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Alla festa col milionario: Harmony Collezione
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Ebook148 pages2 hours

Alla festa col milionario: Harmony Collezione

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About this ebook

Dalla Grecia agli Stati Uniti, dall'Italia all'Inghilterra, innamorarsi di un milionario non è poi così difficile. Ma riuscire a rapirne il cuore non è un'impresa da tutti.

Sono ormai due anni che Aisling Armstrong lavora per Gianluca Palladio. Il suo incarico le piace, così come il suo datore di lavoro, anche se è sempre riuscita a mascherare i suoi sentimenti, tanto che la sua apparente freddezza ha tenuto Gianluca lontano da lei per tutto il tempo. La Festa della Vendemmia è l'occasione però per cambiare radicalmente le cose fra i due. Una notte di passione sarà abbastanza per finire ciò che hanno iniziato?
LanguageItaliano
Release dateOct 10, 2019
ISBN9788830506183
Alla festa col milionario: Harmony Collezione
Author

Sharon Kendrick

Autrice inglese, ama le giornate simili ai romanzi che scrive, cioè ricche di colpi di scena.

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    Alla festa col milionario - Sharon Kendrick

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Accidentally Pregnant, Conveniently Wed

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Sharon Kendrick

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-618-3

    1

    Nonostante l’aria condizionata, un rivolo di sudore le correva tra i seni. Era l’effetto che Gianluca Palladio aveva su di lei, che aveva su tutte le donne. Qualcuno lo definiva fascino, qualcun altro manipolazione. Qualunque cosa fosse, era dannatamente potente.

    «Aisling?»

    L’accento suadente di Gianluca s’insinuò nei suoi pensieri come seta liquida e Aisling si ricompose mentre distoglieva lo sguardo dalla finestra che consentiva una vista spettacolare di Roma per concentrarlo su quella molto più interessante dell’uomo bruno che sedeva alla scrivania. L’uomo che veniva chiamato La Tigre, perché era forte e spietato e cacciava da solo.

    Ma quel giorno aveva ritratto gli artigli, assumendo un aspetto cittadino con un abito scuro che enfatizzava il corpo scattante e muscoloso, una camicia azzurra, dello stesso colore del cielo di Roma, e una cravatta color bronzo dorato che creava un contrasto con la pelle abbronzata.

    Nonostante il lavoro l’avesse portata a contatto con lui diverse volte, quando Aisling lo incontrava provava una strana eccitazione. Ma era una sensazione pericolosa e aveva imparato a soffocarla, presentandogli quell’aspetto indifferente che il rapporto di lavoro richiedeva. Adeguandosi a questa decisione, curvò le labbra in un sorriso gelido.

    «Sì, Gianluca?»

    «Eri persa nei tuoi pensieri» osservò dolcemente lui, gli occhi scuri luminosi.

    «Stavo... ammirando il panorama.»

    Anche Gianluca stava apprezzando un panorama del tutto personale: il posteriore di Aisling era molto più invitante di quanto suggeriva la facciata glaciale. E in quella posizione, appoggiata alla finestra, le curve premevano contro la gonna castigata che pareva volerle celare di proposito.

    Per un attimo quella donna gli apparve dolce e femminile, impressione che fu immediatamente cancellata quando la giovane si voltò offrendo di sé il solito aspetto severo e inflessibile. Ma non l’aveva certo assunta per le sue qualità estetiche, no?

    «È un panorama stupendo, vero?» domandò Gianluca dolcemente. «Il migliore del mondo.» Il sorriso era tipico di chi è abituato al meglio, e ha trascorso la vita a conquistarlo.

    Lo sguardo si concentrò sull’elaborata costruzione che si ergeva alle sue spalle, colonne e colonne di marmo bianco e un’infinità di statue, e inarcò un sopracciglio.

    «Forse ti attrae in particolare il Vittoriano?» osservò, «quello che noi romani definiamo la Torta nuziale

    Gli occhi scuri volevano metterla in imbarazzo di proposito e le labbra accarezzavano le ultime parole come se stesse assaggiando quel dolce?

    O forse era lei a essere particolarmente sensibile all’argomento del matrimonio per essere razionale e obiettiva?

