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Un milionario in cucina: Harmony Jolly
Un milionario in cucina: Harmony Jolly
Un milionario in cucina: Harmony Jolly
Ebook158 pages2 hours

Un milionario in cucina: Harmony Jolly

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About this ebook

Chi lo ha detto che i milionari devono essere sempre solo belli e dannati? Esistono anche quelli romantici e sognatori e ve lo dimostreremo!
La cucina era il suo regno, e le ricette che inventava venivano celebrate da ogni critico gastronomico. Invidiato, odiato e osannato, Mac MacCallum, milionario e chef pluristellato, credeva che la sua vita non sarebbe mai cambiata. Un banale incidente, però, lo costringe a ritirarsi dai fornelli e dopo sei mesi quasi nessuno ricorda il suo nome... tranne Jo Anderson, la sua nuova governante tutto pepe! Lei intende riportare il sorriso sul viso di Mac, e per riuscirci è disposta a tutto, anche se baciarlo sembra la strategia migliore da seguire.
LanguageItaliano
Release dateMar 10, 2020
ISBN9788830512603
Un milionario in cucina: Harmony Jolly
Author

Michelle Douglas

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Un milionario in cucina - Michelle Douglas

    978-88-3051-260-3

    1

    Mac si premette le mani sugli occhi e contò fino a cinque prima di tornare a concentrarsi sulla ricetta che aveva scritto sul computer.

    E adesso?

    Le cozze all'orientale erano un piatto complicato, ma l'aveva preparato decine di volte, pensò, digrignando i denti. Perché non riusciva a ricordare che cosa bisognasse fare a quel punto? Si doveva aggiungere del latte di cocco? No, quello veniva dopo.

    Imprecando, si alzò e si mise a camminare per la stanza, riflettendo. Visualizzò se stesso in cucina, circondato da pregiati ingredienti, mentre spiegava davanti a una telecamera quello che stava facendo e l'importanza della sequenza.

    Il petto gli si contrasse. Cucinare... Lavorare di nuovo...

    Un'ondata di profonda nostalgia minacciò di gettarlo in un pozzo nero.

    Avere un lavoro da fare sarebbe stata una benedizione.

    Anche se, in realtà, ne aveva uno.

    Buttò un mucchio di vestiti sporchi in un angolo, quindi tornò a sedersi alla scrivania e prese in mano la bottiglia di bourbon che aveva posato per terra. Per un po' serviva ad alleviare il dolore. Stava per bere, ma si bloccò. Le pesanti tende chiuse davanti alla finestra a tutta parete bloccavano il sole e sebbene il suo corpo intorpidito non gli dicesse niente, il cervello gli comunicò che era mattina.

    Borbottando tra sé, rimise il tappo alla bottiglia.

    Finisci quella dannata ricetta. Dopo potrai bere fino a stordirti del tutto e dormire.

    Finire la ricetta? Era quello che doveva fare, ma continuò a guardare le tende chiuse, immaginando la giornata, il sole, la luce, l'aria fresca e... il profumo del mare.

    Allontanò ogni tentazione, ma continuò a immaginare il mondo esterno finché un suono proveniente dal computer ruppe l'incantesimo e Mac, dopo essersi passato una mano sulla faccia, tornò a sedersi.

    Naturalmente era un messaggio di Russ. Era sempre lui.

    Ehi, fratello, non dimenticare che oggi arriverà Jo.

    Mac imprecò. Non aveva bisogno di una governante. Aveva bisogno di pace e di silenzio per poter finire quel maledetto libro di ricette.

    Se quella orribile donna non avesse salvato la vita di Russ, l'avrebbe spedita via alla massima velocità perché in quel momento sentiva la necessità di ritirarsi dal mondo, di isolarsi.

    Comunque, niente lo obbligava a passare del tempo con la governante. Anzi, non sarebbe stato nemmeno necessario incontrarla. Le avrebbe lasciato le istruzioni scritte sul tavolo della cucina. Per il resto, che facesse quello che le pareva.

    Soddisfatto d'aver trovato quella soluzione, staccò la connessione Internet, allontanò ogni sirena tentatrice e fissò lo schermo.

    Aggiungere la purea al chili e il brodo di cozze, quindi alzare la fiamma far ritirare il tutto di una metà. Poi...

    Che cosa diavolo bisognava fare dopo?

    Jo scese dall'auto e guardò la casa. Per arrivarci aveva dovuto percorrere una strada dissestata e piena di buche. Per fortuna la sua macchina era una 4x4, capace di attraversare terreni impervi. Altro che auto sportiva, il suo sogno segreto. Benché avesse dovuto guidare per cinque ore, immaginava che con un'auto sportiva si sarebbe divertita di più.

