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I Maestri: Come accedere al Cervello Quantico
I Maestri: Come accedere al Cervello Quantico
I Maestri: Come accedere al Cervello Quantico
Ebook640 pages7 hours

I Maestri: Come accedere al Cervello Quantico

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About this ebook

Quando ci si accosta alla Perfezione dell’Universo, si prova un senso di Smarrimento. Quella Perfezione è il Noi. Il Noi è lo spazio Multidimensionale del Cervello Quantico. Il Cervello Quantico è strumento di Anima. Anima è la Navicella Immortale che vive Oltre le Porte del Tempo. Anima s’incarna nell’Io, un “Io alla Volta”. Questo Libro è il Racconto del Viaggio della Liberazione di un Io, di molti Io che sono diventati consapevoli di Anima. Questo Libro è una Guida, una Mappa per l’Oltre.
“Caro Lettore – dicono i Maestri Vuoi finalmente giungere nel Luogo dove tutto è Possibile? Dove puoi Creare consapevolmente tutto ciò che Desideri davvero davvero? Noi ti aspettiamo solo un po’ più in là. Noi Siamo già Qui, nel tuo spazio Presente. Apri gli occhi del Cuore e del Cervello Quantico. Questo Libro ha attraversato i secoli, ha attraversato i Luoghi dell’Impossibile per Donarti una Mappa del Possibile, per aiutarti a realizzare Tutto ciò che Desideri. Benvenuto, ti aspettavamo.”
LanguageItaliano
Release dateJun 22, 2020
ISBN9788863655513
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    I Maestri - Claudia Righetti

    2020

    PARTE PRIMA

    INIZIA IL VIAGGIO

    CAPITOLO 1

    24 ottobre 2019

    1.1 APRIRE LE PORTE

    Conosco chi sono solo nel momento in cui esco allo scoperto e dichiaro chi sono sotto le stelle con gioia, Amore, consapevolezza e Desiderio di condivisione.

    Così Desidero aprire le porte della mia casa, caro lettore per te.

    La casa dove sono cresciuta. Dove continuo a crescere, la mia eterna casa. La mia casa immortale, Anima.

    Apro le porte di Anima a te, essere di luce che come me esisti da sempre, anche se ancora non lo sai, anche se ti accorgi solo Ora che è così.

    Anima non è una parola, Anima non è un concetto, Anima non è altro da te, Anima sei tu.

    Anima è la tua casa eterna e immortale. Anima è la custode delle tue vite, delle significative esperienze che hai vissuto attraversando i Mondi e i tempi.

    Anima è la tua guida, la tua luce, la tua rinnovata amica e amante.

    Questo Io che viaggia dentro Anima a cavallo tra i Mondi ti dà il benvenuto, con la speranza che il tuo viaggio, il tuo attraversamento dentro Anima mia, possa essere felice, leggero, importante.

    Un consiglio voglio darti: divertiti tanto lungo il viaggio, osservati mentre mi osservi, lascia che le mie stanze interiori possano far vibrare il tuo Io e la tua Anima, immergiti sorridendo dentro di me, Ora che mi sto immergendo commossa nelle tue frequenze, Ora che ti sei collegato a me leggendo queste parole.

    Con infinito Amore ed infinita riconoscenza,

    Anima

    1.2 ANIMA MUNDI… L’ANIMA COLLETTIVA

    Abbi il Coraggio di Conoscere.

    Rita Levi-Montalcini

    Esiste un Luogo misterioso nell’Universo, nei Multi Universi, un Luogo che è presente Dentro e fuori ad ogni essere vivente, è il Luogo dell’inesplorato, dove tutte le possibilità sono possibili, dove la scelta tra una possibilità e l’altra dura il tempo di un sospiro.

    Quel Luogo è attraversato da un filo di luce invisibile agli occhi della terza dimensione, ma visibile ad Anima perché in realtà è fatto della stessa sostanza di Anima: luce, onde, particelle, frequenze, Amore.

    Questo Luogo Noi lo chiamiamo Anima Mundi… l’Anima collettiva.

    Vogliamo Raccontarvi una storia con questo libro, la nostra storia.

    Noi qui siamo i Maestri e Claudia. Nello stesso tempo, nonostante Claudia sia un essere umano in carne ed ossa, qui per Noi è, quasi sempre, un Noi.

    Quindi in realtà questa storia è la storia di due Noi, Noi perché Maestri e il Noi Maestro di Claudia.

    Troverete lungo tutta la storia tante tantissime volte la specifica di chi siamo.

    Questo perché è assolutamente necessario comprenderlo molto bene.