    Aisling lo guardò fisso negli occhi chiedendosi come potessero essere dolci e sensuali nello stesso tempo, poi si sarebbe presa a calci.

    Smettila, s’impose in una sorta di disperazione. Smettila di fantasticare su di lui. D’accordo, i suoi occhi sono fantastici. E anche il viso, e il corpo. E quel sorriso... Tutto in lui era fantastico, persino la lieve arroganza che esibiva con noncuranza. È un playboy multimilionario, assolutamente fuori dalla tua portata. Svegliati, Aisling.

    «Pensavo che i romani lo vedessero piuttosto come una chiostra di denti falsi» osservò fredda.

    Gianluca sbottò in una risata mentre le indicava la sedia di fronte a sé. Apprezzava molto il suo lavoro e, con una certa riluttanza, anche la sua risposta pronta.

    Non aveva previsto di affidare a una donna quella mansione d’importanza fondamentale di cacciatore di teste nell’ambito della sua vasta catena di alberghi, ma lei era stata la candidata migliore. Eppure Aisling Armstrong era l’antitesi di ciò che chiedeva a una donna.

    Di poche parole, gli occhi gelidi, era così priva di senso dell’umorismo! D’accordo, le ciglia erano scure e folte, ma non si rendeva conto che un minimo di trucco aumenta il fascino anche della donna più affascinante? Non che qualcuno si sognasse di inserire la glaciale signorina Armstrong in quella categoria. Si chiedeva spesso perché sacrificasse i capelli in quell’acconciatura severa, tutti tirati all’indietro da far sembrare la testa come l’elmetto di un centurione.

    Come ci si può aspettare che una donna del genere si comporti come una donna?, si ritrovò a domandarsi.

    «Paragoni quest’opera d’arte a una dentiera?» domandò scuotendo il capo, simulando costernazione. «Ah, da buon italiano, preferisco la versione più romantica.»

    Aisling non reagì. Sospettava che Palladio facesse un po’ di confusione tra il romanticismo e il sesso. «Non ho riflettuto molto in proposito.»

    «No? Eppure ogni donna sogna la torta nuziale e l’abito che indosserà quel giorno. Non è forse il sogno di tutte le adolescenti?»

    Ovvio che fosse così, se era lui l’oggetto dei loro sogni, anche se era insopportabilmente arrogante! E così dannatamente affascinante. E non era forse questo che la metteva a disagio... che lei... la razionale Aisling Armstrong fosse attratta da un individuo con uno charme così scontato?

    «Non in questo secolo» ribatté gelida. «Anzi, molte donne si riterrebbero offese dalla tua convinzione che la mente sia focalizzata sul matrimonio, quando ci sono tante altre cose importanti su cui riflettere.»

    «E tu appartieni a questa categoria? Ti ho offeso, Aisling?»

    Lei scosse il capo. «Assolutamente no. Sei libero di esprimere l’opinione che vuoi, per quanto sorpassata sia. Sono molto tollerante nei confronti dei modi di pensare antiquati, dovresti saperlo.»

    Gianluca rise di nuovo. Per la verità era annoiato e la prospettiva di una battaglia verbale con quella donna che sembrava una bibliotecaria lo divertiva.

    Indicò il vassoio con il caffè che una segretaria aveva posato sulla scrivania.

    «Siedi, e prendiamo il caffè insieme.»

    «Grazie» rispose Aisling, rimpiangendo di non potersi sottrarre all’invito. Se Palladio desiderava prendere il caffè con lei, doveva accettare.

    «Vediamo...» riprese Gianluca. «Senza latte e senza zucchero, vero?»

    Aisling arcuò un sopracciglio. «Incredibile che te ne ricordi.»

    «Ricordo diverse cose» mormorò lui, «soprattutto quando riguardano donne tanto riservate sulla propria vita.»

    «Ti assicuro che non sono per niente riservata, Gianluca» ribatté Aisling, «penso soltanto che sia irrilevante.»

    Palladio versò il caffè. «Non sai che gli uomini impazziscono per una donna enigmatica?»

