdita della nave provoca una profonda commozione a Key West, da cui era salpata per L'Avana.

    1900 circa – Nasce Robert Eugene Otto. All'età di quattro anni riceve in regalo la bambola che lui stesso chiamerà Robert e, con essa, nasce anche la leggenda.

    1912 – Henry Flagler fa prolungare il ramo ferroviario della Overseas Railroad fino a Key West, creando un primo collegamento tra le isole e la terraferma.

    1917 – Il 6 aprile gli Stati Uniti votano a favore dell'intervento nella Prima Guerra Mondiale. A Key West viene mantenuto il presidio militare.

    1919 – La Prima Guerra Mondiale si conclude con il Trattato di Versailles.

    Anni '20 – Il Proibizionismo fornisce a Key West una nuova risorsa: il contrabbando di alcolici.

    1927 – A Key West viene fondata la compagnia aerea Pan American, che si occupa del trasporto dei passeggeri in arrivo e in partenza per L'Avana.

    Carl Tanzler, Conte von Cosel, arriva a Key West e viene assunto come radiologo al Marine Hospital, l'ospedale della Marina.

    1928 – Ernest Hemingway arriva a Key West. Si dice che abbia scritto Addio alle armi mentre aspettava di ricevere la sua nuova spider.

    1931 – Hemingway e la moglie Pauline ricevono in regalo la casa di Whitehead Street. Attualmente, esiste ancora una colonia di gatti a sei dita che discendono direttamente dalla sua gatta Snowball.

    Muore Elena Milagro de Hoyos.

    1933 – Il Conte von Cosel trafuga dal cimitero il cadavere di Elena.

    1935 – L'uragano del Labor Day distrugge la linea ferroviaria della Overseas Railroad e uccide centinaia di persone. La ferrovia non verrà mai ricostruita. La Grande Depressione colpisce anche Key West e l'isola, una volta la più ricca del paese, deve affrontare il dilagare della disoccupazione.

    1938 – Viene completata l'autostrada Overseas Highway U.S. 1 per collegare Key West e le isole Keys alla terraferma.

    1940 – Hemingway e Pauline divorziano e Key West perde il suo grande scrittore, che vi tornerà solo come turista.

    1940 – Si scopre che Tanzler tiene in casa il corpo di Elena. Migliaia di persone accorrono per vedere il cadavere esposto nei locali delle pompe funebri Dean Lopez.

    1941 – 7 dicembre: una data che vivrà nell'infamia. I giapponesi bombardano Pearl Harbor e gli Stati Uniti entrano in guerra.

    Tennessee Williams arriva a Key West per la prima volta.

    1945 – La Seconda Guerra Mondiale termina in Europa con l'armistizio del 14 agosto e negli Stati Uniti con la resa del Giappone, il 2 settembre.

    Key West tenta di ristabilire un sistema economico accettabile.

    1947 – Si dice che Tennessee Williams abbia scritto la prima stesura di Un tram chiamato desiderio mentre alloggiava all'hotel La Concha in Duval Street.

    1962 – Scoppia la crisi missilistica cubana. Il presidente John F. Kennedy ricorda agli Stati Uniti che Cuba dista solo 150 km.

    1979 – Viene celebrato il primo Fantasy Fest.

    1980 – Fidel Castro consente libero accesso al porto di Mariel e decine di migliaia di esuli cubani arrivano a Key West, fenomeno conosciuto come Mariel Boatlift.

    1982 – Nasce la Conch Republic, Repubblica della Conchiglia. Nel tentativo di controllare l'immigrazione illegale e il traffico di droga, gli Stati Uniti stabiliscono un blocco stradale a Florida City, all'estremità settentrionale della U.S.1. Il traffico viene bloccato per 17 miglia e, il 23 aprile, il sindaco di Key West, Dennis Wardlow, risponde proclamando la secessione dagli Stati Uniti. Dopodiché dichiara la guerra e subito dopo la resa e, infine, richiede aiuti dall'estero. Dato che gli Stati Uniti non hanno mai reagito a questi avvenimenti, la Conch Republic esiste ancora in base alle leggi internazionali. L'obiettivo della politica estera della Repubblica è stato così riassunto: Attenuare le tensioni internazionali tramite la pratica dello humor. Sebbene gli Stati Uniti non riconoscano ufficialmente la decisione, l'intervento ottiene l'effetto desiderato: il blocco stradale che paralizzava il traffico viene rimosso.

