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La nuova Europa di Napoleone
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La nuova Europa di Napoleone

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“Napoleone” e subito si pensa al condottiero, ma lui ha fatto molto anche nel settore delle riforme: ha concepito una scuola obbligatoria e laica; il codice civile; la laicità delle istituzioni; l'ammissione della proprietà privata; la libertà religiosa, ponendo fine ai retaggi del feudalesimo. Eppure, si è lasciato irretire da una visione geopolitica velleitaria che lo ha portato a gravi errori di valutazione.
“La nuova Europa di Napoleone” evidenzia alcuni passaggi che avrebbero cambiato la storia. I matrimoni erano occasioni per futuri rapporti politici e col loro supporto avrebbe potuto raggiungere un'alleanza tra Francia, Russia e Inghilterra, dando scacco matto alla Germania e all'impero Austro-Ungarico. Questi tre stati alleati potevano essere lo zoccolo di una nascente Confederazione Europea. Il Congresso di Vienna, dopo Waterloo, decise un ritorno alla Restaurazione, rimettendo sui troni le stesse dinastie, creando gravi condizioni di povertà ed un senso di nazionalismo, degenerato in regimi autoritari con matrici ideologiche diverse, premessa delle due guerre mondiali. Napoleone è stato vicinissimo alla realizzazione di quell'Europa che è ancora in fase di costruzione.
LanguageItaliano
Release dateJul 2, 2020
ISBN9788869632389
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    La nuova Europa di Napoleone - Fausto Davoli

    Fausto Davoli

    LA NUOVA EUROPA

    DI NAPOLEONE

    Elison Publishing

    Indice

    INTRODUZIONE

    PROLOGO

    PRIMA PARTE

    SECONDA PARTE

    CONCLUSIONI

    Proprietà letteraria riservata

    © 2020 Elison Publishing

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Elison Publishing

    Via Milano 44

    73051 Novoli (LE)

    ISBN 9788869632389

    INTRODUZIONE

    Sento personalmente il dovere di dare una spiegazione del perché ho scritto questo saggio di fantasia storica, incentrato sulla figura di Napoleone. Io non sono infatti né uno storico né un ricercatore e nella vita ho fatto tutt'altro.

    Ma mai come in questo periodo sento parlare di Europa, che vedo tratteggiare con colori molto diversi, spesso pieni di chiaroscuri, a seconda degli organi di informazione coinvolti. Comprendo bene i motivi di questo continuo aggiornamento: da un lato la vicenda Brexit che saluta con un addio o forse, meno pessimisticamente, con un arrivederci la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea e dall'altro un gruppo di politici, appartenenti a diversi stati europei, che si definiscono antieuropeisti e che di conseguenza tendono a privilegiare la propria sovranità nazionale rispetto ad una confederazione continentale. Non fa parte degli obiettivi di questo approfondimento dire o dimostrare chi ha torto o ragione.

    Personalmente sono convinto della necessità di una Europa forte, che riesca a tenere bene uniti e saldi gli stati membri, aiutandoli nella loro crescita sociale ed economica: non dimentichiamoci che le grandi civiltà del passato, greca e romana, hanno un marchio europeo e quindi troverei logico pensare che anche in futuro il nostro continente mostrasse quelle caratteristiche che lo hanno contraddistinto nei secoli scorsi. Ma una Europa forte passa attraverso l'educazione dei popoli e la loro conoscenza reciproca, nel pieno rispetto delle tradizioni e delle culture differenti. Ogni nazione dovrebbe sentirsi onorata di fare parte di una Confederazione di questo tipo e non dovrebbe più sentirsi sola: un mio problema non è solo mio, bensì è un problema da condividere con gli altri e va risolto insieme in modo soddisfacente per tutti.

    Questo è stato lo start up che mi ha fatto venire alla mente Napoleone. Duecento anni fa lui aveva conquistato gran parte dell'Europa ed era vicino ad una soluzione continentale: purtroppo la sua natura di uomo da campo di battaglia, di generale predisposto alla guerra, gli ha fatto dimenticare altre possibili soluzioni strategiche che si potevano raggiungere con la diplomazia e non con le armi. Anche lui nel 1800 si è scontrato col problema dell'Inghilterra e poi col tema della Russia. Era quella degli zar e non quella uscita dalla Rivoluzione di Ottobre, ma era pur sempre quel grande Stato a cavallo tra Europa e Asia, tra Occidente e Oriente.

