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Attrazione inattesa: Harmony Collezione
Attrazione inattesa: Harmony Collezione
Attrazione inattesa: Harmony Collezione
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Attrazione inattesa: Harmony Collezione

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About this ebook

Farla sua vorrebbe dire sposarla.

Blaine Morosini, però, non è ancora certo di volersi gettare alle spalle il proprio passato di dongiovanni e compiere il fatidico passo. Solo che più tempo passa insieme a Maisie Burns, più l'attrazione che prova per lei cresce.

Maisie, giovane e carina, pensa di essere assai lontana dal tipo di donna che può interessare uno come Blaine Morosini.

Nonostante la poca esperienza e la reticenza della ragazza, la volontà di Blaine di averla per sé non si affievolisce, ma quello che lui è disposto a darle non è abbastanza. Così Maisie decide di ricostruirsi una vita altrove, almeno fino al giorno in cui non se lo ritrova davanti.
LanguageItaliano
Release dateDec 9, 2016
ISBN9788858958483
Attrazione inattesa: Harmony Collezione
Author

Helen Brooks

Helen è nata e cresciuta in Nuova Zelanda. Amante della lettura e dotata di grande fantasia, ha iniziato a scrivere storie sin dall'adolescenza. A ventun anni, insieme a un'amica, partì in nave per un lungo viaggio in Australia, che da Auckland l'avrebbe condotta a Melbourne.

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    Attrazione inattesa - Helen Brooks

    successivo.

    1

    Seduta sul treno della metropolitana, Maisie fissava intensamente l'anellino multicolore che ornava l'ombelico della ragazza seduta sul sedile di fronte. Era chiaramente un oggetto di buona fattura, con incastonate diverse pietre multicolori che scintillavano alla luce intermittente della carrozza e mettevano in risalto la perfetta forma fisica della giovane donna dai capelli rossi con striature violacee. I grandi occhi azzurri erano truccati in modo vistoso, con una spessa sfumatura nera che li faceva sembrare quelli di un panda.

    Maisie si agitò sul sedile, senza mai distogliere lo sguardo dal ventre piatto e abbronzato della giovane. Di certo non aveva pasteggiato a pizza e ciambelle al caramello, la sera prima. Probabilmente non aveva mai neppure sfiorato un dolce in vita sua, pensò Maisie. Non con quel fisico perfetto. Bastava guardarle le gambe snelle avvolte in un paio di attillatissimi jeans e le braccia magre, adorne di una miriade di braccialetti tintinnanti. Aveva un aspetto fresco e sano, e gli occhi le brillavano di gioia di vivere. Tecnicamente, era del tutto diversa dalla donna per la quale Jeff l'aveva lasciata, però Maisie sapeva che erano uguali nel loro atteggiamento verso la vita.

    Il pensiero di Jeff e Camelia – una delle sue cosiddette amiche si era anche presa la briga di informarla che il nome voleva dire perfezione – le fece venire le lacrime agli occhi e Maisie si affannò a cercare un fazzoletto nella borsetta. Non voleva scoppiare a piangere in metropolitana, in mezzo alla folla del sabato mattina! Il riflesso della sua espressione angosciata si sovrappose a quelle degli altri passeggeri sul vetro del finestrino, e lei chiuse gli occhi per non vedere il proprio viso così insignificante, in confronto a quello della sconosciuta ragazza di fronte.

    L'uomo accanto a lei si alzò di scatto, e Maisie si rese conto che la fermata a cui sarebbe dovuta scendere era già passata. Perfetto! Ora, oltre a tutto il resto, sarebbe anche arrivata in ritardo all'appuntamento settimanale con le sue amiche Sue e Jackie, e di certo loro avrebbero pensato che fosse a causa della rottura con Jeff.

    Povera Maisie.

    Probabilmente non l'avrebbero mai detto a voce alta, ma di certo lo pensavano. E, come loro, tutti quelli che la conoscevano. Glielo leggeva negli occhi. Ora spettava a lei convincerli che si sbagliavano. Certo, non sarebbe stato facile, non quando avrebbe dovuto convincere prima se stessa che venire lasciata dal fidanzato a poche settimane dal matrimonio era una cosa che capitava a chiunque.

    Quando finalmente emerse dalla metropolitana, Maisie fu abbagliata dai forti raggi del sole. Era una calda giornata di giugno, e Oxford Street era talmente affollata di passanti occupati nello shopping che lei si ritrovò a zigzagare freneticamente tra un gruppetto e l'altro.