    Perché ogni essere umano ci ha chiamato e ci chiama in modi differenti e ve lo diciamo all’ingresso di questa storia, non per anticiparvela, ma perché tra le tante cose interessanti che Raccontavano i Latini c’è n’è una fondamentale per Noi: Repetita iuvant, le cose ripetute aiutano, questo in generale. Nel nostro caso lo è ancora di più, perché in realtà, in questa nostra storia, verranno Raccontate tante cose nuove che ancora non si sanno e quelle che si crede di sapere verranno mostrate sotto una luce diversa, da un altro punto di vista, il nostro, che qui chiamiamo Anima Mundi.

    Questa locuzione latina Anima Mundi, oramai caduta nel calderone delle parole desuete, ha un significato molto profondo: Anima del Mondo.

    Gli Amati platonici utilizzavano questa locuzione per indicare la vitalità di Madre Natura nella sua essenza più intima, nella sua interezza e totalità.

    Vedere il Mondo come un unico indivisibile ed eterno organismo è semplice agli occhi dello Spirito, perché questa forma è solo la sua fotografia, è la sua immagine vista allo specchio. Negli ultimi secoli lo sguardo degli uomini si è abbassato notevolmente… Quanti di voi guardano il cielo come prima cosa al mattino?

    Quante volte siete andati a dormire senza salutare le stelle e madre luna, signora dei cieli notturni?

    Gli Amanti dell’ermetismo, veri e propri rivoluzionari, in punta di piedi lo fanno da lungo tempo…

    Ci auspichiamo che il nostro contributo possa aumentare le fila degli Amanti ermetici.

    Anima Mundi è l’Anima collettiva di tutti gli esseri viventi, quel filo invisibile che collega tutti i viventi di ogni Luogo e dimensione.

    1.3 AMORE…

    Amor, ch’a nullo amato amar perdona mi prese del costui piacer sì forte che, come vedi, ancor non m’abbandona…

    (Divina Commedia, Inferno, Canto V, v. 103)

    Amore…

    Un giorno un amico mi ha detto: «Se io avessi dovuto scrivere qualcosa sulla parola Amore, mi sarei soffermato tanto di più, anzi, ci ho scritto un intero libro».

    Eppure eh già!

    Già cosa?, direte.

    Già l’Amore…

    Mah…

    Eppure cosa significa?

    «Così!», direbbero molti romagnoli.

    Ci si sveglia una mattina e s’inizia a riflettere su quanto il Mondo fuori da Noi possa accogliere il nostro Mondo.

    Qual è il nostro Mondo?

    Il Mondo che viviamo Dentro!

    Ognuno di Noi ha un Mondo, un Mondo immenso e infinito.

    Sto parlando di quel Mondo che vive, viaggia, si muove dentro ognuno di Noi.

    Quel Mondo che ognuno di Noi vorrebbe che fosse chiaro anche al di fuori di Noi.

    Poi in mezzo…

    In mezzo cosa c’è?

    Tutto il restante Mondo degli altri.

    Chi sono gli altri?

    Gli altri sono Noi!

    Sembra quasi una presa in giro, vero?

    Oppure un’offuscata frase alchemica… Sì, il Mondo è fatto di Specchi e gli Altri siamo Noi.

    Allora spiegatemi perché gli altri non mi capiscono! Io parlo e nessuno mi capisce!

    Sono frainteso…

    Sono fraintesa…

    Si arrabbiano.

    Si annoiano.

    Non mi ascoltano.

    Sono invisibile?

    Sì!

    La risposta giusta per me è questa!

    Sei invisibile!

    Perché inizia così un libro?

    Perché ti voglio parlare del Mondo invisibile.

    Quel Mondo invisibile che è Dentro e fuori di Noi.

    Di te.

    Di me.

    Di tutti Noi.

    Così invisibile da sembrare folle.

    Così invisibile da sembrare assurdo.

    Perché?

    Perché è una mia e una tua esigenza.

    Perché dico anche tua senza conoscerti?

    Perché ho conosciuto tanti come te, per lavoro.

    Come me.

    E tu dirai: Ma io sono unico!.

    Sì è vero, ma ci sono alcuni meccanismi che abbiamo in comune… sarà per quella storia che dicono un po’ tutti che alla fine siamo fratelli o forse solo umani.

    Comunque sia, la tua storia da un punto di vista fisiologico e anche patologico assomiglia un po’ alla mia.

    Solo perché siamo nati sullo stesso pianeta?

    Questo lo presuppongo solo perché stai leggendo questo libro.

    C’era una volta un filosofo che si chiamava Davidson, anzi Donald Davidson, che diceva che gli uomini per comunicare tra loro devono, nel senso che proprio non ne possono fare a meno, partire dal principio di carità e cioè devono per la natura compassionevole e ragionevole di cui godono tutti gli esseri umani liberi e sani, credere che quello che l’altro gli dice sia vero, in partenza, come presupposto perché si possa instaurare un dialogo tra loro.

