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Sospetti e segreti
Sospetti e segreti
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Sospetti e segreti

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About this ebook

Inghilterra, 1828 - Quando Deborah Woodville rivede dopo molti anni Randolph Chadwicke, ora Lord Buckland, in una via di Hastings, non sa cosa pensare. Per lui aveva rinunciato al matrimonio con un conte e alla certezza di una vita agiata, ma si era ritrovata sola a causa della sua improvvisa partenza per le Indie. E adesso che ha perso tutto, compresa la speranza di trovare l'amore, trova piuttosto strano che lui ricominci a corteggiarla come se niente fosse. Mille domande le affollano la mente, mille dubbi la ossessionano: l'affascinante Randolph sarà davvero un gentiluomo, oppure dietro la maschera si cela un personaggio poco raccomandabile?
LanguageItaliano
Release dateNov 10, 2017
ISBN9788858975206
Sospetti e segreti
Author

Mary Brendan

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Sospetti e segreti - Mary Brendan

    settimana.»

    «La vostra irritazione è più che comprensibile, Miss Woodville, date le circostanze, ma dovete capire che posso fare molto poco.»

    Gli occhi azzurri di Deborah Woodville lo guardarono contrariati.

    «Invece non lo capisco affatto» replicò. «Non siete forse il giudice di questa zona, e quindi responsabile di fare osservare la legge?» gli ricordò lei, sperando che la vergogna lo inducesse a prendere provvedimenti contro i malviventi che avevano percosso uno dei suoi servitori quel pomeriggio.

    Frederick Cook era alla guida del suo carrozzino e due furfanti lo avevano picchiato fino a farlo svenire, soltanto perché si era lamentato del modo in cui avevano parlato della sua giovane padrona. Lei era una gentildonna e nessuno avrebbe osato farle nulla, almeno in quella zona rurale dell'East Sussex, e così si erano vendicati sul suo leale servitore.

    Però più il tempo passava e più Deborah temeva che, un giorno o l'altro, quei mascalzoni avrebbero osato mettere le mani anche su di lei.

    «Ho il privilegio di essere il giudice di Hastings» riconobbe Roderick Savidge con un cenno regale della sua chioma rossa, «ma dovreste sapere che la gente di queste parti tiene la bocca chiusa quando si fanno domande sui loro parenti e amici. Sarà impossibile trovare testimoni dell'aggressione. Eravate presente, Miss Woodville?»

    «No, come vi ho detto, ero entrata nell'emporio di tessuti e quando sono tornata ho trovato Fred sulla strada, con il capo insanguinato. Quando è rinvenuto, mi ha raccontato di essere stato picchiato da due uomini che mi avevano insultata.»

    «Vi ha descritto quegli uomini?»

    Deborah esitò. Era sicura che il suo cocchiere sarebbe stato in grado di descriverli, anzi, che sapesse anche i loro nomi. Frederick lavorava per lei e per sua madre e viveva insieme a loro a Woodville Place, a mezza strada fra Rye e Hastings. Però i suoi genitori e i suoi fratelli abitavano in un villaggio vicino e di certo non avrebbe voluto che potessero subire delle molestie per colpa sua.

    Mr. Savidge capì e sospirò.

    «Come vedete, so quali sono le difficoltà, Miss Woodville, e comprendo che il vostro servitore preferisca non dire nulla. La gente onesta vorrebbe liberarsi di quei violenti, ma ha paura di ritorsioni.»

    «Io non ho paura di ritorsioni» dichiarò Deborah con fermezza, «e posso dirvi che credo che sia stato uno dei fratelli Luckhurst a picchiare Frederick. Li chiamerete per interrogarli?»

    «Se me lo concedete, credo che il vostro atteggiamento non tenga conto della vostra sicurezza personale e di quella di vostra madre, Miss Woodville. Inoltre, senza un testimone, non ci sarebbe modo di accusarli. Non fareste altro che inimicarveli e subirne le conseguenze. Frederick guarirà e, forse, in futuro ci penserà due volte prima di parlare troppo.»

    «Non mi preoccupa il rischio di diventare impopolare» insistette Deborah con un senso di nausea crescente. «Perché Frederick sarebbe dovuto rimanere zitto?»

    Sapeva che stava giocando con il fuoco, ma non poteva sopportare che quei due avessero la meglio.

    Mr. Savidge prese una campanella sulla sua scrivania e la suonò, forse nella speranza di non sentire le sue lamentele.

    «Posso offrirvi del tè, Miss Woodville?»

    «No... grazie» rifiutò subito Deborah. «Avete detto che non arresterete i Luckhurst, così tanto vale che me ne vada.»

