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Il gioco del greco (eLit): eLit
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Il gioco del greco (eLit): eLit

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About this ebook

Makricosta Dynasty 2
Ricco, potente, sposato con una donna splendida, Gideon Vozaras ha tutto ciò che un uomo può desiderare. Peccato che la sua vita sia perfetta solo in apparenza.
Dopo anni passati a nascondere la verità dietro uno splendida sorriso, Adara ha raggiunto un punto di non ritorno: della passione iniziale fra lei e il marito è rimasto solo il ricordo.
Gideon non può affrontare lo scandalo che un divorzio come il loro comporterebbe, ma può mettere in pratica la lezione che la vita gli ha insegnato: difendere ciò che gli appartiene a qualunque costo, anche giocando sporco.
LanguageItaliano
Release dateJul 1, 2020
ISBN9788830515055
Il gioco del greco (eLit): eLit
Author

Dani Collins

Dani Collins ha scoperto la letteratura rosa alle scuole superiori e ha immediatamente capito che cosa avrebbe voluto fare da grande.Dopo aver sposato il suo primo amore, ha cominciato a cercare la propria strada nel mondo dell'editoria, non rinunciando al suo sogno di fronte ai primi ostacoli, così due figli e due decenni dopo l'ha finalmente trovata grazie a un concorso per nuove autrici.Quando non è immersa nella scrittura, chiusa nel proprio fortino come i suoi famigliari chiamano il suo studio, Dani occupa il tempo scarrozzando i propri figli da un'attività all'altra oppure con un po' di giardinaggio.Visita il suo sito www.danicollins.com

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    Il gioco del greco (eLit) - Dani Collins

    Immagine di copertina:

    amriphoto / E+ / Getty Images

    Gatsi / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    More than a Convenient Marriage?

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2013 Dani Collins

    Traduzione di Leonora Sioli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-505-5

    1

    Gideon Vozaras dovette fare appello a tutto il proprio autocontrollo per non schiacciare il piede sull’acceleratore mentre seguiva l’auto noleggiata lungo le stradine dell’isola. Quando l’altra macchina si fermò davanti all’imponente cancello di una tenuta, lui parcheggiò lungo il ciglio della strada a una certa distanza, quindi rimase seduto al volante per accertarsi di non essere stato visto. Peccato che appena spense il motore, si spense anche l’aria condizionata e si sentì piombare addosso un caldo soffocante. Benvenuto all’inferno!

    Detestava la Grecia, oltretutto, secondo le previsioni, quella sarebbe stata una giornata con un caldo da record. Il sole, in effetti, splendeva in un cielo terso e non erano ancora le dieci di mattina. Il clima, comunque, era l’ultima delle sue preoccupazioni.

    Tornò dunque a concentrarsi sull’auto parcheggiata fuori da quell’enorme cancello. Osservò con attenzione la donna alla guida che ne discese con grazia per poi restare qualche attimo immobile a guardare l’ingresso della proprietà. Le sue spalle si alzarono e si abbassarono, come se avesse avuto bisogno di respirare a fondo per farsi coraggio prima di entrare.

    Appena la vide muovere il primo passo, Gideon saltò giù dall’auto e la seguì, sentendo la rabbia montare man mano che procedeva.

    Avrebbe tanto voluto credere che quella donna non fosse sua moglie, ma non c’erano dubbi. Adara Vozaras era inconfondibile. Perlomeno, lo era per lui. Certo le infradito, i jeans sopra il ginocchio, il top senza maniche e i due codini avrebbero potuto trarlo in inganno, considerando che Adara si vestiva sempre in maniera elegante e formale. Lui però conosceva troppo bene quel fisico per lasciarsi confondere. Conosceva troppo bene la reazione che quel corpo sinuoso riusciva a scatenargli. Lei era la sola donna in grado di fargli perdere la testa. In effetti l’attrazione che provava nei suoi confronti era sempre stata la sua croce. E adesso lo era più che mai, data la situazione.

    Passerò la settimana da mia madre.

    Già, peccato che quella non fosse la casa di sua madre!

    Fermandosi accanto alla sua auto, notò una cartina dell’isola appoggiata sul sedile del passeggero. Il logo nell’angolo era quello dell’albergo in cui gli era stato detto che lei aveva prenotato una camera. E ora che cosa ci faceva lì? Voleva dire al suo amante dove si sarebbero incontrati? Era per questo che stava camminando con passo sicuro lungo il viale che portava alla lussuosa villa di quell’uomo?

