Nel letto di un pirata (eLit): eLit
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Jennifer LaBrecque
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Nel letto di un pirata (eLit) - Jennifer LaBrecque
successivo.
Prologo
Seduta sugli spalti del campo sportivo, in uno dei posti non coperti, Olivia chiuse gli occhi assaporandosi il momento. L'aria frizzante della serata autunnale; il suono della banda sovrastato dai canti delle cheerleader; il riverbero delle luci che illuminavano il campo da gioco; il profumo dei popcorn, degli hot dog e quello, più intenso, della cioccolata calda.
«Adoro le partite di football!» La sua amica Beth sospirò guardando trasognata il secondo quarterback della squadra, ai bordi del campo. «Non è adorabile Chuck Lamont con quella divisa?»
Olivia fece un largo sorriso. La domanda dell'amica era del tutto retorica e non necessitava di alcuna risposta.
D'un tratto la sensazione che qualcuno la stesse osservando da dietro la portò a voltarsi e a imbattersi negli occhi blu cielo di Luke Rutledge. Il suo cuore sobbalzò, così come il suo stomaco. E lui accennò a un sorriso.
Se non avesse saputo che era impossibile, in quel momento avrebbe pensato che il ragazzo più bello e ribelle del college stesse cercando di flirtare con lei. Si adoperò per ricambiare quel sorriso, ma l'imbarazzo lo fece sembrare una specie di smorfia.
Distolse immediatamente lo sguardo, sforzandosi di concentrarsi sulla partita e sprofondando ancora di più nel suo maglione. Leggeva troppi romanzi e aveva un'immaginazione troppo fervida. Tutto qui.
La voce di Amy Murdoch risuonò da due file dietro, accompagnata dal gracchiare stridulo di Lucy Jacobs e di Melissa Bowers. Tutte e tre erano le perfide pettegole della scuola. Tanto per cambiare stavano divertendosi a sparlare di qualcuno e, nonostante bisbigliassero, non ci volle molto a capire che quel qualcuno era proprio lei, Olivia. La causa, ancora una volta, era la sua famiglia, considerata da sempre la feccia della cittadina nella quale vivevano, per via del padre, più ubriaco che sobrio e di frequente nei guai con la giustizia, e della madre, che un giorno se n'era andata senza fare mai più ritorno.
Sbatté le palpebre e fece di tutto per bloccare, sotto gli occhiali, le lacrime di rabbia e di dolore che stavano per rigarle il volto.
«Cretine» mormorò l'amica, esternando in quel modo la sua complicità.
Quando sarebbe terminata quella condanna? Mai?
«Scusami, Beth, ma non posso più restare.» D'impulso Olivia si alzò, scese barcollando dagli spalti, e prese a correre, con la voglia di scappare lontano, di trovare un posto buio dove potersi nascondere da tutto e da tutti.
«Ehi, c'è qualcosa che non va?» La mano di Luke Rutledge, come sbucato dal nulla, le bloccò la spalla e la costrinse a fermarsi.
«No, grazie, sto bene» rispose con voce stridula e del tutto impreparata a imbattersi in lui, lì sotto gli spalti. Sembrava autenticamente preoccupato per lei e così diverso dal ragazzo strafottente che solitamente dava l'impressione di essere.
«Sei sicura?» le chiese, massaggiandole la spalla con piccoli movimenti circolari, che, nonostante i guanti, il cappotto e il maglione, riuscirono a procurarle dei brividi intensi.
«Sicurissima.» Il respiro parve soffocarsi in gola. Cos'erano quelle sensazioni che provava?
«Bene, allora.» Poi Luke fece una cosa che proprio non si aspettava, le si avvicinò ancora di più, appoggiò le labbra sulle sue e la baciò.
Nessuno mai l'aveva baciata prima d'ora. Nessuno le aveva detto cosa si provasse, nessuno l'aveva preparata.
