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A volo di rondine
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Ebook44 pages30 minutes

A volo di rondine

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Spionaggio - racconto lungo (27 pagine) - Sul campo nessuno batte la Rondine Rossa


Eliminare un traditore. Può essere un incarico semplice oppure rischiosissimo. Per Fedora, nome in codice Rondine Rossa, addestrata dal KGB al ricatto, all'omicidio e alla seduzione, è la prova del fuoco.


Franco Luparia, classe 1964, è nato a Casale Monferrato, dove attualmente risiede e svolge la sua attività di Agente di Commercio. Da sempre appassionato di libri e film di avventura, con il tempo si è sempre più indirizzato su generi specifici: actionspy-stories, intrighi internazionali. La lettura di decine di classici lo ha spronato a cercare la propria dimensione di narratore. Un suo racconto, pubblicato con lo pseudonimo di Jason Hunter, è apparso sul nr. 1623 di Segretissimo Mondadori. Con tale pseudonimo pubblica per Edizioni della Goccia i romanzi del ciclo “Wildguy”. Ha vinto il Premio Altieri edizione 2020 di Segretissimo Mondadori.

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateJun 16, 2020
ISBN9788825412574
A volo di rondine

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    A volo di rondine - Franco Luparia

    9788825412437

    Nella puntata precedente

    Fedora Kuznetsova è una Rondine. Ricatto, omicidio e seduzione non hanno segreti, per lei. È stata addestrata alla scuola del KGB, la migliore del mondo. Ma sorvegliare un defezionista può rivelarsi molto pericoloso…

    1

    Mosca, Unione Sovietica

    Le labbra di Fedora, in un lago di sudore e con il respiro corto, disegnarono un sorriso soddisfatto. Disteso al suo fianco Adrian, altrettanto fradicio, ansava come un mantice, l’avambraccio appoggiato sugli occhi chiusi.

    Avevano appena fatto all’amore e, come spesso succedeva, lui l’aveva appagata del tutto. Alla fine quell’incarico era riuscito a dispensare piacevoli sorprese. Aspetto estetico a parte, che Fedora aveva trovato piacevole dal primo istante, l’uomo si lavava con regolarità, utilizzava profumi dall’aroma mascolino, esibiva modi garbati ed era un amante focoso ed esperto. La maggior parte delle volte durante le quali la possedeva lei non aveva dovuto fingere il piacere. Non che lei fosse stata da meno, anzi. Con lui si era sbizzarrita utilizzando a ogni incontro tecniche amatorie più antiche del tempo stesso, restituendo gli assalti con maggior energia dell’attempato amante e sfoggiando una padronanza senza eguali, giungendo a irretire del tutto la sua vittima.

    Come se non bastasse, Zaytsev condivideva i suoi privilegi mettendola in condizione di mangiare spesso e bene o di indossare abiti ricercati. Tuttavia, a dispetto dell’amabilità della situazione, Fedora non provava empatia nei confronti di Adrian: se e quando fosse giunta l’ora avrebbe eseguito il suo compito senza remora alcuna. Si trattava di Patria e lavoro; nella vita avrebbe di sicuro incontrato altri compagni quanto meno generosi.

    Lo scienziato, con il trascorrere delle settimane, si era deciso a informare i suoi superiori della loro relazione. Molotov aveva invece messo Fedora al corrente delle indagini che costoro avevano di conseguenza avviato. La leggenda creata dal KGB era riuscita a passare l’esame a pieni voti. I responsabili dell’Istituto avevano così permesso al loro sottoposto di continuare a frequentare quella stupenda bionda alla quale il padre, prima di morire, aveva trovato lavoro come segretaria nell’ufficio di un oscuro burocrate in Piazza Staraja. Il finto impiego presso la sede centrale del Partito Comunista permetteva a Fedora di poter affrontare con estrema tranquillità tutta una serie di argomenti a sfondo socio politico che contribuivano sempre più ad ammaliare Zaytsev.

    Il suo amante era ignaro di come l’appartamento a fianco fosse stato messo dai suoi occupanti, fedeli servi del regime, a disposizione di un gruppo di agenti del KGB i quali, mediante sofisticate apparecchiature, registravano tutto quanto accadesse da lui. Zaytsev, incoraggiato più o meno apertamente da Fedora, affrontava con lei i discorsi più

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