Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Inguaribile attrazione: Harmony Destiny
Inguaribile attrazione: Harmony Destiny
Inguaribile attrazione: Harmony Destiny
Ebook156 pages1 hour

Inguaribile attrazione: Harmony Destiny

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Julia Keys ha tutto quello che potrebbe desiderare: bellezza, intelligenza e una brillante carriera. Per quale motivo, dunque, continua a finire nel letto di Logan Brandt, pur sapendo che da anni la sensuale ex star del baseball non fa che portare scompiglio nella sua vita? Dopo l'ultima notte insieme, però, le cose sono destinate a cambiare...
Riusciranno Julia e Logan a far andar bene le cose tra loro, due che innamorati fin dai tempi della scuola hanno complicato il loro amore in ogni modo possibile, in un eterno tira e molla, nonostante l'incontenibile attrazione che li lega da sempre?
LanguageItaliano
Release dateAug 20, 2018
ISBN9788858986073
Inguaribile attrazione: Harmony Destiny

Read more from Karen Booth

Related to Inguaribile attrazione

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Inguaribile attrazione

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Inguaribile attrazione - Karen Booth

    successivo.

    1

    Julia Keys scese dal taxi, davanti alla casa paterna, e venne sommersa da una marea di flash e di domande a raffica da parte di un folto drappello di reporter.

    Dov'è Derek? Verrà al matrimonio di sua sorella?

    È vero che state comprando casa insieme?

    Avete in programma di compiere il grande passo?

    Che assurdità. Non si sarebbe messa con Derek, il protagonista maschile del film che stava girando, neppure con una pistola puntata alla tempia. L'idea di loro due insieme le dava il voltastomaco ancor più delle nausee gravidiche, il che era tutto dire.

    Schivando i fotoreporter e trascinando con difficoltà il trolley che conteneva il guardaroba griffato di una settimana, affrettò il passo lungo il marciapiede, passando davanti al rododendro che era in fiore l'ultima volta che si era fermata a Wilmington, all'inizio dell'estate. Quella era stata anche l'ultima volta che si era fatta calpestare il cuore da Logan Brandt. L'ultimissima, aveva giurato a se stessa. Perlomeno, era sua intenzione far sì che non accadesse mai più.

    Suo padre le corse incontro a braccia aperte, precipitandosi per le scale del portico.

    «Quando imparerete la buona creanza, voi altri, eh?» urlò rivolto al manipolo di giornalisti e fotografi che aveva inseguito la figlia fino al cancelletto.

    Perlomeno la stampa locale aveva il riguardo di tenersi al di fuori di una proprietà privata. Lo stesso non si poteva dire per i paparazzi di una grande città come New York o Los Angeles.

    «Mi dispiace, papà» si scusò Julia, protetta dall'abbraccio del genitore. «Se non gli diamo spago, se ne andranno, vedrai.»

    Posò un bacio sulla guancia del padre. Aveva i suoi stessi capelli color cioccolato, solo ora un po' brizzolati alle tempie. Le poche rughe su un viso ancora giovanile evidenziavano il suo momentaneo stato di preoccupazione. E come poteva non essere agitato, il suo povero papà, con una figlia in procinto di sposarsi e l'altra – secondo quanto raccontavano i giornali scandalistici – che continuava a manifestare un gusto alquanto discutibile in fatto di uomini.

    Julia emise un sospiro. Quando fosse venuta alla luce la vera complicazione, quella che lo avrebbe reso nonno, si augurava che il padre riuscisse a mantenere lo stesso formidabile autocontrollo che, tutto sommato, stava mostrando ora.

    Entrata dentro casa, non l'accolse il refrigerio in cui sperava. C'erano appena due, massimo tre gradi in meno rispetto all'esterno, tuttavia evitò di chiedere di regolare il termostato. Sapeva come era fatto papà. Secondo lui, essendo settembre, quindi autunno, non c'era più bisogno dell'aria condizionata, anche se la calura estiva non accennava a diminuire e spesso si prolungava fino ad Halloween.

    Sua madre fece capolino dalla cucina, asciugandosi le mani in uno strofinaccio mentre avanzava in soggiorno. Indossava una camicetta rosa senza maniche e dei pantaloni bianchi. I capelli scuri erano raccolti in una coda di cavallo e un filo di perle le adornava come al solito il collo.

    Tracy, la sorella minore, quella che stava per convolare a nozze, comparve dietro di lei.

