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L onore dei Drakos: Harmony Collezione
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L onore dei Drakos: Harmony Collezione

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About this ebook

I principi di Drakon 3/3
Dieci anni prima Ariana Sakis aveva abbandonato suo marito, il principe Andreas Drakos, convinta che i propri sentimenti non fossero ricambiati. Per tutto questo tempo Ariana si è nascosta, nella speranza di venire dimenticata e sicura di essere ormai una donna divorziata. Fino al giorno delle sue seconde nozze, interrotte da Andreas in persona che le rivela di essere ancora sposato con lei!

Furioso per il suo tradimento, Andreas non permetterà che Ariana gli sfugga di nuovo: ha intenzione infatti di reclamare la sua sposa sul trono e dentro il proprio letto. Ma la loro appassionata riconciliazione rischia di mandare all'aria i suoi propositi di vendetta, facendogli realizzare quanto il desiderio possa essere ancora più potente dell'onore.
LanguageItaliano
Release dateSep 20, 2019
ISBN9788830503755
L onore dei Drakos: Harmony Collezione

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    L onore dei Drakos - Tara Pammi

    successivo.

    1

    «È una mossa per detronizzarmi?» Il principe Andreas Drakos entrò nel suo studio scherzando, ma di tutt'altro avviso sembravano i familiari che lo attendevano lì: gli occhi di sua sorella Eleni mostravano preoccupazione, quelli di Mia un'ostinata determinazione, mentre una luce indefinibile si rifletteva nello sguardo di Nikandros e gelo assoluto in quello di Gabriel.

    «Nessuno di noi vuole il tuo ruolo, la tua popolarità o la tua vita, Andreas» gli rispose Nikandros, il genio finanziario che aveva risollevato le sorti di Drakon dopo la gestione disastrosa del padre.

    Nik aveva ragione. La sua vita al momento, con il Consiglio della Corona che gli stava con il fiato sul collo perché scegliesse la futura regina e le sue frequenti sparizioni dal Paese nell'ultimo anno, non era certo invidiabile, ma la caccia che portava avanti da due anni gli aveva prosciugato ogni energia mentale. Ormai c'era vicino, se lo sentiva.

    Si sistemò accanto alla cognata: l'odore del talco che emanava aveva un effetto calmante. «Come stai, Mia?»

    «Non sei ancora venuto a vedere i gemelli, Andreas. Dopo tutti i discorsi sulla necessità di avere degli eredi per Drakon, mi sento trascurata.»

    Lui sorrise. «Sono tornato a casa solo da poche ore.»

    «E questo spiega perché siamo tutti qui. Andreas, che succede?»

    «Le hai fatto lasciare Tia e Alexio per pormi questa domanda?» chiese ironico a suo fratello Nik, irritandolo, poi tornò a Mia: «Hai un aspetto terribile».

    «Lascia perdere, Nik. Sai che sta solo cercando di provocarti.» Mia sorrise. «Ho due ottime ragioni per il mio pallore» continuò, scrutando i tratti del volto di Andreas. «Tu invece no, e hai un aspetto anche peggiore» osservò con la franchezza di sempre. «Siamo tutti... molto preoccupati per te.»

    Andreas si accigliò. «Non è necessario.»

    «Il Consiglio della Corona sta valutando di chiederti di abdicare. La tua popolarità è ai minimi storici» osservò Nik con calma simulata. «Alcuni esperti di politica hanno osato dire che la follia di nostro padre ha già iniziato a manifestarsi in te. Lasci Drakon per giorni, nessuno dei tuoi collaboratori conosce i tuoi impegni, ti rifiuti di vedere persino noi...»

    «È per questo che siete tutti preoccupati?» chiese Andreas con una risata. «Che Theos possa avermi dato anche la sua follia, oltre al resto?»

    Prese la parola Eleni. «Naturalmente no, ma pensiamo che tu ti stia comportando in maniera strana. Andreas, la stirpe dei Tharius aspetta una tua parola per far uscire la notizia del fidanzamento. L'incoronazione è tra due mesi e tu...»

    Il suo telefono vibrò: sapeva di cosa si trattava ancor prima di controllare.

    Sfiorò lo schermo con dita tremanti.

    Obiettivo trovato. Specifiche della posizione in arrivo.

    Il sangue gli ribolliva di soddisfazione e anticipazione. «Comunichiamo alla stirpe dei Tharius che non se ne fa niente.» Nik ed Eleni lo guardarono con una tale apprensione che per la prima volta da mesi Andreas si sentì un po' in colpa. «Mi dispiace di avervi piantato in asso negli ultimi tempi. Dovevo...»

    «Thee mou, Andreas!» esplose Nik. «Non ci importa se per la prima volta in trentasei anni ti sei preso qualche mese per te.»

