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Nozze veneziane: Harmony Collezione
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Nozze veneziane: Harmony Collezione
Ebook154 pages2 hours

Nozze veneziane: Harmony Collezione

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About this ebook

La follia di una notte.



Nicola d'Alessandro non è mai andato d'accordo con Danielle Bell. Quindi è sconvolto quando scopre che la donna del mistero, con cui ha avuto una notte infuocata dopo un ballo in maschera in stile veneziano, è proprio la rossa Dany.



La scelta di una vita.



La loro notte è stata straordinaria, ma Dany ha deciso di non sposarsi mai più. Nicola, invece, sembra avere altre idee.
LanguageItaliano
Release dateSep 8, 2017
ISBN9788858972328
Nozze veneziane: Harmony Collezione
Author

Carole Mortimer

Carole Mortimer was born in England, the youngest of three children. She began writing in 1978, and has now written over one hundred and seventy books for Harlequin Mills and Boon®. Carole has six sons, Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David and Peter. She says, ‘I’m happily married to Peter senior; we’re best friends as well as lovers, which is probably the best recipe for a successful relationship. We live in a lovely part of England.’

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    Book preview

    Nozze veneziane - Carole Mortimer

    Prologo

    «E quindi è da più di un mese ormai che tutti i giorni faccio del sesso travolgente con il mio maestro di tennis.»

    «Cosa?» Dany sobbalzò, fissando allibita la sua amica Elena dall’altra parte del soggiorno.

    Mancava meno di una settimana al matrimonio tra Elena e Brad, che si sarebbe celebrato il giorno di Natale, e le due ragazze stavano dando gli ultimi ritocchi all’arredamento della residenza di campagna destinata a diventare la futura dimora dei due sposini.

    In qualità di arredatrice, Dany aveva trascorso l’ultimo mese aiutando l’amica e il fidanzato non solo a scegliere i mobili, ma anche a creare lo stile e l’atmosfera di quella grande casa che i due già vedevano piena di bambini.

    «Aspetta un attimo.» Dany socchiuse gli occhi, sospettosa. «Tu non hai un maestro di tennis!»

    «Proprio così!» Elena, una splendida ragazza italiana, scoppiò a ridere davanti all’espressione accigliata dell’amica. «Però sono riuscita a catturare la tua attenzione, no?» Sorrise con aria furba. «Sono almeno dieci minuti che ti sto parlando, Danielle, e potrei giurare che non hai ascoltato una sola parola di quanto ti ho detto finora!»

    «Scusami.» Dany fece una smorfia. Ce l’aveva messa davvero tutta, ma Elena la conosceva troppo bene per lasciarsi ingannare.

    Le due ragazze, coetanee, si erano incontrate per la prima volta a quattordici anni, quando Elena, nata e vissuta a Venezia, era stata mandata in Inghilterra per un anno presso il fratello Nicola, capo della famiglia d’Alessandro, allo scopo di migliorare il suo inglese. La ragazzina era approdata nello stesso collegio frequentato da Dany, ed entro la fine dell’anno l’amicizia tra le due era diventata talmente forte da spingere Elena a implorare il fratello di lasciarle continuare gli studi in Inghilterra per altri quattro anni, fino al termine del liceo. Ma era stato tutto inutile...

    Ricordando il suo primo incontro con Nicola d’Alessandro, Danielle rabbrividì. Elena aveva persuaso il fratello a portarle fuori a pranzo perché voleva presentargli la sua amica del cuore. Dire che quel giovane così arrogante e sicuro di sé l’aveva intimidita era un eufemismo.

    Lui, erede della nobile famiglia di banchieri veneziani, e da qualche tempo anche capo del corrispondente impero economico, allora aveva ventisette anni. Era alto, muscoloso, bello e arrogante come i principi e i pirati da cui discendeva, ma le ampie spalle costrette in un abito di alta sartoria, i capelli neri portati un po’ più lunghi della media, i profondi e minacciosi occhi castani, gli zigomi pronunciati e la mascella squadrata e volitiva rendevano decisamente difficile credere che tra i suoi antenati ci fossero anche dei prelati.

    Fin da quel loro primissimo colloquio, Nicola aveva mostrato chiaramente di non apprezzare Dany, e aveva negato alla sorella il permesso di restare in Inghilterra. Quella decisione così perentoria era stata revocata solo quattro anni più tardi, ovvero nel momento in cui Elena, ormai diciottenne, aveva preteso di tornare a Londra a frequentare l’università.