    Dopo una Prima Parte nel testo dove si sottolineano aspetti importanti della sua vita dalla adolescenza fino ad arrivare alla sua incoronazione, segue una Seconda Parte dove sono evidenziati episodi significativi della storia napoleonica, con particolare attenzione a quelle sconfitte che lo hanno poi relegato nell'isola di Sant'Elena. Segue ora un breve prologo dove si fa un salto di natura onirica e si immagina in modo fantascientifico un suo ritorno e un diverso approccio, nelle circostanze più critiche, a quei temi dove le decisioni prese lo hanno condannato.

    PROLOGO

    La storia di Napoleone è quella di un semplice tenente di artiglieria che in 10 anni è riuscito a diventare uno dei più potenti leader d’Europa. Dopo il colpo di Stato del 9 novembre 1799, si impadronì del potere, consolidando le conquiste della Rivoluzione francese con l'introduzione del Codice di Diritto Civile (e cioè l'organica normativa che segnerà l’uguaglianza giuridica dei cittadini di fronte alla legge, sancirà la libertà religiosa, il diritto di proprietà privata e la laicità dello stato, ponendo fine ai retaggi dell'ancién regime, del feudalesimo e dell'assolutismo). L'imperatore dei francesi era un uomo che voleva cambiare la storia, era un soldato abbagliato dai suoi successi militari e convinto che la guerra si vincesse solo sui campi di battaglia, con una chiara mentalità di militare combattente che a volte lo ha condizionato in scelte strategiche importanti.

    Ma di fronte alla statuarietà della immagine storica di Napoleone non si ha alcun diritto di emettere dei giudizi. Complice la sua indomabile ambizione, ha generato una propria visione geopolitica velleitaria ed utopistica che lo ha poi portato anche a errori di valutazione riguardo a navigati statisti. Sì, perché l'uomo che per primo nell'evo moderno aveva avuto a disposizione la più grande potenza militare mai vista in Europa, alla fine difettava di quella prospezione politologica che gli avrebbe permesso di comprendere le dinamiche sovranazionali e la complessità di quei sistemi sotterranei che sostengono i rapporti di forza tra gli Stati.

    Proprio però per l'unicità e la grandezza dell'uomo in questione, ci sono delle forze soprannaturali, come in un film di fantascienza, scientifiche o divine, che decidono di concedere a Napoleone Bonaparte una seconda possibilità.

    A partire dall'anno 1800, anno della sua ascesa al potere, gli consentono di riscrivere e personalizzare la sua storia in termini differenti da quelli realizzati nel primo tempo della sua esistenza. Sarà interessante vedere come la sua tenace resistenza, istintiva prima che razionale, e la sua ostinata determinazione a battersi, riusciranno a coniugarsi con una visione continentale e politica di un contesto che non è solo militare. È evidente che con l'anno 1800 la Francia e l'Europa sono ora di fronte ad un fatto nuovo: il bonapartismo che fa tremare tutti i troni d'Europa. Napoleone è contemporaneamente infatti sia l'affossatore che l'erede della Rivoluzione, l'uomo che limita delle libertà appena conquistate dai francesi e insieme quello che per la prima volta porta in Europa quelle stesse parole, ma sulla punta della baionetta. La sua politica espansiva venne definita doppia e cioè da un lato le annessioni, dall'altro la creazione di Stati fratelli di fatto assoggettati alla Francia.

    Ci si dovrebbe mettere dalla parte dei conquistati e chiederci se l'arrivo dei Francesi fu - tutto sommato - un bene, come dicono alcuni, o piuttosto una disgrazia, come pensano altri.

    È un discorso sempre complicato, perché è difficile mettere sul piatto della bilancia cose molto diverse tra di loro: da un lato una certa modernizzazione, dall'altro la rinuncia (almeno temporanea) ad una prospettiva di vera indipendenza; da un lato la rottura di una lunghissima stagnazione culturale, dall'altro il fastidio per la tendenza diffusa a saltare sul carro dei vincitori del momento; da un lato le riforme, dall'altro la rapina di beni ed opere d'arte o la tirannia doganale; e così via.