    Cioè: io devo credere a quello che l’altro mi dice, come atto propedeutico perché possa attivarsi realmente la nostra conversazione, altrimenti è meglio che non inizi nessun rapporto con te altro da me.

    Almeno devo credere che in te ci sia il presupposto di credere a quello che io dico.

    Potrebbe sembrare un atto di fede, il suo.

    Difficile però che sia così, è stato l’uomo più razionale che io abbia conosciuto.

    La sua vera e unica fede era la Scienza.

    Anche per me è così, sia rispetto alla scienza, che è un atteggiamento mentale piuttosto che una cosa in sé – l’essere scientifici intendo – sia rispetto al fatto che avendo un atteggiamento mentale scientifico, quindi osservatore e speculativo, mi sono accorta, dopo tanti anni di vita e lavoro con le persone, che non è possibile entrare in contatto reale, conoscere davvero qualcuno, se a questo qualcuno non dai il diritto di Verità, cioè se non accetti almeno all’inizio della conoscenza che lui voglia essere sincero con te, che ti ascolti in verità e che ti parli in verità.

    Riconoscendo il principio di carità (così lo chiamava) di Donald Davidson come Verità, devo però aggiungere una conditio sine qua non, cioè una condizione senza la quale il principio stesso non può evolvere e dare vita a una sperimentazione che può essere condivisa da tutti e cioè: devo sapere chi sono io per poter concedere all’altro il principio di carità.

    Qui potrebbe sorgere un problema che in realtà è una chiave per aprire la porta a un’ulteriore conoscenza. Quella di Anima.

    Perché io non so chi sono io, in modo assoluto. Lo so in modo parziale, sto conoscendo il mio Io strada facendo, perché in realtà il mio Io non è mai definitivo, almeno non sarà definitivo sino al momento della mia morte fisica. Quella dell’Io intendo. Cioè la morte che accadrà al mio Io mortale, un giorno, lontano lontanissimo da Ora.

    Ma conosco piuttosto bene la mia mente e Anima.

    Non so esattamene che tipo di Io sono, perché lo sto scoprendo vivendo, ma Anima sa chi sono stato, chi sono Ora e chi posso essere domani.

    Anima sa tutto e quindi per sapere chi sono io, devo necessariamente imparare a dialogare con Anima e farlo in compagnia tua, altro da me mi è necessario, perché tu altro da me, mi fai da specchio, mi fai vedere che esisto, perché se c’è una relazione tra Noi, c’è un Noi e se c’è un Noi, c’è anche un Io.

    Io non sono Anima, sono solo una parte di Anima, potrei dire sono Anima nel momento presente, ma considerato che tutto scorre… sono solo fotogrammi quelli che puoi conoscere di me, e questo è quanto basta. A me Anima e a me Io questo è quanto mi basta, per poter iniziare una relazione con te.

    Ma, ti chiedo un dono per iniziare a conoscerci meglio, caro lettore, dammi il tuo principio di carità. Consentimi anche per gioco di dirti tutto di me, consentiti di credermi anche se solo per gioco. Così sarà più bello per Noi. Così tu conoscerai Anima allo specchio mentre cerchi di conoscere te stesso attraverso le mie parole.

    Così che la lettura di questo libro possa essere per te una nostra reciproca conoscenza, il tuo viaggio il mio viaggio. Ecco questo è ciò che io chiamo Amore.

    Grazie Grazie Grazie.

    Io, Claudia Righetti

    CAPITOLO 2

    I Maestri. Conversazioni con il Mondo Invisibile

    Nel campo di coloro che cercano la verità non esiste autorità e chiunque tenti di fare il magistrato viene travolto dalle risate degli dei.

    Albert Einstein

    Amata,

    l’inizio è la cosa più importante, catturi l’attenzione immediatamente oppure no.

    Già, e non è sempre facile, vero?

    Facile no, ma ciò che è facile difficilmente è vero.

    Ciò che è semplice è quasi sempre vero.

    Quasi sempre.

    È un’espressione che non credo di aver mai sentito, pronunciata da voi.

    Quasi sempre va bene Ora, prima di Raccontare chi siamo.

    Amati, questo è già un inizio, o no?

    Il sempre è il vero inizio Amata.

    Il sempre contiene il principio della creazione, per questa ragione dovreste usarlo con maggiore consapevolezza il sempre.

    Come l’Ora, d’altronde, che è il momento in cui viene reso manifesto il presente, il dono di cui tutti Noi ci nutriamo.

    E non a caso l’Ora, che è il Luogo reale dell’esperienza, significa anche l’ora.

    Quella dell’orologio!

    Esattamente. Cos’è per voi l’ora dell’orologio?

    Un frame, un fotogramma dei tanti presenti che si susseguono…

    Nulla è un caso, tutto è sempre l’immagine riflessa dell’eterno fluire delle cose.

