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Incognito (eLit): eLit
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Incognito (eLit): eLit

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About this ebook

Nessuno è chi dice di essere...

Suo fratello è scomparso mentre seguiva un caso per la CIA, per cui lavorano entrambi. Anelise Tremaine non esita così ad assumere la falsa identità di Ann Smith e a partire per un'isola del Pacifico, dove pensa di poter trovare Sam. Ha bisogno però di essere trasportata da un certo Jones, che affitta barche per turisti. Il suo nome era indicato nei documenti di Sam, ma anche lui non è chi dice di essere, e subito sospetta che Ann Smith nasconda qualcosa. Sarà meglio non perderla di vista, in un Paese senza governo, dove malcontento e criminalità dilagano...

LanguageItaliano
Release dateFeb 29, 2016
ISBN9788858950210
Incognito (eLit): eLit

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    Book preview

    Incognito (eLit) - Kylie Brant

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Alias Smith and Jones

    Silhouette Intimate Moments

    © 2003 Kim Bahnsen

    Traduzione di Elisabetta Elefante

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5895-021-0

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Anelise Tremaine non era il tipo di ragazza che se ne andava in giro a rimorchiare. Tutti gli scapoli di Tangipohoa Parish erano pronti a giurare che anche solo pensare di provarci con lei significava firmare la propria condanna a morte. I suoi tre fratelli maggiori erano pronti ad azzannare chiunque le si avvicinasse e, poiché i Tremaine erano proprietari di mezza contea, il malcapitato poteva sparire nel nulla senza che nessuno osasse chiedersi che fine avesse fatto. Questa storiella che circolava sul loro conto non aveva danneggiato la fama dei fratelli Tremaine, ma sicuramente spiegava come mai Anelise non potesse vantare molti corteggiatori.

    Ora però lei aveva un valido motivo per maledire la propria inesperienza. L’uomo per cui aveva fatto quel lungo viaggio la stava guardando in cagnesco. Il viso che avrebbe potuto definire bello, se fosse stato sbarbato, era una maschera di impazienza. In un momento come quello, a qualsiasi donna avrebbe fatto comodo un pizzico di civetteria. Anelise non poté fare altro che rivolgere all’uomo un sorriso speranzoso. «Senta, signor...»

    «Jones. E lasci stare il signore. Solo Jones.»

    Niente nomi di battesimo. D’altronde, Anelise non ne aveva trovati nemmeno nei file di suo fratello. Solo Jones e un numero riservato, che l’aveva condotta fino a quell’isola, di fronte a quello sconosciuto.

    Non si era preso la briga di infilarsi nemmeno una camicia, o forse se ne era sbarazzato per via del caldo di quella giornata soleggiata. I capelli raccolti in un codino dietro la nuca erano castani, ma il sole ne aveva schiarito diverse ciocche. Le ciglia, insolitamente lunghe per un uomo, erano dello stesso colore. Ma non c’era traccia di calore nell’espressione di quegli occhi grigi, socchiusi in un cipiglio quasi minaccioso. Innegabilmente indispettito.

    «Le darò il doppio della sua normale tariffa.»

    «La risposta rimane no, signora.» Lui si voltò e si incamminò lungo il molo.

    Anelise gli corse dietro. «Ci rifletta un momento. Sono un bel po’ di soldi. No, dico, si faccia bene i conti. Uno che si guadagna da vivere come lei...»

    Quell’uscita lo indusse a girarsi e Anelise, che guardava in basso per paura di inciampare nelle cime arrotolate lungo il molo, andò a sbattere contro un torace saldo, che sembrava un muro d’acciaio.

    Le mani dell’uomo l’afferrarono per le braccia, allontanandola; ma non prima che Anelise avesse avuto il tempo di avvertire l’odore di lui, un misto di mare e sabbia.

    «Che cosa vorrebbe insinuare, con questo?»

