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Single, finalmente (eLit): eLit
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Single, finalmente (eLit): eLit

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About this ebook

Grazie alla sua intraprendente (leggi asfissiante) mamma italiana, Francesca Morelli ha avuto più fidanzati di quanti una donna possa umanamente sopportare. E ha anche rischiato grosso! Per TRE volte si è trovata a camminare in versione meringa verso l'altare e un uomo che non amava. Per fortuna si è sempre fermata in tempo, nonostante le escandescenze di mammina-Terminator. Ma l'ultima volta, al suo mancato matrimonio con Matt, il testimone del non-sposo, Mark Fielding, ha giurato di dare una bella lezione a Francesca scarta-mariti: prima ti seduco e poi ti saluto.
LanguageItaliano
Release dateMar 31, 2017
ISBN9788858968277
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    Single, finalmente (eLit) - Jennifer Drew

    successivo.

    1

    Era un brutto giorno per un matrimonio.

    Francesca Morelli seguì con lo sguardo il tappeto rosso fino all'altare, dove il suo affascinante promesso sposo, tutto sorrisi e sospiri nervosi nel suo smoking di Armani, attendeva il suo arrivo, e seppe che la sua sensazione era una certezza.

    Tuttavia, diversamente da Matt, Francesca non era nervosa, ma in preda al panico. Quel genere di panico che ti prende quando non riesci a respirare o temi di dover dare di stomaco da un momento all'altro.

    Okay, forse era un tantinello nervosa.

    E questo nonostante fosse già passata due volte attraverso l'esperienza del matrimonio, e quindi sapesse cosa aspettarsi. Non che fosse mai andata fino in fondo nessuna delle due volte in questione...

    E non sarebbe andata fino in fondo nemmeno quel giorno.

    Deglutendo faticosamente quasi a voler scacciare i pericolosi pensieri, si sforzò di ignorare la vocina che continuava a ripeterle: Scappa, Francie, scappa, sulle note di Burn, Baby, Burn, Disco Inferno, quella canzone così popolare negli anni Settanta.

    Disco Inferno, appunto. E un vero e proprio inferno sarebbe stato quello che avrebbe passato se non si fosse sposata nemmeno questa volta, visto che sapeva assai bene quali terribili pene le avrebbe fatto scontare sua madre, Josephine Morelli.

    Attraverso il tulle rosa che tremava sotto il respiro faticoso, individuò sua madre, tutta elegante nel suo bel vestito blu, le mani giunte in preghiera, mentre invocava la pietà dell'Onnipotente, affinché infondesse in sua figlia il coraggio sufficiente a portare a termine la cerimonia. Gli occhi lucidi della donna - Francie sapeva che quelle erano lacrime, visto che la madre amava dare il meglio di sé agli eventi pubblici, con un riguardo tutto particolare per i funerali - erano fissi sul massiccio crocifisso d'oro sopra l'altare, come se potesse con la sola forza di volontà piegare il Signore alle sue suppliche. Cosa che le era riuscita benissimo con Francie moltissime volte.

    Per la fortuna dell'intero universo, però, il Signore sembrava avere una maggiore fermezza di quella di Josephine.

    Un silenzio soffocante la circondava, come se tutti lì dentro aspettassero solo di vedere se questa volta sarebbe andata fino in fondo. Zia Flo si mordeva nervosamente le unghie, mentre nonna Abrizzi faceva scorrere i grani del rosario tra le dita alla velocità della luce. Nessuno sapeva recitare il rosario più velocemente di Loretta Abrizzi, che avrebbe meritato un posto nel Guinness dei Primati per quella sua abilità.

    Il fratello sedicenne di Francie, Jack, le aveva rivelato con perversa perfidia che gli uomini della famiglia, in particolare gli zii, avevano piazzato scommesse sull'esito della giornata: le quote erano cinque a uno che non sarebbe arrivata alla prima notte di nozze.

    Ah! La sapevano lunga, loro!

    Ma lei aveva già avuto parecchie notti di nozze, solo che non si era mai presa la briga di sposarsi per averle. Le piaceva gustare il dessert prima di cena, tutto qui.

    Non che Francie avesse qualcosa di particolare contro il matrimonio, solo che non faceva per lei. Non aveva il minimo desiderio di diventare l'appendice di un uomo e di provvedere a ogni suo capriccio.

    Per quanto Josephine fosse forte, e a modo suo persino indipendente, la donna viveva letteralmente per il marito e i figli. E nonostante John Morelli fosse una bravissima persona e un ottimo padre, era uno a cui piaceva che le cose andassero in un certo modo: la tavola pronta per cena alle sette di ogni sera, i suoi boxer ben stirati senza pieghe e il poker settimanale con gli amici senza che nessuno lo disturbasse.