    1985 – Il cantautore Jimmy Buffett inaugura il suo primo ristorante Margaritaville a Key West.

    Il forte Zachary Taylor diviene Parco Statale della Florida, una splendida località per rievocazioni in costume, picnic e relax in spiaggia.

    Il cacciatore di tesori Mel Fisher riesce finalmente a trovare il relitto della Atocha.

    1999 – Si svolge il primo festival Pirates in Paradise.

    Dal 2000 a oggi – Key West è di per sé un paradiso sgargiante, chiassoso, intrigante, ricco di storia e di luoghi per praticare sport acquatici o attività di famiglia e pieno di locali equivoci. La Gibilterra dell'Ovest offre la possibilità di fare immersioni, scovare relitti e sperimentare quello spirito d'avventura che la rende una meta straordinaria per un giorno o per tutta la vita.

    Prologo

    Dieci anni fa

    La luce blu rendeva l'atrio buio e inquietante, anche se appena fuori dalle porte del museo il magico sole dell'isola risplendeva sui turisti e su quei pochi abitanti per i quali la sveglia suonava prima di mezzogiorno. All'interno aleggiavano delle strisce di nebbia, appositamente studiate per creare un'atmosfera tesa e spettrale.

    «Sangue e viscere! Turpe assassinio!» fu l'uscita scherzosa di uno dei quindici visitatori presenti. Era vestito in pantaloni corti, maglietta e cappello da baseball e aveva il naso ancora macchiato di zinco bianco. Come tutti i turisti, sfoggiava una scottatura che presto avrebbe incominciato a fare male.

    «No, morte del tutto assurda» lo corresse David Beckett. Doveva proprio ammetterlo, amava condurre i tour nel museo e poi era stato felice di poter dare un po' di tempo libero a Danny Zigler, la guida del fine settimana.

    «Ooh...» mormorò una delle ragazzine.

    David sentì una risata breve e interrotta.

    Era Pete Dryer, un poliziotto di Key West, che era venuto a visitare il museo insieme alla sorella, al cognato e alla nipote; la famiglia, che viveva a Fort Lauderdale, si trovava lì per qualche settimana di ferie.

    «E ora il vero spettacolo, gente» disse Pete in tono scherzoso.

    «La prossima opera rappresenta senz'altro una delle nostre storie più strane, persino per un posto in cui la stranezza è di casa» spiegò David.

    Il gruppo si spostava a passo regolare ma rilassato tra le opere. Il museo era un'attività di famiglia e al suo interno era riprodotta la pittoresca storia dell'isola di Key West, Florida. Tutti gli eventi più importanti erano stati ricreati tramite allestimenti scenografici incredibilmente realistici e minuziosi. Una volta quel posto era stato un piccolo museo delle cere, ma il nonno di David, che era una specie di genio della meccanica e dell'elettronica, era riuscito a risolvere il problema dello scioglimento della cera quando le temperature s'impennavano, quando arrivava una tempesta o quando l'aria condizionata smetteva di funzionare. I personaggi dei vari allestimenti, infatti, erano tutti splendidi capolavori della meccanica.

    Il gruppo si stava dirigendo verso la rappresentazione storica che David preferiva. Con un sorriso, iniziò a presentarla. «Per qualcuno, la storia di un amore vero; per altri, pura cattiveria e malvagità.»

    Anche qualche giovane donna del gruppo sorrise; David sapeva fare bene la guida e aveva anche l'aspetto giusto per il ruolo. Alto, capelli scuri e, al momento, in forma più che discreta grazie alla Marina militare. Indossava un cilindro e un mantello in stile vittoriano, anche se non sapeva con certezza perché quella fosse la divisa. Le donne e le ragazze del gruppo erano quasi tutte agitate; i musei con allestimenti di quel tipo spesso inquietavano e poi alcune figure erano talmente realistiche che sembrava potessero prendere vita da un momento all'altro. David si stava divertendo. Era bello essere a casa, potersi occupare dell'attività di famiglia per un po' e ogni tanto concedere del tempo libero ai dipendenti, anche se non sarebbe rimasto ancora per molto. Una volta terminato il periodo nelle forze armate, era stato mandato all'Università della Florida, anche se un po' vecchio come matricola, il tutto a spese dello Zio Sam, l'esercito che aveva servito fino a poco tempo prima.

    La bionda con la maglietta dell'Hog's Breath Saloon e mini shorts era proprio carina, pensò.