    Ancora stordita dall’impatto, oltre che dalla vicinanza di quel corpo possente, Anelise annaspò. «Ecco, io...» Si sforzò di radunare i pensieri. «Mi riferivo al fatto che col lavoro che fa non può contare su un introito sicuro, è chiaro. Dipende tutto dai turisti e dalle condizioni atmosferiche, no?»

    L’espressione torva di lui si ammansì impercettibilmente, ma non si addolcì. «Senta, signora...»

    «Smith. Ann Smith.» Sollevandosi i Ray Ban con la mano sinistra, Anelise gli porse la destra.

    Lui la ignorò. «Come dicevo, domani parto per una battuta di pesca con altri clienti e starò via tre giorni. Provi a chiedere a qualche altro skipper. Le ho dato diversi nomi: sono sicuro che ne troverà uno libero.»

    «E sono bravi come lei?»

    «Come me non c’è nessuno.» Non c’era traccia di ironia, né nel tono né nell’espressione dell’uomo. Era semplicemente l’affermazione di una persona sicura di sé. «Ma io ho già un altro impegno.» Riprese a camminare.

    E Anelise riprese a trotterellargli dietro. «Potrebbe suggerire a questi clienti di rivolgersi a qualcun altro.»

    «E perché dovrebbero? Hanno già preso accordi con me.»

    «Se li convince, posso salire a duemilacinquecento al giorno» incalzò Anelise, augurandosi di mascherare la propria disperazione.

    «Niente da fare.» Con un agile balzo, l’uomo saltò a bordo di uno scintillante scafo bianco. Il nome scritto sulla fiancata era tutto un programma: Nefasto.

    Anelise si chiese cosa potesse aver spinto quell’uomo a dare un nome simile alla propria barca, ma la sua frustrazione non lasciò spazio alla curiosità. «Posso sapere perché?»

    Lui si chinò ad assicurare più saldamente gli ormeggi dell’imbarcazione. «Uno, perché ho dato la mia parola ai signori che l’hanno preceduta. Il che potrebbe non significare niente per le persone come lei, ma per me significa molto. E due...» L’avvolse in una lunga occhiata insolente. «... lei ha l’aria di una che potrebbe causarmi un mucchio di guai. E preferisco evitare.» Un guizzo di soddisfazione balenò nei suoi occhi nel vederla spalancare la bocca, prima di darle le spalle.

    Quando Anelise ritrovò la voce, disse: «Guai? E che genere di guai?»

    «Lei è una donna, dico bene?»

    La risposta di lei, ammesso che avesse pensato a qualcosa di arguto per controbattere, si sarebbe perduta nel vento perché l’uomo era sceso sottocoperta lasciandola dov’era, a ribollire di rabbia sotto il sole dei tropici.

    Oh, accidenti! Anelise allacciò le braccia sul petto e si morse la lingua. Quando era partita, aveva immaginato di doversi imbattere in ogni genere di difficoltà, ma non in questa: non aveva pensato che Jones potesse mostrarsi così riluttante a collaborare, ma pazienza. Ora non era il caso di insistere. Meglio tornarsene in albergo, riordinare i pensieri ed elaborare una nuova strategia. Aveva tempo fino all’alba del giorno dopo per fargli cambiare idea.

    Perché per quello che aveva in mente, aveva bisogno di Jones. Doveva essere lui. E nessun altro.

    Una doccia fredda e un punch al rum preparato nel bar dell’albergo bastarono a ridestare in Anelise un cauto ottimismo: avrebbe trovato il modo per convincere Jones. Soppesò la cosa fissando l’ombrellino di carta colorata che abbelliva il suo drink. Tenere testa a uomini testardi come muli era un esercizio in cui era allenata: anche questo grazie ai tre fratelli che l’avevano sempre trattata come un cuccioletto ottuso e indifeso. Ma Jones aveva già dimostrato di essere immune alla sua perseveranza. Quindi doveva escogitarsi qualcosa di più originale.