    Quando nascono i problemi legati al tempo?

    Quando pensate che il tempo sia reale e assoluto.

    Sull’assoluto non ho dubbi, tutto è relativo, ma il vero?

    Beh, per come utilizzate voi umani il concetto di vero, non dovresti avere dubbi.

    Intendete che Noi umani identifichiamo il concetto di vero con il concetto di reale?

    Un po’ di più, fuochino…

    Vero e reale sono bene. Falso e irreale sono male?

    Ci sei quasi… pensa al titolo della tua tesi di laurea e anche a quella di dottorato di ricerca.

    Logica della spiegazione scientifica, quella di laurea Il linguaggio casa della verità di Donald Davidson, ma non ci vedo un nesso.

    Perché sei Dentro.

    Dentro cosa?

    Dentro il ricordo…

    Non comprendo!

    Esci dal passato come spazio relativo dove hai vissuto delle esperienze assolutamente vere e assolutamente false e falsificabili ed entra nel presente, nell’Ora.

    Il vero è ciò che può essere dimostrato!

    Solo in teoria, nella matrice logica del pensiero e del linguaggio, non necessariamente nell’Esperienza!

    Perché?

    Beh pensa alla risposta che ti hanno dato i dodici professori della tua commissione di dottorato!

    O Santa Pace… Racconto?

    Sì Amata, per forza e per Amore!

    Per forza?

    Sì Amata, perché ogni volta che ritorni nel Luogo dell’esperienza passata ti devi impegnare molto; per Amore, perché Raccontare di sé mostrando agli altri la propria esistenza, che è per tutti la propria maestria, il proprio lato Maestro che si condivide e che risuona con gli altri, è un atto d’Amore.

    La risonanza, ricorda, è il principio d’Amore assoluto ed è quello che fa girare il Mondo, è il principio che crea. Per questa ragione il Racconto di sé è la forma più usata dagli esseri umani per cercare, ricercare, stupire, dimostrare, condividere ed evolvere.

    Dimostrare?

    Sì, la dimostrazione cosiddetta scientifica con il Racconto diventa più reale.

    Perché?

    Perché arriva al centro di potere assoluto dell’Universo, degli universi.

    Il Cuore?

    Esatto.

    S’imparano davvero le cose attraverso il Cuore perché è il motore del Mondo esistente.

    È il Luogo della trasformazione per eccellenza, è la macchina della Verità. Se un’informazione risulta falsa per il Cuore c’è un 100 per cento di possibilità che sia falsa o falsificabile, che alla fine è la stessa cosa, anche per la mente.

    Mi sono persa!

    Ottimo! È proprio ciò che volevamo.

    Non pensate che a questo punto il lettore dovrebbe sapere chi sono i due soggetti che stanno conversando?

    Nostra cara, se il lettore è giunto sino a qui leggendo le parti iniziali un’idea se la sarà sicuramente fatta, non credi?

    Sì, ma…

    Niente ma, lo diremo in seguito, qui finiamo di Raccontare cos’è accaduto dopo la discussione della tua tesi di dottorato di ricerca e ti suggeriamo di partire spiegando cos’è un dottorato di ricerca…

    Ho capito la mia ossessione nello spiegare sempre tutto! Ma questa mi sembra davvero eccessiva!

    Risate…

    State ridendo?

    Certamente! Credi forse che il dottorato di ricerca, il tuo piccolo mondo dell’accademica, sia un Luogo di conoscenza di tutti?

    No, ma di tanti sicuramente…

    Noi la definiamo una nicchia, vedi tu…

    Va bene parto da qui.

    Caro lettore, nella nostra bella Italia, ma questo in realtà vale per tutti i sistemi universitari del Mondo, dopo aver conseguito la laurea ci sono un paio di opzioni immediate per quanto riguarda la specializzazione degli studi o il conseguimento di un master che è per lo più rivolto all’esterno o un dottorato che ha come principale finalità quella di formare alla ricerca e all’insegnamento universitario.

    Nei paesi anglofoni è denominato Doctor of Philosophy (dal latino Philosophiae Doctor) o PhD e quest’abbreviazione è riconosciuta anche dall’ordinamento italiano.

    Sapete Amati Maestri che, dopo aver letto, sono andata a vedere su Internet come viene definito il dottorato, ovvero il più alto riconoscimento in molti paesi del mondo e mi sono resa conto di quanto sia stato importante il mio dottorato di ricerca.

    Perché gli altri lo definiscono così?

    Eh sì! Forse per questa ragione, sì.

    Nostra Amata sei commovente… sono così tanti anni che dialoghi in maniera cosciente con Noi che ogni tanto perdi di vista il presente!

    I doni che ricevo? Che ho ricevuto?

    Esattamente…

    Me ne dispiaccio a volte, sempre più ultimamente, a dire il vero.