    Non le piaceva il modo in cui i pallidi occhi azzurri del giudice indugiavano su di lei e non voleva restare un attimo più del necessario in sua compagnia. Se non aveva intenzione di mandare i dragoni a investigare sull'aggressione di Fred, era inutile rimanere. Così Deborah si alzò e lo salutò con un brusco cenno del capo.

    «Avete fatto ben poco per incoraggiare gli abitanti del villaggio ad affezionarsi alla vostra famiglia, Miss Woodville» le ricordò Mr. Savidge posando il campanellino di ottone e alzandosi in piedi.

    Deborah, che aveva già una mano sul pomo della porta, si voltò e lanciò al giudice un'occhiataccia.

    «Credo proprio che voi ne conosciate il motivo. Alcuni degli abitanti di questo luogo ci hanno dato non pochi problemi e preoccupazioni. A dire il vero, è molto difficile amare delle persone che scelgono la violenza e l'illegalità come stile di vita.»

    «È stato davvero sconvolgente quello che è successo al vostro povero fidanzato, ma ormai sono trascorsi alcuni anni e il colpevole ha avuto quello che si meritava.»

    Deborah sapeva che si stava riferendo a un individuo che era stato soprannominato Snowy, per via della sua folta chioma precocemente bianca, e che era considerato il responsabile dell'assassinio di Edmund. Le autorità gli avevano dato la caccia, ma prima che potessero catturarlo e trascinarlo davanti a un tribunale, Snowy era stato trovato morto in una stradina. Si diceva che un altro tribunale lo avesse giudicato, quello dei contrabbandieri, che avevano preferito eliminarlo perché i gendarmi non perquisissero tutte le case del vicinato per scoprire dove si nascondesse. Troppi beni di contrabbando venivano occultati in quelle case.

    «Il contrabbando fa parte delle tradizioni di questa zona» le spiegò Mr. Savidge. «La gente di città non sempre lo capisce. Il vostro defunto patrigno aveva un atteggiamento...» esitò un attimo per trovare l'aggettivo giusto, «... più accondiscendente verso questa forma di approvvigionamento. E molti dei nobili dei dintorni la pensano allo stesso modo. Vivi e lascia vivere dovrebbe essere il motto di quelli che vengono ad abitare da queste parti e intendono stare in pace in mezzo a questa gente che non obbedisce alle leggi.»

    «Immagino che un barile di brandy o qualche libbra di tè sia la ricompensa per quelli disposti a chiudere un occhio» osservò acida Deborah Woodville.

    «Vi consiglierei di tenere per voi simili opinioni, mia cara» ribatté Mr. Savidge in un tono comprensivo che non corrispondeva all'occhiata che le aveva lanciato.

    «Se il mio fidanzato non fosse stato ucciso da quei furfanti» rispose sferzante Deborah, «forse seguirei il vostro buon consiglio, ma io non mi farò mai commuovere dal mito sentimentale dei contrabbandieri. I Luckhurst e tutti quelli come loro sono dei criminali e dovrebbero esseri condotti dinanzi alla giustizia.»

    «Non è saggio dire queste cose, Miss Woodville» l'avvertì Mr. Savidge. «Voi e vostra madre vivete da sole, e a quanto ne so avete pochi servitori che vi possano difendere.»

    «È vero, siamo sole. Sembra che non possiamo contare sulla legge e sull'aiuto dei suoi uomini» concluse infuriata Deborah.

    Con il bel volto d'avorio corrucciato, se ne andò.

    Per quanto le dispiacesse, doveva però ammettere che il ragionamento del giudice era del tutto logico, si disse mentre usciva alla luce del sole autunnale. Avrebbe dovuto chiudere un occhio, perché non poteva impedire ai contrabbandieri di fare quello che volevano, così come non poteva controllare le maree sulle coste dove esercitavano i loro traffici illeciti. Ma come poteva perdonare o dimenticare che avevano ucciso Edmund, ora sepolto nel cimitero della chiesa di St. Andrew, solo perché aveva fatto il suo dovere di soldato?

    «Debbie!»

    Deborah non sentì il richiamo della sua amica. Solo la seconda volta udì la sua voce e si voltò verso di lei. Un sorriso illuminò subito i suoi lineamenti delicati quando vide Harriet Davenport che si affrettava verso di lei.

    Deborah strinse le mani che Harriet le aveva teso per salutarla, poi le due giovani donne continuarono a camminare sottobraccio per la strada principale di Hastings. Soffiava un vento gelido, così abbassarono la visiera dei cappellini per difendere la loro carnagione delicata.