    Per un attimo affiorò il senso di colpa; non era abituato a sentirsi libero di flirtare con una bella ragazza appena incontrata. Era stato fidanzato e aveva amato la sua donna; un bel giorno, però, era ritornato a casa e aveva scoperto che Tanya stava per trasferirsi al nord con un giocatore di football dell'Ohio.

    Faceva male. Faceva ancora male. La sua esperienza nell'esercito, però, li aveva allontanati troppo; erano usciti insieme per tutto il periodo delle superiori e allora sembrava amore vero. Ma non lo era. Non per Tanya, almeno.

    Lui partiva spesso e per molto tempo, probabilmente era normale che lei fosse andata avanti. Ora anche lui doveva fare la stessa cosa.

    Si fermò di fronte alla scenografia che preferiva. «Carl Tanzler nacque a Dresda, in Germania, e arrivò negli Stati Uniti dopo un tortuoso percorso che lo aveva portato a Cuba, a Zephyrhills in Florida e alla fine a Key West. Qui lavorava come tecnico radiologo all'ospedale della Marina militare americana mentre sua moglie, per non so quale ragione, era rimasta a Zephyrhills con la famiglia. La storia racconta che, quando era giovane, Carl aveva delle visioni e che la nonna incoraggiava questa sua capacità. In una di queste visioni gli appariva una bellissima donna dai capelli neri che sarebbe stata il suo vero amore.»

    «Come al solito... Il vero amore non era la moglie» osservò la donna bionda. A David sembrava di aver sentito che una delle studentesse universitarie l'aveva chiamata Genevieve. Sembrava proprio una Genevieve. Gran bel viso, occhi stupendi.

    «Non era la moglie?» intervenne Sally, la sorella di Pete. «Il suo vero amore non era la moglie?»

    Suo marito Gerry rise e la strinse a sé.

    «No, non era sua moglie» confermò David. «Un giorno arrivò all'ospedale una stupenda ragazza cubana che si chiamava Elena de Hoyos. Purtroppo la ragazza era malata di tubercolosi. Carl, che si faceva chiamare Conte von Cosel, si innamorò di lei all'istante. Di problemi ce n'erano fin troppi: lui aveva una moglie e anche Elena era sposata. Be', in realtà il matrimonio della ragazza non fu un grande ostacolo, dato che suo marito la lasciò non appena le fu diagnosticata la malattia. Carl giurò a lei e alla sua famiglia che era in grado di curarla. A quei tempi, in realtà, non c'era niente che potesse fare per salvarla, tuttavia entrò nelle grazie della famiglia di lei, che ogni giorno lo accoglieva in casa per le cure. Quando Elena morì, il 25 ottobre 1931, lui si offrì di costruirle un bellissimo mausoleo, cosa che poi fece e, notte dopo notte, tornava nella sua tomba, suonava per lei, le parlava e le portava dei regali.»

    «È così triste e tragico» affermò un'anziana signora.

    Anche lei aveva dello zinco sul naso. Probabilmente era la moglie del tizio con la scottatura, perché il suo colorito era quasi identico a quello dell'uomo.

    «Sì, be', un giorno smise di andarla a trovare. Ora, gente, non dimenticate che ci troviamo a Key West, Florida. Negli anni seguenti Carl Tanzler, Conte von Cosel, passò le sue giornate a comprare profumi, cosmetici per cadaveri, fil di ferro, abiti e biancheria intima da donna, ma sembrava che nessuno ci facesse caso. Poi un giorno Nana, la sorella di Elena, sentì dire in giro che Tanzler dormiva con il cadavere di sua sorella. Appena riuscì ad avvicinarlo, lui fu arrestato. La leggenda narra che Nana gli lasciò trascorrere tre giorni insieme al corpo prima di chiamare la polizia per farlo arrestare, ma io non so se credere a questa parte della storia. Tanzler fu preso in custodia e venne visitato da uno psichiatra. Tanto per dimostrare che anche nel resto del paese la gente può essere pazza come a Key West, la storia venne romanzata in svariati testi di tutta l'America. Alla fine Tanzler fu rilasciato perché i termini di prescrizione del reato da lui commesso, vilipendio, erano scaduti. L'autopsia dimostrò che da anni l'uomo praticava la necrofilia. Anche nelle sue memorie, Tanzler parla del suo amore per Elena e della convinzione che un giorno sarebbero volati sulle stelle come marito e moglie, visto che aveva segretamente sposato la ragazza in una cerimonia privata. Per la seconda volta, il corpo di Elena venne esposto per la veglia alle pompe funebri Dean Lopez. La prima volta vennero forse cinque o seicento persone, la seconda volta ne vennero migliaia. La prossima opera che vedremo è ispirata a questa famosa storia di amore vero: Carl Tanzler in piedi accanto al letto della sua sposa.»

