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Lussuoso ricatto: Harmony Collezione
Lussuoso ricatto: Harmony Collezione
Lussuoso ricatto: Harmony Collezione
Ebook165 pages2 hours

Lussuoso ricatto: Harmony Collezione

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About this ebook

Dalla Grecia agli Stati Uniti, dall'Italia all'Inghilterra, innamorarsi di un milionario non è poi così difficile. Ma riuscire a rapirne il cuore non è un'impresa da tutti.

Simone Maxwell farebbe qualsiasi cosa pur di salvare l'attività di famiglia: è il suo orgoglio e la sua passione. Certo però non si aspetta che la sua salvezza risieda in Cade Dupont, colui che le ha spezzato il cuore cinque anni prima.

Cade sa che Simone è in una posizione di svantaggio: lei gli deve molto, e questa è l'occasione perfetta per pareggiare i conti nel modo più dolce possibile.

LanguageItaliano
Release dateJul 10, 2013
ISBN9788858912713
Lussuoso ricatto: Harmony Collezione
Author

Margaret Mayo

Tra le autrici piuù amate e lette dal pubblico italiano.

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    Lussuoso ricatto - Margaret Mayo

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Billionaire’s Blackmail Bargain

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2008 Margaret Mayo

    Traduzione di Laura Premarini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-271-3

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Simone Maxwell sedeva con lo sguardo nel vuoto, rigirando un bicchiere di vino tra le dita inerti, ignara del fatto che un uomo seduto dall’altra parte della stanza la stesse osservando. Sembrava calma e controllata, ma in realtà era disperata. Quello era il peggiore giorno della sua vita. Le parole appena pronunciate dai due tizi di fronte a lei rappresentavano la campana a morto per la sua società, già sull’orlo del disastro. Ripensò alla loro conversazione prima di parlare, poi insistette: «Siete certi che non possa farvi cambiare idea?». Lottava per mantenere salda la voce. Due teste si scossero all’unisono, poi uno degli uomini parlò: «Siamo molto spiacenti signorina Maxwell, ma la proposta non ci interessa e inoltre richiede più denaro di quanto siamo preparati a investire».

    «E nulla che io possa dire può fare la differenza?» Simone cercava di stare calma, non voleva sembrare una donna disperata e in preda al panico, anche se in quel momento si sentiva esattamente così. Per tutta la cena aveva mantenuto un comportamento disinvolto, esponendo i fatti con chiarezza e assicurando loro che, a lungo termine, la sua società si sarebbe rivelata un ottimo investimento. Aveva fallito, ma era decisa a fare un ultimo tentativo. «Signori, sono certa che...»

    «Signorina Maxwell, non c’è altro da dire» la interruppe il più giovane dei suoi compagni. «Come le ho detto siamo spiacenti, ma non fa per noi.» Finirono il loro caffè e si alzarono in piedi. «Le auguriamo tutta la fortuna possibile.» Le strinsero la mano e lasciarono il ristorante.

    La fortuna non c’entrava. Era spacciata. La società di noleggio barche, fondata dai suoi genitori quando era ancora una ragazzina, significava tutto per lei. Sua madre stava in ufficio e Simone era sempre con lei, cercando di aiutarla, mentre suo padre si occupava della parte pratica. Terminati gli studi, era entrata a lavorarci a tempo pieno. Sua madre aveva sempre detto che un giorno la società sarebbe andata a lei, e che suo padre le avrebbe passato le redini. Questo era puntualmente avvenuto, ma con un tranello. Gli affari andavano male quando era subentrata e Simone aveva scoperto che suo padre si era indebitato al gioco, attingendo ai fondi della società. Quando si era resa conto dell’entità del problema, era ormai troppo tardi e ora si trovava lì a scongiurare dei perfetti sconosciuti di aiutarla, per cercare di salvare la situazione. Si prese la testa tra le mani: se solo suo padre avesse prestato più attenzione al denaro e lei avesse controllato prima i conti! Lo odiava per le azioni che aveva commesso, ma allo stesso tempo lo amava come solo una figlia può fare. Il lavoro aveva significato molto per la madre di Simone e per questo lei desiderava fare tutto ciò che era in suo potere per salvarlo. Alla mamma si sarebbe spezzato il cuore se avesse saputo cosa stava accadendo ora.

    Simone era così immersa nei suoi pensieri che non vide l’uomo che stava attraversando la stanza diretto verso di lei, e si accorse della sua presenza solo quando una voce risvegliò vecchi ricordi assopiti, che si era sforzata di dimenticare.

    Cade Dupont!

