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Il rifiuto della principessa: Harmony Collezione
Il rifiuto della principessa: Harmony Collezione
Il rifiuto della principessa: Harmony Collezione
Ebook158 pages2 hours

Il rifiuto della principessa: Harmony Collezione

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ALLA CORTE DEL RE 2/2

Re Theodosius deve trovare una sposa per poter mantenere il trono, ma la lettera tutt'altro che romantica che ha indirizzato alla principale candidata al ruolo di regina ha lasciato decisamente fredda la principessa Moriana.

Tuttavia Theo non è un uomo che si dà facilmente per vinto, la posta in gioco è troppo alta. Così le fa un'altra proposta, questa volta di natura più intima, una proposta che Moriana non potrà rifiutare.

Se lei acconsentirà a diventare regina, Theo farà in modo che la sua innocente sposa sperimenti un piacere così intenso da convincerla a reclamare il proprio re... per sempre.
LanguageItaliano
Release dateMar 20, 2019
ISBN9788858995099
Il rifiuto della principessa: Harmony Collezione
Author

Kelly Hunter

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Il rifiuto della principessa - Kelly Hunter

    successivo.

    1

    La principessa Moriana di Arun non era una donna irragionevole, anzi, era dotata di molta pazienza e concedeva a chiunque il beneficio del dubbio almeno una volta... magari anche due. Ma quando sapeva con certezza che veniva passata di mano in mano come un cracker natalizio che nessuno voleva, allora diventava irritabile.

    Suo fratello Augustus aveva detto che non aveva tempo per incontrarla quel mattino, doveva vedere delle persone e occuparsi del regno. Non che avesse niente a che fare con la volontà di evitarla fino a quando lei non avesse riguadagnato il suo equilibrio dopo il pubblico abbandono subito il giorno prima.

    Codardo.

    Ma qual era il problema se Casimir di Byzenmaach non voleva più sposarla? Non che sposarla fosse stata un'idea di Casimir, tantomeno sua. Quando si era progenie di re era giocoforza accettare matrimoni combinati per il bene politico.

    Tuttavia la defezione di Casimir dopo un lungo, platonico accordo l'aveva colpita. L'aveva fatta sentire insignificante, rifiutata e sola. Peggio, non abbastanza buona.

    A che cosa erano serviti allora tutto il suo studio, il suo lavoro politico e sociale, la moderazione che guidava ogni suo movimento?

    A niente.

    Il palazzo reale di Arun era austero, come l'avevano concepito gli avi di Moriana. Scabro, grigio, e mai abbastanza riscaldato, evocava più i doveri che i frivoli piaceri. Sceglieva la funzionalità rispetto all'estetica, a dispetto di quanto lei potesse trovare bello camminare lungo gli spalti delle mura. All'interno si trovavano giardini claustrali per menti ristrette. Suo fratello occupava l'ala a nord del palazzo, e si era preso le stanze più cupe. Moriana si era sempre chiesta il perché di quella scelta.

    Il segretario del re, un anziano cortigiano che era al loro servizio reale fin da quando lei era nata, alzò gli occhi nel vederla avvicinarsi.

    «Principessa, che piacevole sorpresa.»

    Lei sapeva bene che non era una sorpresa, e neppure piacevole, ma non replicò. «È dentro?»

    «Ha una telefonata importante.»

    «Ma c'è» insistette Moriana continuando ad avanzare verso la porta. «Meraviglioso.»

    L'uomo sospirò e premette il pulsante dell'interfono mentre lei lo oltrepassava. Moriana sapeva che il fratello non avrebbe risposto, sospettava che fosse un segnale segreto per avvertire che Moriana era in arrivo.

    Quando entrò nel suo ufficio il fratello sollevò il capo, disse a qualcuno che avrebbe richiamato poi, parve interrompere la comunicazione. Accidenti quanto faceva freddo. E non aiutava che la primavera fosse stata brutale, e l'estate tardasse ad arrivare. «Perché qui dentro sembra di stare in un contenitore di ghiaccio?» domandò. «Non hai un riscaldamento da accendere? O una stanza più calda da cui governare?»

    «Oppure tu potresti indossare indumenti più caldi» le suggerì il fratello, anche se non c'era nulla di civettuolo nel suo abito di lana accollato a maniche lunghe che arrivava al ginocchio, dove salivano un paio di stivali di pelle. Inoltre aveva sulle spalle un cappotto, come se fosse pronta per un viaggio nell'Antartico.

    «È una giornata bellissima fuori» riferì lei. «Perché hai scelto di stare nella parte più fredda del castello?»