    Gideon strinse i pugni nervosamente. Non era povero. E aveva smesso di invidiare gli uomini ricchi da tempo, vale a dire da quando lui stesso lo era diventato. Eppure provò un opprimente senso di inferiorità guardando quella maestosa tenuta, che comprendeva enormi vigneti e aranceti. La villa di pietra, a tre piani, con delle torrette che sorgevano su ogni angolo, sembrava un raffinato palazzo inglese, più che una casa di campagna di un’isola greca. Dovevano esserci almeno venti stanze. Insomma, non c’erano dubbi sul fatto che il padrone di casa fosse un uomo smodatamente ricco.

    Non che Adara avesse bisogno di un uomo ricco. Era cresciuta in una famiglia benestante e ora aveva lei stessa una vera e propria fortuna, oltre a possedere metà del patrimonio di Gideon.

    Per quale ragione, dunque, era attratta da quell’uomo?

    Per il sesso?

    Gideon sentì un brivido lungo la schiena a questo pensiero. Era per questo che lo respingeva da settimane? Respirò a fondo, cercando di tenere a bada la rabbia.

    Pur avendo timore di ciò che avrebbe potuto vedere, tornò a osservare Adara, che ora stava parlando con un giardiniere.

    Il sole bollente lo stava facendo sudare. Sentiva un fastidioso rigagnolo che gli scivolava lungo la spina dorsale.

    Erano arrivati presto quella mattina. Adara aveva raggiunto l’isola su un traghetto e lui l’aveva seguita su un motoscafo, dopodiché era cominciato l’inseguimento in auto.

    E pensare che non avrebbe scoperto nulla se il loro agente di viaggi non gli avesse telefonato per sbaglio, esattamente trentasei ore prima. Venire a sapere che Adara gli aveva mentito era stato uno shock, tuttavia Gideon non si era lasciato sopraffare dal panico e, inventando di voler raggiungere la moglie per farle una bella sorpresa, in pochi secondi era riuscito a farsi dare tutti i dettagli del viaggio clandestino di Adara.

    Be’, non proprio tutti. Non era riuscito a capire, infatti, chi fosse venuta a trovare sua moglie e dove avesse conosciuto l’uomo misterioso.

    Perché gli stava facendo questo quando lui le aveva sempre dato tutto ciò che lei gli aveva chiesto?

    Vide Adara chinare leggermente il capo con fare sconfortato.

    Ah! L’idiota non era a casa.

    Provando una cupa soddisfazione, Gideon incrociò le braccia sul petto e aspettò sua moglie.

    Adara si guardò intorno per ammirare lo splendido paesaggio che la circondava. Prati ben curati, ampi vigneti e, in fondo, un’incantevole spiaggia di sabbia bianca.

    Era il posto più bello che avesse mai visto in vita sua. L’aria profumava di salsedine, i colori erano vivi e l’atmosfera era elettrizzante. O forse era semplicemente lei che percepiva tutto in modo amplificato perché si sentiva finalmente piena di energie dopo settimane di ansia e depressione. Respirò a fondo per assaporare quel momento. Guardando verso l’orizzonte, dove le acque blu del Mediterraneo si incontravano con l’azzurro del cielo, si sentì pervadere da un intenso senso di pace.

    Non era così serena da... Da quando era piccola, probabilmente. Da quando era molto, molto piccola.

    Non sarebbe durato, però. Le bastò pensare a Gideon e alla sua assistente personale, infatti, per sentirsi sprofondare di nuovo nel baratro.

    No, si disse. Non voleva pensarci. Quella settimana era tutta per lei. E per suo fratello. Sperando che lui tornasse presto. Il giardiniere le aveva detto che sarebbe stato via qualche giorno. Dalle ricerche che lei aveva fatto, Nico sarebbe dovuto restare sull’isola tutta la settimana, ma a quanto pareva aveva cambiato programma.

    Avrebbe potuto chiamarlo solo che, essendo passati molti anni, non era sicura che lui la riconoscesse o che volesse sentirla. Nico non l’aveva mai cercata.

    Se si fosse rifiutato di parlarle... Adara sentì un nodo alla gola a questo pensiero.

    Desiderava solo vederlo, guardarlo negli occhi per capire perché non era mai tornato a casa e non aveva più voluto parlare né con lei, né con i loro fratelli più piccoli.

    Prese un altro respiro e si incamminò a capo chino verso l’auto. Le dispiaceva di non avere trovato Nico. Non che avesse programmato di piombare in casa sua senza nemmeno avvertirlo, solo che quando era arrivata in albergo le avevano detto che la camera non era ancora pronta, quindi aveva pensato di fare un giro per vedere dove fosse la tenuta. Poi aveva trovato il cancello aperto e...

    «Il tuo amante non è casa?»