Perché lo stava facendo? Forse per una scommessa persa con gli amici? O forse per prendersi gioco di lei? Le parole di quelle sue compagne che poco prima l'avevano derisa tornarono a riecheggiarle nella testa. Lei non può che essere una facile, proprio come sua madre...
In preda al panico, si divincolò da Luke e prese a correre nel buio tanto veloce quanto le sue gambe tremanti riuscivano a consentirle.
Non era quel genere di ragazza e lo avrebbe dimostrato. A loro. A lui. E a se stessa.
1
Tredici anni dopo...
«Vedrai, con questo nuovo colore di capelli sarai tu la reginetta del ballo!» Beth cercava di adularla, mentre lei, Olivia, era alle prese con una delle sue gonne conservatrici e lunghe sino ai piedi, e in particolare con una delle pieghe che sembrava rifiutarsi di collaborare con il ferro da stiro.
«Temo di non essere molto interessata a quella posizione» replicò prontamente. «E poi sono orgogliosa dei miei capelli scuri, grazie. Perché mai dovrei accettare di diventare rossa? Quel colore, così chiassoso, non fa per me!»
«Fidati, sarai fantastica. Una nuova tinta, un paio di lenti a contatto e un vestito che ti ricordi di avere solo ventinove anni e non sessantacinque...»
«Non tollero le lenti a contatto, e tu lo sai bene, e mi vesto come una rispettabile bibliotecaria con buongusto. Tutto qui.»
«Perdonami, ma forse dovresti chiedere qualcosa in prestito a Tammy.»
«Sì, lo farò sicuramente. Il giorno in cui anche i maiali impareranno a volare. Falla finita, Beth!»
Tammy, la sorella più grande di Olivia, aveva una filosofia tutta sua riguardo il modo di vestirsi, vale a dire che bisognasse utilizzare la minor quantità di stoffa per mostrare la maggior quantità di carne. E Tammy, di carne, ne aveva in abbondanza, soprattutto nella parte superiore del corpo. Olivia scosse la testa e l'abbassò per osservare il suo seno non esattamente procace. «Riesci a immaginare queste cosine in uno degli esplosivi top di Tammy?»
Beth fece una risatina. «Be', perlomeno non avrai mai il problema che ti cadano! Allora, sei pronta al grande cambiamento?»
Olivia si aggiustò gli occhiali sul naso. Aveva investito tempo e cure particolari per riuscire a mantenere quell'aspetto così serio e rispettabile, per cercare di riscattarsi dalla fama della sua famiglia. E avrebbe fatto di tutto per continuare in quel modo, anche se per un secondo fu tentata di seguire i consigli dell'amica. Ma poi, grazie al cielo, quella tentazione se ne andò. «Dimenticalo. Non farò niente per diventare appariscente né volgare. E poi Adam questa sera deve parlarmi.»
Il solo pensiero la fece sorridere soddisfatta. Tra loro due, infatti, stava nascendo qualcosa.
«Di cosa?» le chiese Beth aggrottando le sopracciglia sospettosa.
Lo sguardo arcigno dell'amica soffocò il suo buonumore. «Non lo so, ma pare sia importante.»
«È un mese che uscite insieme, non ci vuole molto a capire che... il momento di fare sesso è arrivato, che non ce la fa più e che tu ti devi concedere! Ecco cosa ti dirà.»
«Beth, parli come una dei bassifondi.»
«Come dici, baby? A volte pare che tu viva su di un altro pianeta. Sentiamo, ti ha già baciata o no?»
«Sai che l'ha fatto.» Due volte per essere precisi, trasformando il loro rapporto di amicizia in qualcosa di più intimo, anche se non ancora così intimo... «Mi ha parlato della festa di compleanno che daranno in onore della nonna, e credo che voglia invitarmi.»
«Sarà sicuramente così, visto il soggetto. Hai ragione, non credo proprio che uno come lui possa proporti di fare del sesso!»
