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Miracolo in corsia: Harmony Bianca
Miracolo in corsia: Harmony Bianca
Miracolo in corsia: Harmony Bianca
Ebook152 pages1 hour

Miracolo in corsia: Harmony Bianca

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About this ebook

Paddington Children Hospital 6/6

Benvenuti al PADDINGTON CHILDREN HOSPITAL, dove i migliori medici di Londra combattono ogni giorno per salvare i loro piccoli pazienti e trovare l'amore.

Il cardiologo Thomas Wolfe è abituato a curare il cuore degli altri, ma nessuno sospetta che non è in grado di guarire il proprio, nonostante siano passati cinque lunghi anni...

Devastati dal dolore per la perdita della loro bambina, Tom e la sua ex moglie, il chirurgo Rebecca Scott, sono a poco a poco diventati degli estranei. Ma adesso le loro strade si sono incrociate nuovamente al Paddington Children Hospital, dove sono stati chiamati a lavorare come una squadra per salvare la vita di una piccola paziente. È possibile che un miracolo in corsia riesca a convincerli a dare al loro amore una seconda chance?
LanguageItaliano
Release dateNov 20, 2018
ISBN9788858990681
Miracolo in corsia: Harmony Bianca
Author

Alison Roberts

Tra le autrici amate e lette dal pubblico italiano.

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    Miracolo in corsia - Alison Roberts

    successivo.

    1

    Sapeva che non sarebbe stato facile.

    Sapeva che certi casi erano più difficili di altri.

    Ma il dottor Thomas Wolfe sapeva anche che, dopo la lunga e necessaria pausa che si era concesso, era pronto a tornare alla specialità della Medicina che era sempre stata il suo primo amore.

    La Cardiologia Pediatrica.

    Riparare i piccoli cuori malati.

    E qualcuno non era poi così piccolo. Infatti il Paddington Children Hospital si occupava di pazienti che andavano dai neonati ai diciottenni. Dopo avere curato per qualche anno soltanto adulti, Thomas aveva deciso che si trovava più a suo agio con gli adolescenti, ma negli ultimi mesi aveva riscoperto la sua passione per i bambini. E in particolare per quelli abbastanza grandi da capire la gravità della loro malattia; bambini che con il loro coraggio avrebbero potuto insegnare a molti adulti come affrontare la vita.

    Del resto i bambini ti catturavano il cuore, stimolandoti a dare il meglio di te stesso. In ogni caso la reazione emotiva andava controllata. Un eccesso di empatia non soltanto comprometteva il giudizio, ma poteva anche distruggerti. E Thomas Wolfe non intendeva permettere che ciò accadesse di nuovo.

    Dovette fermarsi un momento nel corridoio centrale del reparto di Cardiologia del Paddington, fingendo di leggere un nuovo messaggio sul cercapersone. Accanto a lui i poster di Winnie the Pooh decoravano le pareti tra le stanze dei piccoli pazienti.

    Si doveva occupare del caso più difficile da quando era tornato al Paddington. Una bimba con la quale era quasi impossibile mantenere il distacco professionale. Penelope Craig, sei anni, conquistava il cuore di tutte le persone che la conoscevano.

    Non ebbe bisogno di ricordarsi dell'importanza di tenere il lavoro e le emozioni su due piani separati, perché dal suo ritorno al Paddington era ormai diventato un riflesso automatico. In ogni caso doveva assicurarsi che la barriera che aveva eretto a sua difesa fosse intatta. Perché, se ci fosse stato un punto debole, Penny lo avrebbe trovato e sarebbe penetrata.

    E questo non doveva accadere.

    Con un cenno di assenso, come se avesse letto un messaggio importante sul cercapersone, Thomas alzò la testa e si diresse verso la porta più vicina. Bussò per annunciare il proprio arrivo, poi entrò nella stanza sorridendo.

    Il suo sorriso vacillò un attimo quando Julia Craig, la madre di Penny, incontrò il suo sguardo con la muta domanda che era diventata una consuetudine.

    È oggi il giorno?

    La risposta di Thomas fu altrettanto silenziosa.

    No.

    Lo scambio avvenne in una frazione di secondo. Penny non se n'era certamente accorta.

    «Guardi, dottor Wolfe! Posso ballare!»