    Non dovresti. Noi siamo qui per questo in realtà, c’è un’utilità in questo passaggio che hai appena fatto, nell’osservare cos’è importante per gli altri, l’hai visto?

    Credo di sì! La presa di consapevolezza che gli altri sono io.

    In una forma più amplificata sia dell’ego che dei risultati ottenuti dal cammino del mio Io e cioè della mia identità personale.

    Esattamente! Prova a descriverla con una metafora…

    È di vitale importanza mentre si spicca il volo come un’aquila nei cieli infiniti non perdere il punto di vista della formica.

    Perché?

    Perché tutto è così! In alto come è in basso e si perde uno dei due punti di vista se non lo si osserva e sperimenta.

    Il basso, le radici, sono il luogo, i luoghi da dove si è partiti, da dove si è spiccato il volo e il volo stesso si perderà… perché si perderà la direzione che ci viene mostrata e offerta dalle nostre radici di partenza, se non si ha consapevolezza di ciò.

    E…

    Perdere il contatto con le radici che ci hanno dato non solo i natali ma tutte le informazioni che ci servono per compiere il viaggio in Terra è di fondamentale importanza per impostare il tom tom interno.

    Il navigatore dove s’imposta, dove si sceglie, la rotta da seguire per la nostra Vita-Esistenza-Viaggio per compiere pienamente la nostra missione in Terra!

    Esattamente Amata esattamente…

    Qual è l’informazione ricevuta in quel passato di cui stiamo parlando che ti ha fatto cambiare la rotta?

    Una frase pronunciata dal capo della commissione del dottorato di ricerca, il Luminare, il professore con la P maiuscola: «Dottoressa ha realizzato uno straordinario percorso di ricerca con il suo dottorato, quali sono i suoi piani per il futuro?».

    «Mettere in pratica tutto ciò che ho scritto nella mia tesi!»

    «Ah! Che peccato si vuole già sposare e mettere su famiglia?»

    Ero scioccata, cosa aveva capito?

    Beh Amata dal loro punto di vista la ricerca teoretica è solo un insieme di proiezioni teoriche che difficilmente troveranno la possibilità di essere tradotte nella pratica.

    Per me non esiste neppure l’idea di qualcosa che esiste in teoria e che non diventi una pratica, nell’esperienza quotidiana.

    Questo perché tu non vivi la concezione del tempo lineare che vivono loro.

    Tu vivi nel tempo che è Luogo reale dove Tutto è una questione di tempo.

    Cioè?

    Prima o poi accadrà, prima o poi si realizzerà, è solo questione di evoluzione e spazio di tempo dell’attesa, che è l’unico che esiste, è uno spazio che è respiro.

    Per loro il tempo delle idee è ancora come quello della caverna di Platone, sono molto aristotelici.

    Mi viene in mente una frase che amo molto di Platone: Di tutte le bestie selvagge l’ignoranza è la più difficile da trattare….¹

    Bestia selvaggia è una bella immagine non trovi?

    Il Tutto primigenio!

    Sì, non l’avevo mai sentita così. Quindi erano semioticamente ignoranti?

    Ignoravano il passaggio dall’Io al Noi… e tu eri già giunta , avevi di già attraversato il velo e avevi visto la menzogna. L’anima non porta niente con sé nell’altro mondo tranne la propria educazione e cultura; e questo si dice che sia il più grande servizio oppure il torto più grande che si possa fare a un uomo morto, proprio all’inizio del suo viaggio.

    Lui l’aveva visto!

    Beh lui è stato ed è Platone!

    E ora qual è il servizio più grande che tu possa fare all’uomo?

    Raccontare a chi sta leggendo che cosa vogliamo Raccontare!.

    La mia storia. La storia della mia vita, vissuta sino a questo momento, e poi, strada facendo, tutto ciò che non so e che sto imparando, scrivendo, conversando con Voi.

    Sul vostro Mondo.

    Sul Mondo che gli uomini chiamano Mondo Invisibile.

    Amata, è necessario spiegare bene Ora a chi ci sta leggendo cosa intendi per conversando con Voi.

    Caro lettore,

    questa è la mia storia, la storia della mia Vita con i Maestri, coloro che io chiamo i miei Maestri, anche se per lo più io li chiamo Amati e loro mi chiamano Amata.

    La sto scrivendo in ascolto, in canale, in dialogo costante.

    Cosa ne dici Amata se spieghiamo direttamente Noi alcune cose, rispetto a ciò che siamo?

    Direi che è un’ottima idea Amati, prego…

    Ci avete chiamato in infiniti modi, durante gli infiniti secoli, in ogni tempo e in ogni luogo, e continuate a farlo.

    Ci piacerebbe qui, Ora, farvi comprendere che per Noi il nome non è importante.