    Spostò distrattamente lo sguardo sugli altri clienti del bar, per la maggior parte turisti venuti a esplorare quello sperduto isolotto del Pacifico che le agenzie turistiche definivano come una perla dei Tropici.

    Bontilla era davvero un minuscolo paradiso, il cui fascino dipendeva forse proprio dal fatto che il turismo di massa non l’aveva ancora scoperta. Quello era l’unico albergo decente dell’isola. E non era stato difficile, per Anelise, prenotare.

    Una sonora risata interruppe il corso dei suoi pensieri. Proveniva dal tavolo alla sua destra, dove sedeva un gruppetto di uomini. Sicuramente turisti, a giudicare dalle facce paonazze, abbrustolite dal sole, e dalle camicie fiorate lasciate fuori dai pantaloni. Scherzavano, scommettendo su chi di loro sarebbe stato capace di ingollare più birre e di prendere all’amo un pesce da trofeo.

    Portandosi il bicchiere alle labbra, Anelise valutò la possibilità di spostarsi a un tavolo più lontano, per non doversi sorbire quelle insulse chiacchiere.

    «La vogliamo fare una scommessa, Steve?»

    Adocchiato un altro tavolo libero, si apprestò ad alzarsi.

    «Sento che sul Nefasto, domani, vi batterò tutti quanti. Allora, quanto volete perdere?»

    Anelise si bloccò e si girò a fissare quell’allegra brigata. Uno degli uomini, notando il suo interesse, sgomitò l’amico che gli sedeva accanto, che ricambiò l’occhiata. E in meno di mezzo secondo, Anelise elaborò un piano. La sua bocca si allargò in un sorriso. «Ho capito male o siete voi che dovreste uscire in mare con Jones, domattina?» esordì. Vedendoli annuire, si avvicinò al loro tavolo. «Posso sedermi con voi?»

    Sei boccali di birra e una bella ragazza seduta in grembo non erano bastati invece a risollevare l’umore di Jones, che era sempre nerissimo. Perdere tre giornate di lavoro e per giunta all’ultimo momento... Questa proprio non ci voleva. Gli affari andavano piuttosto a rilento in quegli ultimi tempi. Steve Fisher, facendosi portavoce del gruppo, era stato vago sul motivo di quell’improvviso cambiamento di programma, ma restava il fatto che i sei amici avevano disdetto l’intera escursione.

    Lexie, la cameriera del bar che spesso e volentieri gli scaldava il letto, gli stava sussurrando qualcosa in un orecchio. Una proposta che Jones avrebbe trovato allettante in qualsiasi altro momento; stavolta le rispose con un sorriso stentato. Ingollò un’altra sorsata di birra, per mandar giù un fiotto di risentimento. Aveva fatto un paio di domande in giro: Fisher e compagni, pur lasciandogli l’anticipo, erano andati a prenotare la stessa escursione con Emil Ranachek, proprietario di una barca messa molto peggio della sua. Cosa diavolo poteva essersi escogitato quel verme di Emil per soffiargli i clienti?

    «Forse posso tirarti un po’ su di morale» suggerì Lexie, sporgendosi verso di lui e offrendogli una visuale del suo seno generosamente scoperto. «Io smonto tra un’ora. Mi aspetti fuori?»

    «Tra un’ora conto di essere ubriaco fradicio.»

    La risata di lei fu maliziosa. «Non è mai stato un problema, finora. Dico bene, tesoro?» Come per rinfrescargli la memoria, gli piantò un bacio famelico sulle labbra, che nonostante l’umore riuscì a destare una parte delicata dell’anatomia di Jones.

    «Va bene.» Le mordicchiò il collo. «Tra un’ora.»

    Molto a malincuore, Lexie si rimise in piedi, si lisciò la minigonna e si allontanò sculettando vistosamente in direzione del banco, lasciando Jones alla sua birra, al suo malumore e a quella che doveva essere un’allucinazione da sbronza.

