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Ginestra e Cemento
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E-book98 pagine1 ora

Ginestra e Cemento

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Info su questo ebook

Se non ci fossero i treni o le navi e gli aerei nessuna cosa sarebbe possibile e nessun percorso realizzabile. Una strada, un mare ha sempre un inizio e da qualche parte finisce. Prima o poi finisce. È un po’ come la vita. Inizia e finisce e dentro ci sei tu con le tue strade. Ed è come attraversarle le tue strade mentre attraversi strade vere d’asfalto e vedi passare ponti e montagne, colline e alberi. Tante strade. Infinite, a volte. E queste strade portano a città che ti ospitano e case e alberghi dove si consumano storie che vivono con te. Ognuno di noi ha storie scritte dentro e le racconta a chi ha altre storie. E si intrecciano in modo strano, ognuna con la sua colonna sonora e il suo film da ascoltare e vedere. La vita è davvero un film e dentro ci puoi mettere tutto quello che ti piace. E queste strade portano a città e posti che ti segnano la vita. E pensi che forse la vera città è quella che vive dentro di te più di tutte le città che hai potuto vedere. Ed è questa curiosità infinita che ci spinge ad avere sempre fame e sempre sete. È questo motore che si ferma solo alla fine che ci porta a voler capire che in fondo senza curiosità non si vive e se si vive lo si fa male. Non ci basta semplicemente respirare ma in qualche modo vogliamo provare a volare e provare è esattamente come farlo davvero. Ma provare è quello che bisogna fare. In questo libro ho raccontato le mie città e in qualche modo le ho rivisitate come se ci fossi tornato. E ho raccontato le mie strade. Ma vorrei che chi lo legge in qualche modo riesca a viaggiare insieme a me. E per viaggiare intendo la capacità di rivedersi nei suoi luoghi e capire che un luogo che ti ospita è come tu lo vedi in quel momento. Una città che ti chiama lo fa perché è la tua voce che è rimasta in qualche sua stradina o dentro un vicolo nascosta. Noi siamo, sempre e comunque, quello che sentiamo. E questa capacità di esserci la portiamo in ogni posto dove andiamo. Vivere in un posto anziché un altro non cambia la nostra vita. Ma la percezione di quel posto è quello che vale in ogni senso. Una storia personale come questo libro non è autobiografia. Ma è il mio sentire che una volta scritto diventa di chi legge. I sentimenti non sono mai individuali ma vanno sempre condivisi. Magari una descrizione, un momento, una sensazione provata a Recanati il lettore potrà riviverla come se fosse sua e vissuta in un’altra città o in un suo momento. Il fascino delle cose scritte vive proprio ed esclusivamente di questa strana combinazione che non è altro che contaminazione. E contaminare ha un senso proprio e soltanto nella magia dell’incontrarsi come se fosse vero. E trasformarsi. Si ascolta un disco, si legge un libro e dopo non sei più lo stesso. Conosci gente nuova e non sei più lo stesso. Questo è il significato che vale più di ogni altra cosa. Contaminarsi ha un valore immenso se dopo sei più libero e sei più sereno e vivi meglio. È questo il senso grande del nostro vivere e del nostro percorso. Ed è questo il significato profondo della scrittura. Un segno, un incontro che ti cambia le cose. O la percezione di esse. Solo chi ha paura non si lascia contaminare. Solo chi ha paura.
LinguaItaliano
Data di uscita7 giu 2020
ISBN9788835844662
Ginestra e Cemento
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    Ginestra e Cemento - Pasquale Licursi