    Così dicendo, David entrò nella sala successiva, allungando il braccio in un gesto teatrale.

    Aggrottò le sopracciglia, sorpreso dall'improvviso silenzio che si era creato.

    Poi la bionda urlò. Fu un urlo tragico e orribile, un suono che avrebbe sentito e risentito in continuazione negli anni a venire.

    David si voltò.

    La raffigurazione robotica di Carl Tanzler era lì, come sempre, un ometto stempiato dal volto magro, che da dietro il letto si chinava su Elena Milagro de Hoyos.

    Il corpo sul letto, però, non era quello di Elena.

    Lui non urlò. Fu come se una cascata gelida lo avesse inondato e gli fosse penetrata nel sangue e nelle ossa.

    Una donna giaceva sul letto.

    Ma non era il modello di Elena.

    Non era castana; era bionda. I capelli, lunghi e lucenti, si stendevano sul cuscino e ricadevano al lato del letto. Gli occhi, azzurri e spalancati, fissavano il soffitto in uno sguardo raggelato dal terrore. Indossava un prendisole ed era distesa in una posa talmente naturale che, se non fosse stato per lo sguardo terrorizzato e vitreo, si sarebbe potuto dire che stesse facendo un sonnellino.

    David sentì che gli cedevano le ginocchia. L'unica cosa che lo teneva ancora in piedi era il gelo nelle vene.

    Sangue e viscere! Turpe assassinio!

    Non c'era sangue. Ma era un assassinio. Nonostante la candida bellezza del corpo disteso, i lividi bluastri intorno al collo erano evidenti.

    Era un assassinio. L'assassinio di una splendida giovane donna.

    Non una straniera. Non una donna qualunque.

    Era Tanya, la sua ex fidanzata.

    1

    Oggi

    «Sinceramente, credo che tu ti sia fatta carico di troppe cose» disse Clarinda, alzando il tono di voce. Erano talmente vicine all'amplificatore che aveva dovuto avvicinarsi all'orecchio di Katie per farsi sentire. Uno studente di Omaha, completamente ubriaco, era nel bel mezzo di un'intensa canzone di Alice Cooper, il locale era pieno e c'era molto rumore.

    Katie si strinse nelle spalle e rivolse un sorriso all'amica. Forse era vero che si era fatta carico di troppe cose, ma le si era presentata l'occasione giusta e lei non era riuscita a resistere.

    «Sarà bellissimo, funzionerà e sarà un bene per tutta Key West» rispose.

    Clarinda inarcò un sopracciglio con aria scettica, poi appoggiò il bicchiere di acqua e lime sul tavolino accanto a Katie e scosse la testa.

    «Naturalmente io ti aiuterò» disse. «E poi lo sai, Danny Zigler sarà ben felice di venire a lavorare per te. Gli si è spezzato il cuore quando quel posto è stato chiuso, anni fa. Si dice che sia infestato dai fantasmi, per ovvie ragioni. Lo sapevi, no?»

    «L'ho sentito dire» confermò Katie.

    «Tesoro, ci porti un altro giro?» gridò un uomo sovrastando la confusione.

    «Sì, ma non chiamarmi tesoro!» sospirò Clarinda esasperata. «Cosa succede stasera? Di solito vengono solo gli isolani che reggono l'alcol.»

    «Capirai, siamo a Key West e siamo stati scoperti dai turisti. Figurati!» borbottò Katie.

    «Sì, anch'io vorrei fare la responsabile del karaoke e non la cameriera» aggiunse Clarinda.

    «Ehi, ti ho detto che puoi lavorare per me...»

    «E quando ci sarà una serata fiacca e la responsabile dovrà cantare, ti assicuro che, oltre ai posacenere, svuoterò anche il locale. No, so già che farò la mia fortuna disegnando caricature a Mallory Square, ma fino a quel giorno l'unico lavoro che svolgerò per te sarà quello di dare da bere agli ubriachi per far loro lasciare delle grosse mance. Okay, ammetto che questo è un bel vantaggio per tutt'e due.»

    «Tesoro!» ripeté l'uomo. «Un altro giro!»

    «Va a finire che 'sto giro glielo vuoto in testa» minacciò Clarinda e poi si mosse velocemente verso il bancone.