    Va certamente sottolineato un lato positivo di questo momento della nostra storia nazionale: perché alcune riforme (la liquidazione della rendita ecclesiastica e feudale; la diffusione del catasto; il codice civile) senza i Francesi non si sarebbero fatte, almeno dalle nostre parti. E perché anche il processo che porterà al Risorgimento e poi all'unità nazionale è partito da lì, da quelle persone che hanno visto arrivare i Francesi e hanno pensato - un po' a ragione, un po' a torto - che potesse cominciare così una pagina nuova.

    Ma noi, che abbiamo il privilegio di guardare le cose da lontano, e sapendo in anticipo come andranno a finire, possiamo vedere in questa potenza di Napoleone almeno due incrinature: due difficoltà o se volete due vendette della storia. Infatti l'avanzata degli eserciti francesi su tutto il continente, dalla Spagna alla Polonia, da Napoli alla Svezia, per un verso finisce per spingere tutta l'Europa - compresi i nemici della Francia - verso una rapida modernizzazione; e per l'altro contribuisce ad alimentare un nuovo fenomeno, culturale e politico insieme, che possiamo chiamare nazionalismo, e che molto peserà sulla storia successiva dell'Ottocento e poi - tragicamente - del Novecento.

    Tali questioni vanno poco d'accordo con il consolidamento dell'egemonia francese sull'Europa. Insomma, c'è una debolezza profonda, in questa contraddizione: un'egemonia europea che cerca di imporsi proprio nell'epoca in cui i sentimenti nazionali prendono forma e diventano una forza politica; un esercito liberatore che è anche, di fatto, un esercito occupante, ma contribuisce a mettere in circolazione quelle stesse idee - libertà, fratellanza, ecc. - che serviranno a combatterlo.

    PRIMA PARTE

    La vita di Napoleone (dalla nascita fino all'incoronazione)

    1. La Nascita e Immagini di famiglia 2.L'Infanzia 3. La Carriera Militare 4. La campagna d'Italia 5. Il Colpo di Stato 6. Il Consolato 7. L'Incoronazione a Imperatore 8. Un periodo di pace - Le riforme 9. Alcuni Pettegolezzi 10. Incredibile 11. Immagini Classiche

    1. La Nascita

    Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio, in Corsica, poco più di un anno dopo la stipula del Trattato di Versailles del 1768, con il quale la Repubblica di Genova lasciava mano libera alla Francia nell'isola, che fu così invasa dalle armate di Luigi XV e annessa al patrimonio personale del re.

    La famiglia Bonaparte apparteneva alla piccola borghesia còrsa e aveva forse lontane origini nobili toscane.

    Il padre di Napoleone, Carlo Maria Buonaparte (Napoleone cambiò il cognome in Bonaparte dopo la morte del padre, pochi giorni prima di sposare Giuseppina e partire per la campagna d'Italia, per renderlo più adatto alla lingua francese) avvocato, laureatosi all'Università di Pisa, aveva effettuato ricerche araldiche per ottenere presso i lontani parenti di San Miniato una patente di nobiltà che gli conferisse prestigio in Patria e gli permettesse di meglio provvedere all'istruzione dei figli. In realtà già nel suo atto di battesimo, redatto ad Ajaccio in lingua italiana, viene attestata la nobiltà della famiglia. Carlo Maria Bonaparte morì prematuramente a causa di un tumore allo stomaco, il 24 febbraio 1785, a Montpellier.

    La madre era Maria Letizia Ramolino, discendente da nobili toscani e lombardi; al momento del matrimonio, il 2 giugno 1764, aveva 14 anni, mentre il marito ne aveva 18. La coppia ebbe 13 figli, di cui solo otto sopravvissero: oltre Napoleone anche i fratelli Giuseppe, Luciano, Luigi e Girolamo; le sorelle Elisa, Paolina e Carolina. Lo stesso Napoleone disdegnò in più occasioni tali ascendenze illustri affermando che voleva essere fondatore e non discendente di tale nobiltà.