    «Non per la prima volta» borbottò lui. «Presi un anno sabbatico non appena la tua salute migliorò.»

    Nikandros si accigliò. «Quando Theos cercò di trasformarmi nel suo cane al guinzaglio?»

    «Qualche mese prima, sì.» Quando Andreas, in un accesso di rabbia, aveva minacciato Theos di abbandonare Drakon se non gli avesse concesso una pausa.

    «Andreas» intervenne Eleni con voce incerta. «Non puoi essere incoronato re senza una moglie: questa è una delle più antiche leggi di Drakon. Nessun membro del Consiglio della Corona ti permetterà di sottrarti. Stai forse... rinunciando al trono?»

    Andreas accarezzò la mano della sorella. «Niente affatto, Eleni. Sarò incoronato come previsto.»

    «Ti serve una moglie per questo» insistette Nik. Solo Gabriel rimase in silenzio a fissarlo con quei suoi occhi grigio acciaio. Gabriel, suo cognato, che aveva intuito la verità.

    «Qualunque cosa tu stia meditando...» Eleni aveva le lacrime agli occhi, «... ti prego di dircela. Nik e io non ti giudicheremmo mai per ciò che...»

    «Non posso sposare Maria Tharius perché ho già una moglie. Cerco di trovarla da due anni.»

    Tu sei come me, Andreas, nel sangue ti scorre lo stesso gusto per il potere e il controllo. Perché pensi che la tua mogliettina sia fuggita?

    Quelle parole lo perseguitavano da due anni. Ma non gliene importava. Era disposto a essere un mostro se questo significava riaverla nella sua vita.

    «Sei sposato? Con chi? Da quando? Perché non hai mai...?» Eleni iniziò a tremare finché Gabriel non le mise le mani sulle spalle e la strinse a sé.

    «Era la protetta di nostro padre. La sposai durante quell'anno sabbatico con una cerimonia segreta.»

    «Nostro padre aveva una protetta?» Nikandros imprecò: ecco un'altra esistenza con cui suo padre si era divertito a giocare.

    «La tua compassione è sprecata con lei, Nik» borbottò Andreas. «Sembra che s'intendesse alla perfezione con nostro padre.»

    «Ariana Sakis.» Fu Eleni a pronunciarne il nome. «Al tempo aveva diciotto anni.»

    I volti dei presenti esprimevano ora una profonda sorpresa: lui allora ne aveva avuti ventisei e aveva sposato in segreto una ragazza appena maggiorenne... Se gli fossero spuntate due corna e una coda sarebbe stato meno spiazzante per loro.

    «I suoi genitori morirono in un incidente d'auto. Girò voce che stessero discutendo e che la madre fosse andata a sbattere di proposito contro l'albero» spiegò Eleni a Nik. «Suo padre... era un generale dell'esercito, un amico stretto di Theos. Si sospettava che fosse un marito violento e nostro padre tagliò ogni legame con lui. Solo un gruppetto di persone sapeva che aveva la sua custodia e che l'aveva mandata... in un luogo segreto. Non so se abbia mai messo piede a palazzo.»

    «Era in un villaggio di pescatori lungo la costa» rivelò Andreas.

    «È lì che l'hai conosciuta?» chiese Nikandros.

    Andreas annuì.

    «Io... chiesi a nostro padre di concedermi un anno per compiere delle ricerche per un libro che volevo scrivere. Dopo molti sproloqui lui acconsentì. Non sapeva che io avrei passato l'estate proprio in quel villaggio.»

    Acqua pulita, aria incontaminata, una casetta isolata, un caffè... e una ragazza con un sorriso malizioso.

    Quei mesi nel villaggio con Ariana erano stati i più splendidi della sua vita. Troppo belli per durare, si rese conto ora con un'amarezza che lo soffocò.

    «Se l'hai sposata, com'è che nessuno di noi l'ha conosciuta? Neanche lo sapevamo.»

    «Decisi con nostro padre di aspettare un momento più adatto per annunciare le nozze. Durante i tre mesi del nostro matrimonio lei alloggiò in un appartamento poco distante da qui.»

    «La cerchi... da quando è iniziato il declino di nostro padre.» Eleni alzò di scatto il mento. Tutti i pezzi cominciavano a combaciare. «Dov'è stata per tutti questi anni, Andreas?»

    «Quell'anno, quando tornai dal vertice sul petrolio, nostro padre mi disse che era morta in un incidente in barca.»

    «E invece?» fu Nik a chiedere con aria tesa.

    «Invece aveva preso il denaro che lui le aveva offerto, fingendo la propria morte e sparendo con una nuova identità.»