    Jones abbassò la bottiglia e socchiuse gli occhi per vedere meglio nel locale buio e fumoso. Se fosse stato sobrio, avrebbe giurato che la donna seduta accanto all’ingresso era la stessa che poche ore prima gli aveva offerto un bel po’ di grana per noleggiare la sua barca. Ridicolo. Una signora come lei non avrebbe mai messo piede in quella bettola.

    Un localaccio di infimo ordine che non aveva nemmeno un nome: un chiosco con una dozzina di tavoli disposti all’aperto, in uno spiazzo illuminato da due insegne al neon che pubblicizzavano una birra. Non era frequentato da turisti: e questo era uno dei motivi per cui era il preferito di Jones. Dopo aver trascorso intere giornate in mare con clienti spesso maleducati e rumorosi, preferiva tenerli alla larga il più possibile durante il tempo libero.

    La ragazza in questione stava giocherellando con la cannuccia del suo drink e si guardava intorno, con aria annoiata. Sì, era proprio lei. Come aveva detto di chiamarsi? Un nome banale. Johnson. O Smith? Sì, giusto. Ann Smith. La squadrò, ora che lei guardava altrove. Capelli biondi lisci, di diversi centimetri più corti dei suoi, ed enormi, innocenti occhi azzurri.

    La bocca gli si incrinò in un sorriso derisorio. Da tanto ormai non credeva più in cose come l’innocenza. Specie quando veniva abbinata a una donna.

    Lei sorrideva, adesso. Lo stava fissando. Doveva averlo visto e riconosciuto. Jones si portò la bottiglia alle labbra. Il motivo per cui la signora Smith era venuta fino a Bontilla da sola, qualunque esso fosse, non lo riguardava. Aveva qualche problema? Gli dispiaceva, ma il ruolo del cavaliere senza macchia e senza paura pronto ad affrontare draghi feroci per salvare una fanciulla in difficoltà non faceva per lui.

    Se tornò a guardarla fu solo perché lei sembrava del tutto fuori luogo, in quell’ambiente. Indossava, tra l’altro, un aderente vestito bianco sorretto da minuscole spalline, abbellito da un’interminabile fila di bottoni sul davanti. Guardando rapidamente gli altri clienti del bar, Jones sarebbe stato pronto a scommettere che, come lui, si stavano chiedendo che cosa avrebbero trovato sotto quei bottoni, se li avessero slacciati uno per uno.

    Anche per questo, tenne gli occhi puntati sulla birra quando lei venne a fermarsi davanti al suo tavolo. «Volevo solo dirle che la mia offerta è ancora valida, se dovesse cambiare idea.»

    Lui si grattò una mascella. «Quale offerta, scusi?»

    Anelise lo avrebbe preso a sberle. Era sicura che stesse solo fingendo di non averla riconosciuta. «Per noleggiare la sua barca.»

    Jones batté le palpebre, mentre un pensiero si faceva pian piano strada nella sua mente. E all’improvviso capì. «È tutta opera sua, vero?» L’espressione candida di lei confermò i suoi sospetti. «È stata lei a mandarmi all’aria la battuta di pesca di domani.»

    «Non so di cosa stia parlando.»

    Ma l’alcol non gli aveva annebbiato la mente. Non del tutto. «Dei clienti che dovevo accompagnare a pesca domani: hanno disdetto poco fa. Si sono rivolti a un collega. E lei, neanche a farlo apposta, dopo aver tanto insistito oggi pomeriggio, viene a chiedermi se può noleggiare la mia barca. Strana coincidenza, non trova? E si dà il caso che io non creda alle coincidenze.»

    «Aspetti che prendo nota.» Lei tirò fuori un libricino nero dalla borsa e si armò di una penna. «Il signor Jones preferisce stare alla larga dai guai» disse, come leggendo. E si accinse a scrivere. «E non crede alle coincidenze.» Pareva concentratissima, come se stesse svolgendo diligentemente una ricerca.