    La canzone di Alice Cooper stava sfumando. Il prossimo era un ragazzo che voleva cantare Sinatra. Katie batté le mani sia per l'uomo che tornava al tavolo sia per quello che raggiungeva il microfono.

    O, meglio, tentava di raggiungere il microfono. Ma che cosa stava succedendo? Era proprio vero, quella sera sembrava che i turisti ubriachi fradici venissero fuori da ogni angolo. Be', dopotutto quella era Key West: casa per qualcuno, ma per tutti gli altri una città turistica in cui l'attività principale era bere troppo.

    Key West è molto più di quello, pensò Katie, in difesa della sua città natale. Era eccellente per andare a pesca e per fare immersioni spettacolari, tanto che molti turisti venivano proprio per praticare sport acquatici. Ma era anche vero che vecchi e giovani provenienti da ogni dove riempivano il Margaritaville di Jimmy Buffett per il puro piacere di partecipare a un addio al celibato o di passare un paio di notti selvagge a Duval Street, che era il cuore della vita notturna e il posto migliore per trovare stanze d'albergo a poco prezzo.

    Il suo locale o, meglio, il locale di suo zio Jamie, l'O'Hara, dove lei gestiva il Katie-oke, era sul lato sud di Duval Street, mentre gran parte dei locali più famosi si trovava sul lato nord. Tuttavia Katie, con il suo lavoro, richiamava molti abitanti di Key West perché spesso gli animatori delle varie manifestazioni dell'isola – il Fantasy Fest, il Pirates in Paradise, le rassegne d'arte e i festival della musica, gli Hemingway Days, ecc... – andavano nel suo locale per provare le canzoni nuove insieme a lei. Il Katie-oke era attivo quattro sere a settimana, ma lei lavorava all'O'Hara anche quando il karaoke non c'era: aiutava i musicisti a sistemare il palco e l'impianto oppure, il lunedì e il martedì sera, si esibiva suonando e cantando semplici pezzi acustici.

    Si era laureata alla Juilliard School e aveva lavorato con una prestigiosa compagnia teatrale del New England. Il New England le era piaciuto, ma non era casa sua. Alla fine aveva capito che non sopportava il freddo e la neve e che voleva farsi una vita a Key West.

    Si era resa conto che sapeva gestire il caldo e il sudore, però non aveva mai imparato a coprirsi bene.

    E poi il mare... Quanto le era mancato il mare quando era lontano! Casa sua, una piccola costruzione in stile vittoriano – una delle oltre tremila case del quartiere presenti nel catasto storico dello stato – non era sul mare, ma in Elizabeth Street. Si trovava nella Città Vecchia, circondata da attività turistiche, ma di mare Katie ne aveva quanto voleva, perché uno dei suoi migliori amici, Jonas Weston, un vecchio compagno di scuola che ora usciva con Clarinda, possedeva e gestiva il Salvage Inn, un locale nella zona del golfo con un piccolo tratto di spiaggia artificiale privata. Lì lei era la benvenuta e poteva andarci ogni volta che ne aveva voglia.

    «Quei tipi sono decisamente sgradevoli; vuoi che ne butti fuori uno?»

    Katie sentì la domanda, ma non alzò nemmeno lo sguardo verso chi gliel'aveva rivolta. Bartholomew sapeva che le dava fastidio quando cercava di chiacchierare in presenza di altre persone.

    Ignaro della presenza di Bartholomew, che con aria rilassata e affascinante si era accomodato su uno sgabello accanto a Katie, Marty Jenkins, animatore di feste di pirati, si avvicinò. «Puoi mettere un disco di canti marinari per me, Katie?» «Certo, Marty.»

    Lui le passò il cd e lei lo infilò nello stereo. «Non posso far comparire le parole sullo schermo, però. Ma tanto tu non ne hai bisogno, no?»

    L'altro le fece un sorriso. «Mi sto preparando per il prossimo spettacolo di pirati, tesoro, non ho bisogno delle parole. Grazie.»

    «Sono sicura che andranno matti per te, Marty.»

    «Ehi, ho sentito dire che hai comprato il vecchio museo delle cere, Katie» disse Marty.

    «Non è un museo delle cere; sono figure robotizzate.»

    «E quindi non dovrebbero muoversi?» chiese Marty.

    «Io credo che tutte possano muoversi, solo che al momento non sono in funzione.»