    Dopo alcuni minuti di cammino, Maisie iniziò ad avere caldo e rimpianse di avere indossato una camicetta dalle maniche lunghe e la gonna di jeans. Chissà perché, si stava affannando per andare a un appuntamento del quale non le importava nulla.

    Quando quel pensiero le si affacciò alla mente, Maisie rallentò il passo di colpo. Era inutile correre, tanto era già in ritardo. Che senso aveva arrivare tutta accaldata al bar dove Jackie e Sue la stavano aspettando, mentre di certo loro avevano quel loro solito aspetto compassato e imperturbabile?

    Maisie aveva ripreso a camminare a passo spedito mentre ripensava alle diverse scelte di vita fatte da lei e dalle due amiche che la stavano aspettando nell'elegante bar nel centro di Londra. Si erano conosciute da bambine, alle elementari, e poi avevano scelto di frequentare scuole diverse. Ora Sue era la responsabile acquisti di un'importante catena di negozi e Jackie aveva aperto un suo centro di bellezza che stava andando a gonfie vele. Dal canto suo, Maisie aveva sperato di diventare veterinaria, ma aveva poi scoperto di non avere voti sufficientemente buoni per essere ammessa a una qualunque delle facoltà del suo paese. Pur di riuscire a occuparsi degli animali che amava tanto, si era perciò accontentata di ottenere un diploma di infermiera veterinaria. Il lavoro era duro, pesante e mal pagato, eppure Maisie lo adorava. Almeno così era stato fino a due settimane prima.

    Col fiato corto e la mente affollata di pensieri, Maisie svoltò in una tranquilla traversa di Oxford Street e si diresse verso il bar dove lei e le amiche erano solite trovarsi. Si stirò la gonna con le mani mentre si avvicinava alla porta, certa che qualsiasi tentativo di migliorare il proprio aspetto sarebbe stato inutile.

    Il profumo intenso di caffè l'avvolse con il suo aroma morbido e invitante e subito si sentì a proprio agio in quell'ambiente accogliente e rilassante.

    Con lo sguardo passò in rassegna i tavoli, fino a che non individuò i visi animati delle due amiche che l'avevano già avvistata e che si stavano alzando per andarle incontro.

    «Sei in ritardo di venti minuti» dichiarò Sue, che era famosa per la sua maniacale puntualità.

    «Mi dispiace» si difese Maisie, che solo in quell'istante si rese conto che le due ragazze avevano compagnia. E che compagnia!, aggiunse tra sé, notando lo splendido esemplare maschile seduto accanto a Jackie. Era un uomo sui trent'anni, con capelli neri corvini, occhi chiari e un viso estremamente virile. «Sono scesa alla fermata sbagliata.»

    «Non c'è problema» la scusò Jackie con un sorriso mentre rivolgeva un'occhiataccia a Sue. Era chiaro che stava ricordando all'amica che non era il caso di prendersela con lei, visto quello che stava passando in quel periodo.

    Anche se a fatica, Maisie finse di non accorgersene. «Vado a prendermi una tazza di caffè. Torno subito.»

    Lo sconosciuto si alzò con un movimento armonioso. «Lasci fare a me. Cosa desidera?»

    Maisie sollevò lo sguardo su di lui e non seppe cosa dire. Fu Jackie ad accorrere in suo soccorso.

    «Scusa Maisie, non vi avevo presentati. Questo è mio zio, Blaine Morosini. Blaine, questa è l'altra mia migliore amica, Maisie.»

    Zio? Ma come era possibile? Quell'uomo non era vecchio abbastanza per essere lo zio di Jackie. Ed era... bellissimo! Non aveva mai visto due occhi di un colore come quello. Verdi, con leggeri riflessi dorati, e incorniciati da ciglia scurissime. A Maisie si bloccò il respiro di fronte a tanto fascino maschile. Per non parlare del fisico perfetto, e della carnagione dorata dal sole.

    «So cosa stai pensando, Maisie» si intromise Jackie con un sorriso, salvandola da una brutta figura assicurata. «Ti stai dicendo che Blaine è troppo giovane per essere mio zio.»

    «In effetti...»

    «In realtà sono zio di Jackie solo a metà» spiegò Blaine a quel punto, e lei si trovò costretta a guardarlo dritto in viso.

    Un'ondata di emozione avvolse Maisie mentre fissava l'uomo davanti a lei e ascoltava la sua morbida voce, con una traccia di piacevole accento italiano.

    «La nostra parentela dipende dal fatto che il padre di Jackie e io siamo fratellastri. Io sono nato dal secondo matrimonio di nostro padre con un'altra donna. Mia madre.»

