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Chase (eLit): eLit
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Ebook96 pages1 hour

Chase (eLit): eLit

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Fortune's Children 14
Chase ha ricevuto in regalo dalla zia Kate la gestione di un ranch in Montana, con la promessa di diventarne il proprietario nel caso in cui riuscisse ad amministrarlo con profitto. Ma non è l'unica sfida che si trova ad affrontare in questo periodo.
Come si dice... anno nuovo, vita nuova!
LanguageItaliano
Release dateDec 2, 2019
ISBN9788830505247
Chase (eLit): eLit

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    Chase (eLit) - Lisa Jackson

    successivo.

    Prologo

    Dicembre, Minneapolis.

    «I'm dreaming of a white Christmas...»

    La voce faceva da sottofondo al tintinnio dei bicchieri di champagne, al brusio delle conversazioni e alle risate allegre che si levavano nel salone della Fortune Cosmetics Corporation.

    Chase Fortune partecipava alla festa, ma proprio non era dell'umore adatto per rallegrarsi. Si sentiva un pesce fuor d'acqua tra tutta quella gente. Eppure erano suoi parenti.

    Bevve un sorso di champagne e desiderò per la millesima volta essere da tutt'altra parte. Dovunque, tranne che alla festa per il compleanno della prozia Kate.

    Un abete immenso decorato con centinaia di lucine intermittenti bianche e grandi fiocchi di raso rossi troneggiava al centro della sala mentre una scultura di ghiaccio a forma di angelo cominciava a sciogliersi accanto alla porta di ingresso, dove due inservienti in livrea controllavano gli inviti stampati a caratteri dorati.

    Una maledetta farsa.

    Chase si allentò il cravattino dello smoking e vuotò il bicchiere. C'erano tutti quanti i parenti che erano entrati e usciti dalla sua vita nel corso degli anni. Elegantemente abbigliati, erano là per rendere omaggio a Kate Fortune, l'impavida e amatissima matriarca della famiglia.

    E Chase insieme agli altri. Ma che cosa non avrebbe dato per trovarsi in un bar affollato e fumoso, con indosso i suoi stivalacci impolverati, a bere una birra gelata e a guardare una partita di basket in televisione.

    Invece era venuto in città e ora osservava la pioggia che ticchettava sulle vetrate e subiva le occhiatacce di sua sorella Delia che, inguainata in un abito di seta rosso, faceva di tutto per schivarlo. Non che gli importasse più di tanto.

    La cantante, una donna curvilinea con una massa di capelli neri, un vestito dorato e un cappello da Babbo Natale posato sul capo, richiamò l'attenzione dei presenti.

    «Tanti auguri a te...»

    Gli invitati si unirono al coro e Kate Fortune fu aiutata a salire sulla pedana che ospitava l'orchestrina. Sorrise, gli occhi azzurri scintillanti di quella luce che denotava un'inesauribile energia, una gioia di vivere che non l'abbandonava nonostante l'età non più giovane. Elegante e aristocratica come solo lei sapeva essere in ogni circostanza, fece il discorsetto di rito e cominciò a stringere mani e ad abbracciare figli, nipoti e a tutte le altre pecorelle più o meno smarrite che appartenevano a quella immensa famiglia.

    Chase apparteneva sicuramente a quest'ultima categoria. Mentre gli altri Fortune facevano fronte comune, lui aveva scelto di allontanarsi dal gregge: il suo spirito ribelle, anticonformista, gli aveva impedito di seguire la strada che avevano preso quasi tutti i suoi zii e i cugini. Non aveva alcun interesse per i cosmetici, non voleva diventare un capitano d'industria e non possedeva quote di partecipazione nella società.

    Avresti fatto meglio a restartene a casa, idiota!

    Lasciato il bicchiere vuoto su un vassoio, spinse con una spalla una portafinestra che dava su un terrazzino coperto. L'aria sapeva di pioggia, fuori; era fredda e pulita. Il traffico scorreva lento per strada, diversi piani più sotto. La città scintillava di luci che creavano una festosa atmosfera natalizia e, nonostante l'altezza, si udiva lo scampanellio dei Babbo Natale fermi agli angoli, che chiedevano offerte per i più bisognosi.