    Non è importante il nome che usate quando ci chiamate, quando volete parlare con Noi, ma sappiamo bene che lo è per voi, perché in realtà è importante per la funzionalità del vostro Cervello-Coscienza nella Terza Dimensione.

    Quindi per Noi, Maestri, Amati o qualsiasi nome voi vogliate usare, per Noi va bene.

    Claudia dopo tanti anni ha interiorizzato ed elaborato l’informazione principale rispetto al Noi. Per questa ragione la può raccontare a voi. Per questo è in grado di farvela sperimentare, attraverso le sue parole.

    Noi siamo Amore.

    Noi siamo Luce.

    Noi siamo Vibrazione.

    Noi siamo Informazione.

    È più semplice chiamarci Amati perché siamo Amore.

    È più semplice chiamarci Maestri perché siamo una parte di voi, del Tutto, che insegna.

    È più semplice chiamarci guide spirituali, perché guidiamo alla scoperta della dimensione spirituale.

    Ora, a questo punto, qualcuno di voi ha irrigidito qualche muscolo del corpo. Che sia del corpo fisico, mentale o emozionale non importa, lo avete fatto, dopo aver letto la parola spirituale.

    È la vostra seconda natura che lo ha fatto. E per seconda natura intendiamo quella culturale.

    Perché le parole Spirito e spirituale, da sempre, da quasi tutti, nel corso dei secoli hanno portato al massacro di menti, di Vite, di popoli e di culture.

    Quindi è più semplice chiamarci Maestri.

    Quindi è più semplice chiamarci Amati.

    Certo, vivere la nostra presenza non è semplice per la mente logica e razionale.

    Non lo è stato neppure per la mente logica di Claudia, almeno all’inizio.

    La mente logica ha le sue vie, i suoi processi, i suoi metodi. È chiaramente utilissima, ma riesce a dare il meglio di sé, a essere uno strumento veramente efficace, solo se collegata costantemente alla mente creativa.

    Spetta infatti alla mente creativa il comando, la scelta delle scelte, la visione; la mente logica è il suo prezioso alleato, esegue i suoi ordini, i suoi comandi.

    Una mente che fa lavorare sinergicamente tra loro, in modo costante, la parte creativa e quella logica, è una mente interconnessa ed è madre di intelligenze maestre.

    Le intelligenze sono canali, vie, per la connessione perfetta; ogni intelligenza permette di sperimentare una via, un aspetto di Noi, ogni via sperimentata apre alla connessione, alle diverse frequenze dell’Universo percepibile e sperimentabile.

    Solo quando sperimentate con tutte le forme di intelligenza di cui siete dotati e lasciate che il corpo fisico le incanali e le amplifichi, potrete dire di aver conosciuto. Di aver parlato. Di aver visto. Di aver sentito. Solo a quel punto, e sappiate comunque in modo parziale, potrete affermare ho parlato con il Maestro… ho parlato con l’Angelo Michele….

    Infatti come pensate di poter dire di parlare con Maestri e/o Angeli se non avete mai visto, vissuto e sperimentato la Natura Maestra o Angelica della vostra coscienza.

    Come potete affermare di aver parlato con Maestri spirituali se non avete sperimentato la libertà dell’essere Maestri.

    Affermare di sentire altro da voi è possibile solo se quell’altro da voi è stato vissuto e integrato pienamente dentro di voi.

    Quindi prima vivete le qualità di ciò e di chi volete percepire, come se foste voi! Poi il passo, da lì a Noi è così breve… che non esisterà più.

    Amatissimi, lo sapete che la questione della qualità mi ha chiarito Ora, proprio Ora, ciò che ho sempre sentito un po’ ineffabile!

    E cioè Amata…?

    "L’essere" un qualcosa, prima di aver sperimentato la cosa stessa.

    Questa indicazione è, come direste voi, piuttosto inafferrabile…

    Provo a spiegarmi al di là del medichese-filosofico.

    Molto carino il medichese-filosofico, parti da qui, dallo spiegare il termine che hai appena coniato, è un ottimo punto di partenza…

    Il medichese, caro lettore, credo lo sappiate tutti, è il linguaggio tipico della classe medica, un gergo estremamente tecnico, utilizzato per spiegare come siamo fatti, come è fatto in particolare il nostro corpo, come funziona e che tipo di patologia o disagio stiamo vivendo.

    Dopo anni (molti anni) di frequentazioni di medici per questioni personali da giovane e professionali da adulta, mi è chiaro che il linguaggio tecnico può e deve essere tradotto, usando esempi che permettano di capire ai non addetti ai lavori, almeno che cosa sta accadendo al loro corpo.

