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All'altare col principe: Harmony Collezione
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All'altare col principe: Harmony Collezione

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About this ebook

Io. Sono. Incinta.
Bastano tre paroline per interrompere la vita lussuriosa del principe Raphael DeSantis, rovinare una nazione e legarlo per sempre a una cameriera! Per evitare un altro incidente internazionale, dopo la rottura del fidanzamento con una donna adatta a lui, Raphael dovrà sposare la sua amante.

Ma Bailey Harper non è il tipo di donna disposta ad accettare una proposta del genere senza opporsi. L'arrogante principe dovrà usare tutti i trucchi di seduzione che conosce per convincerla a cedere e fare ritorno così nel proprio regno con sua moglie.
LanguageItaliano
Release dateDec 20, 2018
ISBN9788858991909
All'altare col principe: Harmony Collezione

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    All'altare col principe - Maisey Yates

    successivo.

    1

    Era stata una notte perfetta, illuminata dalle luci di Natale fissate sulle facciate delle case di Vail, che lampeggiavano sulla neve, come se le stelle fossero cadute dal cielo per rischiarare la strada.

    Sì, era stata una notte perfetta e Raphael lo era stato ancora di più. Del resto, lo era sempre.

    Anche dopo otto mesi, Bailey non riusciva a credere che fosse tutto vero. Lui pareva un personaggio uscito da una favola mentre lei non aveva mai creduto al lieto fine. Poi aveva incontrato Raphael.

    Certo, passavano mesi da un incontro all'altro, perché lui arrivava in Colorado per lavoro e non restava mai a lungo.

    In tutta la sua vita adulta Bailey si era comportata con prudenza, soprattutto con gli uomini. Ma con Raphael la sua cautela era sparita. Si era data a quell'uomo senza prendere precauzioni, senza pensare a niente.

    Con lui era diversa, era una donna innamorata.

    Vicino a lui tutto procedeva in modo frenetico e quella sera non faceva eccezione. Avevano cenato insieme, poi avevano passeggiato per le vie di Vail e infine erano tornati in albergo, dove Raphael l'aveva consumata d'amore.

    Quella sera aveva notato in lui qualcosa di differente, un'intensità particolare. Non che volesse lamentarsi...

    Aveva bisogno di riprendersi. Sorrise poi rotolò sul fianco, lo sguardo puntato verso il bagno.

    La porta era chiusa, solo una lama di luce filtrava dalla fessura. Sospirò, in attesa che lui tornasse a letto.

    Era così innamorata da star male... Non aveva mai immaginato di poter provare qualcosa di simile per un uomo, né che qualcuno potesse nutrire un tale sentimento per lei.

    Quella notte era diversa, significativa e speciale. Era pronta a continuare, pronta a tutto.

    La porta del bagno si aprì e il suo cuore perse un battito all'idea che Raphael sarebbe tornato da lei.

    Nel suo lavoro di cameriera le era capitato di essere colpita da qualche cliente, ma non aveva mai perso la testa. Era sempre stata disincantata per quanto riguardava gli uomini, fin da quando aveva lasciato la casa di sua madre a sedici anni. Aveva visto troppe cose, sentito troppi urli, era stata testimone di troppi dolori strazianti.

    Allora aveva deciso di costruire da sola il proprio futuro ed era rimasta vergine fino a ventun anni, determinata ad aspettare il momento giusto, quando si fosse sentita pronta.

    Poi aveva incontrato Raphael. Aveva smesso di parlarne con i suoi amici quando si era accorta che le sue parole venivano accolte con sguardi scettici.

    Non credevano esistesse perché non lo avevano mai incontrato, e lei preferiva averlo tutto per sé, visto il poco tempo in cui potevano stare insieme.

    «Bailey, non dovresti vestirti?»

    Corrugò la fronte, sorpresa da quelle parole brusche. Quando lui era a Vail trascorrevano sempre la notte insieme.

    «Pensavo...» Bailey fece scivolare la mano sulla pelle nuda. «Sono pronta a ricominciare, se vuoi.»

    «Devo partire presto, credevo di avertelo detto.»

    Aveva un'espressione tetra che la riempiva di timore, anche se non riusciva a capire perché. «No, non me l'hai detto.» Si sforzò di sorridere, perché non aveva senso litigare se quelli erano gli ultimi minuti da trascorrere insieme. «Devi tornare in Italia?»

    «Sì.» Afferrò i pantaloni e li infilò in fretta.