    Somigliantissima alla madre, sfoggiava un abitino turchese che le illuminava il viso, ma il suo sguardo era feroce mentre fissava Julia, come se fosse l'incarnazione del demonio.

    Julia pensò che quasi quasi le conveniva affrontare l'orda di piranha fuori...

    La madre la abbracciò e baciò. «Che bello rivederti, tesoro. A casa per la seconda volta in tre mesi, mi vuoi viziare?» scherzò, raggiante.

    Già, tre mesi. Giusto il tempo di restare incinta. «Non capita tutti i giorni che la mia sorellina si sposi.» Julia andò incontro a Tracy, per un abbraccio, ma la sorella puntellò le mani sui fianchi, per nulla intenzionata ad ammorbidirsi.

    «Per quanto tempo ancora dobbiamo fingere che Julia non stia cercando di sabotare il mio matrimonio? Se avete intenzione di chiacchierare come se niente fosse, io tolgo il disturbo» dichiarò gelida la sorella.

    Le faceva male sapere di non essere la benvenuta, tuttavia non poteva biasimare Tracy. A ruoli invertiti, sarebbe montata su tutte le furie anche lei per il caos che aveva scatenato per strada.

    «Mi dispiace per quello che sta succedendo fuori, ma non è vero niente. È da quando abbiamo iniziato a girare il film che i giornali millantano una presunta love story tra me e Derek. Mi dovete credere, è tutto inventato, non c'è nulla fra di noi.»

    «Be', ho visto le foto. Lo stai praticamente baciando» interloquì la madre timidamente. «Lo neghi perché forse ti vergogni di lui? Dicono che sia stato arrestato per ubriachezza molesta ben sette volte.» Gonfiò il petto, poi lasciò uscire l'aria in un sospiro sconsolato. «Figlia mia, come hai potuto metterti con uno così?»

    Julia scosse la testa. Aveva i brividi al solo pensiero. «Mamma, ascoltami» insistette, afferrando la madre per le spalle. «Ti giuro che non c'è nulla tra me e quell'uomo. È vero, sembra che ci stiamo baciando. In realtà stavamo solo provando una scena del film. Io non nutro nessun interesse per lui. E viceversa.» E poi aveva un alito micidiale.

    «Allora, vai a dirlo a quella gente lì fuori.» Il padre di Julia scostò le tende della finestra, sbirciando all'esterno. «Abbiamo speso una fortuna per questo matrimonio. Non voglio che venga rovinato.»

    Se solo suo padre avesse saputo fino a che punto stava cercando di non danneggiare il matrimonio della sorella, tenendo nascosta la propria gravidanza...

    Perché, per una sola volta, le cose non potevano essere normali? Avrebbe annunciato alla sua famiglia che era incinta, la madre sarebbe esplosa in un pianto di gioia, poi avrebbe cominciato a tempestarla di domande, mentre il padre avrebbe preso da parte suo marito, congratulandosi con lui con una stretta di mano e una pacca sulla spalla. Solo che, ovviamente, nulla era così lineare nella sua vita. A ventinove anni, Julia era incinta, ma senza un marito, e ciò era nulla rispetto al fatto di non sapere se fosse il suo ex oppure Logan Brandt il padre del bambino.

    «Fidati, papà, non dobbiamo rilasciare nessuna dichiarazione. Se lo facciamo, si sentiranno autorizzati a continuare a tempestarci di domande. Dobbiamo ignorarli e concentrarci su Tracy.»

    Tracy fece una smorfia. «Già, su di me.» Sprofondando sul divano, la sorella minore cominciò a sfogliare nervosamente una rivista di abiti da sposa. «Fa ridere detto da te.»

    Il padre si accomodò sulla sedia a dondolo.

    «Julia, so che sei convinta di sapere quello che fai, però io ho una certa dimestichezza con il mondo della carta stampata.» Era stato senatore per una ventina d'anni, per la precisione ventuno, e mai l'ombra di uno scandalo aveva offuscato il suo nome e il suo operato. «Se non si dà una smentita, chissà come ci ricameranno sopra.»

    Un sospiro sconsolato uscì dalle labbra della mamma. «Io me ne torno ai fornelli.»

    «Ecco, vedi? Siamo riusciti a turbare la mamma. Non ho speso tutti quei soldi per avere in cambio uno scandalo e una moglie infelice.»

    «È solo di questo che ti importa, papà?» sbottò Tracy. «Dei soldi? O di quello che dirà la gente?»

