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Non era il mio cane
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Non era il mio cane

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About this ebook

Il protagonista di questo racconto è un piccolo cane nero, tutto pelo, senza regole e senza qualcuno che si prenda adeguatamente cura di lui. Un cucciolo affidato a un vecchio e a una badante, dalle caratteristiche e dal passato particolari.

Narra la storia del legame che si può creare con un cane che, per dare e ricevere affetto, ti si avvicini alla ricerca di un amico, felice di farti le feste e di leccarti le mani e altrettanto felice di ricevere in cambio amore e carezze.

Un giorno quel piccolo cane, scomparve misteriosamente senza lasciare traccia.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJul 21, 2020
ISBN9788831684064
Non era il mio cane

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    Non era il mio cane - Gabriella Marchi

    più.

    CAPITOLO I

    «Non possiamo tenere un cane.Ha bisogno di spazio e noi abitiamo in un condominio e poi siamo fuori tutto il giorno!» Questa era la mia consueta risposta alla piccola Sara ogni volta che, rientrando a casa, la sera, chiedeva: «Mamma prendiamo un cane?»

    Sara, non avendo un fratello o una sorella con cui giocare, già dai suoi primi passi, espresse il desiderio di un cagnolino con il quale condividere il suo affetto, i suoi giochi, le sue corse.

    Quando nonno Dino, all'uscita dell'asilo, la riaccompagnava a casa, facendola sedere sul seggiolino della bicicletta, lei gli chiedeva un panino al prosciutto o la brioche per una merenda a tre. Per la piccola Sara divenne una consuetudine dividere un panino con Bobi. Il cane sembrava fiutare il loro arrivo.Correva a infilare il muso tra le sbarre del cancello della villa del dottore, per il quale il nonno lavorava come giardiniere. Bobi era sempre pronto a ricevere sia il panino che le loro carezze. Le ricambiava leccando loro le mani.

    Una volta a casa del nonno, la gattina Talmigina, in attesa della sua razione di bocconcini, li accoglieva facendo le fusa.

    Un giorno, al rientro da una fiera paesana, dopo aver fatto diversi giri sul cavalluccio della giostra del luna park e mangiato lo zucchero filato, Sara tornò a casa felice con un pesciolino rosso, vinto da Alex.

    Il pesciolino fu collocato in una brocca, sul ripiano della cucina. Quotidianamente, Sara si occupava di sfamarlo con il mangime e gli cambiava l'acqua. Una sera, rincasando, trovò il pesce rosso stecchito sul pavimento, a causa di un suo balzo troppo ardito fuori della brocca. Con un visetto triste e gli occhi imploranti chiese: «Prendiamo un cane? Anche piccolo che non sporchi.Ci penserò io a portarlo fuori!» La risposta fu sempre la stessa: «Siamo fuori tutto il giorno. Abitiamo in un condominio e non possiamo lasciarlo da solo».

    Per rimediare in qualche modo alla perdita del pesce rosso, Alex portò a casa un vero e proprio acquario, con tanto di depuratore, fondo marino con piante acquatiche e pesci colorati di varie specie.Era munito di un'apposita celletta per la nascita dei i pesciolini, da tenere separati dai pesci più grossi che li avrebbero certamente divorati.

    A ogni suo rientro a casa, Sara controllava che nell'acquario ci fossero tutti i pesci, soprattutto dopo che erano nati i piccolini, simili a minuscole luci. Ne seguì, rapita, tutte le fasi della nascita.

    Nonostante le precauzioni adottate per la loro salvaguardia, una sera, al suo rientro, trovò una brutta sorpresa. Singhiozzando, si precipitò in cucina: «Mamma, la vaschetta si è rovesciata e i pesciolini non ci sono più».

    La mattina seguente, mia figlia era così affranta per l'accaduto che, quando si presentò in classe, le insegnanti pensarono che fosse avvenuta qualche disgrazia in famiglia.

    Alex, per la promozione di Sara, volle farle il regalo che tanto desiderava: un bellissimo cucciolo di cane. Mio marito è un grande amante degli animali. Prima del matrimonio viveva con i suoi genitori in una casa provvista di un cortiletto. Ebbe quindi modo di crescere insieme a dei cani.

    Accogliemmo quel cucciolo come se fosse un nuovo membro della nostra famiglia.

    Terminato l'anno scolastico, fu tempo di vacanze. Prima di partire, si rese necessaria la registrazione del cane presso l'ufficio del Comune per il rilascio della medaglietta. Le impiegate, conquistate dalla sua vivacità e tenerezza, lo riempirono di complimenti.

    Intraprendemmo il viaggio alla volta del campeggio, con roulotte al seguito e forniti del necessario per affrontare quella nuova esperienza in compagnia del nostro Ronny.

    Durante il viaggio, Ronny rimase ai piedi di Sara per tutto il tragitto. Effettuammo frequenti soste presso le aree di servizio per provvedere alle sue necessità,perché potesse sgranchirsi le zampe e dissetarsi. Alla fine del viaggio, era già parte integrante della nostra famiglia.

    Gli preparammo una brandina per la notte, nella veranda della roulotte. Durante le traversate in mare con il gommone, mentre Alex si immergeva con le bombole da sub, Ronny, affacciato al bordo,con il muso a pelo dell'acqua, abbaiando alle onde del mare, attendeva di vederlo riemergere. Al suo ritorno, gli rivolgeva uno sguardo adorante scodinzolando allegramente. Come un compagno fedele, amava starci sempre accanto, sia in mare che sulla spiaggia, dove si scrollava il pelo dall'acqua marina.

    Sara sviluppò un rapporto quasi simbiotico con il suo cane che crebbe a vista d'occhio, rivelando un'indole molto vivace.Una sera, Alex, indaffarato a disporre la carbonella sul braciere del barbecue, non si accorse che Ronny si era appropriato di una fila di salsicce. Sara, invece, sì. «Papà, papà, Ronny ti ha rubato le salsicce!»

    Le rispose, ottimisticamente: «Adesso vado a riprenderlo!» Addio salsicce! Non furono più recuperabili.

    Non fu un episodio isolato. Ronny era irrefrenabile. Sulla spiaggia, Alex approntò per lui una specie di tenda con un telo da mare, affinché rimanesse appartato e all'ombra. Agganciò una lunga corda al suo collare e la fissò tra i sassi.

    Poco dopo, Ronny divelse la corda e si mise a correre all'impazzata per tutta la spiaggia trascinandosi dietro un asciugamano sfilato dalla sedia a sdraio di un bagnante.

    Nonostante le sue marachelle, però, era un cane veramente adorabile e affettuoso.

    Durante la vacanza cambiò dentatura.Per agevolare la caduta dei denti da latte, rose completamente il bordo della veranda riducendolo a un colabrodo.

    Al termine delle ferie, io e mio marito riprendemmo a lavorare. Fortunatamente Sara aveva ancora del tempo a disposizione prima di tornare a scuola e, così, potè proseguire la vacanza nella casa di campagna con i nonni e il suo cane.

    Il nonno fu lieto di occuparsi, oltre che della sua adorata nipotina, anche del cane, per il quale costruì una cuccia ricavata da una botte di legno, che collocò subito fuori della porta, nel giardinetto.Ronny, anzichè entrarci, vi si accovacciò sopra. Durante il giorno faceva lunghe

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