    Lo osservò mentre si rivestiva in quello che per lei era uno spogliarello alla rovescia, ugualmente eccitante nonostante il finale deprimente.

    I suoi muscoli si stiravano con ogni movimento, le dita che abbottonavano la camicia, agili ed efficaci, le ricordarono quanto fossero forti su di lei...

    «Bailey...» Pronunciò il suo nome in tono vagamente irritato, ma lei non ricordava che si fosse mai mostrato irritato, prima di quella sera.

    «Sto bene» sospirò alzandosi dal letto. «Anzi, no.» Di proposito ondeggiò i fianchi avviandosi verso il vestito che prima lui le aveva quasi strappato. «Spero che non si sia rovinato» commentò, raccogliendolo con cautela.

    «Se così fosse te ne regalerò un altro.»

    Lei sospirò. «Quando torni?»

    «Non tornerò.»

    Per un attimo ebbe l'impressione di non riuscire a respirare. Restò immobile, sbattendo le palpebre nella luce fioca, come congelata. «Che cosa significa?»

    «Non ho più niente da fare a Vail.»

    «Giusto. Però io sono ancora qui.»

    La sua risata non somigliava affatto a quella del Raphael che conosceva. «Mi dispiace, cara, non è un incentivo abbastanza forte.»

    Era rimasta senza parole, e si odiò per questo. «Non capisco. Siamo stati così bene insieme e...»

    «Questa è la serata dell'addio. Sei stata uno splendido diversivo, ma è tutto quello che puoi essere. La mia vita è in Italia, ed è arrivato il momento di rientrare nei ranghi.»

    All'improvviso si sentì una stupida. «La tua vita? Sei sposato?»

    «Quasi» le rispose con durezza. «Non posso più permettermi delle distrazioni.»

    «Sei fidanzato. Certo, è così.» Le parole le rotolarono fuori dalla bocca. «Scommetto che vivete insieme. Ecco perché vieni a trovarmi ogni due mesi. Sono stata una sciocca.» Si coprì la bocca e soffocò un grido, troppo arrabbiata e ferita per trattenersi. «Io ero... ero vergine e lo sapevi» lo investì. «Ti avevo detto che per me era un passo importante.» Lacrime di rabbia le rigarono il viso.

    «E io ho apprezzato il tuo dono, tesoro» replicò in tono gelido. «Siamo stati insieme per otto mesi, non è stata un'avventura.»

    «Lo è, se uno dei due non prende la cosa sul serio!» Le salì un singhiozzo in gola e il corpo fu scosso da un tremito. «Se uno dei due sapeva che sarebbe finita e andava a letto con un'altra.» Si chinò a raccogliere una scarpa e gliela gettò contro, ma lui la evitò, lanciando un'imprecazione in italiano.

    Bailey si chinò di nuovo, afferrò l'altra scarpa e gli lanciò anche quella, colpendolo in pieno petto. Con un balzo Raphael la raggiunse e le afferrò i polsi. «Basta così. Non fare cose di cui ti vergogneresti, più di quanto non abbia già fatto.» La liberò dalla stretta.

    «Sei tu che dovresti vergognarti...» borbottò lei. Infilò l'abito e si affrettò a recuperare le scarpe. Le calze chissà dov'erano, ma chi poteva preoccuparsene, quando aveva il cuore a pezzi? «Sei tu che mi hai mentito.» Tirò su con il naso più forte di quanto avrebbe voluto e infilò il cappotto, cercando di fermare i denti che battevano rumorosamente.

    «Non ti ho mai mentito» si difese Raphael, gli occhi scuri accesi. «Sei stata tu a raccontarti una storia cui volevi credere.»

    Bailey lo superò con una specie di ruggito di collera, sentendosi come una prostituta che lasciava la camera d'albergo sui tacchi alti e con un abito fantastico che però avrebbe dovuto bruciare.

    Solo una volta fuori, quando il gelo la investì, andò a pezzi. Cadde in ginocchio nella neve e singhiozzò finché ebbe la gola in fiamme.

    La mia vita è finita, pensò. E in quel momento davvero non si sentiva in grado di riprendersi.

    Tre mesi dopo

    Mi dispiace Bailey, ma non posso permettermi una cameriera che si addormenta in cucina durante il suo turno. Specialmente non una cameriera grassa.

