Trova il tuo prossimo book preferito
Abbonati oggi e leggi gratis per 30 giorniInizia la tua prova gratuita di 30 giorniInformazioni sul libro
Matrimonio di convenienza
Azioni libro
Inizia a leggere- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Dec 10, 2015
- ISBN:
- 9788858942109
- Formato:
- Libro
Descrizione
Inghiletrra, 1814 - Quale delle due sorelle Folliot sposerà lord Darleston, che ha bisogno di una moglie per escludere il suo malvagio cugino dalla successione? Penelope prende il posto della sua gemella per permetterle di coronare il proprio sogno d'amore. E' graziosa, arguta e brillante, però nasconde un segreto Purtroppo non a che questo sacrificio la catapulterà al centro di un intrigo pericoloso, che rischia di costarle la vita. Anche l'amore, però, è in agguato...
Informazioni sul libro
Matrimonio di convenienza
Descrizione
Inghiletrra, 1814 - Quale delle due sorelle Folliot sposerà lord Darleston, che ha bisogno di una moglie per escludere il suo malvagio cugino dalla successione? Penelope prende il posto della sua gemella per permetterle di coronare il proprio sogno d'amore. E' graziosa, arguta e brillante, però nasconde un segreto Purtroppo non a che questo sacrificio la catapulterà al centro di un intrigo pericoloso, che rischia di costarle la vita. Anche l'amore, però, è in agguato...
- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Dec 10, 2015
- ISBN:
- 9788858942109
- Formato:
- Libro
Informazioni sull'autore
Correlati a Matrimonio di convenienza
Anteprima del libro
Matrimonio di convenienza - Elizabeth Rolls
Immagine di copertina:
Graziella Reggio Sarno
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Unexpected Bride
Harlequin Mills & Boon Historical Romance
© 2000 Elizabeth Rolls
Traduzione di Alessandra De Angelis
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.
© 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5894-210-9
www.harlequinmondadori.it
Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.
Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.
1
In quella bella serata di primavera c’era una gran folla radunata nei saloni di Almack, il celebre ritrovo della nobiltà londinese. Come sempre, tutti sembravano intenzionati a divertirsi follemente. Fanciulle vestite con abiti di seta in colori pastello volteggiavano tra le braccia di giovanotti azzimati. Madri ansiose chiacchieravano in gruppetti; ognuna era certa che la propria figlia fosse di gran lunga superiore alle altre per bellezza e raffinatezza.
Un solo uomo stava in disparte, George Carstares: era biondo e aitante, ma cupo in volto, e un’ombra di preoccupazione gli velava gli occhi azzurri. Benché fosse vestito con eleganza e avesse l’aria sofisticata, non sembrava completamente a suo agio in quell’ambiente. Di tanto in tanto ricambiava con un cenno del capo i saluti di vari conoscenti, che lo guardavano con sorpresa: era chiaro che nessuno si aspettava di trovarlo lì. Lanciava in continuazione sguardi sempre più delusi all’ingresso. Mancavano dieci minuti alle undici e le sue speranze diminuivano a vista d’occhio, infatti se Peter non fosse arrivato al più presto gli avrebbero vietato l’ingresso.
Era assurdo, considerò, che qualche matrona snob avesse imposto regole così rigide, secondo le quali nessuno poteva entrare da Almack dopo le undici. Visto che non si era fatta eccezione neppure per un eroe come il duca di Wellington, si sarebbe sicuramente rifiutato il permesso a Peter Frobisher, settimo conte di Darleston. Le inflessibili nobildonne che governavano le serate mondane non si sarebbero piegate neppure davanti alla sua prestanza fisica e al suo fascino innegabile.
Abbattuto, George pensò che, se Peter non fosse arrivato in tempo, nulla avrebbe potuto impedirgli di andare a cercare un divertimento più consono altrove. Nonostante l’ingresso fosse proibito dopo le undici, nulla vietava di uscire quando si voleva.