    «Mi era sembrato di vederti sgattaiolare fuori.»

    Sorpreso, si girò verso Kate che, con le spalle avvolte in una stola, era uscita a sua volta sul terrazzino. «Troppa gente per i tuoi gusti, lì dentro» continuò lei, indicando la sala dove la festa era ancora in pieno svolgimento.

    «Effettivamente...» Le rivolse un mezzo sorriso. «Buon compleanno, Kate.»

    «Alla mia età, sono tutti speciali, credimi» ridacchiò la donna, e inarcò un sopracciglio. «Chi lo sa? Potrebbe anche essere l'ultimo.»

    Chase non lo credeva possibile. Col suo entusiasmo e la sua energia, Kate sarebbe campata altri cent'anni come minimo. «Ho i miei dubbi.»

    «Davvero?» Kate si avvicinò alla ringhiera e guardò il profilo dei grattacieli che avevano davanti.

    «Come hai fatto a sfuggire ai tuoi ospiti?»

    «Non è stato difficile.» Lei si girò ad affrontarlo. «Ho detto a Sterling e a Jake che avevo bisogno di prendere una boccata d'aria, e li ho pregati di fare gli onori di casa.» Sterling Foster era il marito e l'avvocato di Kate. Jake era il suo primogenito. «Volevo parlarti un momento, perché ho una proposta da farti.»

    «Sembra una cosa pericolosa.»

    Lei rise. «Hai il senso dell'umorismo di tuo padre.»

    «Senso dell'umorismo mio padre? Non mi risulta che ne avesse.» Chase non voleva nemmeno pensare di assomigliare in qualche modo al suo vecchio. C'era stato un tempo in cui Zeke Fortune aveva avuto tutto ciò che si può desiderare dalla vita: una moglie meravigliosa, due bravi figli, un bel conto in banca e il più bel ranch di tutto il Montana. Ed era riuscito magistralmente, forse per una serie di circostanze sfortunate o per inettitudine, a perdere tutto quanto. Be', a Chase non sarebbe successo. Non intendeva essere un perdente, lui. Tra l'altro, aveva già perso abbastanza.

    «Sì che l'aveva, invece. Zeke era un tipo spassosissimo prima che la vita gli togliesse la voglia di sorridere.» Kate sospirò. «Non devi permetterle di fare la stessa cosa a te, Chase.»

    Lui non aveva assolutamente voglia di affrontare quell'argomento. «Prima hai accennato a una proposta.»

    «Già.» Kate annuì. «Sai che alcuni anni fa ho fatto credere di essere morta e, sebbene fossi ancora viva e vegeta, ho suddiviso tra i miei cari le mie proprietà, in modo che ciascuno prendesse possesso della sua parte di eredità.»

    «Sì, me lo ricordo.»

    «Ebbene, nel mio testamento avevo lasciato un ranch nel Wyoming a mio nipote Kyle; però c'era una postilla che lo obbligava a restare al ranch per sei mesi prima di entrarne effettivamente in possesso. Kyle aveva sempre vissuto in città e credo che all'epoca mi abbia odiata per averlo costretto a cambiare vita; ma poi si è ricreduto.»

    Chase ricordava tutto. Ricordava anche di aver invidiato quel suo parente che aveva fama di essere un farfallone gaudente, cui era piovuta addosso una simile fortuna. Si ficcò le mani in tasca, cercando di non tradire le proprie emozioni. «E io che c'entro, con tutto questo?»

    «Ho qualcosa di molto simile da proporti.»

    Chase sentì i muscoli del collo che gli s'irrigidivano, come sempre accadeva quando sentiva puzza di guai. «E cioè?»

    «Sono venuta in possesso di un altro ranch, stavolta nel Montana. Ma sta cadendo a pezzi, e ha bisogno di una sistematina.» Kate si massaggiò le mani, intirizzite dal freddo. «È un lavoro piuttosto impegnativo e non posso occuparmene io; perciò ho pensato a te. Mi sembri la persona più adatta. Tra l'altro, guarda caso, si trova proprio dalle tue parti.»

    Chase non credeva al caso, ma non ritenne necessario dirlo.

    «Perciò, la proposta è questa: se accetti avrai un anno di tempo

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