    «Problemi di uomini?» la incalzò in quel momento l’amica, con l’aria di chi la sapeva lunga.

    Dany scosse la testa, sforzandosi di scacciare il ricordo di quel primo incontro con Nicola d’Alessandro, risalente ormai a ben dieci anni prima. «Non nel senso che intendi tu.»

    «Lasciami indovinare. O hai un uomo, ma lui non ricambia i tuoi sentimenti, oppure non ce l’hai, ma vorresti averlo.»

    «Avevo un uomo, ricordi?» le fece notare seccamente Dany.

    Elena si accigliò. «Non definirei Philip un uomo

    «Sono stata sposata con lui!»

    «Tecnicamente sì. Ma in pratica sappiamo entrambe che non avete resistito nemmeno per la durata della luna di miele.»

    Già, ed era qualcosa di cui Dany si sarebbe vergognata in eterno.

    Non solo Philip assomigliava a un dio greco, ma si era anche comportato in maniera affascinante, premurosa e divertente... fino alla luna di miele che era seguita al loro sontuoso matrimonio. Da quel momento, una gelosia che fin lì era riuscito a nascondere decisamente bene aveva preso il sopravvento. Philip si era trasformato in un mostro, e aveva preso ad accusarla di agire in maniera troppo amichevole con ogni uomo che incontravano, dall’anziano facchino che aveva trasportato le loro valigie nella suite dell’albergo di Firenze in cui alloggiavano, al cameriere che aveva servito loro la cena quella prima sera.

    La scenata che era avvenuta poco dopo all’interno della loro camera da letto era qualcosa a cui Dany si sforzava di non pensare mai.

    Erano rientrati separatamente dalla luna di miele, e Dany aveva subito presentato l’istanza di divorzio. Da quel giorno si era tenuta alla larga da ogni possibile relazione sentimentale, non fidandosi più del proprio giudizio in materia di uomini.

    «Non ho la minima intenzione di legarmi di nuovo a qualcuno. Be’... se potrò evitarlo, almeno» mormorò con un sospiro, mentre tutto il peso delle sue precedenti elucubrazioni tornava a schiacciarla.

    «Che intendi dire?»

    Dany non aveva lasciato trasparire con nessuno, neanche con Elena, le angosce che la tormentavano. Ma forse avrebbe dovuto farlo. Dopotutto Elena era la sua migliore amica, e lei aveva davvero un gran bisogno di parlare con qualcuno del testamento del nonno.

    Sospirò di nuovo. «Ti ricordi di nonno Bell?»

    «E come potrei essermene dimenticata?» grugnì Elena. «È vero che l’ho incontrato solo due volte, ma mi sono bastate! Naturalmente l’ho visto al tuo matrimonio, ma lo avevo già conosciuto prima, quella volta che avevo trascorso un finesettimana a casa dei tuoi. Riusciva a essere addirittura più conservatore di Nicola, con quel suo: le giovani donne si dovrebbero solo vedere, non sentire» concluse, in una perfetta imitazione del tono aspro di Daniel Bell. «Non capirò mai come abbia fatto la tua povera mamma a tollerare di ospitarlo in casa sua per tutti questi anni! Io... Oops! Scusa, è stato davvero inopportuno da parte mia.»

    Danielle scosse la testa. «Il fatto che sia mio nonno non significa che io non ne veda i difetti. È sempre stato un tiranno, nonché un fanatico del controllo. Ma vedi, Elena, il fatto è che in realtà in questi anni sono i miei genitori quelli che sono stati ospitati, non lui. Wiverley Hall appartiene al nonno.»

    «Dunque è per questo che tua mamma è stata costretta a sopportarlo!» realizzò di colpo Elena.

    «Già» confermò Dany. «E mio nonno non ha mai fatto mistero della grande delusione che lei gli ha dato mettendo al mondo una sola nipote...»

    «Ma come può essere deluso da te? Sei splendida! Ricordi quando, cinque anni or sono, mi sono tinta i capelli per renderli rossi come i tuoi? Ho temuto che Nicola mi rapasse a zero e mi imbarcasse sul primo volo per l’Italia! E sono sempre stata terribilmente invidiosa dei tuoi incredibili occhi verdi. Inoltre, sei anche diventata una delle arredatrici londinesi di maggior successo! Tuo nonno dovrebbe essere orgoglioso di te, e dei risultati che hai raggiunto.»