    L’ultima persona al mondo che avrebbe desiderato vedere in quel momento; chissà quanto avrebbe gioito della sua rovina! Voltò la testa, respirando a fatica, travolta da una marea di violente emozioni. L’alta figura dell’uomo torreggiava su di lei e il suo bellissimo viso le trasmise dritta al cuore una sensazione di gelo. Simone chiuse gli occhi, sperando fosse solo il frutto della sua immaginazione, ma quando lanciò un’altra occhiata, lui era ancora lì. Indossava un’impeccabile giacca grigia e pantaloni abbinati che gli fasciavano i fianchi possenti, una camicia di seta bianca gli faceva risaltare l’abbronzatura e una cravatta grigia e oro completavano l’insieme. L’oro della cravatta si abbinava ai suoi occhi. Era più sexy che mai.

    «Cosa ci fai tu qui?» chiese Simone.

    «Ma che bel benvenuto!» Lui le sedette di fronte. «Non sei felice di vedermi?»

    «Sono sorpresa» rispose lei, ignorando la domanda. «Ti pensavo dall’altra parte del mondo.»

    «E dallo sguardo sul tuo viso avresti desiderato che lo fossi, non è vero?» Le sue narici fremettero, serrò le labbra e gli occhi dorati sembrarono fulminarla. «Dimmi, cara. Su cosa verteva la tua riunione? È chiaro che non hai ottenuto ciò che volevi.»

    «Stavi origliando? Non posso crederlo...»

    «Figuriamoci!» Rispose lui. «Il linguaggio del corpo è molto espressivo e credo di potermi permettere di dire che hai sempre un corpo fantastico.» I suoi occhi scesero ai seni sotto il bel golfino di cachemire.

    Simone ignorò l’improvviso calore che quello sguardo le provocò. «Perché sei qui Cade?» Aveva pensato che quella giornata peggio di così non potesse andare, ma si era sbagliata. Cade Dupont aveva tutte le ragioni per essere furioso con lei, ma in quel momento non aveva proprio bisogno dei suoi commenti pungenti.

    «Sono qui per lavoro» annunciò lui. Le sorrise e i suoi occhi continuarono a fissarla. Occhi che erano soliti... no! Non doveva inoltrarsi per quella strada, non di nuovo. Mai più! Anche se il suo corpo traditore riconosceva quell’uomo come colui che l’aveva iniziata al mondo delle sensazioni travolgenti e delle emozioni intense. L’uomo che l’aveva guidata alla scoperta della sua sensualità.

    «Affari?» chiese, quando lui non rispose.

    «Sì, ho intenzione di avviare una nuova società qui.»

    «Qui? Proprio qui?» Si rese conto che sembrava stupida, ma cos’altro poteva dire? Non voleva Cade Dupont lì. Lui era il suo passato, parte del quale era stato incredibilmente felice, ma per poi finire in un disastro. E non c’era nulla che potesse fare ora a proposito. «Che genere di società?» chiese, con una voce che non sembrava nemmeno la sua.

    Le Whitsundays erano la principale zona dell’Australia per il noleggio di barche. Di certo lui non stava pensando di mettersi in affari contro di lei? Gite fuori dalla Grande Barriera Corallina erano sempre prenotate con molto anticipo. Le Whitsundays, più di un centinaio di isole, molte delle quali parchi nazionali e alcune con resort per vacanze, erano i gioielli nella corona di qualunque destinazione di vacanza. Simone si riteneva fortunata a vivere in una parte del mondo così bella, ma le sue speranze e ambizioni non avevano funzionato. Ora la società necessitava di un imponente investimento in denaro, denaro che lei non aveva e che le banche rifiutavano di prestarle. La sua ultima speranza erano quei due uomini che se n’erano appena andati. Ingoiò il vino che le era rimasto nel bicchiere e afferrò la bottiglia.

    «Permettimi.»

    Lunghe dita scure la sfiorarono, facendola trasalire. Inspirò profondamente e buttò fuori l’aria piano. Osservò Cade mentre le riempiva il bicchiere e faceva un cenno perché gliene portassero uno. Emanava una gran sicurezza. Ora aveva trentadue anni e lei nove di meno, era più vecchia e saggia della diciottenne che si era lasciata prendere in giro da lui, ma non abbastanza esperta da riuscire a gestire un lavoro in crisi e da avere accumulato abbastanza denaro per risollevarlo. Da quando era subentrata, la società era sempre stata su una spirale discendente. Occorreva denaro per ogni cosa: manutenzione degli scafi, barche nuove da sostituire alle vecchie, ma il fatto era che lei non ne aveva. Suo padre le aveva passato una nave che colava a picco e, sebbene Simone spendesse tutto il suo tempo a cercare di salvare la situazione, le prenotazioni andavano diminuendo sempre più. Presto avrebbe dovuto chiudere, il che era un peccato perché si trovava in un’ottima posizione. Aveva un ampio porticciolo e con il giusto investimento finanziario, si sarebbe potuto ricavare una piccola fortuna.