    Il fatto che Penny non fosse a letto significava che era una delle sue giornate migliori. Aveva ancora la cannula nasale assicurata alle guance con dei cerotti e il lungo tubo serpeggiava alle sue spalle fino a connettersi con il distributore di ossigeno... ma era in piedi.

    E non soltanto, ma stava sulle punte con le braccia graziosamente arcuate sopra la testa. Cercò di effettuare una piroetta, tuttavia il tubo la intralciò facendola cadere all'indietro sul letto.

    Molti bambini ci sarebbero rimasti male per quell'esibizione malriuscita.

    Invece Penny rise.

    «Oops!»

    Julia prese sua figlia fra le braccia mentre la bimba cominciava ad ansimare.

    «Posso...» Penny inalò un'altra boccata d'aria. «Posso farcela. Guardi!»

    «La prossima volta» intervenne Julia, facendo distendere la figlia sul letto. «Il dottor Wolfe è qui per visitarti e poi deve andare dagli altri bambini che lo stanno aspettando.»

    «Ma c'è solo una bambina che sa ballare» osservò Thomas.

    Il sorriso di Penny illuminò la stanza. La bimba puntò lo sguardo sul televisore fissato alla parete. Un gruppetto di orsi in tutù stava danzando in un cartone animato sulla musica de Il Lago dei Cigni.

    «Vorrei auscultarti il cuore, se sei d'accordo.»

    Thomas si tolse lo stetoscopio dal collo.

    Penny annuì ma continuò a guardare lo schermo. Alzò le braccia sopra la testa e curvò le dita, cercando di copiare i movimenti degli orsi ballerini.

    Thomas notò il colorito bluastro delle sue labbra. Premette il disco dello stetoscopio sul petto segnato da più di un'operazione e auscultò un cuore che faceva del suo meglio per pompare il sangue in quel piccolo corpo. Anche se ogni giorno ne pompava sempre di meno.

    I nuovi farmaci non bastavano. Penny era in lista di attesa per un trapianto cardiaco e Thomas doveva mantenere stabili le sue condizioni di salute nella speranza che si trovasse presto un donatore. Purtroppo era anche necessario che la bimba limitasse la sua attività fisica, e così per lasciare la stanza era costretta a utilizzare la sedia a rotelle.

    Le possibilità di avere un cuore compatibile in tempo non erano molto alte, tuttavia non era soltanto questo a rendere il caso di Penny particolarmente difficile per Thomas.

    La bimba era un legame diretto con il suo passato.

    Il passato che lui aveva dovuto lasciarsi alle spalle per poter sopravvivere.

    Aveva conosciuto Penny più di sei anni prima... quando ancora era nel grembo materno. I test ultrasonici avevano rivelato che il cuore della piccola aveva una grave anomalia congenita. Era stata operata per la prima volta quindici giorni dopo la sua nascita e lui l'aveva seguita prima e dopo l'intervento.

    Aveva passato molto tempo con i genitori di Penny, Julia e Peter Craig, e soffriva come loro.

    Ecco che cosa succedeva quando si avevano dei figli...

    Gwen, la sua splendida bambina, era nata soltanto due anni prima di Penny, e ora ne avrebbe avuti otto se fosse stata ancora viva. Anche lei si sarebbe innamorata degli orsi ballerini? Anche lei avrebbe voluto prendere lezioni di danza o avrebbe portato un tutù rosa sopra il pigiama?

    Il pensiero lo trafisse come una pugnalata. Thomas sapeva che, lavorando di nuovo con quei piccoli pazienti, avrebbe rievocato i ricordi sepolti nelle profondità della sua mente, ma ora aveva i mezzi per affrontarli.

    Sapeva come tenersi a distanza dalla zona pericolosa.

    Si allontanò dal letto. «È una magnifica giornata» osservò mentre si riappendeva lo stetoscopio al collo. «Forse la mamma potrebbe portarti un po' fuori a prendere il sole.»

    In quel momento un'infermiera entrò nella stanza. Con una mano portava la bacinella reniforme, con l'altra un bicchiere di succo di frutta. «Quando avrai preso le medicine.»

    «Va via subito?» chiese Julia al medico. «Ha un minuto di tempo?» Lanciò un'occhiata a sua figlia che stava ancora fissando lo schermo del televisore. «Torno tra un attimo, Penny. Fa' la brava e prendi le medicine, okay?»

    «Okay» rispose la bimba.