    La voce del suo capo le echeggiava nella mente mentre arrancava verso il proprio appartamento. Non si era sbagliata, la notte di tre mesi prima quando Raphael aveva rotto con lei, la sua vita pareva finita.

    Era così indietro con gli esami da non avere i crediti necessari per laurearsi, aveva perso il lavoro e si sentiva così male e stanca che non le importava più niente di tutto ciò.

    Dovrò dire a Samantha che non posso pagare l'affitto, il coronamento di tre mesi umilianti: sono diventata tutto quello che non volevo essere.

    Quando aveva lasciato la sua famiglia e la sua città aveva ripetuto alla madre fino allo sfinimento che se ne andava per costruirsi un futuro migliore, che si lasciava per sempre alle spalle quella vita d'indigenza, dove non si sentiva voluta e nessuno la sopportava. Aveva giurato a se stessa di fare meglio.

    Era sempre stata prudente con gli uomini, e diffidava delle lusinghe che usavano per cercare di metterle le mani addosso, fin da quando era troppo giovane per saperne qualcosa. Le era bastato ascoltare la madre inveire ogni volta che un nuovo amico la lasciava per credersi immune da quel genere di errori.

    La verità è che prima di Raphael non avevo ancora incontrato l'uomo che mi facesse perdere la testa. E a ventidue anni mi ritrovo single, senza lavoro e incinta.

    Si fermò e rivolse lo sguardo al grande negozio sul lato opposto della strada.

    Ho voglia di dolci, visto che non posso bere vino. Accidenti alla gravidanza.

    Si infilò nel negozio, avviandosi subito verso la zona dolciumi, ma si fermò bruscamente quando notò il giornale scandalistico su uno degli scaffali. L'uomo in copertina sembrava... troppo familiare.

    Il principe Raphael De Santis scaricato dall'ereditiera italiana Allegra Valenti a poche settimane dal matrimonio!

    «Che cosa diavolo...?» I clienti vicini a lei sussultarono sentendola gridare quelle parole, ma non le importava. Afferrò il giornale e lo sfogliò con dita tremanti. Raphael. Principe Raphael.

    Sfogliò le pagine finché trovò ciò che le interessava: lo scandalo che sembrava tenere banco nel principato di Santa Firenze, un puntino sulla mappa dell'Europa, di cui non aveva mai sentito parlare.

    Era proprio lui, non poteva sbagliare. Bello, con un corpo incredibile che attirava lo sguardo in alcune fotografie rubate sulla spiaggia. Spalle ampie, addominali scolpiti e fianchi stretti...

    Conosceva quel corpo meglio del proprio.

    «Oh cavolo...» Prese il borsellino, cercò una moneta e la gettò sulla cassa. «Tenga il resto.» Uscì con una barretta di cioccolato e il giornale, tremando dalla testa ai piedi.

    In quale episodio di: Ai confini della realtà sono finita? Che razza di scherzo è questo?

    Corse a casa, temendo di non riuscire a trattenere i conati di vomito. In quel periodo cercare di tenere qualcosa nello stomaco era un'impresa da eroi, anche se il girovita si era allargato, come aveva notato il suo ex capo.

    Si sentiva a pezzi e avrebbe voluto buttarsi sul letto e dormire fino al giorno seguente, ma quando entrò in soggiorno trovò Samantha con gli occhi sbarrati.

    «Va tutto bene?» le domandò, soprattutto per allontanare da sé l'attenzione.

    «C'è una visita per te» le rispose la coinquilina.

    «Chi è?» domandò, con la sensazione che potesse essere un esattore delle tasse che la informava che i suoi pagamenti non erano corretti, oppure un poliziotto che le notificava una multa... insomma qualcosa di brutto. Perché quello era il tema della giornata, o per essere precisa degli ultimi mesi.

    «Lui» rispose Samantha, incredula.

    C'era un solo lui che potesse trasformare in quel modo la voce di una donna, l'unico che Bailey conoscesse capace di stordirla con la sua sola presenza.

    E proprio mentre assimilava quell'informazione, sentì lo scricchiolio di un paio di scarpe sul pavimento di legno e alzò lo sguardo, incontrando quello degli occhi scuri del principe Raphael De Santis che usciva dalla camera da letto.

    Era lì, nel suo misero appartamento, fuori posto come un leone tra un gruppo di gatti domestici.

    Si strinse nel cappotto, facendo del suo meglio per nascondere il ventre rotondo, ormai visibile.

    «Che cosa ci fai

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