    «Vuoi dire che genere d’affari sto prendendo in considerazione?» Un sorrisetto soddisfatto aleggiava sulle sue labbra. «Noleggio di barche a vela, è il solo lavoro che conosco.»

    Simone sentì il cuore fermarsi. «Hai una società di navigazione? In Inghilterra?»

    «Perché no?» Il suo atteggiamento cambiò. «Chiaramente ho dovuto ottenere un prestito, ma l’affare si è rivelato molto redditizio. A proposito, come va la tua società?»

    Lui sapeva! Lo si intuiva dalla sua voce provocante e dall’espressione guardinga. Si stava informando. Era perfettamente conscio che era lei ora a dirigere la MM Charters e che stava scivolando inesorabilmente verso un umiliante fallimento.

    «Non ho desiderio di discuterne» rispose Simone.

    «No? E perché? Forse per il fatto che, al momento, le cose non stanno andando troppo bene?»

    «Quindi stavi ficcando il naso!» Lo accusò lei, con gli occhi che lampeggiavano. Doveva andarsene e in fretta. Il centro di un ristorante non era certo il luogo dove discutere con Cade Dupont. Fece un profondo respiro, poi un altro e quando lui non rispose si alzò in piedi. «Devo andare. Addio, Cade.»

    Simone uscì furiosa dall’elegante sala da pranzo, ma lui non aveva intenzione di lasciarla andare così facilmente. Attraverso uno specchio sulla parete di fronte, lo vide inseguirla, dopo avere gettato sul tavolo una manciata di banconote. Dannazione! Aveva dimenticato di pagare, o era il suo conto che lui stava regolando? Si voltò e lo affrontò decisa. «Per cos’era quel denaro?»

    «Ho solo saldato il conto.»

    Simone aprì la borsa e cercò la carta di credito, ma una mano salda la fermò.

    «Offro io.»

    «Non te lo permetterò» scattò lei, terrorizzata quando il suo tocco le trasformò i battiti in spasmi devastanti. Non aveva bisogno di questo, non voleva complicazioni personali oltre ai suoi attuali problemi. Cade era il suo passato e lì doveva rimanere.

    «Puoi davvero permetterti di respingermi?» chiese lui con voce mielosa, avvicinandosi. Era così vicino che avvertiva il suo profumo, così vicino da essere travolta dal violento impatto della sua sensualità.

    «E questo cosa dovrebbe significare?» chiese Simone, mentre i suoi enormi occhi divenivano quasi viola per l’angoscia. Avrebbe desiderato fuggire via, ma non voleva retrocedere perché avrebbe rivelato che lo trovava inquietante. Tuttavia la sua vicinanza minacciava di toglierle il respiro.

    «I tuoi problemi sono risaputi da queste parti, Simone.» Sorrise mentre parlava, come traesse piacere nel rivelare quella notizia. «Naturalmente hai la solidarietà di tutti. È risaputo che è tuo padre la causa dei tuoi guai, ma gli affari sono affari, non è vero?» mormorò lui. «E, dato che io sono nello stesso gioco, forse c’è qualcosa che potrei fare per te.»

    Simone si sentì mancare. Cosa stava suggerendo? Forse di rilevare? Lei non poteva permetterlo, sarebbe stato davvero il colmo!

    «Non c’è niente che puoi fare e niente che desidero tu faccia» dichiarò lei, dirigendosi verso l’uscita del ristorante. «Mi risolverò da sola i miei problemi.»

    Era già abbastanza brutto che le avesse pagato il conto, senza che le offrisse anche di tirarla fuori dalle sue attuali difficoltà finanziarie. Era estremamente umiliante che lui avesse chiesto in giro e scoperto quanto andava male la MM Charters. Lei avrebbe voluto nascondergli quel fatto, al momento la sua situazione era peggiore di quanto chiunque sapesse. Ancora poche settimane, forse anche meno, e sarebbe stata fuori del tutto dall’attività.

    Ma Cade insisteva. «Saresti davvero una stupida a respingermi.»

    Lui le stava alle calcagna e a Simone parve di sentire il suo respiro sul collo. Corse ancora più in fretta verso la sua macchina parcheggiata. Non poteva credere che lui avesse ancora il potere di agitarla così. Era come se gli anni trascorsi, si

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