    «Capisco.» Maisie annuì in modo un po' formale. Non voleva dare a vedere di essere troppo interessata a questioni così private. Lei conosceva bene il padre di Jackie, e sapeva che si era trasferito in Inghilterra dall'Italia in seguito a un brutto litigio con il padre. Nessuno della famiglia dell'amica aveva mai conosciuto i parenti italiani e in casa loro qualsiasi riferimento all'altro ramo della famiglia era assolutamente proibito. Almeno fino a quel momento!

    Di nuovo Jackie intuì i pensieri dell'amica. «Mio nonno è molto ammalato» sussurrò piano. «Ti spiegherò dopo. Ora siediti con noi, mentre Blaine va a prendere il tuo caffè. Cosa vuoi? Il solito?»

    Il solito consisteva in una tazza di latte macchiato che accompagnava degnamente una gigantesca fetta della torta al formaggio per cui era famoso il locale. Solo che dopo la scorpacciata di pizza e ciambelle della sera prima, l'ulteriore concessione era decisamente fuori luogo. «Vorrei un caffè nero, grazie.»

    Sue la guardò e scosse la testa. «Non ci posso credere! Tu odi il caffè nero!»

    «Ultimamente ho imparato ad apprezzarlo» mentì Maisie, che aggiunse: «Non voglio nulla da mangiare, grazie. Mi sono alzata tardi e ho fatto colazione da poco».

    «Perfetto, allora vada per il caffè nero.»

    La frase di Blaine era priva di doppi sensi eppure Maisie ebbe la netta impressione che lui sapesse che stava morendo dalla voglia di cedere alla fetta di torta! Peggio ancora, aveva il sospetto che le amiche gli avessero raccontato che era appena stata scaricata dal fidanzato, e la cosa le bruciava non poco!

    Decisa a non lasciarsi andare a fantasie paranoiche, Maisie si sedette accanto a Sue e osservò l'affascinante uomo che si allontanava.

    «Che te ne pare dello zietto italiano?» domandò l'amica. «Bello da mozzare il fiato, eh?»

    Maisie, che si era fatta forza per andare a quell'appuntamento decise in quel momento che era stata la scelta giusta. Essere lì, seduta al bar con le amiche, la faceva quasi sentire di nuovo normale e non come la più brutta e grassa ragazza che abitava la popolosa città di Londra. «È davvero bello.»

    «Bello dici? Ragazza mia, devi metterti gli occhiali! Quell'uomo è fantastico! Quando sono entrata qui e l'ho visto seduto vicino a Jackie, non potevo credere ai miei occhi. Per un attimo avrei voluto strangolarla. Che amica! Se mi avessi avvertita mi sarei impegnata di più con l'aspetto» aggiunse, rivolta verso Jackie. «Mi sarei messa qualcosa di nuovo.»

    «Sue, hai sempre un aspetto perfetto. E poi Blaine non è qui per piacere. È venuto ad avvertire papà che il nonno sta molto male, e i loro rapporti non sono poi idilliaci. Ho l'impressione che ritenga papà responsabile di tutto ciò che è accaduto tra lui e il nonno. Insomma, quando stavo per uscire ho deciso di invitarlo a venire con me, per dare a papà un po' di tregua da una situazione imbarazzante.»

    «Blaine non è italiano, vero?» chiese Maisie. «Insomma, non ha un nome italiano.»

    «Sua madre è americana.» Lo sguardo di Jackie si posò sull'alta figura di lui, che stava pagando il caffè. «È davvero ironico, dal momento che se non sbaglio il motivo del litigio di papà con suo padre fu proprio dovuto al fatto che lui si era innamorato di un'inglese. I miei genitori si conobbero durante una vacanza di mia madre in Italia e iniziarono a scriversi. Poi lui venne a trovarla un paio di volte e a quel punto le cose iniziarono a diventare serie. Il nonno allora si arrabbiò e disse che voleva che papà sposasse una brava ragazza italiana altrimenti l'avrebbe diseredato. Papà si impuntò, venne in Inghilterra, sposò la mamma e non parlò mai più con suo padre.»

    Gli occhi delle tre amiche erano fissi sulla cassiera dai capelli rossi che stava civettando con Blaine. Lui sembrava assolutamente rapito dal bel viso e dall'ancor più bel decolleté e Maisie storse il naso. Il solito maschio che non sa resistere a un paio di seni prorompenti!, pensò con disgusto. Esattamente come Jeff, che si era rivelato essere come tutti i suoi compagni di sesso. E dire che lei lo aveva creduto diverso! Era stato

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