Una voce alle sue spalle interruppe quelle riflessioni. «Anche tu qui, George? Non mi aspettavo di vederti. Non dirmi che Peter ci ha reclamati entrambi qui stasera.»
Carstares si voltò e la sua espressione torva lasciò il posto a un sorriso, che lo rese più simile all’uomo cordiale e allegro che era abitualmente. «Salve, Carrington! Peter ha chiesto anche a te di incontrarlo da Almack? Chissà cos’ha in mente...»
«Non m’importa» rispose, scrollando le spalle, il visconte di Carrington. «Altri dieci minuti, poi andremo ad aspettarlo in strada. Se non dovesse farsi vivo per le undici e un quarto, ti propongo di abbandonarlo al suo destino ed emigrare verso lidi più interessanti.»
«È quello che pensavo.» Carstares strizzò l’occhio all’amico. «Sai perché ci ha chiesto di vederlo qui?»
«Non ne ho idea, e tu?»
«Ho un vago sospetto.» Carstares si strofinò il mento, pensoso. «Ero con lui quando ha ricevuto la notizia della morte del giovane Nicholas Frobisher in un incidente di caccia.»
Carrington guardò l’amico con un’espressione perplessa. «So che Peter ne è rimasto sconvolto: voleva molto bene al ragazzo, che oltretutto era il suo erede, ma non mi sembra un motivo sufficiente per uscire di senno.» S’interruppe e sorrise affabilmente a una dama che gli veniva incontro. «Buonasera, lady Sefton» salutò in tono cortese.
La nobildonna ricambiò il sorriso. «Confesso che per me è una sorpresa vedervi» commentò con una punta di sarcasmo. «Cosa fate qui tutti soli? Andate a mescolarvi alla folla, non potete restare in un angolino» rimproverò i due giovani. «Non è buona abitudine che siano le fanciulle a stanare i gentiluomini nella speranza di farsi invitare a ballare, sapete.»
George Carstares evitò lo sguardo dell’amico per non scoppiare a ridere, sapendo quanto il visconte di Carrington avesse orrore di quelle serate danzanti.
Lady Sefton guardò prima l’uno poi l’altro, infine sferrò il colpo fatale. «Ovviamente, io e mio marito ci aspettiamo che restiate entrambi anche per il rinfresco.» E si allontanò in mezzo alla folla chiassosa, senza aspettare una risposta.
Carstares gemette piano. «Sapevo che qualcuno ci avrebbe incastrati se fossimo rimasti qui.»
«Di’ addio alla tua proposta di sgattaiolare via, mio caro. L’unica soddisfazione che ci resta, ora, è fare a testa o croce per vedere chi di noi dovrà sfidare a duello Peter per questo tiro mancino.»
«Tornando a Peter, comunque, sai chi è il suo erede ora che Nicholas è morto?» chiese Carstares, riprendendo il discorso interrotto.
«Veramente no. Non conosco tutti i suoi lontani parenti.» Carrington rifletté per qualche secondo. «No, non può essere! Jack Frobisher?» Sembrava inorridito a quel pensiero.
George annuì, lo sguardo cupo.
«Peter non lo accetterà mai. Sarà costretto a risposarsi» considerò Carrington. «Di sicuro non ne sarà contento, dopo la brutta esperienza con Melissa, tuttavia questa volta potrebbe essere più fortunato.»
«Lo spero per lui. Infatti credo che ci abbia convocato qui apposta. Vuole che lo aiutiamo a scegliere una moglie, o almeno che gli diamo il nostro sostegno morale. Il lato positivo della faccenda è che, se la mia supposizione è esatta, significa che Peter non intende sposare Caroline Daventry.»