    «Se avessi delle stanze più confortevoli, molte più persone verrebbero a visitarmi e non avrei tempo per lavorare.» I suoi occhi erano quasi neri, frangiati da ciglia folte e scure, come quelle di lei. Si appoggiò all'indietro con un sorriso indulgente e l'espressione dell'uo-mo investito dal peso dell'intero universo, ma Moriana era cresciuta con lui e sapeva com'era stato a sei anni con il morbillo, o a quattordici con la sua prima sbornia. Poteva usare le sue maniere regali in pubblico, e lei si sarebbe inchinata davanti a lui, ma in privato era solo il suo irritante fratello maggiore. «Che cosa posso fare per te?» le domandò.

    «Hai visto questo?» Gli mostrò un foglio color crema che estrasse dalla tasca.

    «Dipende.»

    Lo sbatté sulla scrivania, accompagnandolo con la mano che risuonò sul piano di legno.

    «Theo mi ha mandato una proposta.»

    «Bene» rispose lui cauto.

    «Una proposta di matrimonio

    Le labbra di Augustus si arricciarono.

    «Non osare!» lo avvertì lei.

    «Be', è comprensibile che l'abbia fatto» rispose Augustus. «Tu sei disponibile, e lui è sotto pressione perché si sposi e metta al mondo un erede per assicurare il trono, e politicamente è un accordo vantaggioso.»

    «Ci detestiamo. Non c'è una ragione sulla terra per cui Theo vorrebbe trascorrere una serata con me.»

    «Io ho una teoria su questo, ma...»

    «Non cominciare.»

    «È andata più o meno così. Lui ti ha tirato la coda quando eravate bambini, tu gli hai dato un'occhiataccia e da allora siete stati fieri nemici. Se trascorressi un po' di tempo con l'uomo che è ora, scopriresti che non è poi così male. Ha viaggiato molto, ha letto altrettanto, è sorprendentemente intelligente e un consumato negoziatore. Tutte cose che tu ammiri.»

    «Un consumato negoziatore? Sei serio? La sua proposta di matrimonio è un formulario precompilato. Ha aggiunto il mio nome all'inizio e il suo alla fine.»

    «Ha il senso dell'umorismo.»

    «A detta di chi?»

    «Di tutti eccetto te.»

    «E questo non ti dice qualcosa?»

    «Sì.»

    Moriana prese una delle scomode sedie e vi si lasciò cadere, e Augustus sospirò. Lei si sistemò l'abito sulle ginocchia. «Sei stato tu a combinare tutto?» Lui e i suoi re vicini erano amici, ed erano sempre a complottare qualcosa.

    «Io? No.»

    «Casimir, allora?» Che aveva rotto le promesse matrimoniali, dopo aver scoperto di avere già una figlia.

    «Ne dubito. Con la sepoltura del padre, la sua incoronazione e la paternità inaspettata, oltre al corteggiamento della madre di sua figlia... credo che sia fin troppo occupato.»

    Moriana tamburellò con le dita sulla brutta scrivania, un po' perché doveva digerire le parole del fratello, e un po' perché sapeva di dargli fastidio.

    «Allora di chi è stata questa stupida idea?»

    Le fissò le dita. «Smettila di torturare la mia scrivania» le disse prendendo un lungo righello di legno e trastullandoselo sul palmo della mano.

    «Oh, vuoi colpirmi? Per favore...» Però si fermò, guardandosi le unghie. Forse avrebbe dovuto dipingerle di nero, per essere in tono con la scrivania e con il suo umore. «Non mi hai risposto. Di chi è stata l'idea?»

    «Immagino di Theo.»

    Lei incrociò i suoi occhi, convinta che le nascondesse qualcosa.

    «Non è un insulto, Moriana, è un onore. Tu sei nata e sei stata cresciuta per il ruolo che Theo ti sta offrendo. Puoi fare la differenza nel suo prestigio e nella stabilità della regione.»

    «No» troncò lei. «Non puoi coinvolgermi in questo. Io ho finito di essere la brava principessa che fa quello che le dicono, che è sempre al servizio degli altri. Ho intenzione di andare a Cannes e partecipare a un party scandaloso, e abbandonarmi a grandi feste con star del cinema.»

    «Quando?» Augustus non sembrava allarmato.