    Pasquale Licursi

    Ginestra e cemento

    UUID: 7bfda9bc-5ffa-4c09-8fd9-33a6da6c9e44

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Crediti

    Prologo

    Primavera

    Estate

    Autunno

    Inverno

    Recanati

    Urbino

    Firenze

    Napoli

    Oltre la città

    Due anni dopo

    Crediti

    Barkov Edizioni

    Questo libro è opera della fantasia dell’Autore. Nomi, persone, società, organizzazioni, luoghi, fatti e avvenimenti citati sono invenzione dell’Autore, usati in maniera fittizia per incitare la narrazione. Qualsiasi analogia con eventi, luoghi e persone realmente esistiti o esistenti, è da considerarsi puramente casuale. È vietata ogni riproduzione, anche parziale. Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere autorizzate per iscritto dall’Editore. Tutti i diritti riservati - Copyright 2020 Barkov Edizioni è un marchio editoriale di proprietà di CDB PRODUZIONI srls Circonvallazione Clodia, 163/167 – 00195 Roma P.iva 04137810711

    Ai miei compagni di viaggio

    Lèggere è una sporcheria dolcissima

    (Alessandro Baricco)

    Pasquale Licursi

    Ginestra e cemento

    romanzo

    Barkov Edizioni

    Prologo

    Se non ci fossero i treni o le navi e gli aerei nessuna cosa sarebbe possibile e nessun percorso realizzabile. Una strada, un mare ha sempre un inizio e da qualche parte finisce. Prima o poi finisce. È un po’ come la vita. Inizia e finisce e dentro ci sei tu con le tue strade. Ed è come attraversarle le tue strade mentre attraversi strade vere d’asfalto e vedi passare ponti e montagne, colline e alberi. Tante strade. Infinite, a volte. E queste strade portano a città che ti ospitano e case e alberghi dove si consumano storie che vivono con te. Ognuno di noi ha storie scritte dentro e le racconta a chi ha altre storie. E si intrecciano in modo strano, ognuna con la sua colonna sonora e il suo film da ascoltare e vedere. La vita è davvero un film e dentro ci puoi mettere tutto quello che ti piace. E queste strade portano a città e posti che ti segnano la vita. E pensi che forse la vera città è quella che vive dentro di te più di tutte le città che hai potuto vedere. Ed è questa curiosità infinita che ci spinge ad avere sempre fame e sempre sete. È questo motore che si ferma solo alla fine che ci porta a voler capire che in fondo senza curiosità non si vive e se si vive lo si fa male. Non ci basta semplicemente respirare ma in qualche modo vogliamo provare a volare e provare è esattamente come farlo davvero. Ma provare è quello che bisogna fare. In questo libro ho raccontato le mie città e in qualche modo le ho rivisitate come se ci fossi tornato. E ho raccontato le mie strade. Ma vorrei che chi lo legge in qualche modo riesca a viaggiare insieme a me. E per viaggiare intendo la capacità di rivedersi nei suoi luoghi e capire che un luogo che ti ospita è come tu lo vedi in quel momento. Una città che ti chiama lo fa perché è la tua voce che è rimasta in qualche sua stradina o dentro un vicolo nascosta. Noi siamo, sempre e comunque, quello che sentiamo. E questa capacità di esserci la portiamo in ogni posto dove andiamo. Vivere in un posto anziché un altro non cambia la nostra vita. Ma la percezione di quel posto è quello che vale in ogni senso. Una storia personale come questo libro non è autobiografia. Ma è il mio sentire che una volta scritto diventa di chi legge. I sentimenti non sono mai individuali ma vanno sempre condivisi. Una descrizione, un momento, una sensazione provata a Recanati il lettore potrà riviverla come se fosse sua e vissuta in un’altra città o in un suo momento. Il fascino delle cose scritte vive proprio ed esclusivamente di questa strana combinazione che non è altro che contaminazione. E contaminare ha un senso proprio e soltanto nella magia dell’incontrarsi come se fosse vero. E trasformarsi. Si ascolta un disco, si legge un libro e dopo non sei più lo stesso. Conosci gente nuova e non sei più lo stesso. Questo è il significato che vale più di ogni altra cosa. Contaminarsi ha un valore immenso se dopo sei più libero e sei più sereno e vivi meglio. È questo il senso grande del nostro vivere e del nostro percorso. Ed è questo il significato profondo della scrittura. Un segno, un incontro che ti cambia le cose. O la percezione di esse. Solo chi ha paura non si lascia contaminare. Solo chi ha paura.