    «Ti ho vista uscire dall'ufficio del giudice. Mr. Savidge cercherà di rintracciare quelli che hanno picchiato Fred?»

    «Temo di no. Dice che non servirebbe a niente» sospirò Deborah rimettendo a posto, dietro un orecchio, uno dei suoi riccioli biondi e ribelli. «Mr. Savidge dice di non poter fare altro che darmi i suoi consigli.»

    «Quali sarebbero?»

    «Di starmene tranquilla e di badare agli affari miei» borbottò Deborah. «Ieri sera, mentre andavo a letto, ho visto di nuovo delle luci nel bosco. I contrabbandieri dovevano essere al lavoro.»

    Harriet si morse le labbra.

    «Vedi, Debbie, Mr. Savidge non ha tutti i torti. Sappiamo tutti quanti che è molto meglio non mettersi contro quella gente.»

    «Certo! Che cosa si potrebbe fare se perfino il giudice è dalla parte di quei furfanti?» ribatté Deborah con una smorfia di disgusto.

    «Pensi davvero che lo sia?» le chiese Harriet, sconvolta.

    Deborah scrollò le spalle.

    «Non dico che sia anche lui uno di loro, ma di certo definirei accomodante il suo atteggiamento verso coloro che si rifiutano di pagare a Sua Maestà il dazio sulle merci che importano illegalmente. E so che perfino quelli che potrebbero permettersi di pagarlo comprano volentieri da loro dei beni di lusso a minor prezzo che sul mercato.»

    Se ne rendeva conto perfettamente. A Woodville Place c'erano ancora merci di contrabbando stipate nelle cantine e nelle dispense, un ricordo dei tempi in cui era vivo il suo patrigno.

    Quando suo padre era morto, sua madre si era risposata con un gentiluomo di campagna e Deborah, a diciannove anni, aveva dovuto lasciare con rimpianto la vita alla moda di Mayfair per trasferirsi in provincia.

    Pur preferendo vivere a Londra, con il passare del tempo aveva cominciato ad apprezzare le bellezze naturali di quei luoghi.

    Aveva voluto molto bene al suo patrigno, George Woodville, che era stato gentile e generoso con lei, una persona davvero amabile. Sarebbe stato difficile trovargli un difetto, a prima vista, ma poi Deborah ne aveva scoperto uno.

    Ricordava chiaramente la prima volta in cui aveva visto da vicino i contrabbandieri. Era una notte d'estate e faceva un caldo insopportabile. Si era alzata dal letto per andare alla finestra e prendere una boccata d'aria fresca. Si era seduta davanti al davanzale, fuori si scorgeva già il primo chiarore del mattino.

    Per un po' lei aveva ascoltato in silenzio il rumore della risacca sulla battigia, poi aveva notato alcune luci che si avvicinavano alla casa, in quell'alba così umida e nebbiosa.

    Erano alcuni uomini che stavano conducendo, alla luce delle lanterne, tre asini lungo il sentiero, ognuno dei quali aveva due barilotti legati ai fianchi. Erano arrivati fin davanti alle cantine e Deborah, incuriosita, aveva visto che uno dei suoi servitori discuteva con quegli uomini, prima di dare loro del denaro e aprire la porta della cantina per nascondere i barili.

    Quando era scesa a fare colazione, le sue ingenue domande avevano fatto arrossire e ridacchiare le giovani cameriere, che erano corse su e giù dalla cucina con il caffè e la cioccolata pur di non risponderle. Basham, il domestico che aveva visto trattare con quegli uomini, le aveva servito con un inchino il kedgeree indiano con il riso e il pesce, e le aveva fatto cenno di tacere dandosi un colpetto sul lato del naso.

    A diciannove anni Deborah si riteneva una donna adulta, non una bambina, e si era risentita per quei modi.

    Aveva insistito per sapere la verità e Basham aveva finito per andare a dirlo al padrone di casa.

    Il patrigno l'aveva dolcemente ripresa per la sua eccessiva curiosità. Non erano cose che la riguardavano, le aveva detto, ma con il tempo Deborah aveva messo insieme qualcosa sentito qua e là, i commenti dei domestici e dei vicini di casa, ed era riuscita a ricostruire il rompicapo.

    Era chiaro che in quella zona non tutti pensavano che il contrabbando fosse un reato, ma anzi molti consideravano i contrabbandieri degni della loro stima e della loro lealtà.

    Se anche il suo patrigno non sembrava stimarli molto, permetteva comunque che la loro merce entrasse in casa sua.

    Tutto questo era successo cinque anni prima. Due anni e mezzo dopo, Deborah si era fidanzata con Edmund Green, ed era stato un fidanzamento tragicamente breve.