    Jo non può entrare in una vettura come quella. È troppo alta.

    Le parole della prozia le tornarono alla mente, facendola sorridere. In realtà sarebbe stata ridicola in una macchina sportiva. Forse non sarebbe davvero riuscita a entrarci.

    Secondo me è molto graziosa. Non m'importa quello che pensano gli altri, aveva replicato sua nonna.

    Scuotendo la testa, Jo allontanò quei ricordi. Più tardi avrebbe studiato un piano per affrontare la nonna e la prozia Edith.

    Tornando a osservare la casa, notò che sul davanti il terreno digradava rapidamente fino a un pianoro erboso e a delle dune coperte di fiori, oltre le quali si stendeva una spiaggia deserta la cui sabbia dorata risplendeva sotto i tiepidi raggi del sole invernale.

    Un sospiro le sfuggì dalle labbra. La distesa di soffice rena si allungava per due chilometri a sinistra e per altri quattro a destra, eppure non si vedeva un'anima. Grandi onde blu e verdi si frangevano sulla riva, scomponendosi in riccioli di schiuma bianca.

    L'immensità dell'oceano rendeva insignificanti i suoi problemi, tanto più che non si trattava di cose gravi, solo di piccoli dettagli da mettere a posto.

    Il suono ritmico delle onde e il grido di due gabbiani che volavano in cerchio placarono la tensione dovuta a cinque ore di guida, aiutandola a respirare più facilmente.

    L'aria era frizzante e pulita. La settimana precedente doveva aver fatto abbastanza caldo per nuotare e Jo sperò che presto la temperatura potesse aumentare di nuovo. Dopo aver passato otto anni nell'Outback, le zone interne dell'Australia, si rendeva conto all'improvviso di quanto le fossero mancati la costa, le spiagge e il mare.

    Voltandosi di nuovo verso la casa a due piani, osservò l'ampia veranda del pianterreno e la serie di balconi soprastanti. Doveva essere piacevole sedersi in un balcone e ammirare la vista, mentre il vento accarezzava la pelle.

    Le finestre e la porta, però, erano chiuse e le tende tirate. Mac MacCallum era ancora lì, o no? Russ l'avrebbe avvisata se suo fratello era tornato in città.

    Era lì di sicuro. Russ le aveva spiegato che Mac era un tipo difficile, ma che lei sarebbe stata perfettamente in grado di affrontarlo.

    Caspita! Se hai salvato una vita umana, tutti pensano che sei una superdonna, pensò sorridendo nel ricordare il suo ex capo e carissimo amico.

    In quel momento, tuttavia, avrebbe avuto bisogno di un superpotere per costringere Mac a smetterla di rinchiudersi in casa.

    Dipinta di grigio, la barriera antivento che proteggeva la villa era perfettamente allineata con quella del vicino. Tenendo conto del vento, della sabbia e del sole, quella barriera testimoniava la solidità dei materiali usati per la costruzione e il loro costo stellare.

    Il sottile tetto di metallo zincato scintillava sotto i raggi del sole. C'era anche un comignolo e forse c'era anche un barbecue da qualche parte. Che bello! Nel New South Wales l'inverno doveva essere abbastanza mite, ma di certo le notti erano fredde.

    Istintivamente, Jo si strinse nella giacca. Sbarrata com'era, la villa aveva un aspetto gelido e inospitale anche sotto il sole.

    C'è un solo modo per cambiare questa situazione.

    Dopo un'ultima occhiata alle sue spalle, Jo salì i sei gradini che portavano alla veranda.

    Un pezzo di carta bianca con scritto Miss Anderson spiccava contro il grigio della porta. Jo lo staccò, chiedendosi di nuovo se Mac fosse in casa e se avesse l'intenzione di mantenere con lei dei rapporti strettamente formali. Iniziò a leggere, incuriosita.

    Miss Anderson

    Non amo essere disturbato mentre lavoro, perciò entri per conto suo. La sua camera è al pianterreno, dietro la cucina. Penso che non dovrebbe avere alcun bisogno di salire al piano superiore.

    Jo scoppiò a ridere e seguitò la lettura.

    Ceno alle sette. La prego di lasciare un vassoio in fondo alla scala. Lo ritirerò quando interromperò il mio lavoro.

    Incredula, Jo aprì l'uscio, lo bloccò con un fermaporta di ferro, spalancò quello schermato e poi tornò alla macchina per prendere le valigie. Quando fu pronta, entrò nella casa come se fosse la padrona: testa alta, spalle alzate, spina dorsale dritta.