    «No, non lo so.» Prese il caffè con una mano che si augurò riuscisse a mantenere ferma, poi ne bevve un sorso. Questa era la parte del suo lavoro che non le andava bene. Preferiva muoversi dietro le quinte, in tutta serenità.

    Un’accurata ricerca di dipendenti adatti, le conseguenti interviste per individuare il carattere del potenziale candidato prescelto... ma questa... questa socializzazione con un uomo che non avrebbe mai immaginato di frequentare, che trovava così dannatamente attraente... be’, le riusciva molto difficile.

    La sera precedente, al fantastico party che lui aveva offerto per l’inaugurazione del sontuoso albergo a Roma, era riuscita a mantenere una certa distanza.

    Gianluca Palladio era circondato da politici e magnati dell’industria, che nutrivano anche la segreta speranza di attrarre l’attenzione di qualcuna delle donne stupende che facevano cerchio intorno a lui.

    Aisling aveva trascorso l’intera serata ringraziando i collaboratori che si erano dati da fare con lei per la riuscita del progetto e che spesso erano dimenticati.

    Avendo vissuto nell’anonimato, si identificava con loro più di chiunque altro. Tuttavia sapeva che era anche una buona pubblicità, perché se qualcuno di loro fosse andato in Inghilterra a cercare lavoro si sarebbe rivolto a lei, l’unico nome che ricordava...

    Invece in quel momento non c’era modo di sfuggirgli, e non poteva far altro che guardare quel viso bellissimo e quegli occhi che sembravano deriderla. Scivolando sulla sedia di fronte a lui sorseggiò lentamente il caffè, ripensando al giorno in cui era stata ingaggiata da Gianluca, come se fosse ieri.

    Circa due anni prima... come fugge il tempo... Era il giorno del suo ventottesimo compleanno, terribilmente prossimo alla pietra miliare dei trenta e, inevitabilmente, si era guardata alle spalle rimpiangendo tutte le opportunità perdute e le porte definitivamente chiuse.

    Aveva rifiutato di focalizzare l’attenzione sul fatto che avrebbe trascorso la serata con amici che, a differenza di lei troppo dedita al lavoro, si trovavano nei vari stadi di un impegno sentimentale. Era stato uno shock la consapevolezza che nella sua vita non ci fosse nessuno che realmente contava.

    Oh, aveva diversi amici, colleghi, vicini di casa che conosceva bene. Ma questo era quanto. Non c’era nessuno di speciale.

    Ricordava di essere rimasta davanti allo specchio alla ricerca di rughe immaginarie, chiedendosi se il suo destino fosse quello della donna single in carriera e se non fosse la strada migliore. Eppure anche le donne che sapeva tiranneggiate da mariti pieni di pretese e da figli capricciosi sembravano abbastanza serene.

    E poi era andata in ufficio e aveva ricevuto una telefonata da una delle segretarie di Gianluca. Pareva che un cliente avesse raccomandato proprio lei al multimilionario italiano che aveva una collaborazione da proporle.

    Le sarebbe piaciuto lavorare per il signor Palladio? Trovargli un direttore generale per la nuova catena di alberghi di Londra?

    All’inizio non le era parso vero perché era proprio il tipo di lavoro che aveva sempre sognato.

    Aveva lavorato sodo in attesa di un’opportunità del genere e il contratto con Palladio le dimostrava che ne era valsa la pena.

    Si era ritenuta la persona più fortunata del mondo, ma poi aveva incontrato Gianluca Palladio ed era accaduto qualcosa di inesplicabile e imprevisto. Il cuore aveva dato un balzo inatteso e le gambe parevano cedere. Sintomi di amore o di attrazione, qualsiasi cosa fossero, di cui lei aveva sentito parlare, ma di cui non aveva esperienza diretta.

    L’istinto le suggeriva cautela. Il presidente della Palladio Corporation avrebbe portato guai di un tipo che non le era molto chiaro. Non soltanto perché Gianluca era disgustosamente ricco e incredibilmente affascinante, ma anche perché nessuna persona sana di mente mischia il lavoro col piacere. E qualcosa in lui... la spaventava.

    Il modo in cui ti guardava. Quegli occhi scuri, lo sguardo pigro che analizzava ogni millimetro del tuo corpo

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