    «Presto. Non credere che non lo farò. Tu pensi che io sia una persona priva di umorismo, che non riconoscerebbe i momenti divertenti anche se mi piovessero addosso. Bene, stanno per arrivare. Voglio la passione di un amante. Voglio che un uomo mi guardi con lussuria. Dannazione, per una volta nella mia vita voglio fare qualcosa che mi piaccia!» Ne aveva avuto abbastanza. «Hai presente tutte quelle cose cui mi è stato insegnato a dare valore? La mia reputazione, il mio senso del dovere verso il re e il paese, la mia verginità? Be', mi sto liberando di tutto ciò.»

    «Non essere avventata.»

    «Avventata?» Le principesse non gridavano. Moriana abbassò un poco la voce e abbozzò una smorfia. «A-vrei potuto avere il capo stalliere quando avevo diciotto anni. Era bello, attento, e cavalcava come un demone. A ventidue avrei potuto avere uno sceicco che valeva milioni, e che bastava che mi guardasse per farmi sciogliere. Un anno dopo ho conosciuto un musicista che aveva mani che potevo solo sognare. Sarei stata pronta ad accoglierlo nel mio letto, ma non l'ho fatto. Vuoi che continui?»

    «No, per favore.»

    «Casimir non è vergine» proseguì invece lei. «Ha messo incinta una ragazza di diciannove anni quando lui ne aveva ventitré. Sai cosa facevo io a ventitré anni? Prendevo lezioni di ballo, così da poter sentire il tocco della mano di qualcuno!»

    «Pensavo fossero lezioni di scherma.»

    «È la stessa cosa. Forse volevo sentirmi pungere.» Tutti quegli anni in cui si era negata quei piaceri che gli altri davano per garantiti. «Ho aspettato. Niente relazioni, niente amanti, niente bambini per Moriana di Arun. Solo dovere. E per cosa? Per svegliarmi oggi ed essere accusata dalla stampa di essere troppo severa e concentrata sulle mie attività benefiche per avere tempo per un uomo. Voglio dire, nessuna meraviglia che Casimir sia andato a cercare qualcun'altra, no?»

    Augustus piegò le labbra. «Nessuno l'ha detto.»

    «Hai letto i giornali di oggi?»

    «Nessuno qui dice questo» si corresse lui.

    «Cosa ho fatto di sbagliato, Augustus? Sono stata promessa a un ragazzino indifferente quando avevo otto anni. E adesso ho ricevuto una lettera precompilata con una proposta di matrimonio da un re playboy, il cui disprezzo nei miei confronti è leggendario. E dici che dovrei sentirmi onorata?» La voce divenne stridula. «Perché mi vendi così facilmente? Sono davvero di così poco valore?» Nonostante tutto si raddrizzò sulla sedia, composta. Era stata educata a compiacere gli altri, e detestava sentirsi inadeguata. Ma questo... aspettarsi che mettesse da parte ogni obiezione per acconsentire alla richiesta di Theo... «So bene che lo zio di Theo sta facendo di nuovo pressioni sul nipote perché dia stabilità al regno.» Ne era perfettamente consapevole. «Capisco che Liesendaach abbia bisogno di un buon re e che qui ad Arun preferiamo avere a che fare con Theo piuttosto che con suo zio. Ma io non sono la soluzione al suo bisogno di un rapido matrimonio.»

    «Per la verità, sei una eccellente soluzione.» Augustus la studiò attentamente. «Da anni non vedi l'ora di farti una famiglia. E Theo ha bisogno di un erede. Potresti essere incinta entro un anno.»

    «No!» Sì, desiderava dei figli. E se non fosse stata stupida, sarebbe potuta essere già sposata con un sacco di bambini.

    «Tu e Theo avete obiettivi compatibili. Sto solo sottolineando l'ovvio» replicò Augustus.

    Moriana si strinse la braccia intorno alla vita e fissò le punte degli stivali, che erano di un colore poco più scuro dell'abito. Le perle che aveva al collo erano abbinati agli orecchini; era la perfetta immagine della principessa che si sentiva andare in pezzi dentro. «Forse non voglio più dei figli. Forse avere dei figli che siano felici e al sicuro e si sentano amati è una missione impossibile.»

    «I nostri genitori sembrano esserci riusciti piuttosto bene.»

    «Oh, davvero?» Sapeva che avrebbe dovuto frenare la lingua, ma era stanca di farlo. «Pensi che io mi senta amata? Da chi?» Fece una risata aspra. «Da te, che stai cercando di combinarmi un altro matrimonio senza a-more per una questione di stabilità politica regionale? Da Casimir, che non mi ha mai voluta ed è sempre stato troppo codardo per dirlo? Da Theo, che mi ha mandato una proposta fredda e formale e ha una intera collezione di amanti? Pensi davvero che mi sia sentita amata negli ultimi

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