    «Certo che farà la brava» intervenne Rosie, l'infermiera. «E vorrei che mi ricordasse anche i nomi degli orsi, perché penso di essermene scordata qualcuno. Come si chiama quello con il pelo azzurro?»

    «Zaffiro» rispose Penny mentre Thomas apriva la porta facendo passare Julia. Se la donna era preoccupata per la condizione di sua figlia, dovevano discuterne altrove. «È il mio preferito» continuò la piccola. «Quello verde, invece, si chiama Smeraldo, e il rosso è Rubino.»

    La stanza dei parenti in fondo al corridoio era deserta. Thomas richiuse la porta alle loro spalle e fece segno a Julia di accomodarsi su una poltrona. Poi, a sua volta, si sedette in quella di fronte.

    «È sicuro di avere tempo?» gli chiese di nuovo la madre di Penny.

    «Certamente.»

    «Volevo... solo chiederle alcune cose riguardo a quello che ha detto ieri. Ho cercato di spiegarlo a Peter, ma temo che le mie parole la abbiano solo confusa...»

    Ora Julia stava lottando contro le lacrime.

    Thomas le accostò la scatola di fazzolettini sul tavolino e lei ne estrasse alcuni con evidente sollievo.

    «Sta forse parlando del VAD, il dispositivo di assistenza ventricolare?»

    Julia annuì, premendosi i fazzolettini sul viso. «Lei ha detto... ha detto che sarebbe stato il prossimo passo... se la situazione fosse peggiorata.»

    Thomas parlò con gentilezza. «So che può generare un po' di apprensione, ma è un apparecchio che spesso viene usato come soluzione in attesa di un trapianto. Soprattutto nei casi come quello di sua figlia, quando il difetto cardiaco resiste alla terapia farmacologica.»

    «E ha detto che nel frattempo mia figlia si sentirebbe molto meglio.»

    «Il dispositivo può migliorare la circolazione e rallentare i danni agli altri organi provocati dall'insufficienza cardiaca.»

    «Ma è un'operazione rischiosa?»

    «Meno che continuare in questo modo, altrimenti non l'avrei suggerita. Oggi Penny sta meglio, ma le sue condizioni possono cambiare da un momento all'altro. E ogni volta diventa sempre più difficile tenerle sotto controllo.»

    Julia si soffiò il naso. «Lo so. L'ultima volta che è dovuta andare in Terapia Intensiva, abbiamo temuto di... di perderla.»

    «Immagino.» Thomas trasse un profondo respiro. Doveva allontanarsi da quel terreno insidioso e rifugiarsi in uno più sicuro. «Un dispositivo di assistenza ventricolare darebbe la possibilità a Penny di muoversi con più autonomia e potrebbe migliorare la sua condizione generale in modo che, quando si potrà effettuare un trapianto, le probabilità di successo siano maggiori. È una soluzione a lungo termine per controllare un difetto cardiaco. Può durare anni ma... sì, è un'operazione rischiosa. L'apparecchio è collegato al cuore e praticamente sostituisce il ventricolo sinistro. Vuole che fissiamo un appuntamento con lei e suo marito? Così vi spiegherò tutto come si deve.»

    Julia aveva smesso di piangere e ora lo fissava con gli occhi spalancati. «Che cosa significa muoversi con più autonomia? Che possiamo riportarla a casa durante l'attesa?»

    «Lo spero» ribatté Thomas. «Potrebbe riprendere a fare una vita abbastanza normale tra le quattro mura di casa. Forse anche qualcosa di più.»

    Julia si era portata le dita alle labbra. La sua voce era soltanto un bisbiglio. «Come... le lezioni di danza, magari?»

    Oh... Thomas dovette distogliere lo sguardo dalla speranza che brillava negli occhi di Julia. Preferì concentrarsi su una parete della stanza.

    «Lo dirò a Peter appena torna dal lavoro» aggiunse la donna. «Quando possiamo prendere appuntamento?»

    «Parli con Maria alla reception. Conosce la mia agenda meglio di me.»

    Thomas si alzò, continuando a sfuggire lo sguardo di Julia.

    Con la coda dell'occhio la vide voltare la testa. Probabilmente, pensò lui, si stava chiedendo che cos'avesse attirato la sua attenzione.

    Stava diventando sgarbato. Tornò a guardare la madre della sua paziente, ma adesso era

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