    Ovviamente Francie aveva una sua teoria in merito alla dedizione di sua madre per la famiglia. Quello era il modo che Josephine si era scelta per poter esercitare il suo ferreo controllo su figli e marito, e la cosa le riusciva benissimo. Così come aveva fatto dell'immischiarsi nei fatti altrui una vera e propria arte.

    Ma Francie non le avrebbe permesso di intimidirla di nuovo.

    In piedi di fianco alla figlia, John Morelli la prese con forza per il braccio, cercando di darle sostegno. Ma Francie sapeva che nemmeno lui ce l'avrebbe fatta, e lo sapeva anche suo padre. Ormai era entrata in rotta di collisione e non c'era niente che potesse fermarla.

    Eppure, lui doveva provare. Sua moglie non si sarebbe aspettata niente di meno. Non sarebbe stato certo lui a rovinare l'ossessione matrimoniale di Josephine, non se voleva ancora un momento di pace nella sua vita.

    Josephine non aveva affatto la personalità di un'aggressiva-passiva. Era anzi estremamente esplicita riguardo a ciò che pensava e a ciò che voleva, e lo diceva senza troppi giri di parole, aspettandosi che la gente agisse di conseguenza. Soprattutto i suoi familiari. Non c'era mai la minima incertezza con quella donna un po' prepotente, affettuosamente ribattezzata dai tre figli Terminator.

    Non che i ragazzi Morelli non le volessero bene. Al contrario. Ma non era facile avere a che fare con lei, figurarsi viverci insieme!

    Le dita dei piedi di Francie cominciarono a formicolare, un ulteriore segnale che la fuga era imminente. Le contrasse, sperando e pregando di cancellare il bisogno impellente di scappare. Se non ci fosse riuscita, le bianche scarpette di satin che indossava l'avrebbero portata dritta dritta al suo rifugio prediletto: la tavola calda di Manny. Lì ci sarebbe stato il suo vecchio compagno delle superiori, Manny Delisio, pronto ad accoglierla come sempre con il solito sandwich al pastrami e la solita Diet-cola.

    E va bene, lo stress le metteva fame. E allora?

    Da Manny avrebbe trovato anche il suo coinquilino, Leo Bergman, con le sue cose già pronte in valigia e un biglietto per una destinazione sconosciuta, che le avrebbe consegnato dopo averle offerto il suo supporto morale e impartito una bella lavata di capo. Leo era quasi bravo quanto Josephine a elargire consigli non richiesti, ma grazie a Dio lo faceva con un po' più di finezza.

    Francie e Leo si erano già messi d'accordo: se lui avesse captato i segnali di un'ennesima defezione avrebbe abbandonato la chiesa in anticipo, sarebbe corso da Manny e avrebbe messo in moto l'Operazione Viaggio.

    Quando Francie aveva mandato all'aria il suo secondo matrimonio, aveva scelto per lei New York come rifugio. Una scelta perfetta, il luogo ideale per perdersi tra la folla, rendersi invisibile per un po', raccogliere i cocci e prepararsi ad affrontare sua madre.

    Sfortunatamente, la prima volta - quando Francie aveva abbandonato all'altare Marty Ragusa, il re delle pompe funebri di Philadelphia - Leo aveva scelto Pittsburgh. Ovviamente non c'era voluto molto a quel segugio di Josephine per rintracciarla e riportarla a casa.

    Dandole un colpetto sulla mano per rassicurarla, John si chinò su di lei e le sorrise con affetto. Il profumo del dopobarba Old Spice avvolse Francie riportandole alla memoria struggenti ricordi d'infanzia, inclusa l'immagine di suo padre che la spingeva sull'altalena del cortile di casa, o l'aiutava con i compiti di aritmetica.

    «Non essere nervosa, cara. Presto ti lascerai alle spalle tutto questo trambusto, e sarai sposata e sistemata. È la cosa giusta da fare, lo sai, inoltre renderai tua madre tanto, tanto felice. È da una vita che aspetta questo giorno.»

    Francie adorava suo padre e avrebbe tanto voluto essere d'accordo con lui. L'avrebbe voluto più di ogni altra cosa. Ma quelle parole intese a rassicurarla le si bloccarono in gola come delle noccioline giganti, e l'unica cosa che riuscì a fare fu abbozzare un sorriso evanescente mentre i suoi occhi si dilatavano come quelli di un cerbiatto spaventato dai fari di un'automobile.

    Alle sue spalle, la rossa Joyce Rialto, la sua migliore amica dai tempi delle elementari, mormorò: «Oh-oh».