Olivia si limitò a guardarla senza replicare nulla. L'avversione dell'amica per Adam era evidente. Beth spesso era brutalmente franca, e questo, con ogni probabilità, era il motivo per il quale la loro amicizia durava da tanti anni. Spense il ferro da stiro e appese la gonna porpora scuro nell'armadio, con tutte le pieghe finalmente al loro posto. Si mise comoda sul letto, seduta a gambe incrociate, mentre Hortense, il suo gatto, non perse tempo a fare un balzo e a raggiungerla, atterrandole sulla pancia.
«Se Adam non ti piace, perché non lo dici?»
«Okay, Adam non mi piace.»
Hortense parve approvare il suo parere con un breve miagolio.
«E perché?»
«Primo, perché è uno snob; secondo, perché è presuntuoso; terzo, perché la prima e la seconda cosa da sole sono già più che sufficienti.»
«Ti sbagli, Beth. Adam è una brava persona. Il suo aiuto ci è stato preziosissimo quando si è prodigato nel farci avere tutti quei fondi per la biblioteca.» E poi credo che possa essere quello giusto per me. Anche se adesso non era il caso di dare certe notizie.
Beth schioccò le dita, come se avesse improvvisamente capito. «È così allora! Ti sei infatuata di lui soltanto perché ti ha aiutato nella raccolta di quei fondi. Ti piacerebbe anche Freddie Krueger se avesse fatto la stessa cosa!» Beth era implacabile, e non aveva ancora finito. «Cosa mi dici allora del fatto che ieri, quando sono andata in banca per un deposito, l'ho visto rimirarsi in continuazione nel vetro del suo ufficio?»
«Cosa stai insinuando?»
«Che era così compiaciuto della sua immagine da far vomitare!» replicò Beth lanciando a Olivia uno sguardo di sfida.
«Ti stai di nuovo sbagliando. Probabilmente l'ha fatto soltanto per controllarsi il nodo della cravatta. Adam è una persona che tiene molto al suo look, e non vedo che cosa ci sia di male. Anche se a volte mi chiedo che cosa trovi in una come me...»
«Ma sei impazzita? Te lo dico io cosa trova! Sei una ragazza intelligente, divertente, attraente, e vali dieci volte di più di quel bellimbusto!»
«Sei proprio sicura di quello che dici?»
«Se sono sicura? Avanti, dimmi! A chi è stato dato l'incarico di tenere il discorso di commiato il giorno che abbiamo lasciato il college?» Beth, dalla foga, si alzò dal letto.
Olivia fece spallucce e prese dal comodino lo smalto. La sua amica stava esagerando nell'elencare le sue doti. «Ah, sì? Allora, chi non ha mai avuto nemmeno un invito al ballo degli studenti dell'ultimo anno? Chi è sempre stata tenuta a distanza dai propri compagni di scuola?»
«Chi si è distinta negli studi, chi? Olivia, devi smetterla di sentirti una perseguitata! Getta alle spalle il tuo passato una volta per tutte! E togliti quell'etichetta da ragazza che sta dalla parte sbagliata della barricata.»
«Non sono di certo io a essermela appiccicata addosso! Se vieni da una famiglia come la mia, quell'etichetta è il minimo che ti possa capitare. Il titolo di figlia dell'ubriacone del paese e di madre snaturata l'ho semplicemente ereditato!» Insieme a una pesante ombra di vergogna che si era sempre sentita addosso come una seconda pelle. Nei piccoli centri pareva che non ci fosse proprio scampo.
Però aveva deciso di non andarsene per dimostrare che anche un Cooper poteva essere una persona rispettabile, per riscattare se stessa e le sue origini.
Beth fece una smorfia piena di dolore e di dispiacere per l'amica e si rimise a sedere sul letto. «A proposito della tua famiglia, ho sentito che Marty è stato di nuovo arrestato perché l'hanno sorpreso in stato di ubriachezza molesta.»
Olivia fece un sospiro carico di rassegnazione. «Purtroppo mio fratello non perde occasione per mantenere alto il nome della famiglia. In prigione.»
«E tu, ancora una volta, avrai pagato la cauzione per fargli