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Il coraggio di amare: Harmony Destiny
Il coraggio di amare: Harmony Destiny
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Ebook156 pages2 hours

Il coraggio di amare: Harmony Destiny

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About this ebook

Reed Hudson è un avvocato divorzista molto richiesto dalle celebrità più amate dal pubblico. Per esperienza preferisce non abbandonarsi ai sentimenti, troppo instabili e transitori, ma l'arrivo dallo Utah di Lilah Strong con la piccola Rosie rivoluziona ogni sua certezza. Lui che ha fatto carriera dividendo le famiglie si ritrova con una famiglia al completo e la situazione gli risulta tutt'altro che sgradita. Ora non gli rimane che trovare il coraggio per dichiarare il suo amore a Lilah.
LanguageItaliano
Release dateJul 20, 2017
ISBN9788858967850
Il coraggio di amare: Harmony Destiny
Author

Maureen Child

Maureen Child ha al suo attivo più di novanta tra romanzi e racconti d'amore. È un'autrice molto amata non solo dal pubblico ma anche dalla critica, infatti è stata nominata per ben cinque volte come migliore autrice per il prestigioso premio Rita.

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    Il coraggio di amare - Maureen Child

    successivo.

    1

    «Il divorzio è la realtà» affermò Reed Hudson rivolgendosi al suo cliente. «È il matrimonio la vera anomalia.»

    Carson Duke, star dei film d'azione preferita dagli americani, rimase attonito a guardare l'avvocato per alcuni minuti, prima di replicare. «Caspita, è piuttosto diretto.»

    Reed scosse la testa lentamente. L'uomo che si trovava davanti a lui era venuto per mettere fine a un matrimonio che la maggior parte del Paese considerava una favola divenuta realtà, eppure ancora non voleva accettare la verità.

    Reed aveva a che fare con situazioni come quelle in continuazione. Molti si rivolgevano a lui perché non vedevano l'ora di porre fine a un matrimonio diventato sconveniente o noioso, o entrambe le cose. Alcuni, però, avrebbero voluto trovarsi ovunque tranne che nel suo ufficio, a sancire la fine di un rapporto che avevano sperato potesse durare per sempre.

    Per sempre. Al solo pensiero gli venne da sorridere. Nella sua esperienza, sia lavorativa che personale, non aveva conosciuto nulla che avesse quella caratteristica.

    «Come ho detto» continuò Reed scuotendo la testa, «qui non si tratta di essere diretti. È semplicemente la realtà.»

    «Ed è piuttosto dura.» A Carson scappò una risatina e incrociò le gambe. «È mai stato sposato?» chiese, accigliandosi leggermente.

    «Oh no, no.»

    Solo l'idea che potesse pensare di sposarsi era ridicola per lui. La sua reputazione, i giornali scandalistici che lo chiamavano l'avvocato divorzista delle star, scoraggiavano qualsiasi donna con la quale era stato legato, a fare piani a lungo termine.

    La sua carriera di avvocato di personaggi famosi di Hollywood e New York era cominciata con un cliente cinque anni prima.

    Reed aveva rappresentato in tribunale il comico più amato della televisione in una difficile causa di separazione dalla moglie facendo sembrare divertente una situazione stile Attrazione Fatale.

    A Hollywood e fra le celebrità, la voce era circolata e nel giro di poco tempo lo studio di Reed era stato invaso da personaggi ricchi e famosi.

    Lui amava il suo lavoro. Proteggeva i clienti da relazioni scomode mandando all'aria gli eventuali accordi prematrimoniali. E se c'era una cosa che aveva imparato negli anni, era che persino il matrimonio migliore poteva finire nel peggiore dei modi.

    Tuttavia, non aveva avuto bisogno dei clienti per imparare quella lezione. La sua famiglia era un esempio lampante di quanto male potesse finire un matrimonio.

    Attualmente il padre, che viveva a Londra, era arrivato alla moglie numero cinque mentre la madre di Reed e il marito numero quattro si godevano il calore e l'atmosfera tropicale di Bali. E da quello che aveva saputo, la madre era già alla ricerca del marito numero cinque. Grazie ai genitori, tutt'altro che monogami, Reed aveva ben dieci tra fratelli e sorelle, che andavano dai tre ai trentadue anni e un'altra sorellina in arrivo da un momento all'altro grazie alla giovanissima moglie del padre.

    Per tutta la vita, in quanto figlio maggiore della sua eclettica ed estesa famiglia, era stato quello che interveniva per risolvere le situazioni più complicate.