    Dopo quattro mesi Edmund era stato ucciso da un contrabbandiere, in uno scontro fra quei malviventi e i dragoni di guardia lungo la costa.

    Deborah vide il fratello di Harriet, il reverendo Gerard Davenport, che usciva da una grande casa elegante e lasciò da parte i ricordi. Il suo abito talare era rimasto impigliato nel cancello e il reverendo Davenport stava lottando per liberarsi. Quando ci riuscì, chiuse il cancello con evidente irritazione.

    «Gerard sembra avere finito prima del previsto il suo colloquio con il vescovo» commentò Harriet facendo un cenno al fratello. «Spero che mi porti al mercato di Rye. Quando non c'è Susanna, sembra di essere tornati ai vecchi tempi» aggiunse riferendosi alla cognata. «Gerard e io andiamo a fare compere e a trovare gli amici, senza doverci portare dietro quella bisbetica.»

    Gerard Davenport si era sposato per la prima volta quando ormai aveva quarant'anni. Sua moglie Susanna aveva qualche anno più della cognata. Harriet aveva ventotto anni ed era sempre andata molto d'accordo con il fratello, erano vissuti in pace e in armonia nel vicariato fino a quando Gerard aveva deciso che fosse venuto il momento di prendere moglie e di farsi una famiglia.

    Aveva trovato troppo presto una consorte, si lamentava Harriet. Sapeva benissimo che Susanna mal sopportava la sua presenza in quello che riteneva il suo regno, ma Gerard aveva sempre preteso che la sorella potesse rimanere a casa loro quanto voleva.

    «Perché non vieni anche tu a Rye e dimentichi questa brutta storia?» le propose Harriet a quel punto. «Forse anche a tua madre farebbe piacere unirsi a noi. Uscire un po' le farebbe bene.»

    «Mi piacerebbe venire con voi, ma la mamma negli ultimi tempi soffre spesso di emicrania. Inoltre ho mandato Fred a casa con il carrozzino, raccomandandogli di mettersi un panno umido sul viso e di sdraiarsi, nel caso dovesse ancora sentirsi svenire. È meglio che vada da loro...»

    Sembrava che volesse aggiungere qualcosa, ma appariva distratta.

    La sua attenzione era stata attirata dalla figura di un alto gentiluomo che stava uscendo dalla bottega del maniscalco, e lo guardava in modo tale che Harriet si incuriosì.

    «Che cosa ti succede?»

    «Mi è sembrato di riconoscere qualcuno» rispose Deborah con voce incerta.

    Il suo cuore aveva smesso di battere per alcuni secondi, mentre si stava chiedendo se potesse davvero essere lui. Il gentiluomo era rientrato nella bottega e non riusciva più a vederlo.

    Cercò di calmarsi e si disse che era stata una sciocca a immaginare che Randolph Chadwicke potesse essere lì ad Hastings. Adesso, per quanto ne sapeva, viveva nelle Indie dove si era trasferito da molti anni.

    Se anche fosse tornato in Inghilterra per una visita, sarebbe andato nel Suffolk dalla sua famiglia, oppure a Londra dove aveva una casa a Mayfair. Se ce l'aveva ancora... Non sapeva più nulla di lui, né voleva saperlo. Ma una volta... una volta avrebbe voluto che diventasse suo marito.

    «Come state, Deborah?» le domandò premuroso Gerard raggiungendole e offrendo il braccio alla sorella. «Ho visto Fred, poco fa, con il viso insanguinato. Mi ha detto che alcuni furfanti del luogo lo hanno picchiato. Volete che parli a Savidge perché faccia delle indagini, mia cara?»

    Un sorriso di gratitudine ringraziò il vicario per la sua offerta.

    «Molto gentile da parte vostra, Gerard, ma gli ho già parlato.»

    «Mr. Savidge pensa che non ci sia niente da fare» lo informò la sorella.

    «È davvero una brutta situazione quando anche il giudice ha troppa paura dei delinquenti per agire» commentò Gerard Davenport scuotendo tristemente il capo.

    Guardò Deborah per avere una risposta alle sue parole, ma gli occhi azzurri della giovane stavano ancora guardando altrove.

    Il gentiluomo era uscito un'altra volta dalla bottega del maniscalco tenendo per le briglie un baio che doveva essere stata appena ferrato. Dalle labbra di Deborah sfuggì un'esclamazione di sorpresa.

    Lui sembrava essersi accorto di lei, che lo stava fissando. All'inizio sulle sue labbra apparve il sorriso compiaciuto di un uomo che aveva appena scoperto che una bella donna

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