    Primavera

    In un posto o in un altro non è la stessa cosa la primavera. È la musica che cambia e pensi a come potrebbe cambiare se sei fermo di fronte a un panorama insieme alla persona giusta che non parla, ma sospira. E senti il tuo passo sul selciato e sei felice. Questo mi fa la primavera, mi fa contento. E non capisci le parole ma è come se prendessi la vita e la indosseresti come un cappello, caldo di lana. C’è un profumo che ti piace e bevi alla fontana acqua di montagna che profuma anch’essa di primavera. Ci sono posti dove puoi andarci solo in un preciso momento perché quello è il momento migliore, il più giusto. Disturberesti, altrimenti. Sarebbe come far rumore in una chiesa. In un momento così devi togliere le coperte dal letto e aprire le finestre. E lo senti il profumo della vita come non lo sentirai più. Anche la campagna riapre gli occhi e si stende come essere umano dopo lungo riposo. E vedi i suoi muscoli stirarsi e rivivere. Ed è bello capire che il treno deve fermarsi lì solo in primavera e basta.

    Estate

    Il mare e il sole. La luna in cielo e le stelle infinite. L’estate ha il sapore della velocità, di una corsa folle verso le cose e verso la vita. E ti illudi come in nessuna altra stagione. È un po’ come l’esistere. Quando sei bello e forte pensi che non dovrebbe arrivare mai l’inverno e invece in quel preciso momento è il sole che non ti fa capire bene che presto arriverà il tramonto e una luna che più bella non esiste. Ti tuffi nel mare e non vorresti uscire mai. Ti tuffi nella vita in qualche modo. E i campi di grano gialli, e le creme e i ristoranti aperti fino a tardi. E si asciuga presto la biancheria. L’estate è una stagione senza difficoltà e ti sembra più leggero tutto. Ma non è vita vera. È un’esplosione di ormoni e di occhiali da sole, l’estate. E non esistono città da visitare. Sono vuote e senza vita. Semmai visiterai le sue assenze e quello che non c’è. La gente di quei posti in estate resta sospesa in attesa dell’autunno. In estate si ride forte e si ama far tardi a parlare. Seduti ai tavolini. Il giorno dopo incontri terra arsa, paesaggi neutri e gente che non ha dormito. Aspetta qualche giorno è tornerà il respiro.

    Autunno

    Nella provincia del mondo sento l’odore del vino nelle botti di rovere e moscerini impazziti che volano. E un oceano bruno di colori che impazzisce gli occhi. Strade bagnate da nebbia sottile e vapore di bocche in giornate più corte. Terra e mele rosse. E amori. Gli amori nascono in autunno sempre e muoiono in estate quando manca la poesia di un bacio o il calore di sciarpe al collo. Le parole diventano pesanti e bisogna sussurrarle piano e con la dolcezza della stagione. Nuvole basse ti avvicinano al cielo e non vedi aerei volare. Anche un caffè è più buono in autunno, quando lo senti scendere con più calma e poesia. E indossi giacca di velluto per capire la vita. L’autunno ha l’odore vero del velluto o della camomilla gialla mista a limoni. E i sentieri solitari ospitano piccoli animali tornati a respirare. Stagione di mezzo che non esiste più, se non la sera quando il sonno tarda a venire.

    Inverno

    È legna che brucia, fumo di camini, latte caldo e marmellata. Neve bianca e luci di Natale. Guanti e scarponi e sogni dell’estate che non viene. Pioggia sui tetti e gatti impazziti e luna piena. Fontane ghiacciate e chiese coi presepi, muschio e fango. Tristezza che fa bene. Andare a letto presto.

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