    Quando i fratelli avevano un problema, infatti, si rivolgevano a lui. Quando i suoi genitori avevano bisogno di divorziare velocemente per sposare il prossimo vero amore, era lui che chiamavano. Reed ci era abituato e aveva da tempo accettato quel ruolo nella tribù degli Hudson.

    Guardando il suo cliente, Reed ripensò all'ultimo anno e agli innumerevoli articoli e foto apparsi sui giornali di gossip. Carson Duke e sua moglie, Tia Brennan, apparivano sulle copertine e sui siti Internet, dove erano tra i preferiti del pubblico. Avevano avuto una travolgente storia d'amore che si era trasformata in un matrimonio da favola su una spiaggia delle Hawaii.

    Gli articoli che proclamavano il loro legame quasi magico, portandoli come esempio del vero amore, si susseguivano uno dopo l'altro e venivano letti in tutto il mondo. Tuttavia, Carson adesso sedeva lì in quell'ufficio, a distanza di un anno, chiedendo a Reed di rappresentarlo in un divorzio che prometteva di essere altrettanto di alto profilo quanto lo era stato il suo matrimonio.

    «Torniamo agli affari» suggerì Reed guardando l'uomo che gli stava di fronte. Proprio come nei film che interpretava, Carson Duke sembrava determinato, aveva l'aria da duro e lo sguardo severo da guerriero. Non c'era da stupirsi perché, prima di diventare star di Hollywood, era stato un Marine degli Stati Uniti. «Mi dica cosa pensa sua moglie di tutta questa faccenda.»

    Carson sospirò, si passò una mano tra i capelli e poi senza riflettere ammise: «È stata una sua idea. Le cose non andavano bene fra noi già da un po'». Era come se facesse fatica a pronunciare quelle parole. «Lei... noi... abbiamo pensato che fosse meglio per entrambi divorziare e che ognuno andasse per la sua strada, prima che la situazione degenerasse.»

    «Uh-huh» commentò Reed. La motivazione di Duke sembrava stare in piedi, all'inizio di una controversia. D'altra parte molti dei suoi clienti parevano avere ragione, prima di addentrarsi nelle paludi dei tribunali. Coppie decise a rimanere in buoni rapporti finivano puntualmente per insultarsi e discutere ferocemente. Reed non voleva che Carson e sua moglie imboccassero quella strada. «Devo sapere una cosa... sta frequentando qualcun'altra? C'è un'altra donna di mezzo? Lo verrò a scoprire prima o poi, perciò sarebbe meglio per tutti se me lo dicesse adesso così da non avere sorprese.» Carson si irrigidì ma lui prontamente alzò una mano per mettere a tacere quella che senza dubbio sarebbe stata una sequela di imprecazioni nei suoi confronti. «Sono domande che devo porle. Se è una persona intelligente, le conviene rispondere.»

    Carson si contorse sulla sedia per qualche secondo, come se fosse sul punto di prendere a pugni qualcosa, poi balzò in piedi in un unico scatto.

    «No» sbottò, e attraversò la stanza fino a una delle ampie finestre che davano sull'oceano. Restò a fissare il paesaggio per alcuni lunghi secondi, come se volesse calmarsi, dopodiché si voltò verso Reed. «No. Non ho mai tradito mia moglie. E neanche lei l'ha fatto.»

    Reed inarcò le sopracciglia. Era la prima volta che sentiva un cliente difendere la moglie.

    «Ne è sicuro?»

    «Assolutamente.» Carson scosse la testa e tornò a guardare attraverso la finestra la luce del sole che danzava sulla superficie dell'oceano. «Qui non si tratta di tradimenti o bugie, o di roba simile.»

    Interessante. La vecchia motivazione delle differenze inconciliabili di solito era solo una scusa per tenere nascosti segreti inconfessabili. C'era sempre una ragione alla base di un divorzio, e secondo la sua esperienza, il tradimento era in cima alla lista.

    «Allora perché è qui?» gli chiese, appoggiandosi allo schienale della sua sedia in pelle nera.

    «Perché non siamo più felici. All'inizio tutto andava alla grande» continuò quasi parlando tra sé. «Io e Tia ci siamo conosciuti ed è stata come... una magia. Capisce cosa intendo?»

    «No» ammise sorridendo. «Tuttavia le credo sulla parola.»

    Carson scosse la testa. «Non potevamo stare lontani l'uno dall'altra. Fin dal primo momento, c'era qualcosa di potente fra di noi.» Sorrise, e lanciò una rapida occhiata a Reed. «Non era solo sesso, però. Parlavamo, ridevamo molto, facevamo progetti, pensavamo di andarcene da Hollywood, di mettere su famiglia. Negli ultimi mesi, tuttavia, fra il lavoro e altri impegni... diamine. A malapena ci vedevamo. Quindi perché continuare a essere sposati?»