    Riconoscendo quella voce familiare, Adara sentì il cuore fermarsi. Alzò lo sguardo di scatto e quando lo vide, più affascinante che mai, provò nei suoi confronti la solita, incontrollabile, disarmante attrazione di sempre.

    I lineamenti decisi gli conferivano un’aria virile, un po’ misteriosa. Sorrideva di rado, anche perché non aveva bisogno di fare moine per attirare l’attenzione, visto che possedeva un tale carisma che gli bastava entrare in una stanza per far calare il silenzio.

    Aveva sempre pensato a lui come a un purosangue, esteriormente inflessibile e disciplinato, interiormente dotato di un’energia così vigorosa che avrebbe travolto chiunque se fosse esplosa.

    Inoltre era senza dubbio un uomo pieno di risorse. Altrimenti non sarebbe riuscito a trovarla, considerando che lei aveva fatto di tutto perché la sua destinazione rimanesse strettamente confidenziale.

    Per fortuna era sempre stata brava a nascondere le proprie emozioni, altrimenti lui si sarebbe reso conto di quanto lo trovava attraente.

    «Che cosa ci fai qui?» gli domandò infatti senza scomporsi. «Lexi mi aveva detto che saresti stato in Cile.»

    Ricordava alla perfezione le parole che aveva usato Lexi e il suo tono compassionevole mentre doveva averla considerata la donna più patetica del mondo: la moglie tradita che non solo non era stata in grado di dare dei figli al marito, ma che ormai non sapeva più nemmeno soddisfarlo sessualmente. Adara avrebbe voluto prenderla a schiaffi.

    «Sono io, in realtà, che dovrei rivolgerti la stessa domanda» reagì Gideon.

    Adara non aveva mai avuto paura di lui, non fisicamente perlomeno, non nel modo in cui aveva avuto timore del proprio padre. A un certo punto, però, Gideon aveva sviluppato la capacità di ferirla con un semplice sguardo, con un gesto, senza neanche rendersene conto, e questo sì le faceva paura.

    Aveva imparato a tenergli testa usando la buona educazione e la freddezza come armi di difesa, non lasciandosi mai andare completamente con lui, nemmeno nell’intimità, per non essere vulnerabile. Ora, però, sentiva di avere bisogno di un’armatura più forte, più resistente.

    Era venuta in Grecia per risolvere una questione privata, senza farne parola con nessuno poiché sapeva che le probabilità di fallimento erano molto elevate. E l’ultima persona al mondo con cui voleva confidarsi era Gideon.

    «Sono qui per ragioni personali» gli spiegò con tono sprezzante, facendogli capire che non intendeva proseguire quella conversazione e sapendo che lui non avrebbe insistito.

    Del resto era sempre così. Quando lei gli parlava, Gideon si limitava ad annuire con fare educato, dimostrandole di non provare nessun interesse per ciò che le accadeva. La sua indifferenza le faceva male, doveva ammetterlo, ma in fondo preferiva essere ignorata piuttosto che criticata e umiliata.

    E lei, a ogni modo, non era mai stata da meno. Quando si rendeva conto che Gideon non aveva voglia di parlare, lasciava cadere il discorso. Come in effetti intendeva fare anche questa volta, evitando di porgli una seconda volta la domanda a cui lui non aveva risposto, anche se moriva dalla voglia di scoprire come aveva fatto a trovarla e perché l’aveva seguita.

    «Sì, mi rendo conto di quanto sia personale la questione» osservò Gideon con tono stizzito. «Chi è lui?»

    Come? Adara sentì il cuore fermarsi. Non era da Gideon reagire in quel modo. Lui si arrabbiava di rado, e ancora più di rado dimostrava di esserlo. Il suo tono accusatorio, dunque, la colse di sorpresa.

    Oltretutto era assurdo che proprio lui che aveva una relazione con la propria assistente, l’avesse seguita fino in Grecia per accusarla di averlo tradito!

    Adara tuttavia non si lasciò sopraffare dalla rabbia e gli rispose con fare pacato. «Lui ha una moglie e un bambino appena nato.»

    Gideon diventò ancora più sarcastico. «Non ti bastava agire alle spalle di una donna, avevi bisogno di rovinare anche la vita di un bambino?»

    Questa poi! Da quando gli importava dei bambini?

    Adara sentì un nodo alla gola, e fece una gran fatica a parlare senza lasciarsi sopraffare dalla rabbia. «Come ti ho già spiegato, Lexi mi aveva assicurato che avevi degli impegni in Cile. Andremo a Valparaiso mi ha detto. "Alloggeremo nella suite della famiglia al Makricosta Grand Hotel."» E poi aggiunse qualcosa che Lexi non aveva detto, ma che era stato abbastanza

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