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Dall'altro lato del bancone
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Ebook54 pages50 minutes

Dall'altro lato del bancone

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About this ebook

L'autore racconta la sua vita alla figlia in forma di lettera, scritta durante i giorni del lockdown da pandemia da Covid-19, raccontando i suoi vai alti e bassi nel suo lavoro di giornalaio nel cuore di Roma. In queste righe dimostra come lei sia sempre il suo punto di forza, ciò che lo ha sempre spinto a rimettersi in piedi dopo ogni caduta. La lettera, come definita nel finale, è una lotta dell'autore con se stesso mentre il mondo intero sta lottando contro un nemico comune.  
Un modo per ricordare la forza individuale di ogni uomo in questi giorni bui. 
LanguageItaliano
Release dateJun 19, 2020
ISBN9788835851653
Dall'altro lato del bancone

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    Dall'altro lato del bancone - Adelio Tamburrini

    Ringraziamenti

    Prefazione

    «Perché non provi a raccontare una storia? Prova a scriverla!» Così iniziò questa piccola avventura quando, di fronte ad un bicchiere di buon rosso, Adelio ricordava la strana esperienza che era stata gestire un’edicola nel centro di un’importante piazza nei pressi della grande stazione romana. Mi guardò stupito ma subito intrigato dalla provocazione provò a dire: «Ma chi, io? Non sono un intellettuale, da poco ho scoperto il piacere della lettura, non sono uno scrittore!»

    «Certo, dissi io, ma quello che conta è che si sente la tua voglia di raccontarla questa storia… per te è stata speciale, particolare… Tu scrivi, poi vedrai cosa farne, intanto fallo per te.»

    Rispose subito alla provocazione ma altrettanto rapidamente si fermò e non ne seppi più nulla. Poi passarono gli anni e forse non a caso mi vidi arrivare queste pagine in un momento tanto particolare della storia del nostro Paese. Era il cinquantesimo giorno di quarantena per la pandemia di COVID-19. Per due mesi avevamo sentito il tragico bollettino quotidiano dei morti che sembrava inarrestabile. In quei due mesi, dopo l’iniziale preoccupazione per il nuovo fenomeno, era progressivamente emerso che non tutto era attribuibile all’innegabile contagiosità del virus. Diventava sempre più evidente che le troppe morti erano conseguenza di un sistema che negli anni aveva sacrificato ai profitti dell’economia l’impegno finanziario per la salute del Paese e ora costringeva operai a lavorare in assenza di presidi protettivi, pena il rischio del posto di lavoro.

    Lo scritto di Adelio mi raggiunse mentre riflettevo tristemente sulla situazione del Paese e sulle possibili conseguenze che tutto ciò avrebbe avuto. Mi colpì piacevolmente, sia perché alla fine Adelio aveva scritto – perché ce l’aveva fatta – sia perché accadeva proprio in quel momento.

    La lettera a Nina si presenta così, semplice, diretta ma calda e ricca d’insegnamenti per i più giovani. Primo fra tutti il professore veramente stronzo che ci avverte che non sempre è negativo chi ci costringe a fare o a vedere qualcosa che non vogliamo fare o vedere. Poi la scoperta successiva della lettura, dell’importanza di sapere le cose per comprendere anche la realtà attuale: anche Adelio era stato affascinato dall’odore intenso della carta stampata che accompagnava la conoscenza che da essa può derivare.

    Poi, di fronte alle difficoltà, la capacità di tirare fuori quella forza vitale di reagire, evidentemente conservata, che attiva la fantasia e consente di opporsi al negativo e di trovare la strada per uscirne senza rinunciare alla propria umanità.

    Il racconto non era più legato alla strana e originale esperienza dell’edicola. Quella finestrella da cui Adelio vedeva sfilare quotidianamente i vari personaggi che lo avevano colpito, era diventato l’obiettivo attraverso il quale veder scorrere tutta la sua vita passata, cogliendo l’importanza di tutti i passaggi, anche i più duri, e gli forniva una chiave di lettura per le esperienze successive tanto da confezionarne una favola per Nina.

    Una favola con sfumature poetiche, senza principi o castelli o draghi, dove non si salverà nessuna principessa, dice nelle prime righe, ma è vero? Non si salverà nessuna principessa? E se il tentativo, invece, fosse proprio quello di salvare una principessa, di salvare Nina e tutti i ragazzini come lei?! Già, perché in questa favola non ci sono nemmeno streghe e lupi cattivi. Viene in mente che nel film La vita è bella un padre cerca in ogni modo di proteggere il figlio dagli orrori del nazismo fino a celare la brutale scena dei cadaveri accatastati come stracci vecchi in attesa di essere cremati.

    È forse il tentativo di celarlo anche a se stesso? È forse la necessità di voler ritrovare quei primi momenti della vita di ciascuno di noi in cui era totale la fiducia nella risposta umana alle nostre richieste, quei momenti che ciascuno di noi ha vissuto prima che il mondo si riempisse di streghe e lupi cattivi?

    La storia di Adelio scorre mentre scorrono le notizie sui contagi, sui morti e sul mondo che vuole ripartire a tutti i costi, che non vuole fermarsi a riflettere su come farlo, che sembra faccia fatica a cogliere l’occasione per un cambiamento. Adelio è caduto e si è rialzato traendo insegnamento dalla durezza di certi momenti; il mondo che ora è in

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