    Joyce conosceva Francie fin troppo bene.

    «Mi dispiace, papà, ma io non credo proprio di farcela ad andare fino in fondo. Non sono pronta per sposarmi. Non so nemmeno se lo sarò mai.»

    Gli occhi di John si spalancarono per un breve istante, poi cercarono quelli della moglie, già seduta in prima fila. Non appena Josephine riconobbe il suo sguardo rassegnato, il sorriso le morì sulle labbra.

    «La tua macchina è dietro la chiesa. L'ho già riscaldata, giusto in caso... E ho lasciato qualche soldo nel cruscotto.»

    Joyce non era l'unica che la conosceva bene.

    Intenerita da quel gesto, Francie baciò la guancia del padre. «Ti voglio bene, papà. Grazie. Spero solo che mamma non faccia scontare a te la sua rabbia.»

    John lanciò una rapida occhiata alla moglie e si lasciò sfuggire un gemito nel profondo del cuore, vedendo che il malumore della donna si era già acuito e lei sembrava quasi lanciargli invisibili pugnali con gli occhi che saettavano scintille. «Non baciarmi più, altrimenti tua madre penserà che siamo in combutta, e allora sì che sarà un vero inferno. E adesso va', se questo è quello che vuoi veramente. Me la vedrò io con tua madre. In fondo è quello che ho fatto per più di trentacinque anni, no?»

    Francie sapeva che suo padre millantava più coraggio di quanto avesse realmente, ma del resto... Be', era sposato con Josephine!

    «Proprio così, papà. E sei riuscito a restare tutto intero. Ti adoro!»

    In barba alla sua richiesta lo baciò di nuovo, si voltò, e con un sorriso di scuse a Lisa, la sua sorellina, a Joyce, e alle damigelle, che si limitarono a sospirare rassegnate e ad augurarle buona fortuna, corse fuori dalla chiesa, al tiepido calore del sole settembrino.

    Mark Fielding era in ritardo.

    Avrebbe dovuto trovarsi alla chiesa di St. Mary già da venticinque minuti, per il matrimonio del suo fratellastro, di cui era anche il testimone. Matt contava su di lui.

    Ma il suo volo dalle Filippine, dove aveva svolto il suo ultimo incarico come fotografo e giornalista per la Associated Press negli ultimi sei mesi, era atterrato in ritardo, e il traffico sull'Interstatale 95 dall'aeroporto alla città era tremendo. Tanto per complicare le cose, il suo cellulare non funzionava. Mark si maledisse per essersi scordato di ricaricare la batteria.

    Avvistata finalmente la chiesa, cercò un posto per parcheggiare la sua macchina e scosse la testa di fronte alla difficoltà dell'impresa. In quella, il portone di noce della chiesa si spalancò e una donna agghindata di tutto punto da sposa si precipitò di corsa giù per i gradini, il velo che si alzava a scoprire una massa di capelli neri e un viso decisamente grazioso.

    Quella doveva essere la sua nuova cognata.

    Come si chiamava? Frances? Fiona? Florence?

    Tirò il freno a mano e si sporse a recuperare la macchina fotografica dal sedile di fianco, abbassò il finestrino e iniziò a scattare foto, mentre recitava tra sé tutti i nomi che iniziavano per F alla ricerca di quello giusto. Per quanto si sforzasse, Mark non riusciva a ricordarselo. Non aveva mai incontrato la fidanzata di suo fratello minore, e non lo aveva esaltato l'idea che Matt avesse deciso di sposarsi solo tre mesi dopo aver conosciuto la donna.

    Che diavolo, persino i cani avevano periodi di corteggiamento più lunghi!

    «Maledizione! Sono arrivato troppo tardi. Ho perso il matrimonio. Quei due si sono già sposati.»

    Un migliaio di scuse plausibili si affastellarono nella sua mente finché non realizzò che suo fratello ci stava mettendo un po' troppo a raggiungere la mogliettina fuori dalla chiesa. E anche gli altri invitati. Anzi, quelli avrebbero dovuto essere già fuori ad aspettare gli sposi per gettare loro il riso, o qualsiasi altra cosa si gettasse addosso alle coppie felici come augurio di buona sorte.

    Mise da parte la macchina fotografica e parcheggiò in doppia fila di fianco a una Ford, quindi rimase a osservare la novella sposa di suo fratello mentre sollevava la gonna dell'abito, rivelando un paio di gambe davvero notevoli, per poi scomparire dietro la chiesa.

    Perché quella donna sembrava così ansiosa di andarsene? E dove cavolo era suo fratello?

    D'un tratto Mark avvertì una sgradevolissima fitta

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