    In molti casi, accade che la patologia, continuando l’esempio del medichese, non sia chiara neppure a loro… e di questo ne parleremo un po’ più in là nel Racconto. Preferiscono, per questa ragione, usare la barriera linguistica per spiegare cose che neppure loro hanno capito fino in fondo, ma che comunque devono chiamare in qualche modo. Usare parole non consuete, lontane dall’esperienza reale delle persone permette ai medici di mantenere un po’ di distanza da ulteriori spiegazioni.

    Non c’è dolo in questo, io credo, come d’altronde non c’è in me, ci mancherebbe… è che a volte si perde di vista la relazione. Sì! Perché quando si comunica con un’altra persona, noi stiamo tessendo una relazione e se perdiamo, anche solo per un attimo, di vista l’altro, che è in relazione con Noi, perdiamo il valore dell’Esperienza che stiamo vivendo.

    Quindi per tornare al medichese-filosofico, aggiungete alla difficoltà del medichese, l’inafferrabile difficoltà del linguaggio filosofico, che per sua natura specula sul mondo delle cose teoretiche e che rende quelle cose ancora più inafferrabili e lontane dall’esperienza stessa.

    Risate…

    Amata per spiegare il concetto di mela sei andata alla storia dei Fenici; la frequentazione di questi anni con il mondo delle scuole ti ha lasciato un po’ di difficoltà nel giungere al punto velocemente…

    Avete ragione, come sempre! Provo a fare una sintesi.

    Parlare di ciò che non si conosce è da pazzi!

    Ecco, ora la sintesi è estrema, ma è un buon inizio.

    Da pazzi perché, in realtà, prima di conoscere quella cosa, qualsiasi cosa sia, essa non esiste per Noi, non possiamo neppure immaginarla, ma se ne percepiamo le sue qualità per esempio… l’odore, la sensazione di morbidezza, la qualità di maestria, ecco allora possiamo iniziare anche a descriverla quella cosa, quella persona, quell’essere, quel luogo; se parliamo per esempio di Angeli… alcune delle caratteristiche descritte da tante persone sono la sensazione di improvvisa serenità, di gioia, di accompagnamento, di felicità, come se… tutto fosse possibile quindi, quasi quasi, diventa un luogo di esperienza, ancora più che una persona o un essere, sì un Luogo, dove si sperimenta saggezza, sapienza, gioia, Pace, evoluzione… allora se mi trovo in questo Luogo e parlo o ascolto qualcosa che non conoscevo prima, allora posso dire, pur consapevole razionalmente che la mia descrizione sarà sempre parziale e personale, che sto parlando con un Angelo!

    Ottimo Amata, davvero ottimo, Ora siamo pronti per il passaggio successivo!

    Quale?

    Le Maestre…

    UNA STORIA: FANTASIA E IMMAGINAZIONE, NOMI ED ETICHETTE

    «Claudia devi andare a scuola oggi?»

    «Sì Amore, oggi incontro le maestre per parlare del programma di quest’anno.»

    «Quelle della scuola primaria o dell’infanzia?»

    «Infanzia, Amore, 37 maestre!»

    «Auguri!»

    «Ne ho proprio bisogno, l’ultima volta che le ho incontrate erano sul piede di guerra, per la proposta degli Angeli

    «Non dirmi che a loro non è piaciuta.»

    «Ti dirò di più, erano arrabbiatissime.»

    «Ma se sono quasi tutte religiose e cattoliche.»

    «Per l’appunto! Non si tocca la proprietà.»

    «Cioè?»

    «Tutto ciò che appartiene al loro campo dello spirito non si tocca, mi hanno detto che i non cattolici si potrebbero offendere.»

    «Ma non hai spiegato loro la storia del Messaggero?»

    «Ti pare che non l’abbia fatto?

    «Ti dirò di più sono partita da Gardner e dalle intelligenze multiple.»

    «Beh forse hai fatto il giro un po’ largo.»

    «Largo o stretto che sia, da lì dobbiamo passare, sino a quando non capiranno che non esiste qualcosa come l’intelligenza, ma solo le intelligenze, che altro non sono che differenti modalità del cervello quantico e corpo spirituale di approcciarsi alla Vita, sperimentarla e comprenderla, metteranno i bambini e le loro intelligenze dentro delle scatole etichettate, e purtroppo le peggiori in questo senso sono quasi sempre le cosiddette donne di spirito.»

    «Ti sei mai chiesta il perché?»

    «Ogni santo giorno, da quando sono nata.»

    «Risposta…?»

    «È il solito antico problema che si ritrova in tutti i modelli di fede precostituita. È come la storia dei Findus: cibo precotto, manipolato, che ha perso tutte le memorie di ciò che era all’inizio.»

    «Che cosa pensi di fare?»

    «Smettere di discutere con loro, d’altronde hanno deciso loro di partecipare al nostro progetto.»

    «E…?»

    «E… fargli sperimentare che cos’è un Angelo per me.»

    «Glielo farai sentire sulla pelle?»