    I due genitori combatterono nella guerra fra i corsi e i francesi e Maria combatté anche quando era incinta di Napoleone, suo secondo figlio. Il 15 agosto 1769 durante la festa dell'assunzione si recò alla cattedrale di Ajaccio, al suo ritorno a casa, intorno a mezzogiorno si accasciò dando alla luce Napoleone. Venne battezzato un anno ed undici mesi dopo, il 21 luglio 1771.

    Immagini della famiglia di Napoleone

    … per dare un'idea dello stato sociale…

    La mamma di Napoleone: Maria Letizia Ramolino

    Il papà di Napoleone: Carlo Maria Buonaparte

    Fratelli e Sorelle di Napoleone

    Giuseppe                   Luigi

    Girolamo                            Luciano

    Elisa                                 Carolina

    Paulina

    2. L'Infanzia

    Napoleone da bambino.

    A cinque anni venne iscritto in un asilo d'infanzia in Francia, studiò con l'abate Recco per quattro anni, nei quali ricevette educazione anche dallo zio, l'arcidiacono Luciano. Fu grazie al titolo nobiliare ottenuto in Toscana che il padre Carlo poté iscriversi al Libro della nobiltà di Corsica, istituito dai francesi per consolidare la conquista dell'isola e, solo grazie a tale iscrizione, all'età di nove anni, il giovane Napoleone fu ammesso il 23 aprile 1779, sempre per iniziativa del padre, alla Scuola reale di Brienne-Le-Chateteau, nel nord della Francia, dove rimase fino al 17 ottobre 1784. Per migliorare il suo francese e prepararsi alla scuola, prima frequentò per quattro mesi il collegio di Autun, i suoi studi furono finanziati grazie a una borsa di studio di duemila franchi. Napoleone inizialmente non si considerava francese e si sentiva a disagio in un ambiente dove i suoi compagni di corso erano in massima parte provenienti dalle file dell'alta aristocrazia transalpina e lo prendevano in giro (l'accusa di essere straniero l'avrebbe perseguitato per tutta la vita). Nel frattempo il giovane Napoleone si dedicò con costanza agli studi, riuscendo particolarmente bene in matematica. Seguì le idee ateiste del collegio e lui stesso narrò che a 11 anni la sua fede vacillò. Grazie alla sua nascita in contesto italiano/toscano-corso, mantenne comunque un legame forte con la lingua e la cultura toscana/italiana.

    3. La Carriera Militare

    Dopo il giudizio positivo del cavaliere di Kéralio, il 22 settembre 1784 il suo successore gli concesse l'ammissione alla Regia Scuola Militare di Parigi. Nel 1785 tentò di passare in Marina ma in seguito all'annullamento degli esami d'ammissione di quell'anno, passò in Artiglieria, desideroso di abbandonare gli studi al più presto e dedicarsi alla carriera militare. Fra i suoi insegnanti figurava Gaspare Monge, creatore della Geometria Descrittiva. Ottenne quindi la nomina a sottotenente a soli 16 anni e fu distaccato, il 1º settembre 1785 presso un reggimento d'artiglieria di stanza a La Fere come sottoluogotenente, per assumere la luogotenenza, pochi mesi dopo, presso un reggimento di stanza a Valence nel sud-est della Francia. In quei tempi si innamorò prima di Caroline, figlia di Anna du Colombier e in seguito di Louise-Marie-Adelaide de Saint-Germain, ma in entrambi i casi venne rifiutato. La sua prima relazione fu con una prostituta. Nel 1787 tornò a Parigi, poi viaggiò in Corsica e infine raggiunse il reggimento ad Auxonne. A 23 anni diventa tenente colonnello della Guardia Nazionale. Ma intanto il giovane Napoleone continuava a detestare segretamente la Francia e i francesi e a coltivare la causa dell'indipendenza della Corsica.

    Napoleone da giovane

    Allo scoppio della rivoluzione nel 1789, Napoleone, ventenne e ormai ufficiale del re Luigi XVI, riuscì a ottenere una lunga licenza grazie alla quale poté ritornare al sicuro in Corsica. Una volta stabilitosi qui si unì al movimento rivoluzionario dell'isola assumendo il grado di tenente colonnello della Guardia Nazionale. Nel 1791 si innamorò di Manesca Pillet ma venne rifiutato, e dopo essere stato per alcuni mesi a Auxonne il 1º

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