    Se Mac MacCallum si proponeva di passare i prossimi mesi comunicando per mezzo di messaggi, avrebbe dovuto cambiare idea, si disse, posando le valigie nell'ingresso e annusando con disgusto l'aria stantia.

    Sulla destra dell'ingresso si apriva un ampio salotto. Jo vi entrò e aprì le tende di tre grandi finestre. Quando la luce entrò nella stanza, tirò un sospiro di sollievo.

    L'arredamento, una mescolanza di antico e di moderno, creava un ambiente elegante che testimoniava il successo di Mac. Ma che valore aveva il successo se ti portava a dimenticare le persone che ti amano? Dopo che Russ aveva avuto un infarto, Mac non era andato a trovarlo una sola volta.

    Tornando a guardarsi intorno, Jo si accorse che la stanza aveva bisogno di essere pulita a fondo.

    Ci avrebbe pensato l'indomani, si disse, aprendo le finestre. Dapprima arrivò il sospiro possente del mare, poi il suo profumo. Così andava meglio.

    Seguendo le indicazioni del messaggio, trovò la sua stanza. Qualcuno, forse Mac, aveva cercato di sistemarla alla meno peggio.

    Russ le aveva detto che l'ultima cameriera se n'era andata il mese prima. Per il momento l'avrebbe lasciata com'era.

    La finestra dava su un prato incolto e sul garage. Non aveva la vista sul mare, ma riusciva a udirlo. Appoggiandosi contro lo stipite, allungò una mano per toccare i fiori di un albero, poi, ricordando la freddezza del messaggio di Mac attaccato alla porta d'ingresso, la ritirò, rabbrividendo. Forse venire lì non era stata una buona idea. Sconvolgere così totalmente la sua vita era stato stupido, irrazionale e folle. In fondo la geologia non era poi tanto male...

    Ma non andava nemmeno bene.

    Già, pensò Jo. Si era iscritta a geologia per far piacere a suo padre, ma per come erano andate le cose, non intendeva più compiacerlo. Aveva cercato di mantenere la pace con lui, però adesso non le interessava più. Voleva cercare un mondo nuovo, o almeno un angolo in cui regnasse la pace.

    Aveva continuato a lavorare nell'Outback perché aveva avuto paura dei cambiamenti, poi l'attacco di cuore di Russ le aveva fatto capire che c'erano molte cose peggiori dei cambiamenti. Per esempio, il timore d'avere dei rimpianti e di buttare via la propria vita. Voleva un futuro importante, che la rendesse fiera di se stessa. Per questo era venuta lì. Non era stata una follia. Al contrario.

    Ma come doveva comportarsi con Mac? Doveva seguire le istruzioni, per quel giorno, e incontrarlo l'indomani?

    Il cellulare che aveva in tasca suonò. Prima di rispondere vide che era Russ a chiamarla.

    «Ciao, Russ» lo salutò.

    «Sei già arrivata?»

    «Sì.»

    «Come sta Mac?»

    «Sono appena entrata in casa e non l'ho ancora visto. Il panorama che si gode da qui è fantastico. Tuo fratello ha trovato un posto perfetto per...»

    Per che cosa?, si domandò Jo, interrompendosi. Per recuperare? Per lavorare senza avere distrazioni? Per scappare?

    «Il posto perfetto per nascondersi dal mondo» sospirò Russ.

    Russ aveva cinquantadue anni e, a causa dell'infarto subito, avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento per farsi impiantare un bypass entro poche settimane. Jo non voleva allarmarlo ancora di più o rischiare che avesse una ricaduta.

    «Ti ripeto che la vista è fantastica. Ti manderò delle foto, così capirai che cosa intendo» ribadì.

    «Una persona ha bisogno d'ispirazione per scrivere un libro di ricette?»

    Jo non ne aveva idea. «Creare dei piatti nuovi richiede uno sforzo creativo. Una teoria sostiene che la creatività è stimolata dagli ioni negativi e dall'acqua in movimento. A parte questo, qui si può camminare per chilometri su delle spiagge deserte, oltre a fare delle passeggiate lungo le colline. È un buon posto per viverci, si è al riparo da sguardi indiscreti.»

    «Lo pensi davvero?»

    «Nel modo più assoluto. Dammi un'ora, Russ. Ti richiamerò quando avrò qualcosa di più concreto da dirti. Va bene?»

    «Non potrò mai ringraziarti abbastanza per quello che

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