    «No, missione impossibile, se riesco ad attraversare la cortina di fumo che hanno nella coscienza, le condurrò dai Maestri

    «E come pensi di farlo?»

    «Racconterò che i dialoghi d’immaginazione con i Maestri sono una via per far sperimentare ai bambini la parte creativa del loro cervello e delle loro emozioni e che per accedere dovranno solo mettersi in ascolto, seguire la mappa che gli proporrò, come per scovare un tesoro, nascosto Dentro di loro.»

    «Beh gli dirai la verità!»

    «Sì, ma loro lo chiameranno viaggio di fantasia e questo è quanto basta per Ora.»

    DIMENSIONI SPIRITUALI – DIMENSIONI PSICHICHE, DIFFERENZE E SIMILITUDINI

    Sapete Amati molto spesso quando parlo, quando penso, quando scrivo, risale sulla superfice dei pensieri, come bollicine durante un’immersione, una serie di domande concatenate: le persone sono consapevoli delle parole che usano? Ascoltano il loro suono? Davvero si capiscono quando parlano?.

    Le risposte a queste domande sono semplici:

    non molto, non spesso, purtroppo.

    La ragione principale di ciò risiede in un’affermazione che pronunci spesso: la cosa più importante è la domanda!.

    La maggior parte degli esseri umani è costantemente e affannosamente alla ricerca di risposte, su tutto! Molto più che di domande.

    Gli esseri umani non dedicano abbastanza spazio e tempo alle domande. Non sostano il tempo necessario, ad Anima, nello spazio della ricerca.

    Ricerca?

    Sì Amata, il viaggio che chiamiamo, che chiamate Vita è una ricerca costante e ha inizio con la prima e più importante delle domande tra quelle che vi accompagnano lungo il tragitto: chi sono io?, cosa sono venuto a fare su questa terra?, perché sono qui?, qual è il mio scopo?, cosa devo imparare?, cosa devo insegnare?.

    Non molte persone tra quelle che conosco e ho conosciuto si pongono queste domande, soprattutto quelle incontrate per lavoro in questi ultimi dodici anni, da quando cioè ho iniziato a dedicare parte del mio tempo, del mio lavoro e Vita a progetti con le scuole.

    Scuole di ogni ordine e grado, dalle scuole dell’infanzia all’università…

    Chi ha scelto di insegnare come scopo primario nella vita, più di tanti altri dovrebbe partire da qui, dalla domanda: chi sono io?.

    Per quale ragione sono qui?. Per condurre gli altri a conoscere davvero devi essere consapevole almeno della domanda! Delle domande, i famosi perché che piacciono tanto ai bambini.

    Amata sei così candida!

    Non state scherzando, vero?

    No Amata, siamo amabilmente seri. La maggior parte degli insegnanti non sente la domanda, perché la ragione che spinge molti di loro a insegnare ha a che fare, molto spesso, con una negativa gestione del potere personale.

    Tu hai imparato nel corso eterno, del Tempo di Anima, ad affinare l’arte della condivisione. Questa è una qualità e una condizione fondamentale per essere un insegnante e detronizzare immediatamente la negativa gestione del potere personale.

    Cosa rende cieche le persone di fronte ai propri limiti?

    Lo vedi? Lo hai appena fatto!

    Cosa?

    Hai compreso l’esigenza di una nuova domanda di fronte alle nostre risposte, hai respirato, ti sei allontanata dal testo, hai fatto scorrere dentro di te le informazioni ricevute, lì in quel Luogo, in quello spazio, ti sei immersa senza timore alla ricerca della domanda!

    Il coraggio!

    Questo rende le persone cieche di fronte ai propri limiti!

    Il non avere coraggio?

    No, il non sapere che per fare domande serve coraggio!

    La maggior parte degli individui crede che per fare domande serva essere intelligenti (e di questo hanno ragione, ma non nel senso che conoscono… ma ne parleremo più approfonditamente in seguito), serva essere colti, serva sapere quello che l’altro dice! Perché in fondo sono sempre alla ricerca del consenso e non della verità!

    Quando si vuole conoscere davvero ci si arrende a uno spazio sconosciuto.

    È solo il vuoto che crea lo spazio per la ricerca.

    Le persone hanno paura del vuoto, del mistero.

    Vogliono sempre riempire spazi, con tutto! Con cibo, con risposte, con denaro, con il sesso, con il controllo.

    Questo è il vero problema, solo questo.

    Mi sono persa… posso rileggere?

    No, Ora non è il momento di rileggere, avanziamo, sei appena entrata nel vuoto che ti farà apprendere tutto ciò che ti serve, tutto ciò che servirà a tutti coloro che leggeranno, e ti possiamo assicurare che saranno davvero tanti, ma così tanti da perdere il numero in infiniti mondi e dimensioni.

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