    Invece lo stava prendendo in giro. «Credevo di averle detto...»

    «Ah, sì, mi correggo: niente signore. Solo Jones. Giacché ci sono, mi scrivo anche questo.»

    Per non cedere alla tentazione di strangolarla, lui si portò la birra alla bocca.

    Anelise rimise il cappuccio sulla penna. «Non so perché i suoi clienti abbiano deciso di disdire...» disse, guardando la bottiglia di birra ormai vuota, «... ma se non è interessato, mi rivolgerò a qualcun altro.»

    Lui le lasciò fare quattro passi prima di decidersi. «E chi ha detto che non sono interessato?»

    Lei rispose guardandosi sopra una spalla. «Allora ha cambiato idea?»

    Veramente no. Non del tutto. Ma rinunciare a tutti quei soldi per starsene con le mani in mano... «Che genere di uscita avrebbe in mente? No, perché non mi sembra il tipo da coltivare un hobby come la pesca.»

    «Per la verità, pensavo solo di rilassarmi, di prendere un po’ di sole e magari di approfittarne per visitare qualche isoletta tranquilla. Sono stata molto sotto stress ultimamente e ho davvero bisogno di staccare, per ricaricare le pile.»

    A guardarla, pensò Jones, l’unico stress a cui poteva essere stata sottoposta la signorina era quello di non riuscire a trovare la giusta tonalità di smalto o di non essere riuscita a strappare un appuntamento galante al capitano di una squadra di football. Sì, perché poteva anche sbagliare, ma quella Ann Smith aveva tutta l’aria della studentessa fresca di college, abituata a sperperare i soldi di un paparino ricco sfondato sempre pronto a finanziare i suoi capricci.

    Non era diversa, insomma, dalle decine e decine di donne che venivano fin laggiù a cercare un rimedio alla noiosa vita del jet-set.

    Comunque, Jones prese una decisione. «Ci sono tanti begli isolotti da queste parti, alcuni dei quali sono troppo piccoli per essere abitati. Se va in cerca di qualche posto isolato, posso mostrarle diverse spiagge davvero belle.»

    «Giusto quello che avevo in mente.» Lei sorrise, un sorriso abbagliante. «Dopodomani però dovrei incontrarmi con una coppia di amici a Laconos. Potrebbe essere la nostra prima tappa.»

    «Laconos?» Jones sollevò la bottiglia vuota guardando in direzione di Lexie, che intercettò il messaggio e ne stappò un’altra. «È sicura? Hanno un governo alquanto instabile, da quelle parti.»

    «Per gli avvenimenti di sei mesi fa, intende? È acqua passata ormai. Ora si è insediato un nuovo governo, se non sbaglio. Anzi, pare che abbiano buone possibilità di ottenere una posizione di prestigio nell’Organizzazione per il Commercio Globale.»

    Così, la signorina non era una zucca del tutto vuota, dovette ricredersi Jones. Se non altro, aveva studiato la storia di quel paese. D’altronde, era verissimo: instabilità politica a parte, Laconos aveva delle coste molto belle, tutte da esplorare. «Per quanti giorni vorrebbe noleggiare la barca?»

    «Ancora non saprei. Quattro o cinque. Lo decideremo in un secondo momento.»

    Più di tre, quindi? Be’, tutta grana in più, pensò lui fregandosi mentalmente le mani. Prese la birra che Lexie gli sbatté sul tavolo e l’agganciò per la vita, con un gesto intimo che sembrò ammansire la cameriera. Era piuttosto gelosa, sebbene tra loro non ci fosse poi niente di troppo serio.

    Prima di andarsene, Lexie si sporse verso il suo orecchio per dirgli: «Ancora trenta minuti, bello». Quindi tornò al banco.

    Provando un imbarazzo che non era da lui di fronte all’espressione stralunata della signorina Smith, Jones si schiarì

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