    «È orribile.» Eleni era sempre dalla parte dei fratelli. «Come ha potuto farti credere che fosse morta?»

    Mia si accigliò. «E ora l'hai trovata, vero? Andreas, cosa intendi fare? È chiaro che quella donna ha fatto la sua scelta. Tutti gli occhi di Drakon saranno puntati su di lei.»

    Quella frase l'aveva sentita da sempre da Theos: tutti gli occhi dei media sarebbero stati puntati su di lui e sulla donna che avrebbe scelto. Avrebbe dovuto portare in dote una eccezionale ricchezza o una buona educazione, Maria Tharius le aveva entrambe, o avere legami importanti ed essere disposta a essere una regina di rappresentanza.

    Ariana non era stata niente di tutto questo.

    «In ogni caso ora potresti divorziare da lei.» Gabriel prese la parola per la prima volta.

    «La legge di Drakon impone che la coppia aspetti diciotto mesi prima di chiedere il divorzio» lo informò Eleni. «Dato che l'incoronazione è tra due mesi, Andreas non ha il tempo di farlo.»

    Andreas sorrise.

    «Nostro padre, nella sua mente machiavellica, pensò che la notizia della sua morte sarebbe stata sufficiente per mettere fine al nostro matrimonio, ma lei è viva. Quindi, anche se volessi, al momento non potrei sposare Maria Tharius. La prossima regina di Drakon sarà Ariana.»

    L'idea gli piaceva. In più, avrebbe fatto rivoltare suo padre nella tomba.

    Ariana fissò la graziosa chiesetta in pietra bianca nel centro di Fort Collins e tremò da capo a piedi, e non per il vento di ottobre che sferzava il suo vestito da sposa.

    Il passato quel giorno non sembrava darle pace, anche se erano passati più di dieci anni da quando aveva sposato Andreas Drakos in una chiesetta dimenticata in un isolato villaggio di pescatori. Anche se tra poche ore avrebbe sposato Magnus.

    Una vena di profonda infelicità continuava a farle compagnia giorno e notte.

    Le sue amiche, i colleghi dello studio legale dove lavorava e la piccola comunità tra le Montagne Rocciose la conoscevano come Anna.

    Anna non era una donna impulsiva e sconsiderata che si era autodistrutta in nome dell'amore, né una donna che si era abbandonata alla passione per un uomo che non sapeva amare.

    Al contrario, Anna quella sera avrebbe dovuto sposare un uomo gentile e comprensivo. Lei però sentiva di dover fuggire da quella follia, anche se gli amici avrebbero pensato che aveva perso la testa. Il giorno prima aveva mangiato giusto un boccone, e niente del tutto alla cena che avevano organizzato per lei e Magnus.

    Contro ogni miglior istinto, estrasse il telefono dalla tasca interna del vestito e aprì il browser. La pagina era ancora aperta sullo stesso articolo che leggeva da un mese: lo esaminò avida, come se leggerlo per la centesima volta avrebbe in qualche modo cambiato il suo stato d'animo.

    Prima di salire sul trono di Drakon, un minuscolo principato nel Mediterraneo, il principe ereditario Andreas Drakos avrebbe annunciato la scelta della futura regina. Sarebbe stata una donna regale e istruita, una dama di carità ricca e di nobile lignaggio. Una creatura dolce e femminile, un complemento perfetto per la sua cupa e autoritaria virilità.

    Ariana aveva sempre saputo che un giorno Andreas si sarebbe trovato un'altra donna, molto più adatta di lei come moglie. Che avesse aspettato tanto, considerata la sua devozione per Drakon, era stata una sorpresa. E tuttavia, da quando aveva visto quel trafiletto, il mondo per lei si era capovolto.

    Anna era davvero migliore di quella ragazzina impulsiva di un tempo? Thee mou, non era forse pronta a distruggere anche la vita di Magnus?

    Il sole che quella mattina era uscito luminoso ora si era nascosto dietro nuvole nere, e il tempo rifletteva i suoi pensieri più cupi. Doveva rompere. Prima di ferire Magnus, prima di...

    Il rumore di un motore infranse la sua concentrazione. Ariana alzò gli occhi e si bloccò, desiderando con tutta se stessa di diventare invisibile e mescolarsi tra gli alberi grigi e spogli intorno a lei.

    Perché conosceva bene la bandiera nera e oro che sventolava sul cofano della lussuosa auto europea ferma a pochi passi di distanza. Conosceva il simbolo del dragone dorato con le fiamme che uscivano dalle fauci spalancate. Conosceva l'uomo al suo interno così come lui conosceva lei, meglio di se stessa.

    Sentendo le gambe tremare, si appoggiò a un albero lì vicino in cerca di sostegno.

    Ogni istinto primario le gridava di correre, di

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