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Messaggi al fondente: eLit
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Ebook92 pages1 hour

Messaggi al fondente: eLit

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About this ebook

LE DELIZIE DI PAPA' VALENTINO - Vol. 1. Charlotte è da sempre innamorata del suo amico e socio Sam. Si avvicina il 14 febbraio e lei vuole far precipitare la situazione, così escogita un piano trasformandosi in una Valentina Segreta. Peccato che commetta un errore fondamentale che la smaschera subito!

I romanzi della serie:

1) Messaggi al fondente

2) Cioccolato sulla pelle

3) Consigli al cacao

LanguageItaliano
Release dateJan 29, 2016
ISBN9788858948835
Messaggi al fondente: eLit
Author

Kate Hoffmann

Dopo aver lavorato come redattrice di testi pubblicitari, ha intrapreso la difficile strada del romanzo e ha dovuto superare difficili momenti prima di approdare al successo. Ora finalmente può permettersi di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno.

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    Messaggi al fondente - Kate Hoffmann

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His secret Valentine

    Harlequin Books

    © 1997 Peggy A. Hoffmann

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2001 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-883-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Gli occhi le si colmarono di lacrime e Charlotte Keats se li asciugò con le dita prima di soffiarsi delicatamente il naso con un fazzoletto di carta.

    «Old Yeller» piagnucolò. «La fine riesce a commuovermi sempre. Ho ancora la copia che mi diede mio padre tanti anni fa e le pagine sono tutte chiazzate di lacrime.»

    «Oh, smettila» gridò Laurie, agitando una mano e piangendo. «Le storie degli animali mi fanno sempre questo effetto. Lassie era il peggiore. E anche quel delfino. Come si chiamava?»

    «Flipper?»

    «Sì, Flipper. Che tristezza! Poi c’era quel film di due cani e di un gatto che attraversavano il paese, cercando i loro padroni. Ho pianto per tre ore dopo che l’ho visto.»

    «E quello del bambino che telefona alla mamma...» Il gioco masochistico di evocare, paragonandole tra loro, le storie più drammatiche e toccanti era cominciato e adesso nessuna delle due era capace d’interromperlo.

    «E che cosa mi dici del Mago di Oz quando Dorothy deve tornare a casa? Ogni volta che vado a vederlo ci metto un giorno per riprendermi.»

    «Pensa a Casablanca. Quando si dicono addio all’aeroporto. Non ti verrebbe voglia di picchiare Ingrid Bergman per la sua stupidità?»

    «E alle Olimpiadi quando suonano gli inni nazionali alla cerimonia di conferimento delle medaglie?» Charlotte affondò nella poltrona, l’espressione desolata.

    Laurie scosse la testa, lottando con le lacrime. «Bip Bip» gemette tra i singhiozzi.

    Charlotte si raddrizzò e la guardò. «Che cosa?»

    «Lo sai, quel cartone animato. L’uccello con le zampe lunghe.»

    «Bip Bip ti fa piangere? Com’è possibile?»

    Laurie si soffiò il naso. «Conduce una vita così miserabile, là nel deserto con Wilcoyote che gli dà sempre la caccia. Chi piangerebbe se morisse? O se la dinamite esplodesse al momento giusto?»

    Le due amiche si guardarono e scoppiarono a ridere con tanto gusto da ricominciare a lacrimare. Charlotte rise finché si sentì dolere lo stomaco e non riuscì più a respirare, poi sbirciò Laurie e fu presa da un nuovo accesso d’ilarità.

    Laurie singhiozzò e si coprì il viso con le mani. «Che scema che sono» mormorò.

    «Tu? E io?» Charlotte prese in mano l’articolo che l’amica le aveva letto. «Sapevi benissimo come avrei reagito ascoltando questa storia. Sai che ho le lacrime in tasca. Sei crudele.»

    Laurie sorrise. «Ti ripago con la tua stessa moneta» replicò. «Le caratteristiche che risvegliano l’interesse del pubblico sono quelle che sanno toccare le corde segrete del cuore.»

    Charlotte sospirò. «E quelle del tuo editore. Sai che sono una sentimentale e non ci pensi due volte ad approfittarti di me.»

    Udendo un rumore, entrambe si voltarono e videro Sam Harper, il direttore del Cedar Ridge Tribune, entrare nella stanza. Indossava come al solito un completo impeccabile e Charlotte vide che l’amica lo guardava con aperta ammirazione. Non se ne stupì.

    Aveva visto succedere la stessa cosa altre volte. Sam Harper induceva le donne a voltare la testa e faceva battere più in fretta i loro cuori. Gli uomini avvenenti come lui erano quasi sempre vanitosi, ma Sam era tanto indifferente da sembrare inconsapevole dell’effetto che produceva sul gentil sesso.

    In quel momento teneva lo sguardo fisso su un foglio stampato dal computer. «Gus, stavo controllando questi annunci e penso che abbiamo un problema. Dobbiamo...» Poi sollevò la testa e avanzò nella stanza, guardando le due donne con espressione guardinga e imbarazzata.

    Udendo il soprannome che lui le aveva affibbiato da bambina, Charlotte si irritò. Lo aveva pregato infinite volte di chiamarla Charlotte o signora Keats, specialmente davanti ai dipendenti, ma lui pareva trarre una gioia perversa nel chiamarla Gus o Gussie, abbreviativo di Augusta, il suo secondo nome.

    Soffocando una risposta pungente, si asciugò una lacrima dalla guancia e incrociò le braccia sullo scrittoio. «Salve, Harper. Non ti ho sentito bussare.»

    Lui si voltò a guardare la porta. «Non ho bussato» disse.

    «Proprio quello che volevo dire.»

    «Ma forse questa volta avrei dovuto» aggiunse lui.

    «Che cosa vuoi?»

    Lui la scrutò e notò i suoi occhi arrossati e le guance umide. «Va tutto bene?»

    Charlotte sbatté le palpebre, stupita. L’espressione aggrondata di lui era la manifestazione di ansia più evidente che Sam avesse manifestato nei trentaquattro anni che lo conosceva. Perfino quando l’aveva spinta dentro il lago Myrtle, rovinandole il suo tredicesimo compleanno, solo perché lei aveva avuto la dabbenaggine di confidargli che aveva una cotta per lui, Sam Harper se l’era cavata con un borbottio di scusa e un’alzata di spalle.

    «Sì, va tutto benissimo» gli rispose.

    «È che... sembra che tu abbia...» Lui guardò il foglio che teneva in mano. «Pianto.»

    «Ho detto che va tutto bene.» Sam riprese la sua espressione abituale, ma Charlotte trovò divertente il fatto che due donne piangenti gli facessero un tale effetto. «Che cosa volevi, Harper?» domandò, guardando Laurie e mordendosi le labbra per non ridere.

    Godeva nel vedere Sam a disagio. Erano così rare le occasioni in cui poteva metterlo in difficoltà. Sam era inalterabile, granitico e sdegnava qualunque manifestazione di sentimentalismo.

    Molti dipendenti lo consideravano un orso privo di senso dell’umorismo

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