Lord Carrington non fece in tempo a replicare perché un mormorio sommesso percorse la folla e tutti si voltarono verso l’ingresso con aria incredula. Un alto signore distinto era fermo sulla soglia e si guardava intorno senza badare agli occhi che erano puntati su di lui. Aveva una fi gura atletica ed era vestito con indiscutibile eleganza, con i pantaloni di raso e la giacca a due code, l’uniforme di rigore per una festa danzante. Il cravattone era annodato con perizia impeccabile e i capelli scuri e mossi avevano un taglio alla moda. Entrò nella sala e scrutò i presenti con i suoi intensi occhi scuri. Subito il suo sguardo cadde su Carrington e Carstares e un sorriso illuminò il suo volto severo.
Peter Augustus Frobisher, conte di Darleston, veterano di guerra nonché eroe a Waterloo, salutò i due amici con calore. «Siete stati molto gentili a resistere!» esclamò. «Temevo che aveste già abbandonato ogni speranza di vedermi arrivare.»
«Siamo persone pazienti e tolleranti, mio caro» sospirò lord Carrington. «Però ti assicuro che avresti avuto due amici di meno se non ti fossi fatto vivo.»
«In effetti sospettavo che ve ne foste già andati. Mentre scendevo dalla carrozza, ho perfino pensato di restare fuori ad aspettarvi. Ero sicuro che vi avrei visto uscire allo scoccare delle undici, sempre che aveste avuto abbastanza fegato da reggere fino ad allora.»
«Purtroppo lady Sefton ci ha ordinato di trattenerci per il rinfresco» gemette Carrington.
«Non lagnarti, c’è di peggio.»
«Solo la morte...» borbottò Carstares.
Prima che i due amici avessero avuto modo di chiedere a lord Darleston il motivo del loro appuntamento lì, una bella donna sulla cinquantina si avvicinò alle spalle di Peter e gli batté legger mente sulla schiena con il ventaglio chiuso, per attirare la sua attenzione.
«Peter, ragazzaccio! Qual buon vento ti ha condotto qui, alla fiera delle ragazze in età da marito? Sei forse in cerca di una fanciulla da impalmare?»
«Zia Louisa!» esclamò lui, piegandosi per baciarla sulla guancia. «Sono venuto solo per avere il privilegio di vederti così elegante» replicò, galante.
«Sei un incorreggibile bugiardo, però sei così bravo ad adularmi che sembri credibile!» lo rimproverò con affetto la donna. «Comunque mi fa piacere vederti e sono lieta anche d’incontrare voi due, George e Michael. Mi sembra ieri quando eravate tre scolaretti vivaci e correvate come puledri per Darleston Court facendo un chiasso infernale!»
I tre uomini sorrisero. «Sono mortificato che possiate ricordare ancora così bene le nostre marachelle, lady Edenhope» intervenne Carstares. «Il solo pensiero di quello che combinavamo da bambini mi fa arrossire di vergogna.»
«Fate bene a sentirvi in colpa!» rise la nobildonna.
In realtà, anche se si davano del tu e lui la chiamava zia, lei non era parente di Peter, ma era stata la migliore amica di sua madre e nutriva per il giovane un profondo affetto. Conoscendolo bene, anche lei aveva un sospetto più che giustificato sul motivo della sua visita da Almack quella sera, dopo tanti anni di assenza. Era sicura che le madri delle debuttanti avessero già drizza to le orecchie, come segugi che avevano fiutato la preda.
A trentadue anni, il conte era un ottimo partito. Vedovo e ricchissimo, vantava un nome antico e prestigioso, possedeva un fascino irresistibile ed era estremamente attraente. Consapevole di essere guardato con avidità da tutte le donne della buona società, negli ultimi anni aveva evitato accuratamente ogni occasione mondana e aveva preferito dedicarsi a passatempi prettamente maschili. Aveva così evitato di imbattersi in debuttanti e mamme a caccia di un buon partito.
«Sono contenta di aver rivisto tutti e tre voi scapestrati, però ora devo andare» concluse lady Edenhope. «Ho promesso di fare da chaperon alla figlia di un’amica e non posso trascurare i miei doveri.»
La nobildonna si allontanò e gli uomini si lanciarono un’occhiata complice, ricordando i vecchi tempi in cui erano tre discoli senza alcuna preoccupazione.