    «Già, ma la questione è che mia mamma non ha potuto avere altri figli dopo di me, il che ha fatto svanire il suo sogno di avere un erede maschio.»

    «Ma per l’amor del cielo! Tuo nonno è solo un proprietario terriero, non un aristocratico!» sbottò Elena.

    E lei conosceva bene la differenza, dato che nelle sue vene scorreva davvero del sangue blu.

    Dany sorrise malinconica. «Per nonno Bell, le due cose si equivalgono. La terra è nobiltà» citò, imitando a sua volta il nonno. «Comunque, a prescindere da quale ne sia la motivazione, il risultato è che lui non ha mai nascosto il suo disappunto per avere avuto una sola nipote... me! Quando poi il mio matrimonio con Philip è finito così in fretta, e per giunta senza bambini in vista, pensavo che gli sarebbe venuto un colpo apoplettico!»

    «Non sa perché avete divorziato?»

    «Riesci anche solo a immaginare qualcuno della famiglia che tenta di illustrare a nonno Bell il problema di Philip?»

    Suo nonno si stava avvicinando ai novant’anni; cercare di spiegargli la gelosia patologica di Philip, o il suo comportamento violento dopo che lui e Dany si erano sposati, probabilmente sarebbe servito solo a fargli proclamare a gran voce che la causa di tutto erano quelle assurde pretese di parità delle donne moderne, che lui ovviamente disapprovava in pieno.

    «Ma il tuo matrimonio non è fallito per colpa tua, Danielle... lo sai, vero?» Elena, preoccupata, le si avvicinò e le prese una mano. «Te lo domando solo perché so che dopo quel terribile matrimonio non c’è più stato nemmeno uno scapolo, nella tua vita.»

    «Se è per quello, non c’è stato neppure un uomo sposato!» ribatté prontamente Dany.

    Anche se, a pensarci bene, non era esattamente un argomento su cui fare battute... Non quando la sua vita sessuale - o meglio, l’assoluta mancanza di una vita sessuale - era alla base di tutti i suoi problemi attuali!

    «Molto divertente!» commentò Elena, lasciandole la mano. «Ma continuo a non capire cosa abbia a che fare tutto questo con te, Danielle.»

    In effetti, in condizioni normali, niente: una volta che il nonno fosse mancato, il padre di Dany avrebbe ereditato Wiverley Hall e le scuderie. Solo che il nonno aveva deciso altrimenti...

    «Mio padre erediterà la tenuta solamente se io avrò dato alla luce un erede o, quanto meno, se ne aspetterò uno prima che il nonno muoia. In caso contrario, la proprietà sarà venduta, e il ricavato verrà devoluto in beneficenza.»

    «Ma questo è... assolutamente machiavellico!»

    «Non dirlo a me!» concordò Dany, sollevata. Finalmente aveva condiviso quel problema con qualcuno che non fossero i suoi genitori.

    Questi ultimi si erano logicamente lasciati prendere dallo sconforto, una settimana prima, quando Daniel Bell aveva convocato tutti e tre per metterli a parte dei cambiamenti che aveva apportato al proprio testamento; ma non erano neanche lontanamente scioccati e sconvolti quanto Dany.

    Come si supponeva avrebbe messo al mondo questo erede? Adescando qualche ignaro poveretto per la strada? Pagando qualcuno affinché la mettesse incinta? L’intera faccenda era a dir poco grottesca!

    I suoi genitori si erano limitati a ignorare la clausola, e avevano esortato la figlia a fare altrettanto, proprio come Dany si era aspettata. Avevano asserito che, quando fosse venuto il momento, si sarebbero limitati a trasferire altrove le scuderie.

    Ma Dany sapeva bene che era più facile a dirsi che a farsi, dal momento che era il nonno a tenere i cordoni della borsa.

    Elena scosse il capo, ancora stupefatta. «Quindi, secondo lui, dovresti risposarti?»

    «Non ho affatto intenzione di fare una cosa simile.»

    «Ma Danielle...»

    «Non mi rimetterò mai più in una posizione tanto vulnerabile, Elena» asserì Dany in modo energico. «Anche se vedere te e Brad così felici mi fa capire che possono esistere relazioni sane» aggiunse con tatto. «E comunque nonno Bell non ha parlato di nozze, ma solo di un erede.»

    «Incredibile! L’anno scorso ero convinta che Nicola fosse del tutto irragionevole quando si opponeva al mio matrimonio con un inglese, ma tuo nonno è di gran lunga più ottuso!»

    II giorno in cui Elena

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