    «In realtà, per quel che ne so io, nessuna delle figure funziona» disse Marty puntando un dito contro di lei. «Sono cinque anni che quel posto è chiuso, ormai. Craig Beckett ha provato a tenerlo aperto dopo il ritrovamento del cadavere di quella giovane, ma alla fine ha gettato la spugna. Se sei ancora in tempo per riprenderti i soldi, ragazza mia, dovresti farlo.»

    «Marty, io voglio aprirlo. Amavo quel posto quando ero bambina» gli rispose lei.

    Lui scosse la testa. «Dicono che sia infestato dai fantasmi e non di quelli buoni. Sai cos'è successo lì dentro. Un omicidio!»

    «Sì, fu molto triste, ma è passato tanto tempo. Quello che è successo è tragico; un idiota si è servito del sogno di qualcun altro solo per ottenere un effetto teatrale, ma ormai è passato. Andrà tutto bene, Marty.»

    «Non hanno mai preso l'assassino, signorina» le ricordò lui.

    «E io sono convinta che il killer se ne sia andato, Marty. Niente del genere è mai più successo dopo.»

    Marty si allontanò scuotendo la testa.

    «Secondo me ha ragione. Non sembra un bel posto in cui stare» aggiunse Bartholomew sottovoce, sporgendosi verso di lei; perché stesse parlando piano, lei proprio non lo capiva. «Ehi! Quell'uomo si comporta di nuovo in maniera sgarbata e irriguardosa con Clarinda. Devo fare qualcosa?» sibilò nel suo linguaggio pomposo.

    Katie digrignò i denti e guardò il bancone e il fantasma dell'uomo che le stava accanto. Era certa che per il resto delle persone presenti non ci fosse niente da vedere.

    O da sentire.

    Abbassò la testa e disse con un profondo sussurro: «Bartholomew, se non vuoi perdere un'amica mortale, ti supplico di tacere e di smetterla... Chiudi la bocca! Mi fai sembrare una squilibrata che sta tutto il tempo a parlare da sola!».

    «Quel tipo è un completo idiota» protestò Bartholomew. «Oh, ed eccola di nuovo, in strada.»

    Katie alzò lo sguardo. Non riuscì a trattenersi.

    Era vero. Una donna vestita di bianco camminava sul marciapiede con lo sguardo fisso in avanti. Indossava un abito bianco in stile vittoriano e con le mani stava facendo un nodo a un fazzoletto. Sembrava così triste che Katie avvertì una stretta al cuore e si morse il labbro per concentrarsi sull'idea che vedere i fantasmi era una maledizione, che non poteva lasciarsi coinvolgere da tutti quelli che incontrava – ce n'erano davvero troppi a Key West – e che quella donna era morta da tanto tempo, doveva soltanto scoprire una sorta di pace interiore per poter andare oltre.

    «Mi fa pena da morire» disse Bartholomew facendo una smorfia, «doppi sensi a parte.»

    Katie diede uno sguardo intorno mentre Bartholomew ridacchiava. La prolungata condizione di defunto non sembrava aver raffreddato il suo buonumore. In vita era stato un avventuriero – un corsaro, non un pirata! – e la curiosità e il desiderio di vivere esperienze nuove non l'avevano abbandonato neanche dopo morto.

    Puntò lo sguardo su Katie. «Davvero non sai chi è? E non verrà a parlare con te?»

    «Non l'ha mai fatto» rispose Katie.

    «Stai attenta» l'avvertì Bartholomew.

    Si accorse che Clarinda la stava guardando con una certa preoccupazione negli occhi.

    Katie ricordava bene che, fino a quel momento, nessuno tranne lei aveva potuto godere della compagnia di Bartholomew.

    Lui era proprio un dandy: portava scarpe con fibbie e tacchi, calze e brache erano impeccabili. Sopra la camicia con jabot, indossava un gilet rosso e la giacca nera; i capelli erano di un nero corvino, ben pettinati in una coda che usciva dal cappello a tricorno. Katie sapeva che lui amava particolarmente il festival Pirates in Paradise; infatti, insisteva sempre per andare a vedere gli spettacoli musicali e unirsi ai festeggiamenti, perché adorava fare commenti sui pirati moderni che vagavano per tutta Key West.

    «È tutto okay?» le chiese Clarinda, avvicinandosi cauta alla postazione di Katie per arrivare accanto alla sua sedia. «Stai di nuovo parlando da sola» le fece notare. «Uno dei ragazzi laggiù ti voleva offrire un drink perché pensava che stessi già un pezzo avanti.»

    Katie

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