«Be’, siamo di nuovo sulla breccia» commentò lord Darleston con un sospiro. «Vogliamo gettarci nella mischia?»
I tre amici si mescolarono alla folla e ben presto si separarono. Acconsentirono di buon grado a lasciarsi presentare a varie ragazze, che sembravano tutte ansiose di fare buona impressione e di intrattenerli piacevolmente, conversando o ballando. George Carstares e lord Carrington accettarono senza troppi problemi il ruolo di giovanotti del bel mondo, anzi, furono d’accordo nell’ammettere che si divertivano abbastanza.
Per lord Darleston, invece, la faccenda era alquanto diversa. Nonostante fosse stato presentato a una ragazza molto graziosa, una certa signorina Ffolliot, continuava a essere distratto mentre ballava con lei.
Non poteva fare a meno, infatti, di tornare con la mente a ricordi lontani. In quelle stesse sale, dodici anni prima, aveva conosciuto la sua prima moglie e si era innamorato follemente di lei per il suo fascino seducente e il suo visino adorabile. Con amarezza, si diede dello stupido per essere stato tanto ingenuo e superficiale. Quando aveva capito che una creatura così celestiale era interessata a lui, si era sentito al settimo cielo, perché non avrebbe mai sperato di essere preferito a tanti corteggiatori molto più interessanti. Purtroppo era troppo giovane e modesto per rendersi conto delle attrattive offerte dal suo titolo e dal suo patrimonio e si era considerato miracolosamente fortunato per aver conquistato la più bella debuttante della stagione mondana.
Con uno sforzo notevole, si riscosse dai ricordi e tornò a prestare attenzione alla fanciulla con cui ballava. «Perdonatemi, signorina Ffolliot, potete ripetermi cosa avete detto?»
La giovane gli sorrise. «Oh, niente d’importante, milord. Stavo soltanto facendo conversazione.»
Peter ricambiò il sorriso, pensando che era veramente carina. Aveva i capelli di una calda tonalità ramata e l’incarnato chiaro e delicato che di solito si accompagna a una chioma di quel colore. I suoi occhioni grigi lo fissavano con un’espressione gradevolmente innocente e il suo sorriso dolce era delizioso. Anche il suo fisico era proprio come piaceva a Peter, snello ma con un accenno di morbide curve femminili nei posti giusti.
Continuando a ballare, tentò di coinvolgerla nella conversazione per rimediare alla distrazione di poco prima, tuttavia la signorina Ffolliot non sembrava un tipo molto loquace e si limitava a controbattere le sue affermazioni con brevi commenti cortesi. L’unica occasione in cui rispose con entusiasmo fu quando lui le chiese se si divertiva da Almack.
«Oh, sì, milord, moltissimo!» esclamò animatamente. «È così bello vedere tanta gente e ballare tutta la sera!»
Sentendole fare una simile considerazione, lord Darleston giunse alla conclusione che la ragazza non faceva al caso suo. Pur non desiderando sposare una chiacchierona, preferiva avere una compagna che contribuisse in modo più incisivo alla conversazione. Trovava la signorina Ffolliot un po’ troppo superficiale per i suoi gusti.
Al termine del ballo la ricondusse dalla madre. Accanto alla donna c’era il marito, un uomo dall’aria cordiale, intento a parlare con Richard Winton, il successivo cavaliere della ragazza.
Darleston fu presentato all’uomo, che aveva più o meno la sua stessa età e che scambiò qualche parola di cortesia prima di scusarsi e allontanarsi con la giovane per gettarsi nelle danze.
Peter seguì la coppia con lo sguardo e notò, senza alcun rancore, che la giovane chiacchierava allegramente con il suo nuovo cavaliere senza dimostrare alcuna timidezza.
Il signor Ffolliot, che osservava anche lui i ballerini, tentò di giustificare l’atteggiamento
Recensioni
Recensioni
Cosa pensano gli utenti di Matrimonio di convenienza
00 valutazioni / 0 recensioni