    Scusa patetica per chiedere il divorzio, tuttavia Reed ascoltò di buon grado: aveva sentito di peggio.

    Quell'uomo voleva il divorzio.

    Reed gliel'avrebbe fatto avere. Dopotutto, era quello il suo lavoro, non il consulente familiare.

    «Bene» gli disse. «Preparerò i documenti. Sicuro che Tia non contesterà il divorzio?»

    «No.» Carson si mise le mani in tasca. «Glielo ripeto. È stata una sua idea.»

    «Questo rende tutto molto più facile» convenne Reed.

    «Immagino sia una cosa positiva» replicò ironico Carson, a bassa voce.

    «Assolutamente.» Reed diede un'occhiata al suo cliente e provò un moto di compassione. Non era così freddo come appariva. Sapeva che le persone si rivolgevano a lui quando la loro vita era sull'orlo del baratro. Per mantenere un certo distacco professionale, a volte doveva mostrarsi duro; in realtà voleva solo essere un punto fermo sul quale i clienti potevano contare. Tuttavia più studiava Carson Duke, più si rendeva conto che non aveva bisogno della sua pietà; al contrario, ciò di cui aveva bisogno era qualcuno che lo guidasse attraverso acque non proprio tranquille. «Si fidi di me» lo rassicurò. «Sicuramente non vuole un'infinita ed estenuante battaglia legale sbattuta ogni giorno in prima pagina sui giornali scandalistici.»

    Carson rabbrividì all'idea.

    «Non posso neanche portare fuori la spazzatura senza che qualche fotografo non mi scatti delle foto arrampicato su di un albero. Spesso mi chiedo se non sarebbe meglio che lei si trasferisse a Los Angeles... per evitare i paparazzi accetterei di fare il viaggio fino a lì.»

    Nel corso degli anni, Reed aveva spesso pensato di trasferirsi a Los Angeles, anche se non si era mai convinto. Gli piaceva il palazzo antico, a cui aveva apportato alcune modifiche per renderlo più vicino ai suoi gusti; inoltre l'ufficio era a solo quindici minuti di auto da casa sua.

    E poi Reed preferiva Orange County. Amava Newport Beach ed essere così vicino all'oceano...

    Se i suoi clienti volevano il migliore sulla piazza, dovevano essere pronti a raggiungerlo ovunque.

    «Le faccio preparare i documenti e glieli mando a giorni.»

    «Non c'è bisogno» gli rispose Carson. «Mi sono preso qualche giorno libero e sto al Saint Regis Monarch

    Dato che Reed viveva in una enorme suite nello stesso esclusivo albergo a cinque stelle, sapeva molto bene che l'hotel avrebbe garantito a Carson una certa riservatezza da quei fotografi affamati di scoop che gli avrebbero dato la caccia una volta che la notizia di un imminente divorzio sarebbe arrivata ai media.

    E ci sarebbe arrivata sicuramente, non importava quanto avessero cercato di tenerla nascosta.

    C'era sempre qualche falla nel sistema. Non nello staff di Reed, ne era sicuro. Erano pagati molto bene, non solo per la loro esperienza ma anche per la discrezione che dovevano mantenere sugli affari dei clienti.

    Tuttavia, c'erano altre persone all'interno dell'albergo su cui Reed non aveva il controllo.

    «Vive al Monarch, giusto?» chiese Carson.

    «Sì. Quindi, una volta che i documenti saranno pronti, glieli farò recapitare direttamente nella sua stanza per la firma.»

    «Comodo, no?» osservò l'altro sarcastico. «Sono registrato con il nome di Wyatt Earp.»

    Reed rise.

    I personaggi famosi usavano registrarsi negli alberghi sotto falso nome per evitare di far sapere dove si trovassero.

    «Capito» rispose. «Ci aggiorniamo.»

    «Perfetto. Immagino di doverla ringraziare.»

    Reed lo guardò allontanarsi e, una volta che la porta dell'ufficio si fu richiusa, andò alla finestra dietro alla scrivania e rimase a fissare l'oceano, così come aveva fatto il suo cliente poco prima.

    Aveva sentito quei discorsi moltissime volte e con talmente tante persone che sapeva cosa stesse provando Carson Duke in quel momento.

    La decisione era stata presa. La pratica di divorzio era partita. Poteva avvertire un misto

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