    «Dovrò affrontare la campagna elettorale dell'anno prossimo. La famiglia dovrebbe essere una certezza per me, la mia carta vincente, non un punto debole.»

    Tracy mise via la rivista. «Per la miseria, è come se non esistessi, come se non mi stessi sposando affatto! Julia, il denaro e il lavoro di papà sono ovviamente molto più importanti di me.»

    «Non c'è mai stato uno scandalo in famiglia fino a ora, Trace. E vorrei che continuasse a essere così.»

    Uno scandalo in famiglia. Se solo avessero saputo... Julia prese un bel respiro ed ebbe un capogiro.

    Si sentiva in colpa nei confronti della sorella. Non voleva affatto rubarle la scena ora che stava per sposarsi.

    Tracy e la sua vita erano sempre passate in secondo piano per via del successo di Julia come attrice. Era giunto il momento che la star facesse un passo indietro e lasciasse che la sorella si godesse il suo momento di gloria. In quel modo, con i fari puntati su Tracy e il suo matrimonio, lei si sarebbe risparmiata di avere gli occhi dei familiari addosso e avrebbe aspettato il momento giusto per rivelare loro del bambino.

    Sicuramente dopo il matrimonio, una volta che i due sposini fossero partiti per la luna di miele alle Bahamas.

    Carter, il fidanzato di Tracy, li raggiunse dal piano superiore. «Logan ha appena parcheggiato.»

    Logan. C'era anche da affrontare quell'argomento, pensò Julia con un senso di disagio che andava a sommarsi al malessere generale di quei primi tre mesi di gravidanza. Le tornò alla memoria il suo sorriso radioso, seguito dalle immagini dell'ultima volta che si erano visti. Avevano trascorso l'intero fine settimana a letto. Il petto, le spalle nude... e altre porzioni di quel suo corpo statuario non accennavano a disertarle la mente da allora.

    Maledetti ormoni. Il battito cardiaco subì un'accelerata e sopraggiunsero emozioni contrastanti: la rabbia per il modo in cui lui aveva troncato il loro rapporto e la frustrazione per non riuscire a combinarne una giusta. In mezzo, un mare turbinoso di incertezze. Sarebbe diventata madre. E Logan padre. O forse no. A ogni modo, non le restava che affrontare la sua reazione e andare avanti.

    Ognuno per la sua strada.

    Prima, però, doveva dirglielo. Ma quando? Forse avrebbe seguito l'esempio di sua madre, che ogni volta che doveva comunicare al marito una notizia potenzialmente sconvolgente, lo faceva mentre lui stava guidando. Un uomo poteva dare in escandescenze fino a un certo punto con due mani sul volante.

    Parcheggiato lungo il viale alberato poco lontano dalla villa vittoriana della famiglia Keys, Logan Brandt esitava a uscire dall'auto presa a noleggio. Occhiali da sole e chiavi in mano, osservava la moltitudine di giornalisti e fotografi assiepati davanti all'ingresso dell'abitazione, indaffarati a consultare i loro iPhone.

    «Santo cielo, che caos» mugugnò. Anche se non era diventata mai un'attrice da botteghino e il suo viso meraviglioso non era uno di quelli che comparivano sistematicamente sulle copertine, Julia aveva l'abilità di scatenare la stampa.

    Era come se proprio non riuscisse a condurre una vita tranquilla, lontana dalle chiacchiere e dalla curiosità altrui. Logan era così stufo di situazioni del genere che non riusciva quasi a connettere. Julia si era ancora una volta legata sentimentalmente a un pessimo soggetto.

    Squillò il telefono. Era Carter, il futuro cognato di Julia e suo carissimo amico dai tempi della scuola. «Eccomi» rispose. «Sto arrivando.»

    «Bugiardo. Sei ancora seduto in macchina perché non te la senti di affrontare il tornado Julia.»

    «Come hai fatto a riconoscermi?»

    «Nessuno, qui a Wilmington, guida un'auto così costosa. Be', nessuno tranne te, naturalmente.»

    Logan ridacchiò sotto i baffi. Aveva una passione per le belle auto, soprattutto per quelle veloci, e se c'era qualcuno che lo sapeva, quello era Carter. Si erano conosciuti il primo anno delle superiori, agli allenamenti di baseball. Logan aveva poi ottenuto una borsa di studio che gli aveva permesso di studiare presso l'università della California

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1